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Sono la natura
sono la terra. i miei occhi sono il cielo, le mie membra gli alberi. Sono la roccia, la profondità dell'acqua, non sono qui per dominare la Natura. Io stesso sono la Natura.
Indiani Hopi
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ONDE DI CRESCITA INTERIORE
La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma. Continua...
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UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua... |
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RICORDO DI IVAN ILLICH
di Giannozzo Pucci *
Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
Continua...
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LA VENDETTA DI GAIA
di James Lovelock
La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale.
Sono solitamente accusata di preoccuparmi poco degli uomini, semplicemente perché ho scelto di difendere i diritti degli animali. Mi sorprende di trovarmi a difendere e spiegare i processi logici che mi hanno indotta a seguire la strada del benessere degli animali; ciò mi ricorda la barzelletta di quell’uomo che a New York fu immobilizzato da un rapinatore: “I soldi o la vita”. L’uomo rispose: “Prenda la vita, sto risparmiando i soldi per la vecchiaia”.
Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita.
Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta?
Le Mauritius hanno intrapreso un programma ambizioso per uccidere scimmie, gatti, cani, conigli, capre e corvi. Perché? Perché ai turisti non piacciono. Non contenti di avere reso sterili i propri Paesi, i turisti occidentali ora impongono il loro senso di aridità ai nostri. Gli abitanti delle Mauritius dimenticano che quando il dodo si è estinto, la stessa cosa è successa all’albero più importante della Calveria, che rappresentava una fonte di reddito primaria. Cosa perderanno ora? Quando facciamo test atomici nell’oceano e uccidiamo milioni di creature del mare, quanto siamo lontani da un oceano morto e da una Terra morta?
Prendiamo ad esempio la tigre. Perché salvare la tigre in una terra dove la gente muore di fame? Questa domanda mi assale ogni giorno della mia vita. Io, come milioni di persone, ammiro la tigre e non considero sprecata una vita dedicata a salvarla. Ma salvare la tigre significa molto più che salvare un animale.
Quando iniziò il Progetto Tigre, venti anni fa, molte persone protestarono a viva voce che l’animale era irrilevante e che poteva essere allevato negli zoo. Ma salvare le tigri significava salvare le foreste dove esse vivono in modo che potessero dare la caccia ai cervi selvatici e ai cinghiali.
A loro volta queste creature avevano bisogno di erba, cespugli e alberi dei quali innumerevoli altri uccelli, mammiferi, invertebrati e rettili potevano nutrirsi. Tutte insieme queste forme di vita ricreavano una tela a più strati che portava salute alle foreste. Non facendo niente e non permettendo che si facesse qualcosa, le foreste si rigenerarono e la natura tornò a vivere. Uno tra i primi segni della ripresa fu che alcuni corsi d’acqua inariditi ricominciarono a scorrere per tutto l’anno.
Oggigiorno, mentre il resto dell’India è martoriato da alluvioni e siccità, coloro che vivono a valle delle riserve del nostro Programma Tigre – che ha ormai ventitrè anni – sono più fortunati, in quanto le loro risorse idriche sono abbastanza sicure. Nel Melghat, l’unica riserva di tigri del Maharashtra, i fiumi Sipna e Dolnar nutrono migliaia di contadini, mentre il resto del Maharashtra muore di sete.
Nel Melghat, salvare la tigre ha significato anche salvare dalle alluvioni migliaia di abitanti dei villaggi. Quattro anni fa una forte pioggia si abbatté su questa regione indiana: laddove la foresta assorbì la pioggia, nessuno morì; al di fuori del mantello protettivo del dominio della tigre, il fiume Wardha si trasformò in un torrente killer che falciò 3000 vite.
Ogni elefante, balena, delfino e gabbiano fa del bene all’umanità secondo modalità che non possiamo immaginare. La ricchezza della foresta pluviale non è dovuta al suo strato superficiale, che è povero, ma all’interazione di milioni di specie diverse capaci di riciclare acqua, sostanze nutritive e minerali. Ogni volta che facciamo del male a un animale facciamo del male a noi stessi.
