UNA CASA PER L'ANIMA
“Ciascuno ha bisogno del suo posto quale casa per l’anima, e non quale scatola per il corpo”. Un architetto francese con la passione per la psicanalisi, Oliver Marc, sostiene che l’architettura può essere stata la forma artistica originaria, in quanto costruirsi la casa ha coinciso con la più profonda espressione si sé stessi. Creare la propria casa significa creare un luogo dove si incontri il benessere, la protezione, la trasformazione, come in un guscio, come nel ventre materno veniamo accolti dalla nostra abitazione. Per dirla con le parole dell’architetto: (…) dove ci si può ritirare dal mondo e sentire battere il proprio cuore; significa creare un luogo dove non si rischia l’aggressione, un luogo di cui ci sia l’anima. Oltrepassata la porta, assicuratisi che sia ben chiusa, è dentro di sé che si entra”.
Abirare implica scelte che si svolgono soprattutto sul piano fisico e che sono principalmente di vita pratica, decisioni inerenti all’arredo, ai colori, ai materiali. Ma vivere un ambiente come la nostra casa coinvolge anche gli aspetti più impercettibili, quelli più spirituali e che hanno a che fare con la nostra anima, che appunto reagisce e percepisce ciò che di più sottile si nasconde oltre la materia.
Per questo è importante creare armonia tra noi e ciò che ci circonda e che riempie gli spazi della nostra casa. Dobbiamo riuscire a creare un’armonia che possa giovare a noi come al tutto integrato che costituisce il nostro spazio, riflesso dello spazio profondo dentro di noi. Tutti noi riconosciamo l’anima delle case in cui ci rechiamo, quella che definiamo l’atmosfera di un luogo, di una stanza. Per questo quando si sceglie una casa bisogna informarsi della storia che ha vissuto e di quelle che l’hanno attraversata, le vite di chi abitava là prima di noi.
La psicoanalisi ha sempre attribuito un ruolo fondamentale alla casa, che ricorre spesso come simbolo o come segnale nei nostri sogni. Che sia il luogo in cui viviamo la nostra infanzia o dove scegliamo di costruire una famiglia, la casa sono le nostre radici, la nostra messa a terra. Ma anche la pista di decollo per innalzarci alla quiete e alla pace dello spirito, della meditazione.
LA CASA ECOLOGICA STA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
La tecnologia e la ricerca ogni giorno progrediscono portandoci buone notizie sullo sviluppo della bioarchitettura, che riscopre i materiali naturali e il loro impiego nella costruzione degli ambienti domestici, questo permette di vivere gli ambienti in modo più salutare e se si rispettano i dettami dell’utilizzo sostenibile delle risorse, anche di vivere nel rispetto dell’ambiente inserendo la casa dentro il disegno più grande della rete della Natura. Coniugare la bioarchitettura al Feng Shui, ci aiuta a rispettare anche l’anima dell’abitazione, sia negli spazi interni che esterni, riconoscendo le relazioni tra gli oggetti, la loro disposizione, il loro colore, riconoscendo le influenze che possono avere sull’individuo. Un approccio olistico dell’abitare ci fa rivivere il contatto con i materiali naturali, nel quale l’uomo riprende la sua natura più vera, la vicinanza con gli elementi originari.
Cristina Polli ha approfondito gli elementi e le strutture simboliche della casa, aiutandoci a vedere oltre le apparenze per ricordarci che ciò vediamo non è tutto, ma solo una parte.
SOGLIA. Corrisponde all’archetipo del passaggio e della trasformazione. È il confine tra il dentro e il fuori; il segno dell’ingresso nella zona privata. Al di là della soglia, cioè, qualcosa cambia e chi sta entrando sa che “dall’altra parte” l’atteggiamento sarà diverso da quello che esiste “fuori”. Il termine soglia deriva dal latino solea, cioè “suola del sandalo”, e indica perciò quella parte della scarpa che entra in relazione con un diverso elemento: il suolo. La soglia è lo spazio del cambiamento.
