KATHERINE MANSFIELD - UNA STRANA MORTE
di Sonia Borghi
In questo libro Mario Pincherle ci racconta il dramma di Katherine Mansfield che si reca dal Piccolo Lama per riavere la salute. Così nella storia si evidenziano due opposte visioni del mondo, da un lato quella dei "disarmonizzatori dell'universo" la cui strada passa attraverso il dolore o, il che è lo stesso, la divisione. E l'altra visione armonizzante che non ritiene necessario che le rotture avvengano, ma che sottolinea l'importanza di ascoltare la voce che parla dentro di noi. Nel libro si ricorda che l'unica medicina per vivere è la vita.
La Manfield desidera che la morte la trovi viva, capisce che l'amore è il ricreare la Coppia perfetta. E' far emergere ciò che c'è di più bello e nobile nell'animo dell'altro. Gli amanti cosmici attraverso la loro unione formano l'uno, la perfezione, così si diventa capaci di funzionare in senso universale, mentre si guarisce il proprio amore si guarisce l'amore di tutti.
La divisione tra materia è spirito appare la causa della divisione e separazione interna a cui tutti siamo stati abituati a sottostare per ottenere il solo risultato di riempirci di paura e della paura di aver paura, per rinascere dovremo essere capaci di reinventarci e di non cercare più a tutti i costi il dolore e la sofferenza ma la saggezza dell'amore, chi ama veramente non soffre, ma diventa un anima trasparente che ottiene la chiave per riunire le due metà dell'Universo.
Adela personaggio fantastico creato da Pincherle per conversare con Katherine Mansfield, ci fa conoscere un anima la cui consapevolezza non sarà più rara in un futuro prossimo in cui le forze demoniache non saranno più credibili quando tenteranno di mascherarsi da Dio. Uscirà presto dalla terra qualcosa di molto nuovo, che riusciremo a capire se entreremo nello stato di coscienza in cui la vita e la morte non sono più in contraddizione tra loro, la morte è più vitale di una vita morta nella quale siamo comandati dalla paura e non ispirati dalla saggezza dell'amore creante e pulsante che solamente alla nostra parte razionale appare come un'inaspettato caos, perché ancorati ai nostri pregiudizi che ci impediscono di vederne il disegno e il senso completo, ma ci costringono ad una visione parziale.
Siamo certi di crescere solo soffrendo e infatti soffriamo, ma Adela, la giovane amica di Katherine ci esorta a capire che la saggezza che è onnicomprensiva sarebbe il nostro vascello per arrivare alla destinazione trasportati dal flusso del fiume che scorre nel senso dell'armonizzazione della vita, Adela arriva insomma dalle stanze del futuro e ci fa intravedere un nuovo paradigma liberato dalle catene occulte dell'equazione dolore e sofferenza uguale perfezione e crescita spirituale, ma vita che porta altra forza alla vita e coraggio che ama la vita sempre e comunque e che affronta gli eventi senza il vittimismo paralizzante e che ci divide solo da noi stessi e ci fa restare sulla sponda di un fiume a guardare la vita che scorre vicino a noi senza poterla più toccare.
L'antica saggezza dei maestri spirituali delle Ande e di altre parti della terra, ci svela che è il cuore la sede del vero cervello! La sede dello spirito! Perché le persone sono manipolabili e lentamente ipnotizzabili?
La nostra società esalta ed accredita soltanto la parte razionale e competitiva nell'essere umano, senza comprendere che l'istinto reale, il cuore pulsante della nostra vera essenza non smette di battere in noi e di illuminarci dall'interno.
Chi da' ascolto alla propria natura e al cuore, seguendo con fede e senza necessità di prove razionali ciò che sente, "possiede" dentro di se, come scrive Katherine Mansfield nelle sue lettere, "UN LUOGO SENZA TEMPO CHE NON PUO' ESSERE RAGGIUNTO" da nessun condizionamento subliminale o manipolazione esterna, forse perché, senza una collocazione spazio temporale, ogni pretesa di "convincere" anche con parole apparentemente luminose, perde la forza e il supporto del giudizio mentale che definisce giusto o sbagliato. Quindi è un luogo che una volta raggiunto e riconosciuto rende liberi, nessun'idea può penetrarvi o esservi posta senza il consenso della propria consapevolezza.
Conoscere i "segreti" e i meccanismi del cervello e dell'animo umano fa sì che si ottenga un "GRANDE POTERE" sulla mente di chi, per paura o altro, più si è allontanato da se stesso chiudendo il centro del proprio cuore, mentre ancorarsi alla "FORZA DEL CUORE" e metterla sempre in primo piano, un passo avanti, rispetto alla pur importante cerebralità, fa sì che si possa scoprire e avere accesso in ogni momento al "LUOGO E POTERE DELLO SPIRITO", il quale, proprio perché senza tempo, nella sua dimensione infinita non potrà mai e poi mai essere condizionato, influenzato, manipolato e vinto da nessun "grande potere" che abbia la vanità di escluderlo.