In India, alla mucca vengono somministrate due iniezioni di una sostanza chiamata ossitocina, che stimola le contrazioni uterine per fare uscire più velocemente il latte. L’animale soffre così delle contrazioni del parto due volte al giorno! Qual è il risultato? Non solo le si danneggia l’utero tanto da farle abbreviare il ciclo, ma la sostanza causa squilibri ormonali e cecità negli esseri umani.
Quando le rane vengono sezionate nelle classi scolastiche, il risultato è che i contadini devono importare pesticidi chimici cancerogeni per le zone in cui si coltiva il riso, allo scopo di rimpiazzare una creatura che mangiava una quantità di insetti pari al proprio peso. Anche uccidere le zanzare ci danneggia. Non credo che abbiamo ucciso una singola zanzara con il DDT ma esso sicuramente uccide migliaia di esseri umani ogni anno. Non esiste un solo animale che non ci faccia del bene.
Le fiabe indiane narrano che c’era un re che non poteva essere ucciso perché aveva nascosto il proprio cuore in quello di una farfalla. Questo è vero per ogni essere umano. Quando la farfalla se ne va – a causa dell’inaridimento del suo habitat, o per avvelenamento chimico, per bracconaggio, per la distruzione dei piccoli corsi d’acqua – allora anche il fiore se ne va, il sottobosco se ne va, la foresta e l’acqua se ne vanno, gli animali e gli uccelli se ne vanno, e alla fine anche noi esseri umani ce ne andiamo. Un fragile tocco di colore, uno strato di insetti: ecco da cosa dipende la nostra vita.
La natura, secondo me, non è una cattiva, prosperosa, pigra, creatura che allatta. Non è la dea Durga, o Prithvi, o Sita, eternamente sofferente. La natura è la magra e collerica Kali. La vendicativa Kali. La dea Kali è così protettiva verso ciascuno dei suoi figli che, se facciamo del male a uno di loro, lei ci colpisce. Se distruggiamo la barriera corallina con la dinamite per fare gioielli, Kali porterà inondazioni e ci strapperà via la terra. In Udwada, dove la famiglia del padre di mio marito possedeva diverse terre alcune generazioni fa, la barriera corallina è stata distrutta in questo modo e la conseguenza è stata che l’Udwada si è ridotto a un terzo della sua superficie perché il mare ha semplicemente portato via la terra.
Se nelle nostre case usiamo sostanze chimiche per uccidere gli scarafaggi, queste sostanze entrano negli scarichi, nelle acque e di nuovo nei rubinetti, così che prima o poi non avremo più acqua potabile. Gli animali sono i nostri fratelli e le nostre sorelle. Abbiamo bisogno di loro, non possiamo fare a meno del loro aiuto. Non è pensabile di poter sopravvivere senza di loro. Dobbiamo lasciarci alle spalle la nostra arroganza e riconoscere l’importanza degli animali. Con ogni colpo che sferriamo al collo di un animale, tagliamo via un pezzo di vita fino a quando potremo a malapena sopravvivere. In India gli animali arano 100 milioni di ettari, il 60% di tutta l’area coltivata, mentre 15 milioni di veicoli tirati dagli animali trasportano 25 miliardi di tonnellate di merce all’anno.
Anche i batteri uccisi dal buco nell’ozono sono essenziali per far crescere il riso, dal quale dipendono milioni di persone. La distruzione di tali batteri si traduce in un enorme aumento della fame nel mondo. Il mio buon senso mi dice che dovrei combattere per il diritto individuale di ogni singola vittima animale. Devo sfidare il massacro premeditato e devo dare risalto, con tutti i mezzi possibili, ai pericoli che ci aspettano se mangiamo carne. Non è necessario presentare le prove schiaccianti che sono davanti agli occhi di tutti, prove che mostrano come una dieta vegetariana porterebbe meno disturbi alle coronarie negli USA e meno casi di cancro in Europa. Oppure che, se un ulteriore 10% dell’umanità adottasse una dieta a base di carne, la terra verrebbe spogliata di ciò che rimane del suo mantello verde; o ancora, che mangiare carne causa la fame nel mondo.
