LA SPORCA GUERRA DI GAZA
Dopo 11 giorni di bombardamenti e attacchi militari gli israeliani hanno assassinato 650 persone tra cui più di 150 bambini. I feriti palestinesi, molti gravi, sono più di 3.000. Nella giornata di oggi hanno anche bombardato a Gaza 2 scuole delle Nazioni Unite, uccidendo più di 30 persone che vi si erano rifugiati, quasi tutti donne e bambini. Hanno anche bombardato i due ospedali umanitari gestiti dai medici danesi e ancora le abitazioni di alcuni medici scandinavi. Quanto deve durare ancora questo orrore? Di contro solo 10 israeliani sono morti di cui 4 uccisi dal fuoco amico dei loro carriarmati. Una sproporzione così evidente dimostra non solo che Israele è immensamente più potente delle poche armi di Hamas ma anche l'insensatezza del loro attacco e sopratutto la malvagità del governo israeliano.
Nessuno può entrare o uscire da Gaza, Israele ed Egitto non permettono ai rifugiati di sottrarsi ai bombardamenti, si muore nelle strade, nelle case, negli ospedali. Israele con la scusa della rottura della tregua da parte di Hamas (in realtà la tregua l'avevano violata loro, gli israeliani, uccidendo senza motivo 5 palestinesi poche settimane fa) sta apparentemente infliggendo una spietata lezione militare ad Hamas.
Non è questo in realtà l'obiettivo reale, semmai esso ne costituisce un obiettivo marginale: il vero obiettivo è rinfocolare l'odio dei palestinesi, costringendoli all'estremismo contro Israele. Gli Israeliani pensano da sempre che i Palestinesi sono da schiacciare e schiavizzare.
Riferendosi al trattamento che gli isrealiani rendono ai palestinesi, Nelson Mandela parla di apartheid(1): Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano per uno "stato", ma per la liberta', l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani. Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranita' israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.
Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione". Il valore della separazione e' misurato in termini di abilita', da parte di Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure.
Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano gia' due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprieta' ed alla terra. La proprieta' palestinese non e' riconosciuta come proprieta' privata perche' puo' essere confiscata. Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entita' ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano.
Lo stato palestinese non puo' essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perche' Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico. L'apartheid e' un crimine contro l'umanita'. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprieta' e della loro liberta'. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini.
Non è solo l'opinione di Nelson Mandela, la storia di 60 anni ed i fatti di questi giorni lo confermano: lo stato israeliano si comporta come una pseudodemocrazia di stampo fascista e razzista con diversi punti in comune con il nazismo:
«Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca dei terreni e il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba» (David Ben-Gurion, maggio 1948, to the General Staff. Da «Ben-Gurion, A Biography», di y Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978).
«Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano» (Golda Meir,dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969).
«Saranno create, nel corso dei 10 o 20 anni prossimi, condizioni tali da attrarre la naturale e volontaria emigrazione dei rifugiati da Gaza e dalla Cisgiordania verso la Giordania. Per ottenere questo dobbiamo accordarci con re Hussein e non con Yasser Arafat». (Yitzhak Rabin, citato dn David Shipler sul New York Times, 04/04/1983)
«I palestinesi sono bestie con due zampe» (Menachem Begin, primo ministro di Israele 1977-83, davanti alla Knesset, citato da Amnon Kapeliouk, "Begin and the Beasts", New Statesman, June 25, 1982.)
«I palestinesi saranno schiacciati come cavallette... le teste spaccate contro le rocce e i muri» ( Yitzhak Shamir, primo ministro in carica, in un discorso ai «coloni» ebraici, New York Times 1 aprile, 1988).
«Israele doveva sfruttare la repressione delle dimostrazioni in Cina (nei giorni di Tienanmen, ndr.) quando l’attenzione del mondo era concentrata su quel paese, per procedere alle espulsioni di massa degli arabi dei territori (occupati)» (Benyamin Netanyahu, all’epoca vice-ministro degli esteri, già primo ministro, davanti agli studenti della t Bar Ilan University; citazione tratta dal giornale isrealiano Hotam, 24 novembre 1989).
«I palestinesi sono come coccodrilli, più carne gli dai e più ne vogliono» (Ehud Barak, primo ministro all’epoca, 28 agosto 2000. Riportato dal Jerusalem Post 30 agosto 2000).
«C’è un abisso tra noi (ebrei) e i nostri nemici: non solo in capacità ma in moralità, cultura, decenza di vita e coscienza. Sono i nostri vicini, ma è come se non appartenessero al nostro continente, al nostro mondo, ma a una diversa galassia» (Moshe Katsav, presidente di Israele, al Jerusalem Post, 10 maggio 2001. Katsav ha poi dovuto dimettersi per molestie sessuali alle sue segretarie).
«Ciascuno deve darsi una mossa, correre e arraffare quante più alture possibile per espandere gli insediamenti (ebraici), perchè tutto ciò che prendiamo adesso rimarrà nostro... Tutto ciò che non arraffiamo andrà a loro» (Ariel Sharon, stesso discorso di cui sopra).
