LA SFIDA E LA VISIONE
di Ervin Laszlo
....Significa pensare in termini di processi e non di strutture, in termini di unità dinamiche e non di entità statistiche. Pensare in modo globale significa vedere la foresta, non solo gli alberi.(pag.47)....Come ha dichiarato Robert Shapiro, amministratore delegato della Monsanto, alla Harvard Business Review ( nel numero del Gennaio-Febbraio 1997), e ben difficile dedicare tutte le proprie energie per periodi di tempo prolungati a un’astrazione chiamata impresa o a un’idea chiamata profitto. Gli esseri umani possono dare il loro contributo solo ad altri essere umani; ai colleghi, se sono convinti di essere impegnati insieme in un’imprese di una certa importanza; alla società ( e questo è solo un altro modo di dire che possono dare ai loro figli) ; possono dare, insomma , solo se sono convinti che il loro valore sia in qualche modo integrato in una visione completa della vita. (pag.61)
....Lo stato nazionale formalmente costituito è un mito accettato quasi universalmente, ma resta pur sempre un mito. E’ un fenomeno storico apparso sulla scena mondiale solo con i trattati di Westfalia del 1648. (pag.66)
.....Il cambiamento in atto è multidimensionale, in quanto conduce dalla società industriale del XX secolo alla civiltà post-industriale del XXI secolo . Le sue dimensioni principali consistono nel passaggio:
dall’accettazione dell’autorità esterna a una interiore;
dal senso della separazione a quello dell’integrità ;
dalla prevalenza del potere centralizzato a nuove forme di potere " acentrico";
dal paradigma dei sistemi meccanicistici al paradigma dei sistemi viventi;
dalla motivazione dell’avidità e dall’avarizia alla motivazione fornita dal possedere il necessario e dalla generosità;
dalla competizione maschilista alla riconciliazione e alla collaborazione fra uomini e donne.
......Dunque l’aspetto noto dell’universo fisico non è una solidificazione, bensì una rarefazione delle energie del vuoto, e questo comporta un mutamento radicale di prospettive rispetto all’idea che la materia sia densa e autonoma e si muova in uno spazio vuoto e passivo. Questo crea una pressione, nota sotto il nome di "effetto Casimir", che spinge le placche verso l’interno e l’una verso l’altra. (pag.100)
.....Nella visione che comincia a emergere dalle nuove tendenze della fisica, la massa è una struttura condensata di energia del vuoto, anziché un elemento fondamentale dell’universo. (pag. 102)
......Alla luce di questi altri sviluppi correlati, è ragionevole considerare la materia come un prodotto del campo di punto zero del vuoto quantico. Nella visione che emerge dalle nuove frontiere drella scienza, la realtà fisica è non-materiale : non esiste una "materia assoluta", ma solo un campo di energia virtuale che genera materia.
.....Questa conclusione è coerente con quello che gli scienziati sanno già da decenni sulla natura degli aspetti subnucleari della realtà.
.....Gli atomi e le molecole di cui sono fatte le sostanze che percepiamo sotto forma di materia sono varie configurazioni di protoni, neutroni, mesoni ed elettroni i quali a loro volta sono configurazioni di quark. Questi, a loro volta sono schemi energetici durevoli sovrapposti al sotteso campo di punto zero, e quindi gli oggetti che noi consideriamo materiali non sono entità irriducibili che si muovono nello spazio come in un mezzo passivo, bensì nodi critici all’interno delle energie virtuali potenzialmente dinamiche del vuoto.
