BASTA CONCESSIONI
di Wendell Berry
Si stanno utilizzando armi economiche di distruzione di massa contro il nostro popolo, la versione “liberale” trasforma l'avidità nella virtù economica principale.
Stiamo distruggendo il nostro paese, mi riferisco al paese in sé, al pezzo di terra. So che può sembrare terribile, però non c'è ragione per la disperazione, a meno che non decidiamo di continuare con la distruzione. Se decidiamo di andare verso quella direzione, non sarà perché non abbiamo altre opzioni. La distruzione non è necessaria. Non è inevitabile, anche se con la nostra attitudine sottomessa continuiamo a credere che sia così.
Gli americani non hanno la fama di essere un popolo sottomesso, ma è comunque così. Altrimenti perché hanno permesso che il nostro paese venisse distrutto? Perché stiamo premiando chi ha distrutto? Perché stiamo, attraverso il potere che diamo alle multinazionali avide e ai politici corrotti, partecipando a questa distruzione?
Tuttavia, la maggior parte di noi è ancora abbastanza sano di mente per non orinare nella proprie cisterna, però abbiamo permesso ad altri di farlo e li abbiamo ricompensati per questo. Li abbiamo ricompensati così bene che quelli che orinano nella nostra cisterna son quelli che possiedono le maggiori ricchezze.
Come ci sottomettiamo? Non essendo abbastanza radicali. O non essendo sufficientemente coscienziosi, che è la stessa cosa.
Dal principio delle spinte conservatrici nel nostro paese, i conservatori hanno creduto troppo spesso che si potesse proteggere la terra senza proteggere le persone. Questo assunto sta cambiando, però dovremmo ancora convivere per qualche tempo con la vecchia supposizione che si possa preservare il mondo naturale proteggendo le zone selvagge mentre trascuriamo e distruggiamo i paesaggi sottomessi alla produzione economica (le fattorie, i ranch, i boschi produttivi) e la gente che li utilizza.
Questa idea è comprensibile in vista delle crescenti minacce che subiscono gli spazi naturali, pero è sbagliata. Se i conservatori sperano di poter salvare gli spazi naturali e le creature selvagge, dovranno guardare verso gli aspetti economici, vale a dire verso questioni che riguardano la salubrità dei paesaggi, dei paesi e delle città in cui si sviluppa il nostro lavoro, la qualità di questo lavoro e il benessere della gente che lo realizza.
I nostri governi sembra che stiano facendo esattamente il contrario, credono che il popolo venga protetto pur non proteggendo la terra. Qui non sto parlando di partiti o di dottrine partitiche, ma della corrente politica dominante. Presto o tardi, dovranno riconoscere che se la terra non prospera, nient'altro può prosperare per molto tempo. Non possiamo sostenere l'industria, il commercio, la salute o la sicurezza se non difendendo la salute della terra, della sua gente e del lavoro che svolge.
E' fatto indiscutibile che la terra, qui e in qualsiasi altra parte, sta soffrendo. Ci sono zone altamente contaminate nel Golfo del Messico e con acqua impossibile da bere, a causa delle pratiche tossiche della nostra agricoltura. Sappiamo che stiamo trascurando ed esaurendo i nostri boschi. Sappiamo che l'erosione del suolo, la contaminazione dell'aria e dell'acqua, l'espansione urbanistica, la proliferazione di strade e spazzatura sta rendendo le nostre vite meno gradevoli, sane e meno sostenibili e i nostri habitat più squallidi.
Da quasi quarant'anni in Kentucky, come in altri stati produttori di carbone, si iniziò a fare uno sforzo per regolare le miniere a cielo aperto. Nel mentre che questo sforzo prosegue, e vengono imposti certi requisiti, il comportamento di queste miniere è quello di distruzione della terra e del suo futuro. Permettiamo la distruzione di montagne e valli intere. Neanche le guerre fecero nel passato danni tanto grandi e permanenti sul paesaggio.
Se sappiamo che il carbone è una risorsa esauribile, mentre il bosco che si situa sopra la miniera di carbone è una fonte di ricchezza inesauribile, attraverso un uso efficiente, e che le miniere a cielo aperto distruggono i boschi praticamente per sempre, perché permettiamo questa distruzione?
In Kentucky e per sfortuna in altri stati e di nuovo a rischio di un grande danno pubblico, abbiamo permesso, e di fatto abbiamo promosso, l'ingabbiamento di animali per l'industria animale, che abusa di tutto ciò che è in relazione con questo: la terra, i lavoratori, gli animali e i consumatori. Se amiamo tanto il nostro paese, e molti di noi sostengono questo, come possiamo profanarlo in questo modo?
