IL FUTURO DEI VERDI IN ITALIA
Assemblea congressuale provinciale dei Verdi del Trentino Trento – 3 ottobre 2009 – Sala Rosa della Regione
IL FUTURO DEI VERDI E DEGLI ECOLOGISTI IN ITALIA, IN EUROPA E NEL TRENTINO
Relazione introduttiva di Marco Boato – Presidente dei Verdi del Trentino
1. Questa Assemblea congressuale provinciale dei Verdi del Trentino è convocata in preparazione della Assemblea congressuale nazionale dei Verdi italiani, che si terrà il 9-10-11 ottobre a Fiuggi, e ha il compito statutario di discutere le mozioni congressuali presentate e di eleggere i sei delegati effettivi e supplenti che rappresenteranno i Verdi del Trentino a Fiuggi.
Soltanto in una seconda fase, concluso il Congresso nazionale di Fiuggi, valutandone gli esiti, decideremo insieme come affrontare la situazione politica che si sarà determinata, a seconda se la nostra Mozione e i nostri candidati avranno o meno ottenuto la maggioranza, da soli o in alleanza con altri. Questo comporterà convocare antro la fine dell’anno una nuova Assemblea congressuale provinciale finalizzata a discutere in particolare i problemi dei Verdi e degli ecologisti del Trentino, in stretto raccordo con i nostri amici verdi sudtirolesi, e a realizzare la nuova Costituente ecologista, per rilanciare a livello provinciale/regionale e sul piano nazionale il progetto ecologista nel modo più ampio, forte e plurale.
Siamo infatti di fronte ad un bivio drammatico, che può comportare, da una parte, la scomparsa dei Verdi italiani dentro a una nuova formazione politica denominata ‘Sinistra e Libertà’, magari con la foglia di fico dell’aggiunta in extremis anche della parola ‘Ecologia’, oppure, dall’altra parte, un forte rilancio dei Verdi e degli ecologisti nell’ambito appunto di una nuova Costituente ecologista. Proviamo a ricapitolare insieme cosa è successo in quest’ultimo anno e cosa sta succedendo attualmente nei Verdi italiani.
2. Per la seconda volta nel giro di un anno ci siamo trovati, esclusivamente per lealtà politica, a fare una campagna elettorale per i Verdi in riferimento a due scelte politiche che noi Verdi del Trentino, ma anche molti altri Verdi italiani, non abbiamo condiviso. L’anno scorso per la “Sinistra Arcobaleno” alle elezioni politiche e quest’anno per “Sinistra e Libertà” alle elezioni europee.
Prima delle elezioni parlamentari del 2008, quando anche i Verdi furono spazzati via dal Parlamento italiano, dove erano stati presenti fin dal l987, avevo affermato: “Io sono nei Verdi fin dall’inizio, con Alex Langer, e penso che non sia immaginabile che un lavoro fatto per un quarto di secolo, anche in Europa, di costruzione di questo soggetto politico possa essere liquidato per un fenomeno di insipienza politica e di incapacità di direzione politica, che purtroppo ormai è sotto gli occhi di tutti”.
Detto questo prima delle elezioni del 2008 - quando avevo anche ammonito: “Fermiamoci prima che sia troppo tardi e si sfascino i Verdi!” -, subito dopo lo tsunami del risultato elettorale ero ancora intervenuto nel Consiglio federale nazionale dei Verdi l’11 maggio 2008 a Roma ed ho successivamente stampato e diffuso il mio discorso, intitolandolo: “I Verdi hanno ancora un futuro in Italia?”. Questa domanda drammatica (almeno per chi ha dedicato a questo impegno quasi metà della propria vita) è ritornata oggi, dopo le elezioni europee e quelle amministrative del giugno scorso, con una attualità sconvolgente.
3. Perché queste faticose riflessioni non sembrino il frutto amaro del “senno del poi” (di cui sono piene le fosse), riporto qui una tra le tante argomentazioni di quell’intervento dell’11 maggio 2008: “Dunque, o i Verdi cambiano radicalmente rotta e gruppo dirigente, metodo di direzione politica e rapporto con la società e le istituzioni a tutti i livelli, in un’ottica autenticamente federalista anche al proprio interno, superando inoltre ogni mentalità centralistica da piccolo partito monocratico o oligarchico, per ritornare all’altezza delle sfide epocali sul piano politico, ma anche culturale e scientifico, e persino umano e degli stili di vita, oppure i Verdi italiani sono destinati rapidamente a scomparire, non solo dal Parlamento nazionale ma anche da quello europeo, e via via anche dalle Regioni e dagli enti locali, dove pure sono nati con l’Arcipelago verde e poi con la Federazione delle Liste verdi negli anni ‘80”.