Il 37% del territorio dell’India è stato trasformato per coltivare biada per alimentare animali che vengono uccisi per la loro carne in Paesi stranieri. È proprio questo il cuore della mia campagna contro le multinazionali e le agenzie che usano sofisticate tecniche di comunicazione, influenza politica e aperte menzogne, per convincere le Nazioni che i diritti degli animali possono essere sostenuti solamente al prezzo del benessere umano. Nel 1991 il governo indiano decise di porre l’esportazione della carne tra le sue priorità.
Qual è la causa primaria della deforestazione e dell’aridità? Il manto forestale distrutto dal bestiame. Ho visto persone disperarsi per la distruzione delle foreste, delle colline, per il prosciugamento di sorgenti naturali e altre fonti d’acqua. Pochi fra coloro che si lamentavano hanno collegato il proprio consumo di carne ai 180 milioni di ettari di terra indiana che versa in condizioni di abbandono perché ormai è diventata desertica.
La carne è l’ultimo lusso in India, e l’esportazione della carne l’ultima follia. Mi piange il cuore nel vedere come il governo abbracci questa pazzia di autorizzare ogni giorno l’apertura di macelli per l’esportazione di carne. Quando nel prossimo futuro non riusciremo a respirare e non avremo acqua da bere, quando il governo dimezzerà gli appezzamenti di terreno per accogliere i senza tetto, quando i quartieri degradati si impadroniranno delle nostre città, ricordiamoci che è la politica di esportazione della carne ad aver causato la catastrofe.
In passato, vita agricola e vita pastorale non erano competitive. Il bestiame allevato per il latte e per la carne dipendeva da piante che gli esseri umani non potevano mangiare o di cui non avevano bisogno. Oggi, tuttavia, le proteine animali dipendono quasi interamente dalla terra necessaria per il benessere umano.
Ci sono 890 milioni di persone in India e 450 milioni di capre, 150 milioni di bovini, tutti allevati in cattività, e tutti dipendenti dalla stessa risorsa: terra verde arabile e foreste. Per citare Worldwatch, una delle organizzazioni ambientaliste più importanti del mondo: “Mettere in tavola mezza libbra (circa 225 gr) di carne rossa e pollame ogni giorno presenta un conto da pagare molto elevato. L’industria della carne e del pollame sono collegate a danni ambientali che vanno dal depauperamento e dalla contaminazione delle acque sotterranee a un’atmosfera piena di gas a causa dell’effetto serra. Non vi è niente di antiecologico nel bestiame, nei maiali e nei polli in se stessi. Ma quando essi vengono allevati forzatamente per nutrire gli esseri umani, assorbono gran parte dei raccolti del Paese insieme a grandi quantità di acqua ed energia”.
Allevare animali richiede molto nutrimento, non solo avanzi e scarti di misero valore. Gli USA e la Russia danno più granaglie e cereali al bestiame di quanto viene consumato dalle persone dell’intero Terzo Mondo; la Gran Bretagna dà due terzi dei suoi cereali nazionali al proprio bestiame: tale quantità potrebbe nutrire 250 milioni di persone ogni anno. La Comunità Economica Europea ottiene dal Terzo Mondo, India inclusa, 20 milioni di tonnellate di cibo per il bestiame, cosicché un decimo della loro carne è prodotta con il nostro foraggio. La foresta pluviale del Sudamerica viene tagliata per allevare il bestiame che fornirà gli hamburger consumati negli Stati Uniti: come conseguenza di ciò è stato accelerato l’effetto serra, che, tra circa vent’anni, distruggerà quasi tutta la vita conosciuta.
La produzione moderna della carne include un uso intensivo ed errato dei raccolti di cereali, risorse idriche, zone di pascolo ed energia. Inoltre, allevare gli animali, produce un incremento dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua. È vergognoso che l’India, un Paese vittima di carestie e alluvioni, indirizzi il 37% del suo terreno arabile alla produzione di foraggio per animali: se tutti quei cereali fossero consumati direttamente dagli esseri umani, nutrirebbero un numero di persone cinque volte superiore a quello che nutrono una volta convertiti in carne, latte e uova.
