AMBIENTALISMO ECOLOGIA PROFONDA E REVERENZIALE
di Satish Kumar
PER UN PIÙ PROFONDO APPREZZAMENTO DELLA NATURA
Il rispetto reverenziale è la chiave per comprendere il nostro posto nel mondo
Ci sono tre modi per capire e descrivere la relazione tra la Natura e gli umani: l’ecologia superficiale, l’ecologia profonda e l’ecologia reverenziale.
Fu Arne Næss, il filosofo norvegese (1912-2009), a fare la distinzione tra quella che lui chiamava “ecologia superficiale” e “ecologia profonda”, coniando al contempo quest’ultima espressione. A mio avviso questa distinzione è giusta, ma non è sufficiente. Una volta dissi ad Arne, scherzosamente, che profondo non significa necessariamente buono. Dopotutto, capita spesso di trovarsi in profonda difficoltà 1 Pertanto dobbiamo fare un ulteriore passo oltre l’ecologia profonda, e quel passo è l’ecologia reverenziale.
L’ecologia superficiale considera importante la conservazione della Natura, ma solo perché la Natura è utile agli uomini. È una visione del mondo antropocentrica. In questa visione gli umani sono al centro; essi sono una specie unica e superiore. Gli umani si prendono cura dell’ambiente – degli animali, degli oceani, dei fiumi e delle foreste – affinché possano trarre benefici dalla Natura ancora per molto tempo. Gli ecologisti superficiali desiderano per l’umanità un futuro sostenibile e per loro la Natura è una ‘risorsa’ economica.
Per i sostenitori dell’ecologia profonda la Natura ha un valore intrinseco. La Natura non è una risorsa economica. La Natura è la fonte stessa della vita. Gli alberi sono buoni, non semplicemente perché sono utili per gli umani, perché ci danno ossigeno, si prendono la nostra anidride carbonica o ci danno ombra, frutta e legna: gli alberi sono buoni in sé. Alberi, oceani e montagne erano qui prima che gli umani apparissero sulla scena. Come facciamo a dire che gli umani sono superiori alla Natura e che la Natura è fatta per gli umani? Ricordate l’evoluzione. Gli ecologisti profondi riconoscono non solo i diritti degli uomini, ma i diritti della Natura. I fiumi hanno i loro diritti. Le foreste hanno i loro diritti
L’ecologia reverenziale approva tutto ciò, ma aggiunge un’ulteriore dimensione: essa considera sacra la Natura. La vita è sacra. Gli umani devono coltivare un senso di gratitudine verso la Natura.Tutte le religioni hanno un senso di riverenza verso la Natura. Per i Cristiani il santo patrono dell’ecologia è San Francesco. Alcuni lo considerano il padre dell’ecologia reverenziale. Egli comunicava con le galline e con il lupo. Il mio amico Martin Palmer, della ’Alliance of Religions and Conservation’ 2, sostiene che sta nascendo una nuova consapevolezza tra molti gruppi religiosi, che considerano un loro sacro dovere piantare alberi, avere cura della terra, praticare l’allevamento compassionevole, evitando di mettere gli animali in fattorie-fabbriche dove vivono in condizioni crudeli. Il rispetto reverenziale per la vita è un impulso religioso. È una responsabilità religiosa essere generosi e gentili nei confronti della Natura. Come possiamo mancare di rispetto, di considerazione e distruggere la Natura, se crediamo che la Natura sia la creazione di Dio e un regalo di Dio?
Gli alberi ci danno i loro frutti. Ci danno la legna. Noi diciamo grazie, alberi. Da un piccolo seme di mela cresce un albero. E così, negli anni a seguire, riceveremo in dono migliaia e migliaia di mele. Che generosità! L’amore incondizionato che è insegnato dalla Bibbia e dal Corano, ci viene insegnato anche da un albero di mele. Quando vogliamo le mele l’albero non dice mai: “Hai portato la carta di credito?”. L’albero non fa discriminazioni. Sei ignorante o istruito? Prendi le mele. Santo o peccatore, nero o bianco, giovane o vecchio, umano o animale: tutti possono godere del banchetto delle mele. Questo è un dono di amore incondizionato. Dobbiamo provare un profondo senso di gratitudine davanti a tanta generosità. Questa è ecologia reverenziale. Riveriamo Gaia. Riveriamo la Natura. Riveriamo gli alberi.
Gli ecologisti superficiali credono che la Natura sia inanimata; che solo gli umani hanno mente, intelligenza e coscienza. Ma dal punto di vista dell’ecologia reverenziale, anche la Natura ha mente, spirito, anima e intelligenza. Il seme di mela ha la sua memoria; sa esattamente cosa essere. Non chiede mai: “Devo essere melo o pero? Devo essere melo o quercia?”. Nessun dilemma, nessun dubbio. Noi umani ci chiediamo: “Devo fare il medico o l’ingegnere, il contabile o il prete?”. Ma il melo non ha alcun dubbio: lui conosce la sua vera natura. Sa chi è, cos’è e cosa vuole essere.