.....Hermann Weyl ed Erwin Schròdinger, i quali affermarono che l’universo fisico va inteso in termini di geometria dello spazio ( o spazio tempo ): quelli che si presentano alla nostra osservazione come corpi materiali, dunque, sono in realtà forme e variazioni della struttura dello spazio soggiacente (pag.103)
.....Le oltre duecentocinquantamila specie di piante superiori che si trovano in quasi tutte le parti del mondo mostrano solo tre forme base di distribuzione delle foglie sullo stelo, e una di esse ( la spirale ) ricorre nell’ottanta per cento dei casi. (pag.105)
.....Il fisico nucleare Fred Hoyle ha messo in evidenza che l’ipotesi che questo processo si verifichi per puro caso è quasi altrettanto probabile dell’ipotesi che un uragano , soffiando su un deposito di rottami , realizzi il montaggio di un aeroplano perfettamente funzionante. (pag.107) .....Le specie viventi si evolvono in quella che il biologo inglese Brian Goodwin definisce una "danza sacra" fra gli organismi ed il loro ambiente. (pag.109)
.....La risposta è racchiusa in una proprietà dell’organismo che gli scienziati definiscono "coerenza": le condizioni e le reazioni che si verificano in una parte del sistema coerente, si verificano anche in un’altra. Ma come si raggiunge la coerenza in un sistema complesso come l’organismo umano? E’ improbabile che basti ricorrere ai processi biochimici .
.....Possiamo prendere in esame i seguenti fatti e cifre: il corpo umano comprende circa centomila miliardi di cellule, un numero equivalente più o meno a quindicimila volte la popolazione della Terra e mille volte le stelle presenti nella Via Lattea. Di questo numero astronomico, ogni giorno si estinguono seicento miliardi di cellule e se ne rigenerano altrettante: oltre dieci milioni al secondo.
......Una cellula della pelle ha un’esistenza media di appena due settimane circa, mentre le cellule delle ossa si rinnovano ogni tre mesi. Ogni novanta secondi vengono sintetizzati milioni di anticorpi, ciascuno composto da circa milleduecento amminoacidi, e ogni ora si rigenerano duecento milioni di eritrociti (globuli rossi ). Stando alle analisi ai radioisotopi condotte nei laboratori Oak Ridge, ogni anno si rinnova anche il novantotto per cento degli atomi che costituiscono l’organismo. Non esiste sostanza nel corpo che si mantenga costante, anche se le cellule del cervello e del cuore durano più a lungo. E tuttavia le sostanze che vi coesistono producono un numero davvero astronomico di reazioni biochimiche al secondo, circa 1030.
......E’ improbabile che questa incredibile quantità e varietà di processi che avvengono nel corpo umano sia interamente coordinata attraverso le comunicazioni fisico-chimiche di cellule e organi. Sebbene alcuni segnali chimici siano straordinariamente efficaci ( per esempio, quelli dei geni di controllo), sia la velocità con la quale i processi si estendono a tutto il corpo, sia la complessità dei processi stessi fanno pensare che non ci si affidi soltanto a questo tipo di segnalazione. La coerenza dell’organismo non è assicurata da una gerarchia di " capisquadra" ovvero molecole di controllo che mantengono in riga gli enzimi " di servizio". (pag.110)
Ogni parte dell’organismo è sotto controllo, e responsabile, alla pari con le altre.
...... Responsabile di tale sincronizzazione è la struttura cristallina liquida che si estende in tutto l’organismo come una mesofase: una serie contigua di cristalli liquidi crea un campo nel quale i segnali fluiscono quasi all’istante. (pag.111)
I CREATIVI CULTURALI: L'ALTRO MODO DI PENSARE E DI VIVERE
Possiamo pensare in modi radicalmente nuovi circa i problemi che affrontiamo? La storia ci dimostra che le persone possono pensare in modi molto differenti. C'erano, in Oriente e in Occidente, sia nel periodo classico, che nel Medio Evo ed anche nelle società moderne, concezioni molto diverse sulla società, sul mondo, sull'onore e sulla dignità. Ma ancora più straordinario è il fatto che anche persone moderne delle società contemporanee possano pensare in modi diversi. Questo è stato dimostrato da sondaggi di opinioni che hanno indagato su cosa i nostri contemporanei pensano di loro stessi, del mondo e di come vorrebbero vivere ed agire nel mondo.
