DIETRO LE QUINTE DI UN BANCHETTO GRATUITO
di Raj Patel
A chi, in fin dei conti, non piacciono le offerte gratuite? pioni gratuiti, giochi gratuiti, pranzi gratuiti, telefoni gratuiti, tv gratuita: alzi la mano chi non ha mai tratto ~che soddisfazione da beni del genere. Cosa c'è di male? perché, per utilizzare due frasi fatte trite e ritrite, nessuno nulla per nulla, e a caval donato non si guarda in bocca? risposta è nel sistema, nella conseguenza logica di ciò che accade quando corporation fredde e razionali incontrano esseri umani irrazionali, la cui irrazionalità si aggrava non appena nei supermercati e nei centri commerciali, in televisione e online vengono offerti beni gratuiti. La strategia è sempre la stessa. Le aziende adottano un modello commerciale in cui scommettono che offrendo gratuitamente qualcosa ai consumatori, questi verranno attratti a tornare nuovamente in negozio; inoltre, si spera che oltre a prendere l'articolo gratuito, i consumatori siano indotti a comprare qualcosa di un po' più caro, a consumare un po' più di quanto farebbero altrimenti, e magari a nutrire simpatia per la marca che gli offre il bene.
Nulla di male: il consumatore ci guadagna perché ottiene più beni, l'azienda perché incassa più denaro. Ma se esaminiamo più attentamente la transazione, ci accorgiamo che in realtà questo scambio gratuito è un tentativo di modificare le decisioni di acquisto e le preferenze del consumatore. La disciplina economica ha scelto intenzionalmente di passare sotto silenzio i fattori che condizionano i gusti dei consumatori; non a caso, un'espressione molto diffusa nella professione è de gustibus non disputandum est. Ma le aziende sono continuamente impegnate a manipolare le preferenze individuali, e chi lo ignora lo fa a proprio rischio e pericolo. Se qualcuno cercasse di influenzare le vostre scelte verso l'eroina offrendovi dosi gratuite probabilmente rifiutereste, perché sapete che la tossicodipendenza altererebbe radicalmente le vostre preferenze, e non volete che questo avvenga. Per quanto imperfetta - lo scambio di beni gratuiti di solito non provoca forme acute di assuefazione - l'analogia suggerisce che le nostre scelte non sempre sono il frutto di un'analisi razionale, anzi sono soggette a manipolazione molto più di quanto si possa credere.
Il 3 febbraio 2009 la catena di ristoranti statunitense Denny's ha deciso di offrire gratuitamente a tutti gli avventori una colazione a base di due pancake, due uova, due salsicce e due strisce di bacon, venduta solitamente a 6 dollari (per l'esattezza 5,99 dollari).3o La scommessa dell'azienda era che offrendo a tutti la colazione per un giorno avrebbe ottenuto una buona copertura su tutti i principali quotidiani e ampliato la propria clientela. Scommessa vinta. Si sono presentate all'appuntamento due milioni di persone, alcune tra le quali sono rimaste in coda per più di ! un'ora. L'operazione ha avuto un costo totale di 5 milioni !di dollari, comprensivi della pubblicità durante il Super ) Bowl, degli ingredienti per la colazione e della manodopera per cucinare. A chi gli chiedeva se ne fosse valsa la pena, l'amministratore delegato di Denny's - dopo una breve pausa per calcolare anche il ricavato dalle vendite di prodotti ad alto margine, come le bevande gassate - ha risposto: "Chiuderemo l'operazione in attivo". In fin dei conti, nessuno dà nulla per nulla, non certo la colazione e tanto meno il pranzo. Ecco come Rudyard Kipling descrive la versione ottocentesca del "Free Lunch" a San Francisco nel suo Oltre la porta d'oro:
Ero assolutamente solo in quella grossa città di gente bianca. Per istinto cercai un ristoro ed entrai in un bar, pieno di brutti quadri del Salon, nel quale degli uomini col cappello sulla nuca stavano divorando come lupi dei cibi che toglievano da un banco. Era nell'istituzione del "Free Lunch" che ero andato a sbattere. Si paga una bibita e si riceve più di quanto si voglia mangiare. Con poco meno d'una rupia al giorno un uomo può satollarsi generosamente a San Francisco, anche se fosse un fallito. Ricordatevene se mai approderete da queste parti.
Il quadro dipinto da Kipling non è poi così diverso dalla colazione gratuita offerta da Denny's: la strategia di attirare i consumatori con la prospettiva di un pasto gratis, per vendere loro contemporaneamente bevande immensamente redditizie, non è cambiata affatto. Ancora una volta, il "gratuito" è una scommessa, che può trasformare la nostra fame di beni gratuiti in un profitto per le corporation.
Quale sarebbe allora il comportamento razionale in uno scambio di merci gratuite? In Why Popcom Costs So Much at the Movies, l'economista Richard McKenzie racconta che, quando ha acquistato il suo nuovo computer, il produttore gli ha offerto l'opzione di ricevere una stampante gratuita, che lui ha accettato. McKenzie sapeva che il produttore si sarebbe rifatto con la vendita di costose cartucce, perciò quando la stampante ha terminato !'inchiostro, ha fatto l'unica cosa razionale possibile: l'ha gett':lta via.Disgustati? Se buttare una stampante gratuita VI pare uno spreco, pur essendo la cosa più razionale da fare, tenetevi stretta questa sensazione. McKenzie si è comportato da homo oeconomicus, battendo il produttore di computer nel suo stesso gioco; ma molti si lasciano abbindolare da questi trucchetti, perché ritengono che ci sia qualcosa di sbagliato nel buttare via un bene gratuito, se non altro perché il bene deve aver avuto un costo e qualcuno deve pur averlo pagato.