Qualcuno mi considerò allora come una sorta di “profeta di sventura”, ma io stesso non avrei immaginato fino a che punto quella terribile previsione dell’anno scorso si sarebbe puntualmente verificata nel giro di un solo anno (con qualche rara eccezione, a cominciare dal Trentino-Alto Adige, dove abbiamo comunque anche noi fortemente risentito - sia nelle elezioni provinciali dell’autunno 2008, sia, per quanto riguarda Trento e Pergine, nelle elezioni comunali del 3 maggio scorso - della pesante ricaduta negativa della crisi nazionale e della perdita di credibilità dei Verdi, tanto nella gestione precedente di Pecoraro Scanio, quanto nella gestione attuale della Francescato).
4. Avevo dunque ammonito che i Verdi, senza una svolta profonda, sarebbero arrivati rapidamente al capolinea. Aggiungendo tuttavia: “Ma non è arrivata al capolinea la questione ecologica, la centralità della questione ambientale, l’importanza di uno stretto rapporto tra economia ed ecologia, la promozione dei diritti umani e la tutela dei diritti civili, la cultura della pace e della convivenza, la battaglia per la giustizia e lo Stato di diritto. E non è arrivata al capolinea la crescente necessità di una cultura ecologica di governo, nel momento in cui i cambiamenti climatici, l’effetto serra, la questione energetica, l’inquinamento atmosferico, le malattie di origine ambientale, il dramma dell’acqua e della desertificazione, e via elencando, sono tra i punti prioritari dell’agenda politica europea e mondiale, e dovrebbero esserlo anche dell’agenda politica italiana”.
La svolta profonda, che era la pre-condizione per un possibile recupero della “ragione sociale” di un progetto ecologista coraggioso, aperto, plurale, lungimirante, non c’è stata. La scelta di una alleanza elettorale per le europee che ha nuovamente ricompreso i Verdi nell’alveo consunto della “Sinistra” si è dimostrata (sia pure senza i comunisti della falce e martello, fortunatamente) altrettanto perdente di quella precedente con la “Sinistra Arcobaleno”.
Le ragioni di un progetto ecologista sono letteralmente scomparse, affogate nell’immagine nazionale della “Sinistra di Vendola e Fava” (ottime persone, del resto, ma che nessuno ha mai deciso di nominare nostri leader…), una lista così identificata non solo prima, ma anche nei commenti successivi alle elezioni. I Verdi, per la seconda volta nel giro di un anno, sono politicamente scomparsi dalla scena politica nazionale, ed era quindi inevitabile (oltre che per altre ragioni di carattere locale, pur esistenti) che questa sostanziale assenza e invisibilità politica si ripercuotesse gravemente nelle concomitanti elezioni amministrative.
Appunto, come avevo ammonito inascoltato: “oppure i Verdi sono destinati rapidamente a scomparire…”. Era necessario davvero un “nuovo inizio”, come avevamo inutilmente chiesto nel Congresso di Chianciano dell’anno scorso, rimanendo inascoltati in minoranza. E siamo invece precipitati in una nuova catastrofe, siamo stati travolti da un altro tsunami, purtroppo facilmente prevedibile.
5. E’ vero che c’è una forte ondata di destra (politica e culturale) in Italia e in Europa. Ma in molti paesi europei sono stati proprio i Verdi ad affermare una proposta politica e una identità culturale alternativa, facendo passare il Gruppo verde al Parlamento di Strasburgo da 43 (tra cui due italiani) a 56 eurodeputati (senza alcun italiano), gruppo che si è così affermato come la quarta forza politica a livello europeo. Proviamo ad elencare, per non precipitare nel solipsismo italico: 14 eurodeputati eletti in Germania (col 12,1 %, terza forza politica), 14 in Francia (col 16,28, appena lo 0,02 meno dei socialisti), 5 in Gran Bretagna (13,36 %), 3 in Belgio e 3 in Olanda, 2 in Austria ( 9,8%,), 2 in Finlandia (col 12,4), 2 in Svezia (col 10,08), 2 in Danimarca, 1 in Lussemburgo (col 16,84), ma anche 1 in Romania, 1 in Lettonia e 1 in Grecia, 2 in Spagna.
Dunque, non è più solo l’Europa centro-settentrionale a vedere l’affermazione storica dei Verdi, ma anche paesi che appartengono, come l’Italia, all’Europa mediterranea: basti pensare al risultato strepitoso in Francia, ma anche alla presenza in Spagna e, per la prima volta, in Grecia.