Il problema immediato, legato all’allevamento del bestiame con i cereali, è lo spreco delle risorse. Sono necessarie circa sette libbre di mais e soia per mettere in tavola una libbra di maiale sgrassato e disossato; inoltre bisogna considerare la quantità di energia impiegata per la produzione del foraggio e il carburante necessario per i macchinari e per produrre fertilizzanti e pesticidi. David Pimentel della Cornell University, uno specialista sull’uso dell’energia, ha calcolato che sono necessarie 14.000 chilocalorie per produrre una libbra di carne di maiale negli stati Uniti: l’equivalente dell’energia che si trova in quasi mezzo gallone di benzina. All’India è stato chiesto di aprire fattorie sullo stile statunitense. Chi pagherà i conti del carburante per questi moderni allevamenti di polli e suini che vengono aperti ogni giorno? Voi e io.
Le granaglie di cui si nutrono gli animali assorbono anche acqua. Nella regione del Gujarat, la più grande produttrice di latticini dell’India, l’agricoltura destinata al foraggio utilizza quasi un terzo – la quantità più grande – dell’acqua per l’irrigazione, sfruttando spesso in larga misura le risorse idriche sotterranee per irrigare la terra coltivata a foraggio e per abbeverare gli animali stessi. Secondo stime americane servono circa 2000 litri di acqua per produrre mezzo chilo di carne di maiale, 1775 litri per mezzo chilo di manzo e 1700 litri per mezzo chilo di pollo. Pertanto l’acqua usata per fornire la carne ammonta a quasi 900 litri a persona al giorno, dieci volte la quantità che una normale famiglia indiana usa quotidianamente, ammesso che tale famiglia, in qualche misura, faccia uso di acqua. Ora, 20 milioni di tonnellate di proteine ottenute da cereali e granaglie forniscono 2 milioni di tonnellate di proteine animali e che ne è dell’energia prodotta dal carburante fossile necessaria a tale scopo? Un’unità proteica della soia, del riso o del frumento richiede un dispendio di energia che va da 2 a 10, mentre il manzo, il maiale, le uova, il latte, l’agnello richiedono un consumo energetico compreso tra 10 e 78! Un Paese come l’India può permettersi questo spreco di energia affinché un ristretto gruppo di persone mangi carne?
E che ne è dell’uso della terra? Una singola pecora o capra mangia l’equivalente di 4 ettari ogni anno. La sua vita media è di quattro anni, quindi, prima di essere uccisa, distrugge 16 ettari di terra. Il 98% delle pecore o delle capre si nutre della vegetazione di foreste e colline, dell’erba che si trova ai lati delle strade, di quella in prossimità dei villaggi e sui terreni demaniali. Il Ministero Indiano per l’Ambiente ha un programma per lo sviluppo dei territori depauperati che rifonde 6.000 rupie per mezzo ettaro di terra distrutto dalle capre. Da dove viene questo denaro? Ottengono prestiti da istituti stranieri e noi li ripaghiamo non solo attraverso tasse dirette, ma anche rinunciando all’assistenza sociale perché il governo afferma che non ci sono soldi.
Nonostante questo, il programma è fallimentare perché il governo non ha né le risorse, né le agenzie per compiere questo lavoro di riparazione, poiché gran parte del terreno perde il proprio strato superficiale. I dipartimenti per i beni forestali ottengono ben poco del bilancio statale, talvolta solo l’1%; quindi hanno un obiettivo limitato a poche migliaia di ettari l’anno. La spoliazione totale, tuttavia, si avvicina a 450 milioni di capre moltiplicato per 4 ettari, cioè 18 milioni di ettari.
Di conseguenza, nello Stato dello Haryana, il livello dell’acqua è precipitato perché le colline sono diventate sterili a causa delle capre, e i torrenti che arrivavano in quell’area si sono prosciugati. Tutte le zone interessate dal Progetto Tigre e gli altri parchi nazionali sono minacciati o sono sull’orlo dell’estinzione (come Bharatpur, il santuario degli uccelli) a causa del flusso di bestiame e capre che mangiano tutti i virgulti. Il 70% degli sforzi di riforestazione da parte del dipartimento a ciò preposto è destinato a fallire, perché gli animali al pascolo mangiano le piante giovani. L’amministrazione non ha abbastanza soldi per mettere guardie a difesa degli alberi, quindi vengono piantati solo gli alberi di cui non si nutrono il bestiame e le capre lasciati liberi nelle città e nei villaggi periferici. In seguito a ciò, Delhi è satura di piante e di alberi che sono ostili sia all’uomo che agli uccelli; Gujarat è piena di alberi che non danno né fiori, né frutti, né ombra, e che non permettono ad altri alberi di crescere nelle vicinanze. I benestanti mangiano la carne ma la perdita degli alberi è sentita più profondamente dai poveri.