Una recente indagine della popolazione Americana ha dimostrato modi di pensare e di vivere molto differenti. Questo è molto importante per il nostro comune futuro, poiché è molto più probabile che alcuni modi di pensare preparino il terreno per uno scenario positivo piuttosto che altri. Questi sono stati i risultati principali:
La principale corrente culturale americana è la cultura dei "moderni". I moderni sono forti sostenitori della società dei consumi, condividono la razionalità che ha formato gli USA e che ne ha fatto la più grande economia mondiale. La loro cultura è quella delle banche e delle borse, degli uffici nei grattacieli e delle multinazionali; i loro valori vengono insegnati nelle scuole e negli college per le classi dirigenti. Nel 1999 questa era la cultura del 48% della popolazione Americana: 93 milioni dei circa 193 milioni di adulti, più uomini che donne. Il reddito familiare era tra $40.000 e $50.000 all'anno, collocando così i moderni tra la fascia di reddito medio superiore.
Mentre negli USA dominano ancora i moderni, c'è ora un'altra cultura che sta crescendo rapidamente. Questa è la cultura dei "cultural creatives". Nel 1999 i "cultural creatives" - i creativi culturali erano appena il 23,4% della popolazione Americana, con almeno il doppio delle donne rispetto agli uomini, la maggioranza proveniente da classi medie o benestanti.
Persone in queste culture contrastanti pensano in molti modi diversi, e il loro modo di pensare produce vari e diversi stili di vita. I "moderni"
I moderni condividono molte delle virtù e dei valori tradizionali degli Americani: credono in Dio, nell'essere onesti, nell'importanza della famiglia e dell'educazione, ed in una paga giornaliera giusta per un lavoro giornaliero giusto. Essi hanno però anche dei valori e credi specifici che sono meno favorevoli per un futuro positivo.
Queste principali aspirazioni dei moderni comprendono:
- Fare ed avere molto denaro:
- Scalare la scala del successo con passi programmati verso la propria meta;
- "Avere un buon aspetto" oppure essere alla moda;
- Essere all'avanguardia nelle ultime tendenze ed innovazioni;
- Essere intrattenuti dai media;
La maggior parte dei moderni sono convinti che:
- il corpo è come una macchina;
- anche le organizzazioni sono come delle macchine;
- sia delle potenti multinazionali sia un forte governo debbano avere il controllo e siano i migliori giudici
- più grande è meglio;
- si può misurare ciò che è stato fatto;
- analizzare le cose è il modo migliore per risolvere un problema;
- efficienza e velocità sono le priorità principali - tempo è denaro;
- la vita può essere divisa in compartimenti stagni: lavoro, famiglia, socializzazione, sesso, educazione, politica e religione;
- occuparsi di spiritualità e di dimensioni interiori della vita è "flaky" e irrilevante per il vero affare della vita.
I "creativi culturali"
I creativi culturali (cc) abbracciano valori e credi diversi e adottano i corrispondenti diversi stili di vita . - I creativi culturali comprano più libri e riviste dei moderni e ascoltano più radio, preferendo notizie e musica classica e guardano meno televisione;
- sono grandi consumatori di arte e di cultura, molto spesso si esibiscono come dilettanti o come professionisti;
- i creativi culturali vogliono conoscere la storia "dell'intero processo" delle cose che prendono in mano, dalle confezioni di cereali, alle descrizioni del prodotto e agli articoli di una rivista. Detestano la pubblicità o la descrizione superficiale di un prodotto, vogliono conoscere l'origine delle cose, come sono state fatte, chi le ha fatte, e che cosa succederà a queste cose una volta scartate;
- I creativi culturali desiderano anche beni e servizi reali, "autentici". Hanno guidato la ribellione dei consumatori contro prodotti considerati contraffatti, contro imitazioni, usa e getta, cliché o semplicemente di moda;
