IN RISONANZA CON LA TERRA VIVENTE
di Mintze van der Velde
Vivere è scegliere.
Ma per scegliere bene, devi sapere chi sei e ciò che rappresenti,
dove vuoi andare e perché vuoi arrivarci.
Kofi Annan (1938-2018)
Le Nazioni Unite sono state istituite il 24 ottobre 1945 a San Francisco. Ciò è avvenuto subito dopo la lunga parentesi in cui, tra il 1914 e il 1945, il mondo è stato scosso da guerra e violenza senza precedenti. Come saprete, la Carta delle Nazioni Unite inizia con “Noi, popoli delle nazioni unite…”. È un testo pieno di potere, che sottolinea in termini giuridici il fatto che noi, come popoli, siamo parte di un’umanità una. Basta guardare il mondo come popolato da un’unica umanità e non esistono più stranieri, forestieri – siamo tutti parte della stessa umanità. È bene tenere a mente il testo di questa Carta quando ci confrontiamo con molti dei temi del nostro mondo moderno, tra cui migrazioni di popoli, rifugiati, cambiamenti climatici ecc.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani fu ratificata il 10 dicembre del 1948, quasi settant’anni fa. Dove siamo arrivati al settantesimo anniversario di quella importante dichiarazione? Sarebbe troppo ingenuo pensare che è tutto a posto riguardo al rispetto dei diritti umani nel mondo e che quei diritti umani sono rispettati ovunque? Semplicemente non è così. Uno dei molti meriti del precedente Segretario Generale – e Nobel per la pace – Kofi Annan, che è sfortunatamente venuto a mancare nell’agosto di quest’anno, è stato quello di istituire il Consiglio per i Diritti Umani presso le Nazioni Unite a Ginevra.
Nessuna meraviglia se il motto di Ginevra è “Cerco di fondere, mescolare e servire”. Il Consiglio è il posto dove la luce al più alto livello possibile può essere riversata sui diritti umani e su tutto ciò che li riguarda, come stipulato nella Dichiarazione Universale. Il Consiglio non è perfetto ma, preso atto che non esiste un piano B, ritirarsi dal Consiglio non è l’atteggiamento corretto: partecipare al miglioramento è l’unica strada per il progresso.
L’anno scorso il tema del Seminario della Buona Volontà Mondiale è stato: Discernere la Verità nell’Era dell’Informazione. Si è rivelato un tema molto attuale, che ancora oggi – forse oggi ancora di più – è di rilievo. Mia madre mi ha insegnato a dire sempre il vero e a non essere mai volgare. E mia nonna credeva che quando qualche cosa era stampata sul giornale, doveva essere vera. Entrambi questi principi sono molto meno scontati nel nostro mondo moderno e interconnesso.
Viviamo in un tempo in cui alcuni capi di stato e politici stanno distorcendo la verità e, allo stesso tempo, nei parlamenti di tutto il mondo il livello dei dibattiti spesso si deteriora, passando da vertere attorno a idee ad attacchi verbali rivolti alle persone. Le notizie non sono più necessariamente vere, o almeno ciò vale per la maggior parte di esse: lo scopo principale delle notizie di oggi è quello di attirare l’attenzione, e se attirano l’attenzione di un numero sufficientemente ampio di persone, beh, allora è meno rilevante se siano effettivamente vere oppure no.
La rivoluzione digitale ha portato internet a connettere moltissimi – anche se non tutti (!) – in tutto il mondo. Ciò ha aiutato a condividere informazioni e a dare vita ai cosiddetti social-media. Mia nonna si troverebbe totalmente smarrita vedendo che oggigiorno condividiamo informazioni su scala globale, eppure siamo sempre meno sicuri che quelle informazioni siano veritiere. I recenti termini di fake news e di verità alternative sono una prova in questo senso.
La mia generazione avrebbe dovuto essere stata messa in guardia da visionari come George Orwell – che scrisse “1984” nel 1948 – e Aldous Huxley – che scrisse “Brave New World” [“Il mondo nuovo”] già nel 1932. Nonostante gli avvertimenti di questi visionari, la rivoluzione digitale ha contribuito ad introdurci in una nuova era di sorveglianza globale, generando una serie di nuove problematiche sui diritti umani e civili. L’attendibilità dei dati è divenuta un problema, poiché adesso le informazioni possono essere facilmente condivise, ma non altrettanto facilmente verificate. La rivoluzione digitale rende possibile immagazzinare e tracciare fatti, articoli, statistiche, come pure dettagli finora impossibili.