Nessuno poteva pensare di poter ripetere in Italia gli straordinari risultati di Dany Cohn-Bendit in Francia, ma c’era un messaggio esplicito in quella iniziativa. Non una alleanza “di sinistra”, ma la proposta aperta di “Europe écologie”. Dunque nel simbolo e nel programma sia l’Europa (di fronte alla “nazionalizzazione” di tutte le campagne elettorali) sia l’Ecologia, duplice punto di riferimento non per “andare da soli”, ma per costruire una alleanza davvero innovativa, davvero trasversale, fuori dagli schemi ideologici consunti ereditati dal Novecento (e persino dall’Ottocento!).
6. I Verdi sono un movimento politico nato proprio per superare le vecchie ideologie politiche e invece per la seconda volta si sono ritrovati in Italia assorbiti e sostanzialmente annichiliti in una delle tante e stanche riedizioni della “Sinistra”, con tutto il rispetto parlando per chi sente ancora questo “richiamo della foresta”.
Per qualche mese, dopo la fallimentare esperienza della “Sinistra Arcobaleno” del 2008 c’era stato chi aveva tentato di mantenerla in vita con la respirazione artificiale. Ora, spazzati via anche dal Parlamento europeo oltre che dal Parlamento nazionale, c’è chi ha avuto il coraggio di considerare soddisfacente il risultato del 3,1% di “Sinistra e Libertà” e intende praticare il “bocca a bocca” pure su questo secondo esperimento fallito e fallimentare. Tutto il mio e nostro rispetto per chi pensa di proseguire su questa strada, perché si tratta nonostante tutto di persone rispettabili con oneste convinzioni (o almeno così dovrebbe essere e ci auguriamo che così sia…). Ma con tutto questo i Verdi non hanno nulla a che fare, non tanto in termini di alleanze elettorali (sempre possibili, purchè almeno siano innovative e vincenti), quanto in termini di progetto politico.
7. Un anno fa avevamo proposto ai Verdi un “nuovo inizio”, non per chiuderci in noi stessi, ma per recuperare identità culturale, aperta e plurale, e autonomia politica, capace di confrontarsi con gli altri soggetti politici, grandi o piccoli che fossero. Ma se si cancella l’identità culturale e si distrugge l’autonomia politica, il progetto ecologista è destinato a scomparire, nonostante ci siano tutte le ragioni – oggi molto più di ieri – per la sua esistenza, per la sua attualità, per il suo futuro.
In fondo, anche negli anni ’80 questo progetto è nato ed è partito da zero, facendo tesoro dei nuovi movimenti che avevano cominciato ad esprimersi nella società dopo il crollo delle ideologie totalizzanti. Ora, per insipienza politica e debolezza culturale, siamo ritornati quasi al punto di partenza, quasi dovunque (ma in Alto Adige i candidati verdi, riaffermando in ogni occasione la loro identità verde, hanno ottenuto alle elezioni europee il 10,9%!). Ripetiamoci la domanda: “I Verdi hanno ancora un futuro in Italia?”. E ribadiamo anche la risposta, oggi tuttavia assai più problematica e difficile di ieri, dopo un anno perso nella coazione a ripetere. La risposta è: “Un nuovo inizio”! Davvero, “errare humanum est, perseverare diabolicum”. Del resto, due anni fa, prima del ritorno dalla Germania di Daniel Cohn-Bendit, i Verdi francesi non erano messi molto meglio dei Verdi italiani: alle elezioni presidenziali, che videro la vittoria di Sarkozy, avevano ottenuto appena l’1,7%. Alle elezioni europee, rinnovandosi profondamente, con “Europe écologie” hanno conquistato il 16,28%. Ma, per realizzare un “nuovo inizio”, bisogna crederci, bisogna volerlo, prima che sia troppo tardi.
8. Ora, come ho già detto, la situazione politica è ancora più difficile e compromessa rispetto all’anno scorso. Non si è voluto, a livello nazionale, imparare nulla dalle sconfitte e, al di fuori di qualunque deliberato congressuale e privi di alcuna legittimazione politica, si è continuato a perseguire la strada del sostanziale annullamento dei Verdi dentro a “Sinistra e Libertà” (dico sostanziale e non formale, perché si pone il problema della continuità formale della Federazione in relazione alla titolarità del simbolo e soprattutto in riferimento ai pregressi rimborsi elettorali e al finanziamento pubblico dell’editoria).
