L'OSSESSIONE DEL POTERE
di Alessandro Bardi
L'illusione del controllo, dell' azione e dello sforzo dell'io di voler dominare e fagocitare il mondo produce un mondo perso a sè stesso e che è altro dalla natura, vera essenza dell' uomo e del mondo, che governa davvero l' uomo, ma che questi dimentica per costruirsi il suo regno egoistico e separativo di ribellione che si riassume nella violenza e si concreta nell' infelicità. La natura comprende l' umano e il non-umano e dunque tutto è natura, natura spirituale della quale il sè dell' uomo è solo un frammento. La scissione uomo-natura creerà un mondo sempre più avviato verso la disperazione e l' odio.
Concependo la natura come altra da sè, come " materia " da plasmare, come il dio teologico " crea " il mondo, l' uomo si costruisce un mondo meccanizzato e si realizza egli stesso come automa, in piena opposizione all' animismo, al vitalismo e al panpsichismo della natura. Il materialismo utilitarista e positivista che domina la nostra epoca è l' espressione non di una scelta storica e di un percorso di cultura, ma dell' involuzione delle menti degli uomini verso uno stato di sonno materialistico. E' l' imbrunire della sera della decadenza.
Alcune intuizioni si hanno di questo nella scuola di Francoforte che ne " La dialettica dell' illuminismo " distingue e oppone la ragione che cerca il bello, il giusto, il vero dalla ragione asservita all'utile, all'efficienza, al dominio del mondo. Ma si sbaglia nell' individuare nell'illuminismo l'idolo polemico. La filosofia più vera dell'illuminismo non è l' asservimento baconiano all' interesse, ma la liberazione dell' uomo dalla fatalità naturale per divenire custode intelligente della natura e suo stesso agente. Lo strumantalismo borghese è una degenerazione dell' enlightenment che è l' illuminazione, il manifestarsi del sè nell' uomo. E' il materialismo che avanza a dispetto di tutti gli sforzi di " illuminazione ".
La ragione illuminista è la legge di natura, il dover essere del mondo, il dharma indù. La facoltà che si vuole emancipare nell' uomo non è la ragione del linguaggio corrente bensì l' intelletto o nous divino ermetico, ciò che si manifesta talvolta come vaghi bagliori di intuizione.
Ma oggi si oppone sempre un materialismo ad un altro e si vorrebbe opporre non lo spirito, ma un " istinto di felicità ", la ricerca del piacere, che è precisamente lo stesso della ragione soggettiva che risponde alla passione ed all' egoismo. Si abbassa l'amore universale nella soddisfazione sessuale della " libido liberata ". Il processo di " liberazione dell' attaccamento " è precisamente quell' incubo che stiamo vivendo e che si vorrebbe combattere. Quell' amore che si oppone alla violenza bellica non è che un' altra faccia del mostro della passione, nume tutelare dal quale l' uomo vero scaturisce e vive distruttine le scorze. Allo stesso modo vi è un desiderio " libero ", vera essenza e identità dell' uomo, ed uno " servo ", frutto dell' eterodirezione dei diktat totalitari del mercato. Ma tutti i desideri sono asservimenti e i rapporti tra gli uomini, se fondati sull' attaccamento, non possono essere che servili.
La civiltà occidentale, col suo passaggio dall' attaccamento sofferente, tipico del medioevo autolesionistico, autodispregiatorio e masochistico, all' attaccamento gaudente, il libertinismo e l' edonismo attuale con la sua valorizzazione dei beni materiali e dei piaceri, mostra il suo essere prigioniero dell' oscillazione nella dualità, la sua incapacità di distacco e di liberazione dalla sofferenza e dall' attaccamento. Il materialismo occidentale consumistico, capitalistico, democratico e plutocratico, colle sue illusioni laiciste e di progresso tecnico, la sua falsa tolleranza che è solo competizione, odio e indifferenza, sembra la parodia satanica del progresso e dell' illuminazione.
La falsa opposizione politica di ribellione e ordine, che riflette la dualità, la lotta partitica, l' opposizione tra frammenti di verità, il mercato democratico fatto di reclame elettorale, vendita dei candidati e oligarchia dei partiti-aziende non fanno che ossessivamente mostrarci l' egotismo della società, il suo individualismo avido e separativo.
Alessandro Bardi
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