Questo Seminario della Buona Volontà Mondiale riguarda gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e della Gestione della Terra – in Risonanza con la Terra Vivente, ancora una volta un tema attuale. Qualcuno potrebbe interpretare ciò nel senso di un’umanità che deve solamente ri-sintonizzarsi con la Natura e vivere in maggiore armonia con le leggi e i processi naturali. Pure potrebbe essere interpretato nel senso di una terra vivente che deve esser posta in risonanza con un’umanità redenta! Anche se questo pomeriggio ci concentreremo principalmente sugli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile – o Agenda 2030 -, in questa introduzione vorrei focalizzarmi rispettivamente sulla Risonanza e sulla Terra Vivente.
Non tutte le epoche hanno lo stesso impatto sull’evoluzione della specie umana. Ci possono essere epoche dove apparentemente non accade nulla, o molto poco, come per esempio il Medio Evo, seguito da altre di progresso accelerato. Tali furono il rinascimento (approssimativamente XIV-XVII secolo) e poi l’epoca dell’Illuminismo (approssimativamente XVIII secolo), quando avvennero enormi cambiamenti nelle arti e nelle prospettive filosofiche e scientifiche del mondo. Vi fu poi il periodo relativamente tranquillo dell’epoca Vittoriana, ma in seguito il cambiamento non si arrestò: arrivò la rivoluzione industriale, seguita dalla rivoluzione digitale (a volte chiamata terza rivoluzione industriale) e adesso siamo alle porte di una nuova rivoluzione – quella dell’intelligenza artificiale.
Questo ci porta alla nozione del tempo. Si può vedere il tempo come il ticchettio di un orologio (o un cristallo di quarzo) e specialmente qui in Svizzera siamo bravi a farlo. Ma possiamo guardare il tempo anche dal punto di vista di un individuo, un pianeta e – perché no – dell’universo. Se vogliamo apportare del cambiamento, allora le scale temporali a livello individuale, planetario e universale sono differenti. Ad un livello individuale possiamo cambiare, ad esempio, il nostro comportamento o la nostra consapevolezza in un lasso di tempo relativamente breve – il che non vuol dire che tale cambiamento sia ottenuto sempre facilmente!
A livello planetario, cioè coinvolgendo l’umanità intera, i cambiamenti avvengono normalmente ad un passo più lento, richiedendo molto più tempo. Per favore, tenetelo a mente, perché sono sicuro che molti di noi vorrebbero lavorare per il cambiamento, il cambiamento verso un mondo migliore e il cambiamento verso ciò che è meglio per noi stessi. Eppure, se confondiamo le scale temporali possiamo cadere facilmente e rapidamente nella frustrazione.
Arriviamo alla Terra Vivente. Molti altri relatori parleranno della Terra Vivente, così sarò piuttosto breve sull’argomento. Nel 1988 il filosofo norvegese Arne Naess scrisse un saggio con il titolo: From ecology to ecosophy, from science to wisdom (Dall’ecologia all’ecosofia, dalla scienza alla saggezza). L’eco-scienza (ecologia) non è abbastanza. C’è bisogno di eco-saggezza (ecosofia): come vivere sulla Terra apprezzando e rispettando l’intera ricchezza e diversità delle forme di vita dell’ecosfera. Cito dall’abstract: “La fredda presa di consapevolezza della nostra dipendenza dall’ecosistema non è sufficiente a motivare politiche responsabili.
Per reintegrare la Terra, abbiamo bisogno della gioia dell’interazione con la vita e nella vita. Ciò implica una profonda ribellione contro le mentalità strettamente utilitaristiche. Abbiamo bisogno di integrazione a tutti i livelli: premesse teoriche e fondamentali di una filosofia o religione, da tali premesse la derivazione di linee guida generali per un’azione globale, lo scaturire di decisioni particolari in situazioni concrete della vita quotidiana. In breve: è richiesta una prospettiva ecosofica a 360 gradi”.
