La bellezza salverà il mondo (Dostoevskij)

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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COS'E' L'ILLUMINAZIONE


Dialogo tra Andrew Cohen e Ken Wilber

Andrew Cohen:
Non sono mai stato particolarmente interessato all'evoluzione.
Inizialmente, dopo il mio "risveglio" nel 1986, insegnavo seguendo quello che mi era stato trasmesso dal mio maestro. Questa era la mia esperienza: ogni cosa è semplicemente ciò che è, non c'è nessun posto dove andare e niente da fare. L'essenza dell'insegnamento era la realizzazione di questa verità. Inizio e fine della storia. Io ero così certo di questo modo di vedere le cose che mettevo seriamente in dubbio l'autenticità di qualsiasi approccio all'illuminazione che implicasse il tempo, il futuro, il divenire.
E diffidavo di qualsiasi maestro che insegnasse qualcosa che implicasse il tempo, il futuro e il divenire.
Tuttavia, a poco a poco cominciai a notare che, sebbene molti miei studenti avessero potenti esperienze di risveglio, nella maggior parte dei casi essi ricadevano, a volte, nel narcisismo, nei desideri, nelle ossessioni nevrotiche, erano ancora preda di impulsi profondamente condizionati e limitanti.
Allora cominciai a prendere sempre più in considerazione la necessità di una vera trasformazione dell'essere umano, in modo che potesse diventare un'espressione vivente di quel vuoto e di quella purezza che si scopre nell'esperienza spirituale.
Gradualmente, col passare del tempo, mi interessai sempre più allo sviluppo della capacità di incarnare e
manifestare nel mondo la bellezza, la perfezione e la totalità in quanto esseri umani, e non solo all'esperienza della benedizione del puro Essere.

Questo fu l'inizio. Dopo alcuni anni, nel mio insegnamento, cominciò a emergere qualcosa di nuovo. La prima volta che ne divenni consapevole fu quando iniziai a condurre dei ritiri in India. Una mattina, mentre stavo parlando, qualcosa all'improvviso esplose in me. Non so da dove provenisse: una passione impetuosa sgorgò da me spontaneamente premendo perché questo miracolo, questo mistero oltre il tempo si manifestasse proprio in questo mondo, in noi stessi, come noi stessi. Questo fu causa di turbamento e di ispirazione per molte persone e anche per me. E' successo più di dieci anni
fa.
Da allora, divenne sempre più chiaro per me che questa passione era una passione per qualcosa che andava oltre l'illuminazione nel senso tradizionale, orientale, intesa cioè come un'ascesa verticale: liberarsi
dalla ruota del divenire, trascendere completamente questo mondo senza lasciare traccia. Ciò che è importante per me ora è diverso. L'obiettivo, forse ambizioso, è non soltanto di trascendere il mondo ma di trasformarlo, diventare un agente dell'impulso evolutivo. Mentre l'ego si arrende a questo impulso, il nostro essere è letteralmente pervaso da un'energia divina e luminosa e da una passione a trasformare il mondo e l'intero universo per una causa che non ha niente a che vedere con noi stessi.

Questo cambiamento di visione, avvenuto molti anni fa, fu uno dei motivi che mi fecero allontanare dal mio maestro. Ogni qual volta il mio maestro mi ascoltava dire che era possibile realizzare qualcos'altro che non fosse soltanto liberarsi dalla ruota del divenire e semplicemente Essere, pensava che stessi corrompendo e distorcendo il suo insegnamento. A un certo punto, cominciai a concludere che dovessero esserci vari tipi di illuminazione, differenti generi di risveglio, con risultati anch'essi differenti.

Cominciai a chiamare questo insegnamento 'illuminazione evolutiva' o 'illuminazione evolutiva impersonale'. In questo insegnamento, l'accento è posto non solo sulla realizzazione del vuoto e del puro Essere, ma anche sulla necessità di diventare un essere umano radicalmente e profondamente trasformato, quindi capace di manifestare il suo più alto potenziale evolutivo nel mondo. Veramente non avevo mai avuto l'opportunità di imbattermi in una visione simile a questa. Solo recentemente, infatti, quando ho scoperto Sri Aurobindo e Tailhard de Chardin mentre facevo delle ricerche per la nostra rivista, ho cominciato a trovare echi della mia stessa passione. Una passione per un'illuminazione evolutiva, per un risveglio alla verità di ciò che siamo; e il coraggio di accordarci il permesso di sentire l'urgenza di manifestarlo nel mondo con tutto il nostro essere.

