Dove c'è amore, c'è visione.
Richard of St. Victor

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
Continua...
RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
Continua...

LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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TERREMOTI, TSUNAMI E NUCLEARE


COLPA DELL'ATOMICA O...DI HAARP ?

Renzo Gabriel e Pepi Katona

Spunta l’ipotesi dello tsunami come effetto di una causa umana. Un esperimento atomico? Un’arma segreta? Sembra che in quei giorni nella zona di oceano nel quale si è scatenato il maremoto assassino fossero in corso manovre navali segrete dell’India. L’India è un Paese atomico. C’è chi parla di una connessione, lontana nello spazio e nel tempo ma vicina dal punto di vista della delicata geologia delle faglie, con gli esperimenti nucleari francesi di Mururoa. Chi sospetta del sistema d’arma Haarp. Alcuni parlano di un incidente, di conseguenze inattese, di un giocattolo sfuggito dalle mani di chi lo maneggiava. Per avere un quadro completo proviamo a analizzare scientificamente le certezze che conosciamo e le ipotesi che stanno affiorando in queste ore.

Certezze

Il 23 settembre 1969, la Cina fece esplodere una bomba termonucleare sotterranea in un poligono nella parte occidentale del Paese. Il 28 settembre, un terremoto colpì lo stato di Vittoria, nell'Australia sud-orientale. Le scosse furono accompagnate da una serie di boati e da apparizioni di luci verdi nel cielo. Il 28 e 30 maggio 1970 vi furono test nucleari, e il 31 maggio la città di Chimbote, in Perù, fu devastata da un terremoto che uccise 60.000 persone. Il 27 luglio 1976, gli Usa fecero esplodere una carica da 20-150 chilotoni nel sottosuolo del Nevada. Il giorno seguente, la città di Tang-shan (Cina) e 800.000 persone furono distrutte da un sisma che fu valutato di magnitudine 8,2 nella scala Richter.

Il 13 e 15 settembre avvennero test nucleari sotterranei, il 16 settembre un terremoto (7,7 Richter) rase al suolo la città iraniana di Tabas, con 25.000 morti. Il 5 novembre 1988 la Francia realizzò nelle acque dell'atollo di Mururoa un'esplosione nucleare di 50 chilotoni. Il giorno successivo, un violento terremoto (7,6 Richter) sconvolse la provincia cinese dello Yunnan, provocando circa 600 vittime. Il 24 novembre dello stesso anno, la Francia eseguì un'identica esplosione.

Un terremoto (6 Richter) colpì il Canada e gli Stati Uniti del nord-est il giorno seguente; mentre il 26 novembre ancora una volta una provincia cinese, Qin-ghai, fu scossa da un sisma. E ancora: il 4 dicembre 1988, l'Urss fece detonare una bomba nucleare di potenza stimata fra i 20 ed i 150 chilotoni in una base del circolo polare artico. Il 7 dicembre, l'Armenia fu squassata da un terremoto (6,9 Richter) che uccise 60.000 persone e lasciò mezzo milione di senzatetto. Il 22 gennaio 1989, un’esplosione sperimentale (20-150 chilotoni) fu effettuata nel Kazakistan nordorientale; il giorno successivo il terremoto nel Tagikistan sovietico fece più di 200 morti. Il 23 giugno 1992, gli americani fecero scoppiare l'ennesima bomba nucleare sotterranea; il 28 giugno, due terremoti di insolita violenza (7,4 e 6,5 Richter) colpirono il sud della California.

Sono solo coincidenze fra atomiche e terremoti?

Curiose coincidenze? Per molti sismologi la risposta è sicuramente sì. Riley Geary, del Caltech, afferma che i dati non rivelano un legame tra esplosioni e sismi, e per Robert-Carmichael, geologo della lowa University, l'ipotesi di un nesso causale tra bombe sotterranee e terremoti, è "una frode scientifica, paragonabile alla magia o all'astrologia".

