CONSIDERAZIONI PER UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
di Guido Dalla Casa
Dall’errore antropocentrico ad una nuova visione del mondo Alcune considerazioni:
- L’uomo è un animale, anche facilmente classificabile. La differenza con uno scimpanzé bonobo è dell’ordine dell’1%. Le differenze sono quantitative, mai qualitative;
- Delle 5000 culture umane comparse sulla Terra soprattutto quelle di derivazione medio-orientale e poi europea vedevano l’uomo come qualcosa di totalmente diverso e staccato dalla Natura, qualcosa di natura radicalmente diversa e “superiore” (antropocentrismo);
- La Terra è un sistema omeostatico (come i viventi), entro una certa fascia di variabilità, tenendo conto della scala dei tempi;
- La Vita (o il funzionamento) della Terra è basata sulla biovarietà, altrimenti non è in grado di mantenere la situazione stazionaria.
Esempio: un campo coltivato a monocoltura non può essere omeostatico e si mantiene solo con pesanti apporti esterni: l’aumento di produttività è illusorio, perché il bilancio complessivo è negativo;
- Bilancio energetico dell’Ecosistema (o della Terra): respirazione e fotosintesi. L’unica energia “utilizzabile” in condizioni stazionarie è l’energia solare;
- La Terra è un sistema altamente complesso (retroazioni), forse un essere senziente (agli effetti pratici non cambia molto);
- Alcuni fenomeni prodotti dalla civiltà attuale sono andati oltre le capacità omeostatiche della Terra (sovrappopolazione umana – distruzione delle foreste ed ecosistemi in genere – alterazione dell’atmosfera – perdita di specie e distruzione della biovarietà – sostituzione di materia inerte a sostanza vivente);
- In ogni sistema complesso si manifestano fenomeni mentali (scelte ad ogni biforcazione-instabilità) (esempio semplificativo del pendolo) (Prigogine – Bateson – Capra);
- Tutti gli esseri viventi sono sistemi altamente complessi, come pure gli ecosistemi e alcuni sistemi non-viventi. Sono sottosistemi della Terra. Tutti gli esseri viventi sono anche senzienti (Konrad Lorenz, Jane Goodall, Frans de Waal, Irene Pepperberg, Rupert Sheldrake, Stefano Mancuso, ecc.).
BASI dell’ECOLOGIA PROFONDA (per punti)
- La posizione dell’uomo in Natura come specie animale, parte di un Tutto, che è più della somma delle parti;
- Il diritto ad una vita degna e all’autorealizzazione di tutti gli esseri senzienti (animali – piante - esseri collettivi – ecosistemi - Gaia);
- Una visione sistemica-olistica della Terra e di tutti i sottosistemi;
- La spiritualità e sacralità della Natura.
L’ecologia profonda come base filosofica della decrescita
-
La crescita economica:
- è nata in una cultura umana in un particolare momento della sua storia
- parte da un sottofondo completamente antropocentrico
- considera la nostra specie come staccata e al di fuori della Natura
- non tiene conto del modo di vivere della Terra, in cui comunque siamo inseriti come cellule in un Organismo.
2) La decrescita come passaggio verso una situazione stazionaria
3) E’ necessario adottare una filosofia ecocentrica (Ecologia Profonda)
Decrescita
Il mondo contemporaneo si basa sullo sviluppo economico, sistema lineare con una sola variabile (il denaro): si tratta di un fenomeno possibile soltanto in un breve transitorio, perché è incompatibile con la Biosfera, sistema complesso con un grande numero di variabili. Nell’Ecosistema possono esistere solo cicli chiusi, mentre il sistema economico preleva e scarica qualcosa di fisso (risorse e rifiuti). Inoltre, il sistema economico attuale pretende di crescere all’infinito in un pianeta finito. Il fatto che sia durato per due secoli significa soltanto che la sua fine è vicina, per il modo di procedere dei fenomeni esponenziali. In ogni caso la mania della crescita materiale è nata in una sola cultura umana in un determinato momento della sua storia: si è innestata su un sottofondo di pensiero, quello occidentale, completamente antropocentrico: tutti i suoi valori sono riferiti soltanto alla nostra specie.
Il movimento della decrescita, nato di recente, resta troppo spesso su posizioni antropocentriche. Non si occupa molto di questioni filosofiche, ma una decrescita economica è irrealizzabile se si mantiene un sottofondo antropocentrico: finché si considera l’uomo staccato dalla Biosfera e unico depositario di valori, sarà ben difficile che si possa abbandonare l’incremento indefinito dei beni materiali.
