L'ITALIA DI AL PAPONE
di Marzio Aprile
Per comprendere l’attuale situazione italiana occorre partire dalla fine della seconda guerra mondiale. L’Italia si ritrovò dalla parte delle nazioni perdenti e fu aiutata a riprendersi dagli Stati Uniti a condizione di soggiacere agli interessi dei vincitori.
La divisione dell’Europa in blocchi di competenza americana e sovietica porterà al congelamento delle possibilità autonome di evoluzione della storia sociale italiana.
Due grandi blocchi culturali, quello cattolico e quello comunista, entrambi con vari meriti ma tanti altri difetti renderanno asfittica la vita italiana tra gli anni 50 e gli anni 70. In quegli anni piomberà sull’Italia un benessere economico e tecnologico che sarà gestito malamente da elites bloccate dai giochi della politica internazionale.
In verità l’Italia repubblicana è sì figlia della Resistenza ma ha anche un altro genitore: quel ventre molle della piccola borghesia italiana, sempre un po’ serva e un po’ brigante che aiutò Mussolini a compiere il suo sfacelo e che si riversò in massa a sostenere i nuovi centri di potere economico dell’Italia del dopoguerra, ad elemosinarne favori e prebende e che si finse democratica per rimuovere il passato.
Alla fine del cosidetto boom economico, quando si diffuse sul pianeta quel raggio di emersione cristica che fu chiamato il ’68 le nuove generazioni italiane si ritrovarono ad affrontare un problema sociale e politico bloccato e truccato. Il ’68 italiano fu il più lungo ed il più inconcludente poichè i giovani di quegli anni si ritrovarono stritolati dalla finta logica destra /sinistra e diversi vi persero gli anni migliori. Ma soprattutto non avvenne il ricambio delle classi dirigenti. Trucidati i figli rimasero i vecchi ed i loro burattini.
Nel frattempo le mafie e le camorre continuavano a gestire tutti gli affari di oltre metà Italia con la complicità e la connivenza del sistema politico democristiano che impose socialmente e d economicamente il modello del furto di Stato: divenne presto possibile ogni piccola illegalità per coprire le grandi illegalità, su tutto imperante lo scempio del bene pubblico operato da una classe politica corrotta, ignorante e infame.
Sempre un po’ servi e un po’ briganti molti italiani dagli anni 50 agli anni 80 costruirono delle fortune economiche largamente immeritate: tangenti, truffe di ogni genere,speculazioni ed abusi edilizi, mafie.
Mentre una non piccola parte d’Italia si arricchiva volgarmente tramite la corruzione sistematica, un'altra parte lottava con i mulini a vento come nel caso di coloro che caddero succubi di due ideologie fallite e fallimentari: il fascismo e il comunismo e furono ampiamente usati e strumentalizzati per mantenere il dominio del sistema imperante.
E quando anche il terrorismo finì, ne rimase una nazione intossicata e amorfa da troppe rivoluzioni tentate e mai riuscite, senza che si fossero verificate reali riforme. Il disastro era ormai compiuto. Fu in quegli anni che i blocchi di sinistra e di destra iniziarono a divenire identici. Smarriti i valori e persi gli ideali, anche quelli sbagliati, la via al Nulla era ormai aperta.
E quando caddero i blocchi della guerra fredda e, dopo la caduta del muro di Berlino, vennero meno i condizionamenti internazionali, i ceti politici e sociali dell’Italia partitocratica si ritrovarono senza protettori.
Fu così, per la prima volta, possibile che un piccolo magistrato, un uomo integro e coraggioso, la parte buona del Sud, che spesso emigra o va talvolta in polizia, fece sbriciolare con le sue indagini l’intero castello della corruzione politica italiana.