Di fronte al progressivo dissanguamento dei Verdi a livello nazionale e in molte realtà regionali e locali, non è più sufficiente un cambiamento di linea politica e di gruppo dirigente. E’ necessario spalancare porte e finestre, rilanciando un progetto ecologista che sappia superare i limiti attuali dei Verdi, è necessario proporre e realizzare una vera e propria Costituente ecologista, che superi i confini dell’attuale Federazione dei Verdi.
Del resto, nella nostra dimensione provinciale, da oltre sei anni noi abbiamo dato vita all’esperienza dei Verdi e Democratici del Trentino, proprio per aprirci sistematicamente anche a persone che non sono iscritte ai Verdi, ma che ne possono condividere e arricchire il progetto politico e culturale. Era la strada giusta, ma – in un contesto nazionale così fragile, evanescente e disorientato – anche questo percorso si è dimostrato insufficiente a far fronte alla crisi politica attuale.
9. Nei mesi di giugno e luglio, dopo le fallimentari elezioni europee e verificata la volontà dell’attuale dirigenza politica uscente dei Verdi di proseguire incredibilmente nell’iniziativa di “Sinistra e Libertà”, tramutandola addirittura da alleanza elettorale in un nuovo partito (il “partito di Vendola” lo definiscono i giornali, mentre Grazia Francescato e gli altri si presentano ormai pubblicamente non più con l’identità di Verdi ma appunto autoqualificandosi “Sinistra e Libertà”, come è avvenuto alla festa nazionale del PD a Genova, dove la stessa Francescato, nello sconcerto generale, si è messa a fare gli elogi pubblici della Linke tedesca anziché dei Grünen!), abbiamo allora dato vita ad una serie di riunioni a livello nazionale per cercare di contrastare questo percorso irresponsabile e suicida per i Verdi.
E’ nata così l’iniziativa di elaborare collegialmente il documento “Il coraggio di osare: Appello agli ecologisti”, reso pubblico a fine luglio e sul quale in pieno agosto sono state raccolte centinaia di sottoscrizioni, con firme provenienti solo in parte dai Verdi, ma anche in gran parte da Ecologisti che non fanno parte, o non fanno più parte, dei Verdi. E’ il primo nucleo di un percorso che vuole arrivare ad una nuova Costituente ecologista, con le motivazioni che riporto citando la parte conclusiva:
“ Sarebbe totalmente irresponsabile far sì che nel terzo millennio non esistesse in Italia una forza ecologista autonoma e politicamente organizzata, considerata anche la marginalità a cui sono relegate le tematiche ecologiste nelle altre forze politiche. C'è bisogno di un movimento politico ecologista che sappia parlare, a 360 gradi, con tutti i cittadini, forte della propria identità culturale e autonomia politica, ma capace anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica in Italia. Le grandi questioni come la pace nel mondo, il contrasto ai cambiamenti climatici, la lotta alla povertà e ad ogni tipo di discriminazione, la sicurezza alimentare, la lotta allo smog e al traffico, la tutela della salute, la giustizia sociale, i diritti dell'infanzia, la cura del verde, i diritti degli animali, la tutela della biodiversità, la politica energetica basata sulle energie alternative, sul risparmio ed efficienza energetica, le politiche ecologiche per rilanciare l'economia e quindi l'occupazione attraverso la ‘green economy’, sono temi che riguardano tutti i cittadini e non solo una parte di essi. Dobbiamo avere il coraggio di osare ancora. La costruzione di nuovi contenitori frutto solo di assemblaggi e di vecchie alchimie politiche è stata già punita due volte dagli elettori. Non dobbiamo preoccuparci del nostro futuro particolare, ma del futuro dell’ambientalismo italiano e dell’ecologia politica. Per questo chiediamo, a chiunque condivida questa preoccupazione e questa speranza, di unirsi per lanciare al paese la nuova sfida ecologista in una nuova costituente ecologista.”
10. Il 5 settembre si è tenuta a Roma, al Centro Congressi Cavour, la prima riunione dei firmatari dell’Appello agli ecologisti, in forma totalmente autogestita e autofinanziata, con un dibattito da me coordinato insieme ad altri Verdi ed ecologisti italiani, durato oltre cinque ore e interamente registrato e ascoltabile sul sito di Radio radicale, che si può facilmente raggiungere anche attraverso il link presente sul sito dei Verdi del Trentino. Colgo questa occasione per ringraziare Gabriella Pangrazzi, che cura con grande perizia e amore l’aggiornamento e l’implementazione del nostro sito, e per ringraziare Giorgio Pedrotti, che ha passato l’estate a raccogliere le firme all’Appello, inserendole quotidianamente nello stesso sito dei Verdi del Trentino, che è così diventato un punto di riferimento e di informazione a livello nazionale.