«Israele ha il diritto di processare altri, ma nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato di Israele» (Sharon, primo ministro, 25 marzo 2001, BBC Online).
Come lucidamente commenta un lettore del sito che ospita questo scritto:
Quello che è stato capovolto è il diritto teorico degli israeliani di avere una nazione che, sangue dopo sangue, è diventatata la causa dell'oppressione di un altro popolo: i palestinesi. I Palestinesi non hanno ancora mai ottenuto nulla e Hamas è la conseguenza di questo fatto. Tutto questo sangue cancella, cancellerà, ha cancellato? le ragioni degli israeliani tramutandole in torto
Ah che ipocrisia stolta e sanguinaria voler considerare Hamas terrorista, perchè non riconosce il diritto di Israele di esistere, non è forse così simile in questo, tremendamente simile, agli israeliani che non intendono permettere realmente lo stato di Palestina? e le stragi di civili ebrei compiute dai kamikaze non sono identiche al bombardamento dei palestinesi rinchiusi nel campo di concentramento di Gaza?
GAZA E' IL PIU' GRANDE CAMPO DI CONCENTRAMENTO DEL MONDO Più di un milione di persone detenute in una striscia di terra, la più alta densita umana del mondo, una popolazione intera palestinese angariata e ora massacrata dalla prepotenza e violenza israeliana.
Il fatto che Hamas non riconosca il diritto all'esistenza dello Stato israeliano è la conseguenza di una intera storia: negli anni 80 anche l'Olp di Arafat non riconosceva il diritto di israele, poi, con infinite trattative e la promessa dello stato palestinese, anche Arafat e l'Olp avevano riconosciuto Israele.
E poi quelle promesse non furono mantenute, i territori occupati non furono restituiti ai palestinesi dagli israeliani che anzi vi costruirono provocatoriamente tantissimi insediamenti abitativi. Nel frattempo una pioggia di soldi iniziò a corrompere la vecchia classe dirigente dell'Olp e altri soldi andavano dai servizi segreti israeliani ad Hamas, appena nata, per erodere il consenso della fazione palestinese moderata e più ragionevole.
ISRAELE E' UNO STATO CANAGLIA? Questa manovra è stata realizzata, il vecchio OLP è andato in crisi, Hamas aveva sino a pco fa quasi la maggioranza delle simpatie palestinesi, ed ora dopo quest'altra guerra l'odio tracimerà dappertutto, perchè in realtà Hamas e l'estremismo islamico ne usciranno rafforzati, in Palestina e dovunque nel mondo. Cosa perfetta per quella mentalità israeliana che riconosce solo la santità della violenza e della prepotenza: senza una controparte palestinese moderata, israele avrà più facilmente ragione degli estremisti islamici e potrà sempre ricattare o mendicare l'appoggio delle nazioni occidentali. Nei 20 giorni immediatamente precedenti all'insediamento di Obama, con il beneplacito di Bush che ha ancora qualche settimana per poter compiere del male e far spargere sangue, questa manovra viene portata a compimento e perfezionata, così che anche il nuovo presidente americano non si sogni o non abbia la concreta possibilità di influenzare un concreto processo di pace. Ricordate Erode cosa fece alla notizia del figlio di Dio giunto sulla terra? è un accostamento arbitrario?
Poco importa per questo approccio se muoiono una infinità di innocenti, sia palestinesi che israeliani. Questa gente ha preso in ostaggio il suo stesso popolo: le vittime dei prossimi attacchi suicidi dei kamikaze e i loro parenti dovranno ringraziare il machiavellismo criminale dei loro dirigenti. Vi è un temibile nemico di Israele, ed è dentro Israele, è interno alla identità ebraica dello stato di Israele.
Questa gente inoltre svolge un ignobile commercio sulla Shoah, l'Olocausto. Chi infatti osa criticare Israele è subito accusato di antisemitismo e considerato come un nemico, questa faccenda deve finire. Essi speculano sulla immane tragedia dell'Olocausto per avere mano libera di compiere un crimine ed un misfatto dopo l'altro.
Io sostengo che l'Olocausto è un crimine contro tutta l'umanità ed i discendenti delle vittime di esso non hanno un diritto speciale dietro cui nascondersi, nè hanno una esclusiva su di esso e neppure possono dopo 60 anni di politica ignobile contro la Palestina emettere giudizi.
Questa faccenda del Medioriente è maledetta ed è difficile dirne qualsiasi cosa per come si sono intricati i torti: si riconosca però che quasi tutto l'estremismo islamico è figlio della violenza israeliana e delle politiche sconsiderate degli Stati Uniti e della Russia.
Per molti anni si è pensato, ed anch'io, che per amor di pace si dovesse perorare la coesistenza di 2 stati liberi e sovrani: Israele e Palestina. Posizione giustissima idealmente e sino a pochi anni fa, quando Clinton lodevolmente fece molti sforzi per indurre i 2 contendenti ad un processo di pace.