Eppure altri dati, del tutto scientifici, indicano che questo legame è molto più che una fantasia o una superstizione. Il professor Gary T. Whiteford, docente di geografia all'Università di Brunswick in Canada, ha scoperto che i terremoti con magnitudine da 6 a 6,5 Richter sono più che raddoppiati da quando hanno avuto inizio i test nucleari sotterranei. Infatti, tali sismi furono 1.164 fra il 1900 ed il 1949; sono saliti a 2.844 tra il 1950 ed il 1988. Un significativo aumento è registrato anche per i sommovimenti tellurici di magnitudine compresa tra 6,5 e 7 Richter: furono 1.110 nel periodo 1900-1949; se ne contarono 1.465 tra il 1950 ed il 1988. Tali incrementi si sono verificati in tutte le zone particolarmente sismiche del globo.

Ad esempio: la percentuale di tutti i terremoti (superiori o pari a 5,8 Richter) nelle Isole Aleutine era di 3,31 nel tempo precedente gli esperimenti nucleari americani nel Nevada. Tale percentuale salì fino al valore di 12,57 nel periodo dei test. Le isole Salomone e Nuova Bretagna (Oceano Pacifico) erano sismicamente tranquille nella prima metà del nostro secolo: la percentuale dei terremoti era di 2,98. Nell'epoca delle bombe nucleari francesi a Mururoa questo valore è quasi quintuplicato: 10,08. Anche l'isola di Vanuatu ha pagato un pesante tributo alla grandeur nucleare francese. La sua percentuale di terremoti era di 3,36 nell'arco di tempo 1900-1949; nel periodo seguente contrassegnato dai test, tale cifra è balzata a 9,30.

Nell'isola Novaia Zemlia (a Nord della Siberia) non avvennero mai violenti terremoti nel primo cinquantennio del secolo; da quando vi fu costruita una base per esperimenti nucleari sovietici, si sono avute sei scosse telluriche di grandezza pari o superiore a 5,8 Richter.

Più bombe, più sismi

In una visione globale si può rilevare che, nei primi cinquanta anni di questo secolo, sono stati registrati 3.419 terremoti di magnitudine uguale o superiore a 6 Richter, con una media di 68 all'anno. Dal 1950 al 1989, i terremoti in questione sono stati 4.963, con una media di 127 all'anno: il valore è quasi raddoppiato.

Il professor Whiteford ha compiuto inquietanti scoperte a proposito dei cosiddetti "terremoti assassini" (killer quakes), cioè sismi che provocano almeno 1.000 vittime. "Nel corso di 37 anni di sperimentazione nucleare, venti dei trentadue terremoti assassini, ovvero il 62,5%, avvennero lo stesso giorno o entro quattro giorni dal test".

Dati allarmanti provengono anche da uno studio di due scienziati giapponesi, Shigeyoshi Matsumae e Yoshio Kato, della Tokai University di Tokyo: "Fenomeni anomali meteorologici, terremoti e la variazione dell'asse terrestre sono notevolmente correlati ai test atmosferici e sotterranei. Essi hanno causato un aumento della temperatura dell'esosfera terrestre da 100 a 150 gradi, che cresce in modo abnorme immediatamente dopo un test nucleare. Ad esempio, è stato scoperto che la temperatura assoluta salì da 70 ad 80 gradi dopo un test sovietico che fu rilevato dalla stazione d'osservazione da Uppsala, il 23 agosto 1975". Similmente, un continuo e drastico rialzo della temperatura fu osservato in occasione di una fitta serie di sei esplosioni sperimentali avvenute tra il 18 ed il 29 ottobre 1975".

E concludono: "La temperatura dell'atmosfera è cambiata dai test nucleari, un cambiamento che neppure il sole potrebbe produrre. Si può facilmente immaginare quali effetti abbia tutto ciò sulle condizioni meteorologiche della terra".