Senza considerare il cibo a costo zero che le nostre foreste ci forniscono, abbiamo destinato grandi quantità di terra alla coltivazione del foraggio per gli animali, terra che avremmo potuto utilizzare per coltivare il frumento per i nostri poveri. Perfino la Commissione Nazionale per l’Agricoltura dice che la nostra carenza di foraggio è del 38%, quindi dovremmo mettere in conto una maggiore estensione di terra per ricavare la carne.
L’India esporta carne nel Medio Oriente. Questo significa che ci mettiamo nella stessa posizione del Sudamerica, cioè quella di un Paese schiavo che si autodistrugge per nutrire un altro Paese. Ogni chilo esportato potrebbe farci guadagnare circa 100 rupie; ma dobbiamo moltiplicare questa somma per 150, se vogliamo riparare il danno fatto alle nostre risorse naturali allo scopo di produrre quella carne. In altre parole, più vendiamo più diventiamo poveri.
L’ambiente rappresenta la scienza della crisi interconnessa. Si indossa qualcosa, si usa qualcosa, si mangia qualcosa, e il suo impatto viene sentito altrove. La carne è il grilletto dell’India. Mangi la carne e crei una città impoverita, una carenza d’acqua e un’aria irrespirabile. Dico alla mia gente: “Volete salvare il manto erboso? Volete incrementare l’ossigeno dell’aria, l’acqua fresca nella terra? Allora cominciate a rinunciare alla carne”.
L’arroganza del mondo industriale moderno non riconosce la validità della fede in un universo compassionevole dove l’essere umano è parte intima della natura, e a quest’ultima profondamente legato. In India ci siamo appena trasformati in un Paese che ha ripudiato gli usi antichi sostituendoli con quelli moderni, che lasciano poco spazio ai poveri, all’ambiente o alle generazioni future. La scienza senza moralità ci riconduce a un’affermazione del direttore del macello di Kerala, il quale disse che le mucche devono essere uccise a colpi di martello per produrre carne più tenera. Piccioni, conigli, rane, ratti e lombrichi devono essere aperti vivi per soddisfare la curiosità dei quattordicenni, in modo che essi possano imparare velocemente a essere insensibili e adattarsi così al mondo moderno.
Ma quanto durerà questo mondo moderno? Se un centinaio di specie possono sparire in un mese, se le tigri hanno solo cinque anni di vita, a questo ritmo di uccisioni, quanto tempo abbiamo noi? Cosa ci faccio con un macchinone o con una casa in marmo se durante il processo di estrazione dei metalli per quella macchina e la distruzione delle montagne per quel marmo, la mia acqua e la mia aria diventeranno inutilizzabili? Eknath Easwaran dice che un Paese dovrebbe essere misurato non in base al suo prodotto nazionale lordo, ma in base alla sua grande filosofia nazionale, che mantiene sani e felici i propri cittadini.
Guardate negli occhi una capra che aspetta il suo turno per essere uccisa, ascoltate le urla del maiale quando viene infilzato. Fermatevi, e sentirete il battito del cuore del cervo a cui si dà la caccia, ascolterete il pianto del branco quando il bracconiere uccide un elefante. Ci vollero settanta pallottole per uccidere Bir Bahadur, l’elefante dell’Andaman, che fu cacciato e ucciso semplicemente perché si rifiutava di tirare i tronchi e, come affermò il dipartimento per le foreste, “era di cattivo esempio per gli altri elefanti”.