Cominciano ora a essere promosse autonomamente anche riunioni a livello regionale. La prima si è tenuta martedì 29 settembre a Torino, con la partecipazione mia, di Angelo Bonelli e di Maurizio Di Gregorio del sito ecologista “Fiorigialli” (che vi invito a consultare, per la grande ricchezza di informazioni) e la seconda si terrà domani, 4 ottobre, a Civitanova Marche, promossa da Sandra Ruggeri e con la partecipazione mia, di Caterina Di Bitonto e di Massimo Marino, promotore a Torino del sito “Ecoblog” e fin dall’inizio fra i più fortemente impegnati in questa comune impresa, usando soprattutto la rete informatica, insieme a periodiche riunioni torinesi.
11. Con un percorso “parallelo” e con finalità pienamente convergenti, quei promotori dell’Appello agli ecologisti che sono tuttora impegnati nella Federazione dei Verdi, sia pure finora in posizione di minoranza (ma la situazione potrebbe cambiare radicalmente al prossimo Congresso di Fiuggi), hanno dato vita ad una Mozione congressuale in piena sintonia con l’Appello e che si intitola: “I Verdi italiani verso la nuova Costituente ecologista. Il coraggio di osare”, mozione che anche molti tra voi hanno sottoscritto.
E’ stato un lavoro fatto ancora in periodo estivo (e, tra i molti altri, voglio citare Barbara Diolaiti di Ferrara e Angelo Bonelli di Roma), ma su quel testo in pochi giorni siamo poi riusciti a raccogliere le firme di 36 membri del Coordinamento nazionale e del Consiglio federale nazionale e 834 firme di aderenti ai Verdi di tutta Italia (anche in questo caso la raccolta è stata centralizzata a Trento e voglio pubblicamente ringraziare ancora una volta Giorgio Pedrotti per il prezioso lavoro che ha svolto e che sta svolgendo insieme a me, a servizio del futuro dei Verdi italiani. E voglio in questa occasione ricordare anche la partecipazione a varie riunioni a livello nazionale da parte, di volta in volta, di Pino Finocchiaro, Maurizio Migliarini, Andrea Ludovico, Claudio Fontanari e Maddalena Bonat). 12. La nostra Mozione congressuale nella prima parte riprende largamente l’Appello agli ecologisti, col quale si pone in piena sintonia di intenti e motivazioni, e nella seconda parte è finalizzata direttamente al confronto congressuale.
Ne ricordo qui, dunque, l’ampia parte conclusiva: “ Per tutte queste considerazioni l'Assemblea nazionale dei Verdi italiani considera - conclusa la partecipazione dei Verdi a "Sinistra e Libertà"; - superata l'esperienza politica e organizzativa della Federazione nazionale dei Verdi italiani come l'abbiamo e come tutti i cittadini l'hanno conosciuta negli ultimi anni. I Verdi italiani scelgono di contribuire alla nascita di una Costituente Ecologista, mettendo a disposizione persone, mezzi, esperienze.
Coerentemente e conseguentemente, l'Assemblea nazionale dei Verdi italiani decide di: - aprire una fase transitoria di gestione della federazione dei Verdi fino a gennaio 2010; - congelare a livello nazionale il simbolo del "Sole che ride" e assumere in via provvisoria il simbolo del girasole dei Verdi europei, fino a quando la Costituente Ecologista deciderà quale simbolo scegliere per il nuovo soggetto politico ecologista, fatta salva l'autonomia dei livelli regionali e locali di decidere quale simbolo presentare, in base al principio federalista; - eleggere in questa sede due persone, una donna e un uomo, con funzioni di portavoce nazionali e con il compito di: 1. promuovere un tavolo permanente nazionale di confronto tra tutti i soggetti ecologisti interessati (associazioni, movimenti politici, comitati, ecc.); 2. compiere una seria ricognizione della situazione economica dei Verdi e predisporre un piano di utilizzo delle risorse per favorire il nuovo percorso della Costituente Ecologista, che ne preveda la destinazione per 1/3 per al livello nazionale, 1/3 ai livelli regionali, 1/3 da destinare ad azioni legate all'ambiente e ai diritti, promosse dalle associazioni; 3. compiere una verifica dell'utilizzo dei contributo pubblico per l'editoria in rapporto alla finalità della Costituente Ecologista; 4. lanciare una forte campagna di auto-finanziamento. L'assemblea, inoltre, impegna le regioni ad - eleggere un Gruppo federale di coordinamento costituito da 42 persone - 21 donne e 21 uomini, due per regione e provincia autonoma - con il compito di: a. promuovere tavoli permanenti a livello regionale e di provincia autonoma, finalizzati al confronto tra tutti i soggetti ecologisti e tra tutti gli amministratori ecologisti; b. garantire il collegamento e il confronto inter-regionale e tra le regioni e la dimensione nazionale ed europea; c. promuovere iniziative politiche e di formazione, gruppi di lavoro tematici in stretto rapporto con le realtà locali e facilitare l'avvio di tavoli locali tra tutti i soggetti ecologisti; d. elaborare proposte di modifica dello Statuto e dei Regolamenti per renderli adeguati alla nuova fase del progetto ecologista. (…)
Entro il gennaio 2010 i Verdi italiani contribuiranno, insieme a tutti gli altri soggetti ecologisti interessati, alla convocazione della Costituente Ecologista per dare vita al nuovo soggetto politico ecologista. In accordo con gli altri soggetti ecologisti interessati, sarà promossa precedentemente una Convention ecologista di carattere politico-culturale, che potrà essere denominata “Stati generali dell’ecologia politica in Italia”. In una fase successiva, sempre in accordo con tutti i soggetti ecologisti interessati, verrà promosso un'ECO-EXPO, con l’obbiettivo di raccogliere tutte le esperienze di carattere imprenditoriale, agricole e artigianali, con finalità ecologiche.