Ma quando questi cosidetti "processi di pace" finiscono in farsa ed i crimini di guerra continuano è da auspicare l'ora in cui l'Onu finalmente governi il pianeta e costringa le parti all'accordo.Si può essere disponibili al più ampio compromesso per ottenere un pace reale, ciò però comporta anche di essere intransigenti con le cause di guerra.
La pace unisce gli uomini quando essi sono separati dalla menzogna. Fare la pace significa sempre allontanare menzogna e malvagità. Riconoscere automaticamente il diritto all'esistenza di Israele non è più purtroppo in questi giorni una intenzione di pace, vista da Gaza è una menzogna imbevuta di sangue. Se Israele vuole essere uno stato dovrà meritarselo, diversamente da adesso.
Marzio Aprile 6 gennaio 2009
1) estratto dalla lettera di Nelson Mandela a Thomas Friedman vedi questo link: http://www.fiorigialli.it/dossier/rivista.php?id=9&articolo=1201
che DIO abbia PIETA' di TUTTI NOI, perchè quello che Israele sta facendo è imperdonabile da noi esseri umani! Ma come si fa a chiamarsi esseri umani e comportarsi così? Come si fa a non andare tutti noi a non andare Gaza e stare vicino a quella povera gente? Vogliono uccidere tutti ? E poi? cosa avranno in mano? Niente, neanche un pugno di mosche, ma le loro mani saranno per sempre sporche di sangue. Peccato, peccato per tutti, per i morti e anche per gli assassini!
Notare come Israele prende in giro tutto il mondo:
con gli occidentali si presenta come equilibrato, democratico, civile, occidentale. Loro - ci raccontano sono costretti - a fare questo per difendere la loro sicurezza
con gli arabi - gli ricordano - esiste solo la legge del più forte - lezione da impartire con il sangue.
Forse se l'occidente smettesse di essere così accomodante e indulgente con gli israeliani, potrebbe cambiare in loro qualcosa
Spesso, durante la mia permanenza in India, diverse persone ponevano domande ai vari maestri presso i quali andavo a soggiornare in merito al destino dei popoli, alla crudeltà di Hitler, alla persecuzione millenaria degli ebrei, alla distruzione delle civiltà meso-americane, alle guerre civili e simili argomenti apocalittici. La riposta dei saggi era sempre più o meno la stessa: "Come esiste un destino individuale esiste anche un destino per le nazioni e per i popoli".
Insomma par di capire che la summa di atti e coinvolgimenti che videro diverse anime convergere in un particolare momento storico non è altro che un riaggiustamento karmico. Questo non significa che coloro che furono perseguitati come ebrei, ad esempio, sono nati sempre in quella religione o razza, anzi parrebbe essere proprio il contrario, e cioè che l'entrata in un particolare karma collettivo sia necessario per un riequilibrio degli opposti. Ad esempio se diversi individui furono perseguitati durante la strage degli Ugonotti pareggiano il conto perseguitando a loro volta, in
un'altra condizione gli zaristi durante la rivoluzione bolscevica. Oppure se le anime dei Maya cercano rivalsa si incarnano in Spagna e scatenano la guerra civile. Quindi perseguitati e persecutori si scambiano le parti a seconda delle circostanze sino al compimento finale ed alla comprensione che son la stessa identica cosa, sono lo stesso sognatore che prende varie forme.
Lasciando da parte questa analisi di causa effetto voglio solo soffermarmi un attimo sulla tendenza karmica che contraddistingue il popolo ebraico.
La chiave della comprensione del destino di questo popolo sta nel senso del sacrificio, della trasgressione e della punizione. "Occhio per occhio, dente per dente". E quando ci si trova alle strette si preferisce la morte onorevole, come avvenne ai rivoluzionari di Masada che preferirono il
suicidio collettivo piuttosto che cadere in mano ai Romani. Ma l'esempio più significativo di questa filosofia di vita collettiva è il famoso detto: "Muoia Sansone con tutti i Filistei" . Che siano tutti morti è meglio che qualcuno salvato, soprattutto se quel qualcuno è un "altro". Questo mi fa pensare a cosa succederà delle testate nucleari conservate da Israele... Finché si tratta di spedire queste bombe verso la lontana Persia non ci sono problemi ... ma se si tratta di usarle contro i nemici vicini, come la Siria,
i rischi di ricadute per i cittadini israeliani sono maggiori... ma se dovessero infine essere usate contro la Palestina chi si salverebbe? Il muoia Sansone con tutti i Filistei è un mito ricorrente....
Annah Arendt, nel suo "Le origini del totalitarismo", parlava degli indésiderables, cioè di quei gruppi sociali ed etnici che furono emarginati dal sistema dei diritti in una Europa pre-bellica attraverso la privazione della cittadinanza, sibillando tristi profezie per il mondo di oggi. Così è infatti ancora per i rom. I palestinesi appartengono a questa specie. Secondo me l'obiettivo di Israele non è soltanto quello di indurre il popolo palestinese a reazioni terroristiche per giustificare la sua politica razzista di dominio, ma ancora più direttamente è quello dello sterminio, con la complicità delle super potenze. Molti aspetti dei traffici internazionali e delle sue rotte sono sconosciute ai più.
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