- i creativi culturali non comprano su istinto ma ricercano quello che intendono consumare, leggono le etichette e si accertano di ricevere quello che hanno richiesto. Non comprano semplicemente gli ultimi aggeggi o innovazioni che sono sul mercato ; molti di questi si trovano su internet. Tendono ad essere innovatori e opinion leader per prodotti con più contenuto che forma, comprese riviste, cibo ricercato, vini e bevande selezionate; - i creativi culturali sono consumatori "dell'industria dell'esperienza" che offre esperienze intense, illuminanti o rivitalizzanti piuttosto che un prodotto materiale (gruppi di lavoro di fine settimana, raduni spirituali, esperienza di crescita personale, vacanze basate sull'esperienza, ecc.) Per quanto riguarda i prodotti materiali, i creativi preferiscono beni ecologicamente validi ed efficienti piuttosto che prodotti solo alla moda (per esempio, macchine di seconda mano, in buono stato ecologico e con un ottimo servizio clienti);
- I creativi culturali, con lo stesso livello di reddito dei moderni, comprano meno case nuove, perché considerano le abitazioni disponibili inadatte al loro stile di vita. Evitano esposizioni di status come colonne ed entrate imponenti, preferiscono spazi che guardano verso l'interno nascosti da siepi e boschetti. Spesso comprano case da restaurare per sistemarle a loro piacere. Vogliono che la loro casa sia un "nido", con molti angolini e nicchie interessanti. I creativi culturali amano lavorare in casa e spesso trasformano una camera da letto o una stanza tranquilla in ufficio casalingo;
- il filo comune dei creativi è loro olismo. Questo si manifesta nella preferenza dei cibi integrali, nella cura olistica della salute, nell'esperienza interiore olistica, nell'informazione olistica, nell'equilibrio olistico tra lavoro, gioco, consumo e crescita interiore. Vedono loro stessi come sintetizzatori e curatori della salute, non solo a livello personale ma anche a livello comunitario e nazionale, e persino a livello globale. Aspirano a creare cambiamenti nei valori personali e nei comportamenti pubblici in modo da spostare la cultura dominante oltre il frammentato e meccanicistico mondo dei moderni.
Negli Stati Uniti la popolazione dei creativi sta crescendo. Nel 1965 erano cinque milioni di adulti, oggi sono cinquanta milioni. Una cultura simile sta crescendo anche in altre parti del mondo. Una ricerca del mensile Euro-Barometer dell'Unione Europea ha intervistato delle persone in quindici Stati Membri dell'Unione facendo delle domande sul loro stile di vita culturale, sulle loro preferenze e ha scoperto che culture simili a quella dei creativi sono presenti anche in Europa nella stessa proporzione dell'America. Già nel 1997 era tra le dieci tendenze principali, come marchio dei creativi culturali, la volontaria semplicità negli stili di vita. Secondo il Trends Research Institute di New York, questo tipo di vita ha guadagnato terreno non solo in America, ma anche in Canada, Europa ed Australia.
Questi sono sviluppi pieni di speranze. I creativi inquinano l'ambiente meno dei moderni e sono più aperti alla comprensione e alla cooperazione con altri. I loro stili di vita sono più semplici, non per mancanza di soldi, ma a causa di una intrinseca scelta di semplicità e di autenticità. Di conseguenza "l'orma ecologica" dei creativi é verosimilmente più piccola dell'orma dei moderni. Significa che su questo pianeta possono convivere più persone creative senza diminuire le risorse e senza creare problemi ecologici. Se culture simili a quelle dei creativi dovessero svilupparsi in molte parti del mondo, una distribuzione ed un uso migliore delle risorse mondiali potrebbe ridurre il potenziale di conflitti e diminuire sia odio che rancori. Paesi ricchi e paesi poveri, Musulmani e Ebrei, Cristiani e Indù, Buddisti, Confuciani e animisti tradizionali potrebbero condividere il pianeta senza essere coinvolti in atti di terrorismo, guerre e senza commettere una miriade di altre forme di violenza.