Nessun essere collegato a quel punto di luce senza spazio e tempo che brilla dentro di noi può essere lentamente ipnotizzato e manipolato né convinto da chi ci dice un no che vuole dire sì e da un sì che vuole dire no, o da chi ha la pretesa manipolatoria di insegnarci chi siamo, soprattutto cercando di farci sentire astutamente che così non siamo fatti bene e che dobbiamo a tutti i costi migliorarci per arrivare alle vette, ma distaccandoci così dalle nostre vere radici che devono affondare nel ciclo vitale naturale senza le divisioni create appositamente per farci rimanere esseri parziali.
La totalità dell'individuo e la sua salute non possono prescindere dall'inclusione e dall'accoglimento e risanamento amorevole di tutte le varie parti di noi. Come testimonia la Mansfield che in un barlume di consapevolezza scrive dal primo sanatorio dove si reca per ritrovare la salute: "sento che la malattia è nata in me da tempo immemorabile, sono spaccata in due, non possiedo l'altra metà della mia anima, sono fatta di dualismo: Dio è creazione, anima e corpo, materia e spirito. La Mansfield nel libro ci dice che vuole far cadere quel muro di ferro che ci separa dalla natura, che ci dà amori senza durata, senza potenza, senza magia. Vuole guarire, cambiare, vuole che il mondo riacquisti i colori dell'antico Paradiso Terrestre, che il suo amore ritrovi l'incantesimo, la grandezza, la magia e l'innocenza dell'Età dell'Oro.
Sonia Borghi
SENZA ALI
Se tu saprai sfidare,
la gravità che fa cadere i corpi,
e avere nervi freddi e risoluti,
e se le gambe tue saranno molle,
forti e vibranti di vibrante acciaio
e avrai occhi di aquila o di falco
e incederai con la grazia di un cigno,
pure con questi pregi e queste doti
sarà vano il tuo volo e senza ali
se non saprai vibrar d’amore
col pulsare del cuore.
Questo per me, è lo Spirito ardente
e la Forza vincente
che ti fa “primo” alle Olimpiadi antiche.
Mario Pincherle
Il vangelo degli Egiziani dice: “Mangia di ogni pianta, ma non mangiare di quelle che hanno amarezza”.
Forse è stato questo stesso l’intento che ha animato Mario Pincherle nello scrivere questo romanzo liberamente/fedelmente ispirato alla vita di Katherine Mansfield.
Chi l’ha detto che bisogna soffrire?
Il male non è necessario, non serve al bene, e se il tragitto della vita avviene attraverso il dolore dipende da noi.
Nel dramma di Katherine Mansfield che si reca dal Piccolo Lama per riavere la salute si scontrano due opposte visioni del mondo: da un lato quella dei “disarmonizzatori” dell’universo, la cui strada passa attraverso il dolore, o il che è lo stesso, la divisione; e un’altra strada che non ritiene necessario che le rotture avvengano, ma che è giunto il momento di ascoltare la voce che parla dentro di noi.. Il libro ricostruito liberamente e fedelmente da Pincherle sulla base di una corrispondenza tra la Mansfield ed il marito, suggerisce che la Mansfield avesse scoperto un importante segreto sulla morte e la vita:
Da uno stralcio del libro La strana morte di Katherine (Capitolo IX)
Alle 4 del pomeriggio del 9 gennaio 1923 un automobile si fermò davanti al portone del castello di Fontainebleau. La tromba a peretta di gomma, schiacciata dalla grossa mano dello chauffeur, lanciò il suo grido un po’ troppo comicamente acuto per essere lugubre. Il cancello fu aperto. John scese dalla macchina. Katherine, che aspettava, gli corse incontro. Così lui descrisse quella scena: “non ho mai visto né vedrò mai un essere più bello di lei, in quel giorno. Era come se la squisita perfezione, che era sempre stata in lei, l’avesse completamente penetrata”. Per usare le sue stesse parole, l’ultimo granello di “zavorra”, le ultime tracce di “degradazione terrena” si erano staccate da lei per sempre.
Era radiosa. Il suo volto splendeva come se fosse stata sul Sinai e avesse sentito la voce di Dio. Così disse qualcuno. Un altro testimone affermò che il suo sorriso era “sardonico” e i suoi occhi facevano immaginare che presto si sarebbe presa gioco di qualcuno. Forse del suo male? Del mondo? Della morte stessa? Oppure soltanto del piccolo lama? John la prese sotto braccio e insieme entrarono nell’ingresso dell’istituto. Furono fatte le presentazioni e John poté conoscere il Piccolo Lama e gli amici di Katherine. Poi accompagnati da Adela che taceva sempre, salirono al piano di sopra ed entrarono nella bella camera che si affacciava sul parco. Adela uscì. Si sedettero sull’orlo del letto.