Qui, presso le Nazioni Unite, viene svolto molto lavoro – spesso dietro le quinte – per scrivere testi e trattati legalmente vincolanti. Rispetto a ciò, lasciatemi menzionare gli sforzi di Valérie Cabane, avvocato francese in diritto internazionale e umanitario che lavora per la ONG End Ecocide on Earth. L’umanità non rivolge più la sua violenza contro se stessa, ma contro la Terra. A fronte di deforestazioni massive e del ripetuto inquinamento ambientale, avvocati da tutti i paesi si stanno mobilitando per aggiungere un nuovo termine nel diritto: ecocidio – uccisione della natura. Avremo finalmente istituito un nuovo crimine… per il quale è urgente trovare una punizione! Abbiamo tutti bisogno che il crimine internazionale di ecocidio sia riconosciuto.
Per questo, gli esperti di End Ecocide on Earth hanno preparato 17 proposte di emendamento allo Statuto della Corte Penale Internazionale, per aggiungere alla lista dei più gravi crimini internazionali – genocidio, crimini contro l’umanità, il crimine di aggressione e crimini di guerra – il crimine dell’ecocidio. Gli emendamenti sono tra le mani di molti rappresentanti degli Stati e sono stati consegnati a Ban Ki Moon il 29 novembre 2015 a Parigi, in occasione del primo giorno del COP21. Le proposte non sono ancora state adottate ma questa iniziativa è un bell’esempio di come si può contribuire a instaurare cambiamenti per un mondo migliore – ognuno nel suo modo particolare.
In termini scientifici la Ipotesi Gaia conosciuta anche come Principio Gaia, propone che gli organismi viventi interagiscono con il loro ambiente inorganico sulla Terra per formare un sistema complesso, sinergico e auto-regolantesi, che aiuta a mantenere e perpetuare le condizioni per la vita sul pianeta. L’ipotesi fu formulata dal chimico James Lovelock e co-sviluppata dal microbiologo Lynn Margulis negli anni ’70. Lovelock prese il nome da Gaia: nella mitologia greca, Gaia (dal greco antico Γαῖα, “terra”), è la personificazione della Terra e una delle divinità greche primordiali. Gaia è la madre ancestrale di ogni vita: la divinità primordiale Madre Natura. Nel 2006, la Società Geologica di Londra conferì a Lovelock la medaglia Wollaston, in parte per il suo lavoro sull’Ipotesi Gaia.
Tema attinente all’ipotesi è come la biosfera e l’evoluzione degli organismi influenzano la stabilità della temperatura terrestre, la salinità dell’acqua marina, i livelli di ossigeno atmosferico, il mantenimento di un’idrosfera di acqua liquida e altre variabili ambientali che influenzano l’abitabilità della Terra. Ovviamente una teoria tanto estesa attira le critiche di molti scienziati, eppure con l’avvento di prospettive sempre più olistiche in molte aree della ricerca scientifica l’ipotesi risulta ancora parte importante della ricerca. Gaia gioca un importante ruolo anche al di là del mondo scientifico e siamo felici di avere May East di Gaia Education che ci racconterà molto di più su questo tema nel prossimo intervento.
C’è un piano per questo pianeta Terra? Come abbiamo appena detto, conosciamo l’aspetto materno del nostro pianeta, o Gaia, ma potremmo anche scoprirne l’aspetto paterno, che conferisce un senso fondamentale alla vita su questo pianeta. Possiamo pensarlo come la sorgente primordiale di ogni religione e filosofia. È l’emanazione fondamentale del senso dell’umanità, degli animali, delle piante e dei minerali su questa Terra. Siamo le cellule o gli organismi di questa gigantesca coscienza che chiamiamo il nostro Pianeta. Ricercando l’aspetto paterno del nostro Pianeta trascendiamo Gaia, o l’ecosofia, cioè l’aspetto materno del pianeta. Guardando all’aspetto paterno, facciamo un passo in avanti per trovare quell’essere fondamentale nel quale troviamo la nostra vita, coscienza ed essere.
Avremo molti interventi durante questo seminario sugli obiettivi per uno sviluppo sostenibile, che sono importanti e hanno a che fare con la nostra relazione con la Terra vivente. Ho già menzionato May East di Gaia Education. René Longet, da Ginevra, parlerà di Valori umani e sviluppo sostenibile nel mondo di oggi. E Takeo Inamura e Takeshi Muranaka, di Imacocollabo, Tokyo, parleranno del loro gioco sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile: 2030 Agenda game. Ma permettetemi un attimo di riflettere sulla parola “risonanza” da due diversi punti di vista. Una caratteristica della nostra Terra e della risonanza è il fenomeno delle risonanze Schumann. Che cosa sono le risonanze Schumann?