Trasformo il mio dolore e la mia rabbia in lavoro, fino a dire che il benessere animale è la chiave del benessere umano, che la compassione è una filosofia economica. Tengo piccole e grandi lezioni. Questa estate è stata molto calda, e milioni di uccelli sono morti a causa del caldo e della mancanza d’acqua. Questo è anche il periodo dei cocomeri. Ho detto a mio figlio che non avremmo mangiato cocomeri, ma li avremmo lasciati fuori a disposizione per gli uccelli. Abbiamo avuto centinaia di uccelli nel nostro piccolo giardino. È stata una gioia guardarli; ci hanno portato in dono i semi degli alberi, che ho messo nei vasi e distribuito ai vicini. Il nostro giardino è così pieno di alberi che abbiamo una temperatura molto più fresca di qualsiasi altra casa che conosco. Ho avuto la mia ricompensa nel canto degli uccelli e l’ho avuta nel veder maturare mio figlio. L’abuso degli animali e il degrado ambientale non sono mali necessari. Nessun male è necessario. Il male è presente fintanto che noi lo alimentiamo, dal momento in cui creiamo una connessione tra ciò che sappiamo e come ci comportiamo, il male crolla.
Il Mahatma Gandhi scrisse: “Come esseri umani la nostra grandezza non sta nel ricreare il mondo, ma nell’essere in grado di ricreare noi stessi”. Dobbiamo ricrearci come esseri umani compassionevoli. Dobbiamo imparare e insegnare il valore di tutta la vita, perché tutta la vita, non solo quella umana, è sacra.
estratto dal libro Terra Anima Societa' volume 1 edizioni FioriGialli
Il cuore di una moltitudine di uomini pulsa all'unisono del tuo, cara Maneka. Purtroppo grandi sacrifici, in termini di vite umane, saranno necessari a sensibilizzare il resto dell'umanità...e forse neanche basterà. La terra è anziana, mia cara, ed un altro astro aspetta di accogliere i nostri spiriti disorientati e dimentichi della saggezza dei nostri avi. Leggere la forza e la speranza negl'occhi dei nostri figli ci aiuterà a questo faticoso transito. Per loro sarà molto dura; a noi stà il compito di accompagnarli tenendoli fortemente e coraggiosamente per mano. Al resto penserà Dio. E che Dio ti benedica per il grande lavoro che fai per tutti noi.
....non ho mai amato come ora che ho una piccola sorellina pelosa in casa...una meravigliosa gatta di nome margot, non ho mai amato così tanto gli animali...e sento vivamente la violenza che ogni giorno facciamo loro...è un insulto continuo alla vita...perchè loro sono la vita molto più di noi. dovremmo amarli e proteggerli come dovremmo amare e proteggere ogni cosa sulla terra. e invece abbiamo creato un terribile meccanismo...lo spiega molto bene maneka...io mi auguro che molta gente diventi consapevole, compassionevole e tenera...solo così salveremo gli animali la terra e noi stessi...ciao roxi
. e' una società matura che difende gli animali, o è difendere gli animali che ci può portare a un grado di consapevolezza superiore?
Fabio, sono Marco, Quelo del 1° commento. Vorrei semplicemente dirti che a entrambi i tuoi quesiti la risposta è la stessa, secondo me, ed è si! Maturità e consapevolezza combaciano in tanti punti, anche se non proprio in tutti, sempre secondo il mio modesto e sicuramente imperfetto avviso. Stare veramente in contatto profondo con gli animali ti offre il privilegio di poterti abbandonare a loro, ed alla loro primordiale saggezza. Noi siamo esseri mentalmente parziali e dalle vedute estremamente ristrette. Cosa pensi abbia in mente una semplice e piccola rondine dopo una vita di viaggi e milioni di km sulle ali? Cosa pensi profferisca un merlo con il suo alfabeto cento, mille volte più complesso del nostro? E' o non è amore quello che unisce la vita dei batteri alla nostra? Senza di loro la vita sarebbe impossibile...come la mettiamo?
COMMENTO SUL VS. COMMENTO ....... Se kali gioielli buttasse della dinamite.... Sappiate che NON SAREBBE KALI GIOIELLI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Quindi prima di commentare appurare di PERSONA. GRAZIE!!!
In più io e mio figlio siamo VEGETARIANI (io possibilmente anche VEGANA !!!!!!)
Se mi venite a trovare di persona, potremo discutere e agire su alcuni argomenti( la mafia e altro molto peggio) che mettono a tacere tutto ciò a cui teniamo così tanto: la TERRA e i suoi abitanti migliori. L'importante è: " meglio fare sempre i FATTI VERAMENTE" come è, sfortunatamente per alcuni, nei miei princìpi da sempre ed è anche nei prìncipi della ns. cara e amata TERRA che ci osserva sempre a occhi aperti... senza nascondersi.