Il Movimento per la Decrescita cerca di rendere consapevoli della necessità di:
- vivere meglio consumando meno;
- instaurare rapporti interpersonali fondati sul dono e la reciprocità anziché la competizione;
- utilizzare e favorire la diffusione di tecnologie che riducano i consumi energetici e la produzione di rifiuti.
Per raggiungere questi scopi è però necessario elaborare un paradigma alternativo al sistema di valori da cui discende l’ossessione dello sviluppo economico illimitato: è fondamentale un sistema di valori quale quello proposto dall’Ecologia Profonda.
La persistenza delle condizioni vitali del Pianeta richiede che non vi sia alcuna crescita materiale permanente. Lo sviluppo economico consiste nel sostituire al mondo naturale, ricco di specie e di relazioni fra i viventi, un mondo completamente artificiale fatto di inerti e di poche specie degenerate. Consiste quindi nel “rifare il mondo” , che è il frutto di un processo di evoluzione durato quattro o cinque miliardi di anni. E’ chiaro che lo sviluppo economico prolungato è incompatibile con la Vita della Terra.
E’ forse opportuno ricordare che i termini crescita e sviluppo non hanno lo stesso significato: però sono usati di fatto come sinonimi da tutto il mondo politico-industriale-economico-sindacale, che comunque vuole aumentare senza limiti di tempo il processo produrre-vendere-consumare.
Ecologia Profonda
L’ecologia come è intesa dal pensiero generale, denominata da Arne Naess come ecologia di superficie, resta completamente antropocentrica e quindi non modifica il sottofondo di pensiero della cultura occidentale: richiede soltanto di diminuire il più possibile gli inquinamenti e salvare alcune aree intatte per il beneficio dell’uomo. Considera la Terra come la casa dell’uomo: in sostanza, tutto può andare avanti come prima, con qualche accorgimento tecnico e qualche depuratore.
Tutti conosciamo questa ecologia di superficie, ma c’è un pensiero ecologista molto più profondo: l’Ecologia è soprattutto la percezione di far parte integrante di un Complesso molto più vasto, l’Ecosistema (o la Terra), ed avere come primo valore la buona salute di questo Organismo. Come conseguenza:
L’etica richiede una sorta di empatia verso tutte le entità naturali.
L’Ecologia Profonda (o Ecosofia) è un movimento filosofico e di pensiero, una visione del mondo a sfondo panteista che richiede un profondo rispetto per tutti gli esseri senzienti (e quindi anche gli ecosistemi) e per tutte le relazioni che li collegano fra loro e al mondo cosiddetto “inanimato”. Non assegna alla nostra specie un valore distaccato e particolare, ma la considera completamente parte della Natura. Vede la Terra come l’Organismo cui apparteniamo. Il fondatore del movimento in Occidente è stato il filosofo norvegese Arne Naess, che usò il termine per la prima volta in un articolo del 1972 (The shallow and the deep).
Sono caratteristiche dell’Ecologia Profonda:
- Una visione sistemica del mondo, una filosofia non-dualista, il riconoscimento della sacralità della Terra e del diritto ad una vita degna per ogni essere senziente;
- La necessità di non spezzettare l’universale, di considerare l’aspetto sistemico-globale e di evitare di cadere nei dualismi tipo mente-materia, Dio-il mondo, uomo-natura e simili;
- L’idea che l’intero è più della somma delle sue parti. In una visione sistemica-olistica si pone l’accento più sulle relazioni che sui singoli componenti.
L’ecologia è il sentimento profondo che ci dice che tutto è collegato, che non possiamo danneggiare una parte senza danneggiare il tutto, che facciamo parte di un unico Organismo (l’Ecosistema, o la Terra) insieme a tutti gli altri esseri viventi-senzienti. Siamo parte integrante del mondo in cui viviamo tanto quanto i fiumi e gli alberi, intessuti dello stesso intricato flusso di materia-energia e mente.
Le prospettive proposte dall’Ecologia Profonda sono un completo mutamento di paradigma rispetto a quello diffuso oggi, un mutamento che porti:
- al sentire consapevolmente la rete che collega qualunque essere o evento;
- all’estinzione del desiderio per i beni materiali;
- all’amore compassionevole verso tutti gli esseri senzienti.
Le idee dell’Ecologia Profonda sono il presupposto filosofico per comprendere il senso di quelle modifiche del pensiero generale che sono in grado di portare, sul piano pratico, prima a una decrescita economica e poi a una situazione stazionaria.