Le risonanze Schumann sono un fenomeno fisico, più specificatamente un fenomeno elettrico. In ogni momento circa 2.000 temporali si aggirano sulla terra, producendo qualcosa come 50 lampi al secondo. Ogni lampo – una scarica elettrica – crea onde elettromagnetiche che iniziano a circolare attorno alla Terra, tra la superficie terrestre e una zona di confine, chiamata ionosfera, situata a 55 km di altitudine. Alcune di queste onde – se hanno la giusta lunghezza d’onda – si combinano, rafforzandosi, e creano un fenomeno atmosferico ripetuto, come un battito di cuore, conosciuto come risonanza Schumann.
Questa risonanza rappresenta un utile strumento di analisi del clima Terrestre, il suo ambiente elettrico, ecc. Le risonanze Schumann avvengono a frequenze estremamente basse, che possono raggiungere i 7.8, 14, 20, 26, 33, 39 e 45 Hertz, con una variazione giornaliera di circa +/- 0.5 Hertz. Si tratta di una frequenza circa cento volte più bassa della frequenza d’onda radio più bassa utilizzata per inviare segnali alla vostra radio AM/FM. Predette nel 1952, le risonanze Schumann furono misurate per la prima volta in maniera attendibile nei primi anni ’60. Da allora gli scienziati hanno scoperto che le variazioni delle risonanze corrispondono a cambiamenti delle stagioni, dell’attività solare, dell’attività del campo magnetico terrestre, del vapore acqueo presente nell’atmosfera e altri fenomeni legati al pianeta Terra.
Alcuni decenni fa, il campo della medicina energetica sarebbe stato considerato ai margini della scienza e della medicina classica. Dato che l’Obiettivo numero 3 per lo Sviluppo Sostenibile riguarda la buona salute e il benessere, è chiaro che le sfide che la salute dell’umanità di oggi sta affrontando non possono essere superate soltanto grazie alla medicina classica. Quasi tutti i giornali, libri, studi clinici e le pubblicazioni scientifiche che riportano i successi delle applicazioni mediche con tutti i tipi di energia vengono pubblicati e raggiungono il pubblico.
È una coincidenza che i cervelli umani, da un punto di vista vibrazionale, sono caratterizzati da varie onde, chiamate alfa, beta, gamma, delta, delle quali le onde alfa sono sullo stesso intervallo di frequenza delle risonanze Shumann più basse? Studi recenti nel campo della cosiddetta terapia con campo elettromagnetico pulsato indicano che ci sono molte più corrispondenze e interazioni tra le nostre cellule (e corpi) e la Terra nell’intervallo di frequenza 0-30 Hz. Il tempo mi impedisce di approfondire questo campo di ricerca.
Un altro tipo di risonanza è proposto dallo scienziato inglese Rupert Sheldrake ed è chiamato risonanza morfica. Fu proposta per la prima volta nel 1981 e sviluppata successivamente nel 1988, non è quindi nuova, ma rappresenta ancora ad oggi un’ipotesi promettente. La risonanza morfica è un processo attraverso il quale sistemi auto-organizzanti ereditano memoria da sistemi precedenti di natura similare. L’ipotesi della risonanza morfica conduce ad un’interpretazione radicalmente innovativa dell’archiviazione mnemonica nel cervello e dell’eredità biologica.
La memoria non necessita di essere archiviata materialmente nei cervelli, i quali sono più dei ricevitori televisivi che dei videoregistratori, sintonizzandosi sulle influenze del passato. E l’eredità biologica non ha bisogno di essere codificata nei geni, o attraverso modifiche epigenetiche degli stessi; molto di essa dipende dalla risonanza morfica con precedenti membri della stessa specie. Per questo ogni individuo eredita una memoria collettiva dai membri precedenti appartenenti alla specie e allo stesso tempo dà il suo contributo alla memoria collettiva, condizionandone i futuri membri. Vediamo un esempio.
Fino a circa gli anni ’50, in Gran Bretagna i tappi delle bottiglie di latte erano in cartone. Nel 1921 a Southampton, osservazioni ravvicinate rivelarono che alcuni uccelli, chiamati cinciarelle, si sedevano sulle bottiglie, toglievano il cartone con il becco e poi bevevano la crema del latte. L’evento si presentò poi da qualche altra parte in Gran Bretagna, a circa 50 miglia (80 km) di distanza, e poi da qualche altra parte a 100 (160 km). Questa consuetudine delle cinciarelle fu tracciata per tutta la Gran Bretagna, fino a che nel 1947 non divenne più o meno universale. Uno studio arrivò prudentemente alla conclusione che la tecnica doveva essere stata “inventata” indipendentemente almeno 50 volte. Inoltre, la velocità della diffusione del comportamento accelerava durante il corso del tempo.