L'Assemblea nazionale, infine, decide di avviare ai diversi livelli e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, una raccolta di firme per dimezzare realmente i costi della politica senza incidere sulla rappresentanza democratica. L’Assemblea nazionale dei Verdi italiani rivolge a tutti i soggetti interessati, che condividano questa esigenza e questa speranza, l’invito ad avere il coraggio di osare, di rivendicare l’orgoglio ecologista e di operare tutti assieme per lanciare al paese, in una dimensione autenticamente europea, la nuova sfida verso la nuova Costituente Ecologista.”
13. La mozione congressuale presentata da Grazia Francescato e dal gruppo dirigente uscente afferma, nel suo aspetto politico centrale: “Pensiamo che oggi si possa proseguire nella costruzione del progetto federativo di Sinistra, Libertà ed Ecologia”. E aggiunge: “Riteniamo che i Verdi debbano proseguire nella sperimentazione delle liste di Sinistra, Libertà ed Ecologia ovunque possibile”. Sono solo due frasi estratte da un lungo documento, ma sono quelle essenziali per capire la direzione verso la quale quella Mozione vuole andare.
L’aspetto più grave, tuttavia, è che non si tratta solo di una proposta, da sottoporre legittimamente al dibattito congressuale, ma di una decisione già presa e praticata, al di fuori di qualunque norma statutaria e di qualunque deliberato politico e congressuale. Con una improntitudine degna di miglior causa, a meno di un mese dal Congresso dei Verdi, la portavoce nazionale uscente e altri esponenti verdi a lei legati domenica 20 settembre hanno partecipato a Napoli all’Assemblea nazionale costitutiva di Sinistra e Libertà come nuovo soggetto politico, cioè come nuovo partito, e sono entrati a far parte della nuova direzione politica di quel partito, contrattando posti e ruoli per se stessi. E’ la prima volta nella storia politica italiana che il massimo esponente di una forza politica (i Verdi) entra a far parte della direzione di un altro partito politico, senza neppure avere l’elementare correttezza di dare prima le dimissioni dal proprio incarico ricevuto dai Verdi per i Verdi!
La terza Mozione presentata per il Congresso, da parte di alcuni esponenti di realtà regionali, si caratterizza per una forte critica a “Sinistra e Libertà”, lamenta la “totale assenza del Sole che ride dalla scena politica nazionale” e afferma che “va ripreso il progetto della costituente ecologista, non come autosufficienza dei Verdi attuali, ma come base di partenza per realizzare, sulla base di valori quali l’ambiente, i diritti e la solidarietà, le più larghe aggregazioni possibili già a partire dalle Regionali del 2010”. Da queste affermazioni sembra apparire una non irrilevante sintonia con alcuni aspetti della nostra Mozione congressuale, per cui sarà necessario verificare le possibili convergenze in sede congressuale, se i comportamenti saranno auspicabilmente coerenti con le dichiarazioni contenute nel documento.
14. Di fronte all’incredibile comportamento della maggioranza uscente, che non ha neppure atteso l’esito del Congresso di Fiuggi per entrare a far parte di Sinistra e libertà come soggetto politico e partitico e del suo nuovo organismo dirigente, abbiamo deciso di tirare – avrebbe detto Alexander Langer – il freno d’emergenza e di far suonare un campanello d’allarme a livello nazionale ed europeo.