Quindi o Vi fate vedere e sentire educatamente, o mi incavolo.
Grazie Annalisa.
Voi vegetariani e vegani,quando volete "inculcare" la vostra filosofia di vita agli altri........Gli animali si rispettano...mangiare carne fa venire le malattie...etc...etc...etc...
Pensate per qualche momento ai bambini del 3° mondo che non hanno niente da mangiare...nè verdure e non hanno mai mangiato una BELLA BISTECCA, accompagnata da una bella insalata mista "BIOLOGICA".... IO vi dico che loro, (quando li trovano) mangiano i topi...e quando non hanno più quelli MUOIONO....AVETE CAPITOOOO???? MUOIONO DI FAME....
Poi vorrei sapere, questi cibi biologici, come fanno ad essere tale se il nostro terreno è inquinato del 200x 100...specialmente dopo la catastrofe di chernobyl...
Io vorrei che venisse una carestia, vi mangereste anche i cani e i gatti....
Poi ho notato che tutti quelli che sono vegetariani o vegani, si possono permettere di scegliere di comprare il "loro" cibo...
Ci sono anziani, che purtroppo per sopravvivere si comprano una scatoletta di "CARNE" con un pò di fagioli......
Grazie, amata Maneka Gandhi, per la tua Saggezza Chiara. Condivido ciò che esprimi e vivo nella coerenza dell'Amore per i nostri fratelli e sorelle Anima/li, che hanno lo stesso nostro diritto di vivere bene e in pace.
Master Osho neo Reiki Prem Vedanta
www.zenschool.it
Elisa Orfeo: has leido el ariculo? Parece que no. Si lo has leido, no has entendido nada.
X Elisa Orfeo: se il mondo fosse vegan ci sarebbe da mangiare x tutti compresi i bambini di cui parli te...xche' non ti studi cosa si potrebbe fare con i campi destinati al foraggio per gli animali e poi ne riparliamo...
intanto la vitamina b12 dove arriva?
ma per coltivare ,non bisogna disboscare ?pensateci
x manuel: la causa principale della deforestazione mondiale è dovuta alla necessità di trovare posto per i pascoli e trovare posto per fare culture per dar da mangiare a miliardi di animali destinati alla nostra alimentazione, per alimentare il pianeta con un'alimentazione vegetariana servirebbe molto meno spazio, devi studiarti le tabelle dei dati dei costi per produrre carne e vegetali, poi confrontali in termini di acqua, spazio ecc...e vedrai...
x manuel: la natura ha fatto tutto perfetto, la vitamina B12 l'uomo in principio se la procurava mangiando verdura senza lavarla, era un animale come gli altri...la nostra società ha modificato tutto...tieni comunque presente che tutti i cibi in vendita per vegani contengono vitamina B12, basta che guardi sulle tabelle (esempio latte di soia), i vegetariani poi non hanno questo problema...
Continuiamo a farci problemi ma la scelta veg. ha più lati positivi di quelli di una scelta onnivora...punto e basta...poi non capisco perché continuiamo a voler uccidere per forza quando ci sono testimoni milioni di persone vegetariane dalla nascita, esempio su tutti : Margherita Hack....vissuta 90 anni vegetariana fin dalla nascita...La triste verità è che la fettina di carne è facile da cucinare e nessuno vuole pensare alla sofferenza che c'è dietro...
ciao vegan...forse non tutti riuscirebbero vivere in salute mangiando solo verdure ecc probabilmente non siamo più come una volta , ho visto persone con problemidi anemie oppure donne con problemi di calcificazione alle ossa in fase di sviluppo.anche io per un periodo facendo un lavoro pesante non riuscivo a star bene avrei dovuto mangiar grandi quantità di cibo diverso dalla carne mi an detto che era solo la mia coscienza a star male ma non era cosi,ritornando alla vecchia alimentazione riuscivo a far più cose chiaramente per necessita .anche come gruppo sanguigno si e rilevato geneticamente al carnivoro sara cosi non so'il tempo sicuramente ci ha cambiato?
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