Consideriamo l'esempio delle compagnie telefoniche, che spesso regalano cellulari pieni zeppi di funzionalità ai nuovi abbonati o a chi acquista una scheda ricaricabile. I nuovi utenti ne traggono un beneficio, se non altro perché possono spostarsi in città senza doversi ricordare di dove sono perché provano piacere a maneggiare l'ultimo gadget di grido. Per poter utilizzare queste funzionalità, però, bisogna pagare un piccolo sovrapprezzo, acquistando un'applicazione oppure un maggior volume di traffico dati. Chiaramente, molti pensano che ne valga la pena. In effetti, nel settore dei telefoni cellulari è in atto un'escalation con apparecchi sempre più vistosi che diventano una necessità sociale. I nuovi telefoni contengono applicazioni e funzionalità che divengono socialmente indispensabili per l utente e fonte permanente di introiti per il provider. Negli Stati Uniti, nel 2007, la spesa pro capite per l'utilizzo dei telefoni cellulari ha raggiunto i seicento dollari all'anno (superando per la prima volta quella relativa alla telefonia fissa). È una somma ingente, che viene suddivisa in maniera niente affatto equa.
Nel 2009 il produttore di telefoni cellulari Nokia ha dichiarato utili per 490 milioni di euro su un fatturato di 12,7 miliardi, e ha distribuito il 20 per cento in più di dividendi rispetto all' anno precedente. Per fabbricare i suoi telefoni, al pari dei produttori di apparecchiature elettroniche. di tutto il mondo, Nokia utilizza minerali provenienti .dal Congo, paese insanguinato dalla guerra dove si trova Il 70 per cento delle riserve mondiali di columbite. Dalla columbite (chiamata comunemente coltan) si ottengono il niobio e il tantalio, usati per fabbricare i condensatori che stanno al cuore dei dispositivi elettronici portatili. Le unità militari del Congo che presidiano l'accesso a queste risorse si sono macchiate di stupro, tortura, riduzione schiavitù e omicidio. Le madri congolesi hanno una speranza di vita di quarantasette anni, sono vittime della maggiore incidenza di stupri al mondo, e guadagnano appena più della metà degli uomini, 191dollari all' anno. Queste violenze non sono correlate al livello del prezzi del (coltan; ma adesso che i prezzi sono scesi, i lavoratori delle miniere di columbite devono lavorare molto più duramente per guadagnare la stessa somma che ricevevano negli anni del boom. Sono queste le esternalità insanguate e ; maledette dell' elettronica, che appaiono ancora più in; quietanti quando ci vogliono far credere che ci viene regalato un telefono cellulare.
Tratto da: Il Valore delle Cose, Feltrinelli
Ohibò, ho letto questo articolo gratuitamente perché il suo autore l'ha offerto gratuitamente... Vuol dire che mentre leggevo l'autore era in giro a stuprare e a saccheggiare?
Io non lo penso, ma l'autore ha insistito tanto, nell'articolo, per convincermi che chi offre qualcosa di gratuito è SEMPRE e SICURAMENTE un diabolico criminale: di conseguenza, secondo la logica dell'autore, dietro questo articolo gratuito c'è un delitto non punito. O forse più di uno.
Quindi l'autore vuole che lo accusiamo?
Ha scritto l'articolo per auto-accusarsi pubblicamente?
Di che cosa si sente colpevole?
Che cosa lo opprime, poveretto, al punto che se qualcuno gli offre gratis un panino lui vede orrori dappertutto?
Sì, capisco che il fatto di scrivere in qualche modo gli dia la sensazione di liberarsi di colpe gravissime (è il classico meccanismo della confessione cattolica), ma... c'è bisogno di scrivere simili articoli, giusto per spaventare la gente e non proporre alternative pratiche, collaudate, ed immediatamente applicabili?
c'è un detto veneto che tradotto dice così:
A LAVARE LE ORECCHIE AGLI ASINI SI PRENDONO PEDATE
Hai ragione, Pinuccia: dopo 2 anni, questo articolo attribuito a Raj Patel, estratto da un contesto che ignoriamo, continua a proferire leggerezze con la pretesa d'essere credibile, e creduto. Tu, con vigore del Nord, presentandoti con la forza del Veneto saggio che la sa lunga, sei esplicita: dici che Raj Patel è un asino, e che commentarlo è peggio che tempo perso, perché ci si espone a pedate. Tu che conosci il profondo Nord la sai lunga... Ma vedi, io (sarò ingenuo) scelgo di passare spunti per la riflessione freschi che chi legge può usare per rendere più luminosa la sua esistenza: tu parli di forza del Nord, asini, pedate... Immagini intense, alla Bossi, per intenderci, e ne vai fiera: buon per te, per il tuo orizzonte. Io mi occupo di cose belle, serene, vive, che portano a sorridere. A te i bastoni del Nord, che spaccano; a me le stelle degli Universi dei Pensieri.
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