Per questo motivo dapprima ho invitato Sepp Kusstatscher, euro-parlamentare nella scorsa legislatura e co-firmatario sia dell’Appello che della Mozione congressuale, ad informare personalmente Daniel Cohn-Bendit di quanto sta succedendo in Italia; successivamente l’ho dettagliatamente informato io stesso degli avvenimenti e, da ultimo, dopo i fatti incresciosi del 20 settembre a Napoli, abbiamo deciso col gruppo promotore della nostra Mozione di rivolgerci ufficialmente a tutti i partiti verdi europei e a tutti gli euro-parlamentari verdi, con la lettera (in quattro lingue) che vi leggo nella versione italiana:
" IN ITALIA OGNI PROGETTO ECOLOGISTA AUTONOMO RISCHIA DI SCOMPARIRE DENTRO LA SINISTRA: BISOGNA IMPEDIRLO "
“ Vi scriviamo con grande preoccupazione, per informarvi della grave situazione in cui si trovano i Verdi italiani, che rischiano di scomparire definitivamente dalla scena politica italiana a causa della decisione dell'attuale gruppo dirigente di confluire in una nuova formazione denominata "Sinistra e Libertà".
L'attuale gruppo dirigente dei Verdi sta infatti perseguendo da un anno il progetto di liquidare sostanzialmente i Verdi nell'ambito della formazione politica "Sinistra e Libertà", composta da post-comunisti e socialisti, il cui unico obiettivo è quello di riunificare quel che resta della sinistra in Italia.
Una parte consistente e crescente dei Verdi italiani - insieme a molti ecologisti che sono ormai fuori dal partito dei Verdi - non condivide questa scelta suicida e ha lanciato un appello alla società italiana, dal titolo "Il coraggio di osare: Appello agli ecologisti", per superare la drammatica crisi dei Verdi avviando una vera e propria Costituente ecologista, aperta a tutti gli ecologisti italiani e che sappia parlare trasversalmente alla società, senza rinchiudersi nel ghetto autoreferenziale della sinistra post-comunista.
Sono dunque giorni importanti e drammatici per il futuro dei Verdi italiani. Il 20 settembre 2009, nell'Assemblea nazionale di "Sinistra e Libertà" svoltasi a Napoli, una parte di Verdi guidati da Grazia Francescato - senza alcuna legittimazione politica e scavalcando ogni norma statutaria e ogni deliberato congressuale - è entrata direttamente a far parte del gruppo dirigente di "Sinistra e Libertà".
Appare del tutto incredibile e inaccettabile che la portavoce nazionale dei Verdi entri nella direzione politica di un altro partito della tradizione post-comunista, senza quanto meno rinunciare al proprio mandato. Tutto ciò sta avvenendo a pochi giorni dal Congresso nazionale dei Verdi, che è convocato il 9-10-11 ottobre e che dovrà deliberare sul futuro dei Verdi italiani sulla base di mozioni politiche contrapposte. Il leader di "Sinistra e Libertà", Nichi Vendola, ha più volte dichiarato - senza essere mai smentito dall'attuale gruppo dirigente dei Verdi - che il riferimento di questa formazione è "Die Linke" di Oscar Lafontaine in Germania.
Noi non possiamo accettare passivamente e senza scandalo questa operazione di annientamento dell'identità culturale e dell'autonomia politica dei Verdi. Per uscire da una crisi che rischia di divenire irreversibile e per scongiurare la definitiva scomparsa dei Verdi dalla scena politica italiana, noi vogliamo promuovere in Italia per tutti gli ecologisti un nuovo percorso, che sia strettamente collegato all'esperienza dei Verdi europei, costruendo un progetto ecologista che sappia parlare a tutta la società, a tutti gli italiani, superando i vecchi confini e le vecchie appartenenze ideologiche. Lanciamo ai Verdi europei un preoccupato appello affinché anche voi facciate sentire la vostra voce, per chiedere che venga scongiurata e impedita la definitiva scomparsa dei Verdi italiani.”
15. Subito dopo, venerdì 25 settembre, abbiamo convocato presso la Camera dei deputati una Conferenza stampa – tenuta insieme a me da Angelo Bonelli, Pinuccia Montanari e Natale Ripamonti - , sotto il titolo: “I Verdi italiani al bivio: scomparsa in ‘Sinistra e Libertà’ o rilancio nella Costituente ecologista?”. In quella occasione, abbiamo diffuso alle agenzie di stampa e agli organi di informazione i testi integrali sia dell’Appello agli ecologisti, sia della nostra Mozione congressuale, sia della lettera inviata ai partiti verdi europei e agli euro-parlamentari verdi. Anche in questo caso era presente Radio radicale, che ha registrato tutto e che è raggiungibile e ascoltabile o direttamente sul suo sito o con un link dal sito dei Verdi del Trentino.