Ma quello che era rimasto dei partiti e dei ceti dirigenti non era più in grado di condurre una azione di rinnovamento sociale culturale e politico e rimasero così a terra centinaia di migliaia di intrallazzatori, i finti imprenditori che senza soldi da riciclare e appoggi politici non avrebbero concluso alcunché, tutta la grande parte dei politici senza ideali e disonesti costruttori di carriere e potere sullo scempio del bene comune ed infine i figli di ogni bugia ideologica.
Questo bacino socioculturale fatto di finti imprenditori, politici infausti e infami, piccola borghesia mediocre e arruffona, si renderà sordo alla narrazione della realtà ed andrà a costruire l’immaginifica Italia di Al Papone.
La manipolazione televisiva farà il resto prefabbricando una nuova cultura popolare del niente e creando miti fasulli di successo e rispettabilità per gente il cui giusto posto sarebbe il carcere o l’inferno. Un vasto popolo, mai ancora di cittadini, ma sempre di servi un po’ briganti, costruirà il suo quotidiano su un inganno non solo costruito dai media sia privati che di stato ma anche favorito da una predisposizione interiore.
E’ quella predisposizione interiore a raccontarsi delle balle su sé e sulla realtà per non riconoscerla e non crescere, un mondo di favolette che nasconda lo squallore dell’esistente. La tendenza a trasformare ogni dramma in farsa, questo muoversi in falsetto, il dominio della forma sterilizzante e infeconda sulla vita.
Non essendoci nulla di buono di cui parlare e a cui protendere, la vasta predisposizione all’illusione scelse di limitarsi a costruire solo immagini, immagine finte di benessere salute e felicità,immagini di false carriere, immagini di finti politici e finti imprenditori, di finti uomini di chiesa, di finti lavoratori e amministratori, di finti giovani e finti vecchi, di finte donne e finti uomini, finte dignità, identità fasulle, spezzatini di ideologie e spiritualità farlocca.
Nel Nulla le parole non si riferiscono più a niente e possono essere usate per qualsiasi cosa e intercambiate. Ex comunisti ex fascisti ed ex cattolici correranno a magnificare i nuovi padroni, schiere intere di ladri correranno a porgere i loro servigi, le varie bande di briganti si accorderanno facilmente.
I più patetici sono i giovani sostenitori di Al Papone, figli della propaganda mediatica, rivelano l'ignoranza e l'assoluta incoscienza in cui sono state allevate le nuove generazioni, proprio come chi non ha capito nulla, nè di quello che è successo, ne di quello che vi è attorno, scambiano per nuovo quello che è invece il più antico e meschino coacervo di interessi egoistici e delinquenziali. Molti di loro sono letteralmente figli e figlie cresciuti con padri lontani o assenti, risentono il fascino del capo e ne sono semplicemente sedotti. Tra non molto dovranno accorgergi della fregatura che gli incombe addosso.
E di frequente sono anche i figli e nipoti di quell'italia parassitaria e ladra che si è ritrovata priva di identità e di referenti politici in seguito al primo crollo della partitocrazia nel 1992. Il mondo di Al Papone è un tritacarne che maciulla ogni valore e onore sia di destra che di sinistra.
Ma, ancora, i più pericolosi sono i falliti della sinistra, cioè gli epigoni della sinistra fallita e partitocratica anch'essa, che con il loro operare vanificano le loro antiche ragioni, incapaci come sono di esprimere altro che mediocrità, inciucio, consociativismo e bigottismo di ogni genere, il cui risultato è offrire facile spazio ed argomenti ai venditori di fumo, all'imbroglio politico e umano delle corti e degli harem del moderno satrapo. Il grande tabù di cui nessuno parla è che il mondo di Al Papone si alimenta anche delle illusioni della sinistra.
Ecco un paese culturalmente sottosviluppato, socialmente antiquato, moralmente compromesso che non è mai stato capace di trovare e perseguire i colpevoli per le tante stragi di stato che hanno insanguinato gli anni 70 e 80, in cui non vi è certezza del diritto, ma prevalenza dell'illecito, nessun sistema sociale di tipo moderno, in cui sia lo statale che il privato non assolvono più ad alcuna funzione positiva. Un paese in cui prevale sempre il peggio che viene raccontato come il meno peggio.