Dunque, quello che innanzi tutto volevo discutere con te è la seguente questione: cos'è l'illuminazione? Penso che si tratti di un tema importante sia perché moltissime persone si interessano oggi alla spiritualità, ma anche perché la definizione tradizionale di illuminazione forse non riesce più a rispondere ai bisogni di un mondo che si evolve nel tempo, quello in cui noi ora stiamo vivendo.

Ken Wilber:
Sono d'accordo essenzialmente con tutto quello che hai detto, naturalmente su alcune cose il mio approccio è differente. Tu hai esposto una serie di concetti veramente importanti. Forse possiamo iniziare da quello che hai menzionato per ultimo, cioè se ci sono diversi tipi di illuminazione. Certo, questa domanda può sembrare, in un primo tempo, abbastanza strana, perché l'illuminazione è evidentemente onnicomprensiva, senza tempo, immutabile, eterna, ecc. Quindi è difficile immaginare che ci possano essere due diversi tipi di qualsiasi cosa che sia definita in questo modo. Ma, in realtà, anche nelle tradizioni è possibile trovare almeno due importanti concezioni dell'illuminazione molto diverse tra loro.
Una era prevalente durante il periodo cosiddetto Assiale (più o meno dal 2000 a.C. al 100 d.C.). La sua migliore espressione si trova forse nel concetto, espresso dalla tradizione buddhista Theravada, di nirvana o nirvikalpa, che significa in pratica l'immersione nella dimensione senza forma, dove non c'è manifestazione, non emerge alcun oggetto.
E' uno stato di coscienza assolutamente privo di cambiamento, assolutamente privo di spazio, di ego, di agitazione. L'analogia classica per coloro che hanno avuto questa esperienza è che si tratta di uno stato simile al sonno profondo senza sogni. Si entra in uno stato di coscienza senza forme. Questo stato, il nirvana, è stato ritenuto il livello più elevato di realizzazione e si pensava che fosse completamente separato dal samsara. Il mondo del vuoto era completamente separato dal mondo delle forme. Il vuoto era trascendente e senza tempo; la manifestazione era soggetta al tempo, era sofferenza, illusione, ecc. L'obiettivo, senza alcun dubbio, era quello di liberarsi dal samsara, dalla 'ruota delle rinascite' e immergersi nel nirvana.

Penso che la vera rivoluzione nella spiritualità avviene più o meno in quel periodo e si deve particolarmente a due geni: Nagarjuna in Oriente e Plotino in Occidente. Essi aprirono la breccia verso ciò che sarebbe stato chiamata 'illuminazione non duale' o 'realizzazione non duale'. Si tratta di una profonda comprensione del nirvana o vuoto o senza tempo o trascendente, ma è anche un'unione, nel senso che si abbraccia l'intero mondo delle forme, l'intero mondo del samsara. Quindi la realizzazione delle tradizioni non duali non si limita all'immersione in uno stato senza forma, di cessazione di ogni
manifestazione, ma considera che questo 'senza forma' o vuoto è uno con tutte le forme che emergono momento dopo momento.
Questo stato, sahaj, è, possiamo dire, sia la base del voto dei bodhisattva, sia l'inizio della tradizione tantrica. L'idea era che in qualche modo il mondo del samsara e il mondo del nirvana dovessero andare insieme mano nella mano o non sarebbe stato possibile avere un essere pieno, completo, integrale. Dunque, è sempre vero che il dharmakaya o vuoto o dimensione perfettamente senza forma non è coinvolta nello scorrere del tempo, ma questa è solo la metà del quadro. L'altra metà è che c'è la corrente del tempo, c'è sviluppo, svolgimento, evoluzione, trasformazione.
La chiave di tutto questo è la comprensione che il solo modo per realizzare in modo completo e permanente il vuoto è di trasformare, far evolvere, sviluppare il suo veicolo in questo mondo di forme. I veicoli che stanno per realizzare il vuoto devono essere in grado di affrontare il compito. Questo significa che devono essere sviluppati, trasformati e allineati con la realizzazione spirituale. Significa ancora che il trascendente e l'immanente devono, per così dire, dare sapore l'uno all'altro.

A.C. : Nel veicolo?

K.W. : Esatto

A.C. : Allora stai dicendo che il veicolo deve perfezionarsi.