Nel momento in cui ci rendiamo conto che siamo tutti collegati, imparentati, il pianeta diventa la nostra casa. Gli uccelli che volano nel cielo sono la nostra famiglia. I cervi e i conigli della foresta sono nostri fratelli e sorelle; anche le tigri e gli elefanti, i serpenti e i lombrichi sono membri di un’unica famiglia della Terra. Senza i lombrichi non avremmo cibo sulla nostra tavola. Il lombrico lavora giorno e notte, senza un weekend, senza una vacanza, senza alcuno stipendio. “Lunga vita al lombrico”, dico io. Darwin sviluppò la teoria dell’evoluzione studiando i lombrichi, perciò dobbiamo essere loro grati. Nel momento in cui proviamo quel senso di gratitudine, allora avremo il senso dell’ecologia reverenziale.
Noi siamo Natura. Siamo fatti di terra, aria, fuoco, acqua, spazio, tempo, coscienza e immaginazione. Ogni cosa dell’universo è dentro di noi. Senza il Sole o la Luna non potremmo esistere. Siamo un universo in miniatura: microcosmo del macrocosmo. Con l’ecologia reverenziale comprendiamo l’immensa unità della vita. Con la comprensione dell’ecologia reverenziale tutte le nostre ristrette, meschine sconnessioni scompaiono. Ci appiccichiamo addosso molte etichette. Pensiamo: sono inglese, sono americano, sono indiano, sono pakistano, sono un Induista, sono un Cristiano, sono un Mussulmano, sono un Buddhista. Queste etichette creano delle sconnessioni. Nell’ecologia reverenziale siamo tutti membri della comunità della terra ed un’unica famiglia umana.
Sono stato in Pakistan in mezzo ai Mussulmani, e sono indiano. I miei amici mi dicevano: “Stai andando in Pakistan, a piedi e senza un soldo. Il Pakistan è nemico dell’India. Come farai a sopravvivere?” Risposi ai miei amici: “Se vado lì da Indiano, incontrerò un Pakistano. Se vado da Induista, incontrerò un Mussulmano. Ma se vado come essere umano, incontrerò solo esseri umani. Quella è la mia identità primaria. Io sono un essere umano e un membro della comunità della Terra. Con questa coscienza mi libero del fardello della separatezza. Trasformo il mio ego in eco. Cambiando una sola lettera ho trasformato la mia visione del mondo. Nel momento in cui passiamo da ego a eco, tocchiamo la mente di Dio."
Lo scienziato Stephen Hawking, nell’ultimo paragrafo del suo libro ‘Una breve storia del tempo’ scrive che un giorno, se troveremo la risposta alla questione dell’esistenza degli esseri umani e dell’universo, conosceremo la mente di Dio. Con l’ecologia reverenziale in mente, possiamo conoscere la mente di Dio in questo stesso istante. Dobbiamo solo espandere la nostra coscienza e capire che siamo un cosmo in miniatura. Tutte le forze cosmiche sono in noi, e noi siamo nel cosmo. Dio non è da qualche parte aldilà del cielo. Dio è ovunque nel cosmo. Dio vuol dire coscienza cosmica. L’ecologia reverenziale ci dà la capacità di sentirci a casa e a nostro agio nella casa del nostro bel pianeta e nella casa del nostro meraviglioso cosmo.
Perciò dobbiamo fare un viaggio dall’ecologia superficiale all’ecologia profonda, e dall’ecologia profonda all’ecologia reverenziale.
Satish Kumar
Novembre/Dicembre 2017
1 Ho tradotto così un’espressione proverbiale inglese: ‘To find oneself in a deep hole’, ‘trovarsi in un buco profondo’, una situazione sgradevole da cui è difficile uscire. (N.d.T.)
2 L’ARC è un’associazione laica inglese il cui scopo è di fornire conoscenze ambientaliste a gruppi di fedeli di varie religioni. (N.d.T.)
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Come non essere concordi a tale meraviglioso pensiero e vorrei aggiungere una mia riflessione un pensiero forse addirittura una deduzione a proposito di Dio di coscienza cosmica e del motivo della esistenza.
L\'Esistenza è il Desiderio di Essere, tale Desiderio appartiene a quella Intelligenza cosmica che abbiamo chiamato Dio UNO, lo scopo di tutto il manifesto e in particolare degli esseri pensanti e coscienti come l\'uomo è di sostenere la crescita, l\'evoluzione, l\'espansione, attraverso il travaglio,il conflitto, personale e sociale, tali attriti sono delle vere e proprie dinamo di produzione energetica ed è tale energia che è volta a sostenere l\'evoluzione dell\'individuo insieme a quella di tutto il sistema e quindi della manifestazione in quanto Creato. Concepire l\'Unità rendendosi conto di tale funzionamento ci porterà inevitabilmente ad un altro più grande dinamo energetico l\'abbiamo chiamato Amore, l\'Amore per noi stessi, l\'Amore verso tutti i nostri simili anche di colore e forme diversi, l\'Amore per dove appoggiamo i nostri piedi e tutto ciò che sta dentro e fuori di noi.
Vuoto
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