ETNOMEDICINA, SCIAMANI, WATSU E TERAPIE IN ACQUA
di Italo Bertolasi
Da trent'anni stiamo studiando il pellegrinaggio nella natura selvaggia, in cui si ritrova il piacere di vivere, di esistere, la voglia di essere autori di un percorso di autoguarigione che non ha più medici o Maestri ma in cui servono responsabilità ed attenzione.
Ho seguito i Maestri del viaggio presso culture lontane, lungo antichi percorsi di pellegrinaggio; ecco allora un ritornare dei momenti più forti del nostro vivere, come la nascita o l'incontro con la morte. Gli Yamabushi, guerrieri asceti delle montagne che abbiamo seguito per anni, attraversano gli elementi con giochi straordinari che poi sono le protomedicine: avvicinarsi al fuoco del vulcano per prendere calore, fare la doccia sotto le cascate, che sono il sangue della montagna, cercare delle caverne che ci riportano alle sensazioni uterine. I Maestri Sufi che aprono il cuore non insegnano cose noiose, il loro lavoro è svuotarsi per poi riempirsi attraverso la danza di energia, di Ki; per noi è stata una scuola di libertà. Il Qi Gong più difficile appreso in Cina non era quello dei movimenti precisi, era il Qi Gong istintivo, in cui il corpo trova da sé i movimenti per curarsi. Abbiamo visto i Taoshi salire sulle montagne, strisciare come vermi, imitare le foglie, e abbiamo finalmente capito cos'è la danza: ridare dignità a questo aspetto significa riconoscere che dietro di noi ci sono Maestri che vanno salvati, e di cui siamo ponti di comunicazione. I filmati che vi propongo sono il mio modo di comunicare.
Vediamo un filmato di Watsu, una tecnica nata una decina di anni fa. Due anni fa ho conosciuto Harold Hall, un poeta della Beat Generation, che prima di curare ha costruito poesie straordinarie, mi ha detto di aver imparato il suo Watsu da una donna sciamana che l'ha invitato a entrare nell'acqua, e galleggiare, respirare, con molta libertà.
Il compito è seguire il naturale galleggiamento del corpo, anche se sei magrissimo puoi far galleggiare una persona enorme, perché non c'è forza di gravità. Ecco lo straordinario archetipo della culla, il gesto terapeutico diventa il gesto della mamma, la persona rientra nel mondo dell'utero, dell'acqua, e recupera un corpo polimorfo, anfibio.
La prima volta che ricevetti un trattamento da Harold, mi sentii un grande danzatore... il nome, water shiatsu, viene da questa idea di Harold, che in Giappone ha studiato lo Shiatsu e l'ha trasformato in un lavoro acquatico. Lui ha scritto che è una tecnica di comunicazione, una preghiera che ti porta in un altro tempo, in un'altra dimensione. Si sviluppa un gioco sofisticato nel silenzio e nell'ascolto, in cui chi dà diventa padre, madre, amante, e chi riceve può veramente tornare ad essere una goccia d'acqua in questo caos, in questo mare che è una delle immagini di Dio più perfette. In Giappone dicono che il viaggio negli elementi ci fa diventare dei "Buddha maratoneti", perché si diventa di acqua, aria, terra, fuoco vivendo in modo diretto, pieno e straordinariamente energetico un contatto con la vita e con il mondo.
Vi mostro un'elaborazione che ho visto nascere l'anno scorso, la "Prenatal Wassertanz"; ecco la figura, molto legata all'acqua, della donna guaritrice. Lavida ha inventato questa tecnica dopo aver studiato Watsu; dice di essere un'ostetrica che fa rinascere il bambino interiore in ognuno di noi. Non lavora sul muscolo, né sulla forza o sulla malattia, o sulla spiritualità... si lavora in uno stato di estrema libertà in cui si ritrova il miracolo del corpo. Lavida accompagna sott'acqua anche coppie in difficoltà, anche tre, quattro persone alla volta e le fa fluttuare, avvicinare, toccare, sfiorarsi, con una casualità e una purezza incredibili.
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