K.W. : Sì. A volte succede che alcune persone abbiano una qualche forma di immersione nel vuoto, una radicale realizzazione di questa coscienza infinita, senza confini che è la loro vera realtà, poi, come hai detto tu, questo stato si esaurisce, e quelle persone ritornano nel solito veicolo egoico, sono di nuovo il solito io contratto e non sanno che cosa sia avvenuto. Eppure non vogliono intraprendere una vera pratica o un cammino trasformativo che renderebbe il loro veicolo capace di mantenere quella realizzazione in modo più completo e duraturo. Questo è un peccato perché, come tu hai detto, si escludono dal mondo delle forme, dalla possibilità di essere coinvolti in questo mondo e , allo stesso tempo, da ciò che è necessario fare per diventare un veicolo trasparente del senza tempo.

La cosa migliore per una realizzazione non duale o integrale è di lavorare su entrambi i piani. Dobbiamo, in un certo senso, perfezionare la nostra capacità di realizzare completamente il vuoto momento dopo momento, ma si tratta del vuoto da cui emergono tutte le forme, momento dopo momento.
Quindi dobbiamo avere una totale accettazione del mondo del samsara in quanto veicolo ed espressione del nirvana stesso. Sfortunatamente, penso che tu abbia ragione quando dici che molte scuole non duali non rispettano questa comprensione.
Si tende a privilegiare un corno o l'altro dell'equazione: o ci si immerge nel samsara, cioè la sfera senso-motoria - la natura è spirito, ogni oggetto manifesto è considerato spirito, ecc. - oppure ci si immerge nella dimensione in cui c'è cessazione di ogni forma. Mentre ciò a cui, credo siamo interessati io e te e certamente ciò di cui stiamo parlando qui, è una realizzazione che abbraccia sia il vuoto sia la forma. E lasciami aggiungere questo: l'evoluzione avviene nel mondo delle forme, non in quello del vuoto.
Questo significa allora che l'evoluzione è l'altra metà dell'equazione, quindi se non contribuiamo a far avanzare l'evoluzione, non possiamo neppure realizzare completamente quel vuoto che pure siamo.

A.C. : Eccellente. Adesso vorrei andare oltre. Infatti, nella tua descrizione della visione non duale in cui la distinzione tra nirvana e samsara scompare, in questa interpretazione dell'illuminazione, mi sembra,
tuttavia, di capire che l'idea sia ancora quella di essere liberati da questo mondo.

K.W. : Sì, capisco cosa vuoi dire.

A.C. : Bene, allora affronto adesso la questione di cosa sia l'illuminazione in rapporto alla sfera del tempo e del divenire. Quello che cerco di evidenziare è ciò che io chiamo 'impulso evolutivo'. Come ho detto prima, si tratta di una compulsione estatica a trasformare il mondo. Ora, questa spinta è differente da ciò che viene detto nelle tradizioni sul voto dei bodhisattva perché, a mio parere, il voto dei bodhisattva riguarda l'impegno di rimanere in giro abbastanza a lungo per liberare gli esseri senzienti da questo mondo. Ma nell'impulso evolutivo estatico di cui parlo io la liberazione viene di fatto trovata attraverso la resa all'imperativo di evolversi in questo mondo.

K.W. : Non liberandosi da esso.

A.C. : Giusto. In questa interpretazione dell'illuminazione, tutta la coscienza e l'energia sono usate al servizio della creazione stessa, oltre l'ego. In altre parole, il veicolo è utilizzato per questo grande e impegnativo obiettivo. L'illuminazione, la liberazione estatica che avviene quotidianamente, deve essere trovata e sperimentata direttamente e consapevolmente solo attraverso un'assoluta e perfetta resa a questo scopo.
Almeno idealmente, quindi, se qualcosa del genere è possibile, non ci sarebbero motivazioni egoiche e si sarebbe costantemente consumati dal fuoco di questa causa che pure sfuggirebbe a una nostra comprensione totale, poiché il suo culmine avviene sempre nel futuro.