Altri autori riferiscono di alcuni documenti che rimarcherebbero “ la pericolosità di effettuare sperimentazioni nucleari nel suolo a profondità superiori ai 5000 metri e segnatamente in zone ad evidente rischio sismico. In particolare se posti nelle aree descritte dalla faglia sud orientale, caratterizzata da un’elevata instabilità”.

L’arma Haarp (che esiste davvero)

In questi anni malati di catastrofismo apocalittico e di cospirologia pesata a chili, è facile anche mettere sotto accusa l’arma elettromagnetica Haarp che genera aurore boreali, cambia il clima e scatena maremoti. L’arma Haarp (High frequency Active Auroral Research Program) sviluppata dallo scienziato statunitense Bernard J. Istlund e in contemporanea anche dall’Urss (quando esisteva) consiste in un “obice virtuale” elettromagnetico che ionizza l’aria e crea una forma di plasma nell'atmosfera, nella ionosfera e nella magnetosfera.

Negli anni ’70 Usa e Urss siglarono un’intesa che imponeva la proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità militari. La Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una minaccia nella continuazione degli studi statunitensi.

La base di Gokona

Secondo alcuni esperti russi
(http://www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629) il sistema Haarp è proprio all’origine dello tsunami dell’Oceano Indiano poiché – a dispetto degli accordi – si è continuato a studiare e a sperimentare l’utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come “dual use” civile e militare.

Le emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull’impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu, che descrive come - dopo il primo sistema di 48 antenne - sia in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.

Teoricamente, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici, elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i pensieri umani. Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha fatto pensare che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata condotta una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp.

L’Haarp come arma climatica

Il sito di informazione Nuovi Mondi Media riporta in un articolo dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico a scopi militari. L’esperto, il cui articolo in versione orginale è contenuto in http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html, attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l’effetto serra: gli Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto perché conoscerebbero la reale (e diversa) origine del riscaldamento del globo.

L’articolo è riccamente documentato con testi originali, trattati ufficiali e fotografie. “L'aviazione americana – afferma Chossudovski - è in grado di manipolare il clima. Può addirittura provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Il Dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di queste tecnologie. La manipolazione climatica diverrà parte della sicurezza interna e internazionale e sarà sfruttata in maniera unilaterale... Sarà usata a scopi difensivi e offensivi e anche come deterrente. La capacità di generare precipitazioni, nebbia e temporali e di modificare il clima, e la creazione di un clima artificiale, fanno parte di quelle tecnologie integrate che possono far aumentare la capacità statunitense, o diminuire quella degli avversari, di ottenere conoscenza, ricchezza e potere globale. (US Air Force. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/ )”.

L'analisi del ricercatore descrive anche le aziende coinvolte nel programma di ricerca e sviluppo. I catastrofisti e i cospirologi hanno visto l’arma Haarp all’origine dell’impazzimento climatico in Paesi “nemici” degli Usa: l’alternarsi di carestie e nubifragi a Cuba o la desertificazione dell’Afganistan preventiva all’attacco militare “classico”, mentre nella Corea del Nord nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità (è piovuto un decimo della media), siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in ottobre la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel mese di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d’acqua in 12 ore.

La legge del Congresso

Stando alla proposta di legge “Space preservation act” discussa nel 2001 dal Congresso degli Stati Uniti l’ipotesi non è così remota: la proposta del parlamentare Kucinich intende vietare proprio le armi che producono terremoti, tempeste e maremoti.

Il testo è disponibile in http://www.fas.org/sgp/congress/2001/hr2977.html  e all’articolo 7, comma III, si può leggere fra le armi da bandire ogni sistema “directing a source of energy (including molecular or atomic energy, subatomic particle beams, electromagnetic radiation, plasma, or extremely low frequency (ELF) or ultra low frequency (ULF) energy radiation) against that object” o ancora gli “high altitude ultra llow frequency weapons systems; plasma, electromagnetic, sonic, or ultrasonic weapons” ed altri sistemi i quali possano “to damage space or natural ecosystems (such as the ionosphere and upper atmosphere) or climate, weather, and tectonic systems with the purpose of inducing damage or destruction”.