estratto da: OLTRE LA CRISI UN NUOVO RAPPORTO DEL CLUB OF BUDAPEST di Ervin Laszlo
Nel "Manifesto nello Spirito della Coscienza Planetaria" uno dei più importanti documenti della nuova cultura, firmato nel 1998 da artisti, scienziati e Premi Nobel per la Pace, è scritto: "Abbiamo raggiunto un punto di cruciale importanza nella nostra storia. Siamo all'inizio di un nuovo periodo di evoluzione sociale, spirituale e culturale. Stiamo evolvendo verso un sistema interconnesso, basato sull'informazione, che abbraccia l'intero pianeta. La sfida che ora dobbiamo affrontare è quella di scegliere il nostro futuro. La nostra generazione è chiamata a decidere il destino della vita su questo pianeta, a creare una società globale pacifica e cooperante, continuando così la grande avventura dello spirito e della consapevolezza sulla Terra.
Il nostro pianeta sta trasformandosi in modo velocissimo, e così anche il nostro modo di vivere si è modificato in modo drammatico nel giro degli ultimi decenni senza permetterci di adeguarci. La scienza e la tecnica si sono sviluppate molto più rapidamente della nostra coscienza, il risultato è un evidente malessere globale che noi chiamiamo: guerre, stress, inquinamento, confusione nelle relazioni, paura di vivere, mercati impazziti, prezzi in costante aumento, ansia, caos, disuguaglianze sociali e razziali, futuro incerto.
La maggior parte delle persone vive passivamente questo stato di crisi globale e disgregazione aspettando che qualcuno (Lo stato? L’ONU? Il comune?) risolva questi problemi.
I creativi culturali
Una parte consistente della società, circa il 20-25% della popolazione adulta secondo le ricerche sociologiche della American Demographics, si è invece spontaneamente attivata per creare un cambiamento, per migliorare la vita in ogni suo aspetto, per far emergere una nuova cultura migliore di quella attuale. Questa creativa e ottimista massa in rapido sviluppo (negli anni settanta era intorno all’1%), crea cambiamenti culturali che influenzano e influenzeranno sempre più profondamente non solo le loro stesse vite, ma anche la società nella sua globalità. Il sociologo americano Paul Ray e la psicologa Sherry Anderson, gli autori della ricerca, li hanno chiamati creativi culturali in quanto stanno dando forma ad un nuovo tipo di cultura per il 21° secolo, che nasce da un profondo cambiamento valori, delle priorità e dello stile di vita, del modo di fare soldi e di spenderli. Sono coloro che effettuano un cambiamento di paradigma comportamentale e mentale rispetto ai vecchi schemi di riferimento, in qualunque ambito svolgano la propria opera. I creativi culturali sono distribuiti trasversalmente nella società, il 60% sono donne! La nuova cultura planetaria
Le ricerche hanno rivelato che la nuova cultura emergente è caratterizzata da serie prospettive ecologiche e globali, visione olistica della vita, enfasi sulle relazioni, orientamento alla spiritualità e allo sviluppo psicologico, alla medicina naturale e olistica, all’apertura transculturale e alla coscienza planetaria, insoddisfazione verso le grandi istituzioni della vita moderna e rifiuto del materialismo come base della vita e dello stato sociale.
Nascono così – spontaneamente – operatori creativi e attivi nelle principali aree della nuova cultura: gli ambientalisti, gli animalisti e i verdi che si occupano di ecologia, di rispetto dell’ambiente e dei diritti degli animali, i medici olistici, i massaggiatori, i chiropratici e i naturopati, che propongono e praticano le medicine naturali e “alternative”, i macrobiotici, i vegetariani e i bioarchitetti, i pacifisti, gli attori e gli artisti impegnati, i garanti delle minoranze e dei diritti umani (Amnesty, Survival, ecc.), gli economisti e i finanzieri etici, le associazioni transculturali, i terapisti transpersonali che propongono gruppi di crescita e di evoluzione, i gruppi di consumo etico, i maestri di yoga, tai ci e meditazione che trasmettono nuove e antiche vie al divino e nuove tecniche di consapevolezza. Tutti questi operatori fanno parte di un unico grande movimento culturale planetario, anche se non ne sono ancora pienamente coscienti in quanto vivono realtà separate. La consapevolezza di essere parte di questa unità può creare una grande forza coesiva e un movimento di opinione capace di fare mutare il nostro pianeta verso un futuro sostenibile.