Però il danno economico non si limita solo alle nostre fattorie e boschi. Con il fine di “creare impiego” in Kentucky e in altri stati con ritardo economico, abbiamo sovvenzionato con soldi pubblici imprese multinazionali a restare nel nostro paese per sfruttare la gente in modo economico. Il proposito assoluto della nostra economia è sfruttare, non proteggere o conservare.
Guardate attentamente, se dubitate, al centro delle grandi città in qualsiasi parte del nostro paes.e incontrerete chi sta economicamente morto o in decomposizione. Buoni edifici che accoglievano piccoli negozi di tutti i tipi, così necessari, così utili e di proprietà locale si son trasformati in negozi di antiquariato. Guardate le case, le chiese, gli edifici commerciali, i tribunali e vedrete che molto spesso son allettanti e ben fatti.
E adesso date un'occhiata ai sobborghi residenziali: megacentri commerciali, catene di ristoranti fast food, stazioni di servizio convertite in supermercati, motel. Cercate di scorgere qualcosa di allettante o ben fatto in tutto questo.
Qual'è la differenza? La differenza è che gli antichi centri delle città furono costruiti d denti che erano orgogliosi del proprio posto e che assegnavano un valore speciale al solo fatto di vivere lì. I vecchi edifici ci sembrano belli perché furono costruiti da genti che rispettavano e cercavano il rispetto dei vicino. I sobborghi residenziali, al contrario, furono costruiti da enti che non manifestavano nessun tipo di orgoglio per il luogo, non davano valore alle vite che in quel luogo venivano vissute e non simpatizzavano particolarmente con i vicini.
L'unico valore che vedono nel luogo dove vivono è il denaro che potranno ottenere per venderlo, per trasferirsi in un altro posto di maggior prestigio, vale a dire, verso i sobborghi residenziali più benestanti delle grandi città.
Possiamo dire che stiamo consumando, contaminando e abbruttendo questa bella nazione per la causa del patriottismo e l'amore di Dio? Forse ad alcuni gli piacerebbe pensarla così, però di fatto questa distruzione continua perché noi crediamo e viviamo alcune bugie: che niente a valore al di fuori di ciò che è fatto per il mercato; che si può lasciare il controllo della vita economica delle nostre comunità in mano alle multinazionali.
Noi cittadini abbiamo una grande responsabilità per la nostra semplicità e capacità distruttiva, non si può minimizzare su questo. Pero non si può nemmeno minimizzare sulla responsabilità del governo.
Tutti comprendiamo che i governi si costituiscono per assicurarci una protezione che i cittadini individualmente non possono dare a sé stessi. Però i governi tendono a pensare che questa responsabilità possa compiersi con le forze di polizia e militari. […] I nostri governi solo in rare occasioni hanno riconosciuto la necessità di proteggere la terra e le genti contro la violenza economica.
Certamente la violenza economica non è così esplicita, e raramente sanguinosa come la violenza della guerra, ma può essere devastante allo stesso modo. Atti di devastazione economica possono arrivare a distruggere la terra e le comunità o il centro di una città o paese, come di fatto fanno spesso.
Questo danno si giustifica per le compagnie multinazionali e i loro complici politici in nome del “libero mercato” e della “libera impresa”, però si tratta di una libertà che fa dell'avarizia la virtù economica dominante, distruggendo la libertà di altre persone insieme all'habitat delle comunità e ciò che sta intorno. Esistono anche le armi di distruzione di massa a livello economico. Abbiamo permesso che si utilizzino contro di noi, non solamente per mezzo della sottomissione pubblica e della prevaricazione, però anche attraverso sussidi, incentivi e consensi di dubbia giustificazione.
Non siamo stati capaci di riconoscere il pericolo di agire in nostra difesa. Come risultato, quello che anticamente era un ricco e vario paesaggio è stato colonizzato dalle compagnie minerarie, del legname e agricole produttrici di molta ricchezza, energia e materie prima ad un costo immenso per la nostra terra e il nostro popolo. Per questi stessi paesi e città son state sopraffatte dalle grandi superfici, che hanno ottenuto il via libera per distruggere i piccoli negozi locali.
Dal momento che come individui e come comunità non possiamo proteggerci da tali aggressioni, abbiamo bisogno che il governo regionale o nazionale ci protegga. Allo stesso modo che i poveri abbiano la stessa giustizia dei ricchi, ugualmente i piccoli agricoltori, allevatori e commercianti meritano la stessa uguaglianza di mercato delle grandi compagnie agricole e dei grandi magazzini. Non dovrebbero essere portati alla rovina solo perché i ricchi competitori possono permettersi (per qualche tempo) i vendere al di sotto del prezzo.