PORTA. La parola “porta” deriva dal latino porta e dai termini greci peìrein, che significa “passare”, e pòros, che significa “passaggio”. L’origine della radice pa- è indoeuropea ed indica il passare, il condurre al di là. Dal significato etimologico, la “porta” diviene il punto di passaggio e di collegamento, ove avviene uno scambio tra due diverse realtà e ambientazioni.
CERCHIO-CENTRO. Il cerchio e la sfera (cupola) corrispondono al contenuto archetipico della difesa, della maternità e del mondo. Hanno significato di raccoglimento (il calore di trovarsi, ad esempio, attorno ad un focolare) ed unione. La forma, del resto, influenza le relazioni: il tavolo rotondo favorisce la comunicazione, mentre un tavolo rettangolare con sei posti la frammenta. L’ambiente centrale della casa, proprio per tale motivo, dovrebbe avere caratteristiche tali da favorire la comunicazione e la socializzazione.
RECINTO. È rappresentato dalle mura perimetrali. Corrisponde all’archetipo della difesa.
SPIRALE. È espressione di una delle prime percezioni che l’uomo ha avuto dell’intero universo. Essa cresce secondo lo stesso principio simbolico del labirinto e degli elementi naturali (conchiglie). Ricorda l’atto del raccoglimento (gatto); corrisponde, perciò, nella casa al bisogno di uno spazio proprio ove raccogliersi, auto-proteggersi, ritrovarsi.
La SCALA. Rappresenta la connessione tra piani diversi. (Stadi della nostra personalità. Strati della psiche). Corrisponde alla necessità che l’uomo ha avuto di “salire”, cioè ergersi per trovare la postura eretta. È connessa all’idea di elevazione e comunicazione; rappresenta il contatto tra cielo e terra. In alcune tradizioni esiste la scala mistica formata da sette gradini, intesi come sette livelli di iniziazione; essa in tal modo rappresenta un viaggio verso l’alto, una ascesa progressiva effettuata per mezzo di tappe intermedie.
La BARRIERA VERTICALE. È il muro o parete e corrisponde all’archetipo della separazione e dell’unione.
La BARRIERA ORIZZONTALE. È la copertura. Corrisponde all’archetipo del rapporto con la sfera celeste, alla divisione-unione dell’uomo rispetto a Dio. (Il tetto sopra la testa).
L’ATRIO. A secondo di come è progettato, si ha una diversa percezione dell’intero alloggio. L’atrio buio, che funge da filtro tra l’esterno e l’interno, è un segno di non totale apertura verso chi sta entrando, da parte di chi riceve. L’atrio inesistente in un open-space è più ricco di messaggi e indica la volontà di chi vive nella casa di accogliere chi entra, rendendolo partecipe del proprio vissuto. Da tener conto però che, comunque, l’atrio, anche solo mediante semplici elementi decorativi, deve essere evidenziato, in quanto zona di “preparazione” e di “passaggio” da uno stato all’altro. L’atrio dalle forme curve favorisce il senso di accoglienza. La linea curva invita ad entrare, perché ricorda la sensazione del “rifugiarsi” e quindi della protezione. In tale considerazione rientra il fatto che l’individuo è condizionato dagli archetipi della caverna e dell’utero materno, ove l’interno è simbolo di sicurezza e protezione da un esterno pericoloso ed ignoto. L’atrio a forma pentagonale dà disagio se entrando si ha frontalmente l’angolo, poiché in tal modo lo sguardo cerca spontaneamente di sfuggirgli. Se però si entra dall’angolo, si avranno di fronte tre pareti, due delle quali aperte in maniera da creare una specie di abbraccio accogliente.
mi piace, ma tanto. Mi sa se lo prendero prima di comprar casa. Onde evitare...
Altri sbagli.
Mis a che lo prendero'.
F.P.
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