Il paradigma olistico: dalla divisione alla coscienza globale
La nuova cultura emergente – pur nella sua estrema varietà di visioni - si muove infatti sulla base di un paradigma olistico, unitario, globale dell’essere umano e del pianeta. L’essere umano viene quindi visto come un’unità psicofisica che si manifesta nel corpo fisico, nelle emozioni, nella psiche e nell’animo profondo, così il pianeta non è percepito solo come un insieme di stati e di specie animali e vegetali, ma come “Gaia” un’unità vivente, una rete globale di interrelazioni che creano l’equilibrio della natura e delle società umane.
Uno dei punti chiave di questa nuova cultura è che lo stato di crisi globale del pianeta rappresenta il riflesso macrocosmico dello stato di divisione in cui vive ogni singolo essere umano (separazione dell’essere umano da se stesso, dagli altri e dalla natura) e che l’unica via per il suo superamento è lo sviluppo di una nuova coscienza e del potenziale umano individuale, che porti a ritrovare l’unità e l’armonia interiore ed esteriore. Il drammatico stato del pianeta - espressione dell'inconsapevolezza umana, che da millenni viene tramandata come modo di vivere, di pensare e di agire - e quindi la risposta alle innumerevoli questioni aperte, dalle guerre alla sovrappopolazione, dall'inquinamento alle malattie degenerative, non può essere calata dall'alto come in passato, ma deve necessariamente nascere dal possibile risveglio della coscienza umana, dall'attuale stato di ristrettezza egoica ad una dimensione planetaria, che abbracci l'ecosistema e l'umanità in modo unitario.
Il malessere globale di ogni individuo, che riflette la profonda crisi ecosistemica e umana del pianeta, è una sfida alla trasformazione globale di sé stessi e della propria vita.
La rivoluzione interiore
Partendo da questi presupposti, la risoluzione della crisi globale implica una trasformazione globale dell'esperienza di sé stessi, la realizzazione di una profonda unità interiore, che, modificando e sviluppando le potenzialità del nostro cervello e della nostra coscienza, si manifesti in una nuova logica creativa del vivere e in una visione unitaria dell'uomo e del pianeta.
"Oggi, ad un bivio cruciale nella storia dell'umanità - scrive Ervin Laszlo, filosofo della scienza e presidente del Club di Budapest - abbiamo bisogno di nuovi concetti, nuovi valori, ed una nuova visione per guidare i nostri passi verso un futuro umano e sostenibile. La consapevolezza deve innalzarsi e trasformarsi da locale ed ego-centrica a globale e di dimensione planetaria. La nuova coscienza richiede una visione olistica di noi stessi, delle nostre società, della natura e del cosmo. Il grande compito, la sfida del nostro tempo, è cambiare se stessi” Noi tuttavia non possediamo né strumenti, né modelli, né informazioni adeguate che ci permettano di comprendere le logiche e le modalità di questa trasformazione interiore e planetaria, per questo è necessaria una nuova figura professionale, un agente attivo che operi sul benessere globale delle persone, che utilizzi semplici ma efficaci strumenti di consapevolezza e di trasformazione, integrando differenti conoscenze e tecniche pratiche di salute psicofisica, di rilassamento e meditazione, di ecologia quotidiana, di comunicazione interpersonale, di sviluppo del potenziale umano e di ricerca etico spirituale. Il benessere globale nasce dall’unità dell’essere: dall’armonia e dall’integrità tra corpo, mente, spirito, società e ambiente.
Ervin Laszlo
Brani tratti da Laszlo E. " LA SFIDA E LA VISIONE", Corbaccio, 1998
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