Per di più, permettere che le piccole imprese vadano in rovina per colpa di vantaggi falsi, sia a livello locale o nell'economia globale, significa distruggere la capacità produttiva locale, regionale o nazionale di alimenti e tessuti. Non è possibile comprendere, meno che mai giustificare, la permissività di un governo che permette che le risorse di beni così necessari siano distrutti in nome della libertà dell'anarchia delle corporation.
È impossibile anche comprendere come un governo può permettere e per di più sostenere la distruzione della terra e della produttività della terra. In qualche modo abbiamo perso e ci siamo disfati del nostro senso di interdipendenza con la terra e la capacità umana di interagire con la terra nel miglior modo possibile. Il dovere del governo di proteggere queste risorse economiche, tanto umane come naturali, è importante quante il dovere di proteggerci dalla fame o dai nemici esterni. Vale a dire, che non c'è differenza alcuna tra la minaccia domestica alle nostre risorse vitali e la minaccia esterna.
Pare che siamo caduti nella brutta abitudine di transigere in materia per le quali non avremmo dovuto transigere mai. Credo che per la maggior parte di noi, inclusa la classe politica, crede che sia sbagliato distruggere la terra. Però abbiamo potenti oppositori politici che insistono che l'economia che distrugge la Terra si giustifica per la libertà e il denaro. Per tanto arriviamo al compromesso di permettere la distruzione di alcune parti della nostra Terra, oppure che la Terra si distrugga a poco a poco, come quel famoso maiale con tre zampe tanto desiderato da tutti che lo sacrificavano in parti invece che intero.
La logica di questi accordi è chiara e anche tragica. Si continuiamo ad essere tolleranti nei confronti della distruzione progressiva della Tera per ragioni economiche, allora finiremo per distruggerla tutta.
Una denuncia così lunga merita una speranza, e vorrei terminare con parole di speranza. Per questo ho bisogno di ripetere quello che ho detto al principio: “la nostra capacità distruttiva non è stato né è inevitabile”. Chi prospetta questo tipo di scuse è moralmente incompetente, codardo e vago. La gente può cambiare, può apprendere il meglio. Tutti noi, indipendentemente dalle tendenze, possiamo dare più amore alla nostra terra, al di là dell'avarizia e del disprezzo che esercita chi sfrutta la terra. Questo significa affrontare problemi pratici, per questo offro una serie di suggerimenti pratici.
Dobbiamo imparare meglio a rispettare noi stessi e i nostri luoghi. Dobbiamo smettere di pensare che l'America rurale è una colonia. La maggior parte della nostra storia economica è consistita nell'esportazione di petrolio, alimenti e materie prime, danneggiando in questo modo l'ambiente. Dobbiamo riaffermare il valore economico del buon governo e del buon lavoro. Per questo avremo bisogno di amministrare meglio quello che avviamo fatto fino ad ora.
Dobbiamo riconsiderare l'idea che i nostri problemi economici si risolvono “a base di industria”. Tutti gli stati sviluppano dei piani per incentivare le grandi multinazionali a installarsi nel proprio territorio utilizzando incentivi fiscali e altri sprechi di denaro pubblico. Questo tipo di pratiche dovrebbero essere proibite fino a quando saremo sicuri che tutti gli stati dell'unione hanno fatto il maggiore sforzo possibile per creare la rpopria ricchezza. Abbiamo bisogno di costruire le economie locali dalle nostre comunità e regioni aggiungendo valore ai nostri prodotti locali e commercializzandoli localmente prima di cercare di farlo fuori.
Dobbiamo affrontare senza paura i rendimenti di scala. Il grande ha il suo fascino che lo rende seduttivo, specialmente per i politici e i finanziari; ma senza dubbio il grande fomenta l'invidia, l'indifferenza e il danno collaterale, essendo molte volte non necessario. Forse è necessaria una grande compagnia per guidare aerei o macchine, però non c'è bisogno di una grande compagnia per allevare polli o maiali. Nemmeno si ha bisogno di una multinazionale per trasformare il cibo prodotto localmente o il legno del posto e commerciarla regionalmente.
Finalmente, dobbiamo dare la maggior priorità alla cura della nostra terra, senza trascurare una sola fetta. Non dobbiamo cedere nulla alla distruzione della nostra terra o di qualsiasi cosa possiamo recuperare. Siamo stati troppo tolleranti con i politici che, fiduciosi nella difesa della nazione, si convertono in agenti della distruzione della nazione, portandola alla rovina.
Per questo voglio terminare citando un mio amico Kentuckiano, un grande patriota e indomabile nemico delle miniere a cielo aperto. Joe Begley de Blackey: “basta consessioni!”
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