Durante gli anni ’30 anche in altre parti di Europa, dove le bottiglie di latte erano consegnate sulla soglia di casa, come in Scandinavia e in Olanda, era emerso il fenomeno e si era diffuso in maniera simile. Per via dell’occupazione tedesca dell’Olanda le consegne del latte cessarono nel 1939-40. Le consegne non furono ripristinate fino al 1948. Essendo che le cinciarelle vivono solo due o tre anni, probabilmente nel 1948 non esistevano più cinciarelle che fossero state in vita al tempo dell’ultima consegna.
Eppure, quando ripresero le consegne del latte nel 1948, l’apertura delle bottiglie del latte in Olanda da parte delle cinciarelle riesplose rapidamente in zone piuttosto distanti l’una dall’altra, diffondendosi in maniera estremamente rapida fino a quando, nel giro di un anno o due, divenne nuovamente consuetudine universale. Questo esempio attesta la diffusione evolutiva di una nuova consuetudine che non è probabilmente da attribuire ai geni, ma che piuttosto dipende da una specie di memoria collettiva sostenuta dalla risonanza morfica.
Perché sto parlando di tutto questo? Beh, a volte potremmo essere sopraffatti da tutte le notizie che si intrufolano nelle nostre case attraverso i nostri telefonini o le nostre televisioni. Notizie che sono difficili da conciliare con le nostre idee di fratellanza, di un’umanità una, di cooperazione, condivisione, ecc. E ci chiediamo cosa possiamo fare, come individui di buona volontà, per controbilanciare tali notizie. Possiamo fare la differenza? Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, o Agenda 2030, sono programmati per il 2030! Sono solo 12 anni da adesso. Ce la faremo a raggiungerne alcuni di questi 17? Ancora una volta, possiamo davvero fare la differenza?
Spero che gli esempi riportati rendano chiaro che la risposta è: Sì! La Buona Volontà è una forza straordinaria che può essere applicata per instaurare i giusti rapporti umani in ogni dove su questo pianeta. Applicando la buona volontà nel nostro ambiente particolare, all’interno delle nostre famiglie, nelle nostre comunità e mantenendo i nostri sforzi, non cambieremo il mondo tutto in una volta ma contribuiremo alla diffusione di questa energia di buona volontà, così che essa stessa diventerà una consuetudine universale.
Questo è il compito di tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà in questo frangente temporale. Abbiamo visto come esistano diverse scale temporali, almeno secondo la nostra percezione del tempo. Potrebbe essere più facile e più veloce cambiare noi stessi. E anche ciò alla fine cambierebbe il nostro mondo.
E se le notizie in televisione dovessero sembrare di mostrare diversamente, raccomanderei due possibilità: spegnete la vostra televisione o raddoppiate i vostri sforzi per instaurare le giuste relazioni umane attraverso la buona volontà. O, magari, fate entrambe le cose! I giusti rapporti umani non sono mai basati sulla paura. I giusti rapporti umani sono basati sulla fiducia. E la buona volontà è Amore in azione!
Un’altra cosa già menzionata è il fatto che gli eventi stanno accadendo molto più rapidamente di quanto mai in passato. Ciò non è un’illusione, è un fatto. Pertanto, il cambiamento può (e lo farà) accadere molto più rapidamente anche nelle nostre vite e nel nostro mondo. Ho iniziato con una citazione di Kofi Annan, permettetemi di chiudere con un’altra sua citazione:
Dobbiamo tenere viva la speranza e sforzarci a fare meglio.
Mintze van der Velde
Lucis Trust, Buona Volontà Mondiale
Ginevra - 9-11-2018
IN RISONANZA CON LA TERRA VIVENTE
Gestione della Terra e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile
Palais des Nations, Sala XXI, Place des Nations, 1201 Ginevra
FioriGialli © Tutti i diritti riservati.
E' fatto divieto di pubblicazione sia totale che parziale in altra sede senza una ns. specifica autorizzazione. I trasgressori saranno perseguiti a norma di legge.
|