I timori del Dipartimento della Difesa

Tant’è che nell’aprile ’97 l’allora segretario alla Difesa, William Cohen, aveva immaginato: "Others (terrorists) are engaging even in an eco-type of terrorism whereby they can alter the climate, set off earthquakes, volcanoes remotely through the use of electromagnetic waves” (Passo riportato dal DoD News Briefing, Secretary of Defense William S. Cohen, Q&A at the Conference on Terrorism, Weapons of Mass Destruction, and U.S. Strategy, University of Georgia, Athens, Apr. 28, 1997).

Ad Aceh soccorsi o occupazione?

Un articolo interessante, ben documentato ma forzato nelle conclusioni è quello pubblicato dal sito indipendente di Portland della rete di Indymedia. Secondo l’articolo (che si trova in http://portland.indymedia.org/en/2004/12/307042.shtml; se ne raccomanda la lettura anche per le interessantissime fotografie aeree delle zone devastate dall’onda, con il raffronto fra prima e dopo la catastrofe), lo tsunami nell’Oceano Indiano è stato scatenato dagli Usa proprio con l’intento preciso di scardinare alcuni Paesi islamici come l’Indonesia e di occupare manu militari gli importantissimi campi petroliferi di Aceh.

A conferma della sua tesi, l’articolo (davvero ricco di fotografie, documenti e link) porta il fatto che la base militare di Diego Garcia, un’isola nell’Oceano Indiano a poca distanza dall’epicentro del terremoto, non abbia subito danni dallo tsunami. Inoltre, poche ore dopo l’onda assassina già facevano rotta verso la devastazione di Aceh non i soccorsi civili statunitensi bensì la portaerei Uss Abraham Lincoln con 12 elicotteri da guerra Cobra (si veda la conferenza stampa del Pacific Command, in
http://www.defenselink.mil/news/Dec2004/n12292004_2004122905.html) nonché l’Uss Bonhomme Richard con la squadra navale di sette unità e 2.100 marines, per un’annessione militare dell’area petrolifera.

Il corpo di spedizione (o di soccorso) sarebbe guidato dal generale Rusty Blackman, comandante del terzo corpo di spedizione dei marines di stanza a Okinawa, già capo dei marines durante l’operazione Iraqi Freedom.

Ancora le atomiche sottomarine francesi

L’ipotesi di uno tsunami artificiale è avanzata anche da Lila Rajiva (giornalista di Baltimora) sul giornale Counterpunch (http://www.counterpunch.org/rajiva12302004.html), che ricorda i test atomici sottomarini condotti prima dagli Stati Uniti e poi dalla Francia.

Gli esperimenti atomici condotti a Mururoa dai francesi nel 1979 (processo giudiziario contro il Governo francese numero T-219/95 R promosso da Marie-Thérèse Danielsson, Pierre Largenteau e Edwin Haoa, residenti a Tahiti, Polinesia francese) avevano provocato frane sottomarine in un atollo già fratturato dalle precedenti esplosioni, con conseguenti tsunami che avevano danneggiato anche la lontana isola di Pitcairn. Dopo aver negato ogni connessione fra la bomba atomica e l’ondata, solamente nell’85 le autorità francesi ammisero “l’incidente del 25 luglio ‘79”. Già durante la seconda guerra mondiale fu sperimentata – ricorda Counterpunch – la “bomba tsunami”. Le prove, dai modestissimi risultati, avvennero nel ’44 e nel ’45 al largo della Nuova Zelanda, a Whangaparaoa.

Concludendo

Tante teorie senza risposta. Tante teorie, alcune suggestive, altre semplici da smontare con semplici considerazioni conoscenze scientifiche, altre ancora con fondamenti tecnologici e scientifici.

Destinate tutte a restare, per ora, senza risposta...

Renzo Gabriel Bonizzi
Pepi Katona

[email protected]
Fonte: www.reporterassociati.org



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