L’ecologia profonda - come filosofia di vita – non è nata negli anni Settanta dalle idee di Arne Naess o da qualche movimento di minoranza di oggi: da tremila anni in India, e da tempi ancora più lunghi in tante culture animiste, idee ben diverse da quelle che hanno poi foggiato la civiltà occidentale avevano avuto modo di diffondersi nella mente collettiva, come dimostrano questi pensieri, tratti da antichi testi indiani: “Ogni anima va rispettata e per anima si intende ogni ordine, ogni vitalità che la sostanza possa assumere: il vento è un’anima che si imprime nell’aria, il fiume un’anima che prende l’acqua, la fiaccola un’anima nel fuoco, tutto questo non si deve turbare”.
In uno dei sutra si loda chi non reca male al vento perché mostra di conoscere il dolore delle cose viventi e si aggiunge che far danno alla terra è come colpire e mutilare un vivente. Ancora dall’India:
I fiumi, o caro, scorrono gli orientali verso oriente, gli occidentali verso occidente. Venuti dall’Oceano celeste, essi nell’Oceano tornano e diventano una cosa sola con l’Oceano. Come là giunti non si rammentano di essere questo o quest’altro fiume, proprio così, o caro, i viventi, che sono usciti dall’Essere, non sanno di provenire dall’Essere. Qualunque cosa siano qui sulla Terra - uomo, tigre, leone, lupo, cinghiale, verme, farfalla - essi continuano la loro esistenza come Tat. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l’Universo è costituito di essa, essa è la vera realtà, essa è l’Atman. Essa sei tu, o Svetaketu. (Chandogya Upanishad, 10° khanda)
Conclusioni
Quando si parla di ecologia e protezione della Natura, occuparsi di “visioni del mondo” sembra una cosa più astratta, o meno pratica, rispetto a dare consigli sullo smaltimento dei rifiuti o la conservazione delle foreste, ma è soltanto perché parlare di “visioni del mondo” ha effetti a scadenza molto più lunga. Sono però aspetti che toccano molto più in profondità il comportamento e gli atteggiamenti, rispetto ai più immediati consigli pratici di ecologia spicciola.
Sarà ben difficile che si arrivi ad accettare la decrescita economica, come transitorio necessario per raggiungere l’indispensabile condizione stazionaria, compatibile con la Vita della Terra, senza una base filosofica e di pensiero ben diversa da quella della civiltà occidentale attuale, basata su un antropocentrismo talmente diffuso e profondo da non apparire neanche più: ciò che viene respirato fin dalla nascita e quindi sembra ovvio, non appare affatto. E’ assolutamente necessario impostare la vita su un sistema di valori molto diverso da quello attuale della civiltà occidentale, che ha ormai invaso tutto il mondo.
In sostanza, perché venga accettata la decrescita è necessario abbandonare la filosofia antropocentrica per adottare una visione del mondo ecocentrica, cioè la visione dell’Ecologia Profonda.
E’ necessario prendere coscienza che lo sviluppo economico distrugge la Vita come Complesso ed è una grave patologia della Terra e che tutti i processi devono svolgersi nei tempi naturali dell’evolversi del Pianeta (milioni di anni).
L’ecologia superficiale è completamente antropocentrica, cioè incentrata sull’uomo. Essa considera gli esseri umani al di sopra e al di fuori della Natura cui viene attribuito un valore soltanto strumentale, o di ‘utilizzo’. Invece l’Ecologia Profonda non separa gli esseri umani – né ogni altra cosa – dalla Natura. Essa non vede il mondo come una serie di oggetti separati, ma come una rete di fenomeni che sono fondamentalmente interconnessi e interdipendenti. L’Ecologia Profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e considera gli esseri umani come un filo particolare nella trama della vita.
Nel mondo ufficiale e nell’ecologia di superficie è stato introdotto il concetto di sostenibilità (un processo sarebbe sostenibile se “i nostri discendenti” non ne hanno un danno), ma si tratta in pratica di un concetto introdotto per continuare tutto come prima. Mi sembra invece molto migliore l’espressione seguente: “L’andamento di un sistema è sostenibile se può durare a tempo indefinito senza alterare in modo apprezzabile l’evoluzione del sistema più grande di cui fa parte”. Tale definizione è priva di riferimenti antropocentrici e tiene conto della vita (o del funzionamento) dell’Ecosfera, che comprende anche la nostra specie.
Guido Dalla Casa
Intervento alla 18° edizione L'Economia della Felicità
30 Settembre 2018, Prato
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