LA RIVOLUZIONE GENTILE SU DUE RUOTE
La strada per molti è solo un luogo per andare da un punto A (casa) ad un punto B (posto di lavoro o di consumo). Un percorso coperto invariabilmente a bordo di automezzi ingombranti, inquinanti e antisociali che impongono agli utenti pesanti balzelli sul portafoglio e sulla loro salute mentale e fisica. La tirannia dei fossili a benzina ha progressivamente scacciato gli umani da quello che è sempre stato lo spazio primario (e gratuito) di socializzazione e di incontro, di gioco e di scoperta. Tutti i movimenti sbocciati da quarant'anni a questa parte nei paesi sviluppati, hanno invece messo al primo posto della loro "agenda sovversiva", il piacere di riprendersi la strada, magari anche per riscoprire la spiaggia che sta sotto il selciato.
Ultimo movimento in ordine di tempo ad affrontare in maniera decisa l'utilizzo alternativo dello spazio urbano è la "Critical Mass" una "coincidenza disorganizzata" composta da individui felicemente ciclattivi ed ecologicamente responsabili. È un'avventura iniziata nel 1992 a San Francisco (città particolarmente disponibile all'incubazione di idee anticonformiste) come timido tentativo da parte dei paria del traffico, i ciclisti, di riunirsi in un gruppo compatto sulla via di casa, per bisogno di socialità e per limitare i danni dei quotidiani pogrom di cui sono vittima da parte degli automobilisti. Tra i promotori ci sono due animatori di "Processed World", brillante e irriverente rivista alternativa a americana degli anni '80, diretta ai lavoratori del terziario avanzato.
Una delle prime voci di dissenso rispetto alle magnifiche sorti della new economy, che dalla mitica Silycon Valley si andava diffondendo in tutto il mondo come una grande, ipnotica bolla di sapone. Chris Carlsson, attivista radicale e Jim Swanson, artista post-punk, promuovono l'appuntamento ciclistico con le stesse modalità dei concerti della scena hardcore: solo un passaparola e qualche fotocopia incollata in giro. Il nome dell'evento, Critical Mass, viene suggerito da una sequenza girata in Cina del film "The return of the Scorcher" di Ted White, un regista impegnato in un'opera didattica a favore del trasporto urbano ecologicamente responsabile, nonché collezionista di bizzarri modelli di biciclette.
Con il termine "massa critica" si definisce il numero di ciclisti necessario per attraversare una colonna di automezzi in un incrocio senza semaforo, in una strada trafficata di una città cinese, senza che la faccenda si risolva in una catastrofe umanitaria. La Critical Mass di San Francisco diviene un appuntamento imperdibile per tutti coloro che vogliono conquistarsi uno spazio temporaneo di creatività, piacere, rivolta parziale.
Carlsson, Swanson e White non hanno una definizione per quello che sta succedendo, sanno solo cosa non è. Non è una biciclettata, non ha mire commerciali (nonostante il successo non si trasformerà in una simil-maratona di New York), non ha leader né linea politica. Ognuno porta se stesso, la propria bici e le proprie idee. Il motto è: "Fa quello che vuoi ma sii gentile". Non c'è nessuna acrimonia verso gli automobilisti, non li si vuol far sentire in colpa, niente rimproveri, niente risentimenti. Spesso si crea persino una certa simpatia tra chi è intrappolato nel traffico e i ciclisti che scorrono festanti. Per il gruppo "fondatore" il buon risultato dell'iniziativa è segnalato, non tanto dalla crescita esponenziale dei partecipanti, dalla moltiplicazione planetaria delle masse critiche o dai problemi con le autorità, quanto dal fatto che la gente se ne è impossessata. Carlsson è felice quando sente parlare della Critical Mass da perfetti sconosciuti, che la considerano cosa loro, da persone che magari ne hanno un'idea diversa rispetto alla sua, ma questa è esattamente la prova della democraticità della cosa. Fedeli alla "xerox-crazia", i partecipanti alla zona fluttuante temporaneamente autonoma, comunicano attraverso manifestini, happening e disdegnano i media tradizionali.
Questa storia viene raccontata nel libro "Critical Mass, dalla critica all'automobile alla rivolta delle biciclette", a cura di PsychoAttiva DreaMTeam, a cui è allegato il video del film di Ted White "(Noi non blocchiamo il traffico) Noi siamo il traffico!", Shake Edizioni Underground, Milano.
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