Un paese in cui si vive tra discrezione, ipocrisia e rassegnazione affidandosi alla fortuna e consumando il benessere creatosi dal dopoguerra. Questa squallida versione di libertà all’italiana nasconde il potere del vero grande partito di delinquenti in libertà.
Il Malaffare è una mondezzaio che ormai vuole tutto per sè, non per niente, d’altro canto, il paese si sommerge di rifiuti, rifiuti visibili che vedete nelle strade, rifiuti sotterrati nelle campagne e rifiuti che vi parlano in televisione.
L’Italia di Al Papone continua a cantare canzoni napoletane, i rifiuti danzano tra le puttane, la nazione è in svendita, chi comanda è corrotto, parte delle acque e delle terre italiane sono ormai inquinate, un intero popolo votato ai tumori ed alle malattie croniche si compiace da furbo animale e da umano stolto ad ogni bugia, quasi pronto e ormai prossimo al massacro.
Un Italia ancora di avanguardia a cui spetta purtroppo il primato di edificare la forma più completa della decadenza moderna e materialistica. La crisi americana fa un baffo al celamento italico della realtà. Ma è così solo in Italia?, no, ma noi siamo più bravi. Il Bel Paese delle Balle.
Questo il destino tracciato se non vi sarà la capacità acrobatica di attuare una autentica rivoluzione democratica, il rinnovo totale di tutte le classi dirigenti, la coscienza della cittadinanza, il ritorno alla legalità, l’emersione di una nuova cultura che togliendoci da questo nulla illusoriamente pieno di cose, ricrei un nostro posto nella natura, nel sociale, nel nostro cuore, un futuro come un amore poichè anche nella vita politica si riflette la condizione spirituale di un popolo.
Auguri comunque per un’altra estate, a noi ci ha sempre salvato il sole, regalandoci ugualmente i suoi sorrisi e ricordandoci di reclamare il cielo.
Marzio Aprile
Maggio 2009
Purtroppo l'analisi è assolutamente centrata.
Il problema dell'Italia è che gli italiani non sono una popolazione di adulti, ma una popolazione evolutivamente di bambini.
Quindi niente senso di responsabilità, niente senso civico, niente morale, ecc ecc.
Chiunque li seduca con "panem et circenses" (e, attualmente, solo i circenses!) farà in modo che lo seguano, soprattutto se li tratta in modo indulgente come degli adolescenti.
Quando un paese è corrotto e deformato a questo punto, solo una "rottura", una crisi seria può riportarlo sul piano della realtà.
Purtroppo (o per fortuna) questo avverrà a breve.
La favola è finita. Speriamo.
Non si può commentare ne l'articolo ne il commento della signora Gabriella. Si continua a criticare ma nulla di questi signori propone nulla e comunque affondiamo il suo impero ma pensiamo..dato che vi dichiarate liberali o meglio populisti alle persone e familie che nella sua azienda resteranno senza lavoro e non penso che tutti lo votano. Comunque nel mio lavoro ho sempre ritunuto persone colte colore che hanno una visione del sociale a 360° gradi e non chiusi nel proprio orticello. Un caro saluto Carlo
La riflessione è molto dura ma incompleta. Un soggetto unico percorre la storia d'Italia dal 300 D.C. a oggi. La Chiesa italiana, o meglio lo stato dello chiesa. Il modello qui descritto dell'italiano è frutto di questi 1700 anni di chiesa in Italia. Educazione all'infantilismo politico e culturale, commistione con tutti i poteri, annunci in contrasto con la prassi, incapace di cogliere e sostenere tutto quello che di positivo sorgeva sul suolo italico e per ultimo l'incapacità di cogliere il nuovo che il Concilio ha portato. Sono un credente praticante e svolgo volontariato da sempre in associazioni di frontiera del mondo cattolico. Giorgio Rossi
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