Con grande amarezza, qualche ora dopo abbiamo letto un comunicato di alcuni esponenti della maggioranza uscente dei Verdi e già entrati in Sinistra e Libertà, nel quale siamo stati accusati di “aver gettato la maschera”. E’ un linguaggio proprio della tradizione comunista di matrice stalinista, che mai e poi mai avremmo voluto ritrovare in bocca a qualche verde: la contaminazione ideologica ha già fatto passi da gigante, ma davvero – ed è molto triste riconoscerlo – nel peggiore dei modi, che mai davvero ci saremmo aspettati.
Ovviamente, non c’è nessuna maschera da gettare, dal momento che da mesi e mesi stiamo dando l’allarme su ciò che sta succedendo, promuoviamo (soltanto noi) riunioni pubbliche, invitiamo (soltanto noi) Radio radicale per registrare tutto, pubblichiamo i nostri testi in modo che siano consultabili da tutti su Internet, adottiamo il metodo della assoluta trasparenza, della coerenza e della lealtà: quello che riteniamo dovrebbe essere il metodo dell’ecologia politica e dell’etica della responsabilità.
16. Nell’introdurre questa Assemblea congressuale provinciale dei Verdi del Trentino, aperta come sempre alla partecipazione anche di tutti coloro che si riconoscono nei Verdi e Democratici del Trentino, mi è sembrato doveroso ricostruire puntualmente gli avvenimenti che si sono verificati dopo il Congresso di Chianciano del luglio dell’anno scorso e prima dell’imminente Congresso di Fiuggi, perché tutti siano pienamente consapevoli di ciò che si sta verificando e della posta in gioco.
Come ho già ripetuto più volte, siamo di fronte alla scelta tra la sostanziale scomparsa dei Verdi dentro ad una formazione di sinistra post-comunista e socialista oppure il rilancio dei Verdi dentro un forte progetto ecologista, che sappia superare la pesante crisi attuale (una crisi che purtroppo viene da lontano, a livello nazionale) aprendosi a tutti coloro che vogliono riaffermare la centralità e la priorità ecologica nella società e nelle istituzioni, con un forte riferimento al quadro europeo e ovviamente valutando di volta in volta le alleanze che possano rendersi necessarie.
In queste settimane è in corso anche il processo congressuale del PD, il quale deve fare i conti con la sciagurata strategia dell’autosufficienza e dell’”andare da soli”, che ha provocato il deserto attorno a lui e che ha creato le condizioni per il successo del centro-destra a livello nazionale per un periodo assai lungo, se non ci sarà una svolta radicale nella politica delle alleanze.
E tutto questo avviene in un contesto europeo, nel quale si sta verificando una crisi epocale delle social-democrazie (da ultimo in Germania, l’anno prossimo in Gran Bretagna), che fa emergere con ancora maggior forza la necessità di superare i paradigmi ideologici del Novecento e di saper affrontare le nuove sfide epocali di questo inizio del Terzo millennio.
Questa è la vera spiegazione del successo crescente dei Verdi e degli ecologisti a livello europeo: l’aver saputo superare le vecchie ideologie e l’aver saputo proporsi in modo adeguato e all’altezza appunto delle nuove sfide epocali. Con molta umiltà, ma anche con altrettanta determinazione e consapevolezza, i Verdi e gli ecologisti italiani devono sapersi sottrarre all’abbraccio suicida con l’ennesima riedizione della sinistra post-comunista e devono rendersi protagonisti di un rinnovamento profondo della propria identità culturale e di un forte rilancio della propria autonomia politica e del proprio radicamento sociale, sapendo assumere –in una dimensione autenticamente federalista - un ruolo centrale nella società e anche nella scena politica italiana, a tutto campo e senza steccati ideologici, coinvolgendo non solo le persone e i singoli militanti, ma anche realtà associative, professionali, intellettuali, della cultura, della rete informatica e della ricerca.
Si tratta di una prospettiva difficile e assai impegnativa, ma è l’unica che ci può consentire di uscire dalla crisi attuale e che può permettere di rimettere al centro la questione ecologica nella fase storica in cui è in discussione – le catastrofi crescenti e ricorrenti ce lo ricordano ogni giorno – la stessa sopravvivenza del Pianeta Terra, quella Terra che, lo affermavamo oltre vent’anni fa, ai nostri inizi, “ci è data in prestito dai nostri figli”.
Marco Boato Presidente dei Verdi del Trentino
|