Il capo di Katherine era appoggiato alla spalla di John.
- Caro, grazie di essere qui. Ho desiderato tanto questo incontro e ora posso vederti perché è venuto il momento. Mi sono liberata dalla torre di Babele che mi annebbiava il cervello.
- Ora posso starti vicina, veramente felice, posso dirti che ti sto preparando una sorpresa meravigliosa. Per cinque anni ho dovuto fingere con te, fingere di stare sempre più guarendo, mentre stavo morendo. Fingere di non vedere il tuo terrore dei miei accessi di tosse e del sangue contagioso che usciva dalla mia bocca. Così ho chiuso dentro la mia carne questi segreti dolorosi perché tu non li vedessi e non ho mai osato rivelarti la paura mortale che si era impadronita della mia anima e l’oscurità che l’inghiottiva e l’atterriva.
- Stai proprio meglio ….Ti trovo così trasformata, trasfigurata, bellissima.
- No, sto morendo. Al momento giusto chiamerò e la morte verrà. Fa parte del mio gioco e della sorpresa che ti ho preparato.
- Non capisco quello che dici, però vedo tanta gioia nei tuoi occhi. Mi sento preso da un inspiegabile senso di fiducia. Non parlare di morte! Lo sai che ti voglio viva, guarita.
- Lo so, e come se lo so! E voglio vivere, con te.
- Non capisco. Parli di morire e poi di vivere…
- Capirai e scoprirai quello che ti ho preparato.
- Vuoi che mi fermi qui all’Istituto e faccia quello che tu hai fatto per arrivare a questa scoperta?
- L’istituto non è servito a niente. Non ho nessuna intenzione di parlarne bene. Anzi tra pochi minuti, vedrai tu stesso quante cose sbagliate ci sono qui ad Avon.
Mario Pincherle è scrittore fecondissimo, autore di numerosi libri che trattano diverse discipline, da quelle tecniche a quelle umanistiche. La sua lunga carriera di insegnante e ricercatore ha registrato una decisa svolta dopo un viaggio in Egitto e dopo la visita alla Piramide di Cheope, in cui scoprì lo “Zed”. Pincherle si è lasciato trascinare dal fascino dell’antico Egitto e si è avviato in un nuovo campo di ricerca, fino ad allora dominio di certa iconografia occultista. Ha così affrontato lo studio dei classici dell’antichità, soprattutto la Bibbia ed i testi apocrifi, dei quali ci ha proposto una lettura ed una ricerca fedele alla tradizione orale, ma affrontata anche con curiosità, razionalità, sentimento ed immaginazione; talenti che non gli difettano e che altri sono disposti a liquidare come ‘poco scientifici’. Un romanzo quale è Katherine Mansfield una strana morte, è una novità nel panorama dei suoi lavori, ma non una sorpresa. Mai la sensibilità di Pincherle era venuta alla luce come in questo romanzo.
dalla Prefazione di Mario Pincherle al libro:
Anima, ti sei scelta il tuo compagno,
l’Animo tuo, tuo Re.
La porta chiudi, come una Regina
che estranei non sopporta.
Impassibile sprezzi ogni bussare
tu che da tutto il mondo
ti sei scelta uno solo
ed hai chiuso le valve del pensiero,
pietre definitive.
(K.M.) (1)
Questo romanzo è liberamente ispirato alla vita di Katherine Mansfield. Non ho esitato a deformare (apparentemente) certi fatti, perché non desidero fare un’opera storicamente biografica, ma far rinascere pensieri e ricostruire il più fedelmente possibile lo spirito di alcuni accadimenti fondamentali.
Adela è una figura di fantasia. Questo personaggio è indispensabile alla comprensione della personalità della protagonista del libro perché in Adela è adombrata la vera essenza di Katherine, ciò che lei ambiva divenire. Il piccolo Lama è ricalcato sulla reale figura di Gorge Ivanovic Gurdjieff, un misto di santone e di satanasso, di mistico e di mistificatore, di genio e di fachiro.
La figura di John è ricalcata in modo abbastanza aderente, sulla realtà, rappresentata dallo scrittore John Murry, marito di Katherine.
L’epistolario è fedele parafrasi di quanto la Mansfield ha lasciato scritto.
E le frasi che riguardano il misterioso Pincher? Contrariamente a quanto può sembrare sono state scritte da Katherine Mansfield. Qualsiasi riferimento al cognome dell’autore è puramente casuale.
Ma …esiste, forse, il caso?
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