K.W. : Sì, sono d'accordo con il senso generale di quello che dici. Lasciami riformularlo così. Come ho detto prima, c'è stato un importante cambiamento dalle religioni del primo periodo Assiale che mettevano l'accento sull'ascesi, la trascendenza, la cessazione, alle tradizioni non duali. Questo cambiamento è stato epocale: il vuoto non era più separato dalla forma, si realizzava che il vuoto non è altro che forma e la forma non è altro che vuoto, come recita il Sutra del Cuore. Ora, questa nuova comprensione, che porta al Buddhismo Mahayana e al Vajrayana, non esisteva nelle precedenti religioni. Le più antiche sostenevano che il mondo del samsara è spirito. Si tratta cioè dell'immersione nella pura manifestazione, nella natura. Poi venne il periodo Assiale che sosteneva: "No, il trascendente è la sola realtà spirituale, unicamente la dimensione ascendente, senza tempo, è la vera realtà."
L'approccio non duale dice: "Aspettate un attimo, avete ragione entrambi.
Quello che dobbiamo fare è trovare un modo per realizzare questa unione."
Il voto originario dei bodhisattva era: "Faccio voto di raggiungere l'illuminazione il più presto possibile per il bene di tutti gli altri esseri", infatti, com'era solito sottolineare Kalu Rimpoche: "Se rimandi la tua illuminazione, come pensi di poter salvare qualcun altro, idiota!" Questo approccio divenne più maturo nella visione tantrica. Comunque la base comune delle due tradizioni, per lo meno implicitamente, era la comprensione che nirvana e samsara, il vuoto e la forma, il senza tempo e la dimensione del tempo, l'essere e il divenire, sono i due aspetti di una realizzazione integrale. Nella realizzazione bisogna abbracciarli entrambi. Ma tu hai ragione quando affermi che le tradizioni spesso non si sono mantenute fedeli a questa visione. Penso anche che ci sia un altro significato o un livello più profondo di comprensione della realizzazione non duale intesa come impulso evolutivo nel mondo delle forme che si evolvono.

A.C. : E' appunto di questo che sto parlando!

K.W. : Penso che la ragione possa essere trovata proprio in ciò che abbiamo detto: un saggio, diciamo migliaia di anni fa, poteva avere una profonda realizzazione del dharmakaya o puro vuoto, una profonda realizzazione del nirvikalpa samadhi, e poi anche una profonda realizzazione di un'unione con tutte le forme. Quindi il saggio in questione avrebbe realizzato sia il vuoto sia il mondo delle forme e sia che essi sono intrinsecamente una cosa sola. Vuoto e forme emergono momento dopo momento come 'vuoto di tutte le forme che emergono estaticamente'. Ma, non di meno, il saggio più perfettamente illuminato, nel senso del sahaji, dell'esperienza non duale, può essere solamente 'uno con' il mondo delle forme del suo tempo. E quel mondo non ha le conoscenze che abbiamo noi oggi sul mondo delle forme.

A.C. : Vuoi dire sull'evoluzione.

K.W. : Certo, specialmente l'evoluzione, la sua esatta natura, cosa significhi, cosa succede nel mondo delle forme. In esso noi scopriamo un'inequivocabile tendenza verso livelli sempre maggiori di differenziazione, integrazione, complessità e unificazione. Si tratta di una comprensione fondamentale perché significa che il nostro veicolo nel mondo delle forme sta diventando più trasparente e quindi più capace di intendere i processi che avvengono nel mondo delle forme. Questo cambia ogni cosa. Non importa quanto qualcuno potesse essere profondamente illuminato migliaia di anni fa, il mondo delle forme allora non includeva questa conoscenza. Quindi questo non era parte della loro realizzazione, anche se la loro realizzazione del vuoto era meravigliosa quanto può esserlo per noi oggi, perché il vuoto è il vuoto, non cambia, non ha parti in movimento, ecc. Quindi non stiamo togliendo niente al saggio vissuto migliaia di anni fa, ma riconosciamo che noi abbiamo almeno una cosa in più: noi viviamo oggi. Fra migliaia di anni la gente guarderà indietro al nostro mondo delle forme e riderà istericamente per come eravamo idioti. Nel frattempo noi dobbiamo andare avanti nell'incorporare nel mondo delle forme il vuoto radicale. Il risultato è una specie di vuoto evolutivo, o 'illuminazione evolutiva'. Sì, è così.

A.C. : In questa illuminazione evolutiva l'elemento importante, se capisco bene, è la resa al movimento di un impulso che si risveglia e che spinge a partecipare in modo planetario al processo evolutivo per amore dell'evoluzione stessa. L'illuminazione evolutiva è questo, non si tratta di un semplice ottenimento della propria personale liberazione da o trascendenza di questo mondo.

K.W. : Sì, sono d'accordo.

A.C. : Io sottolineo proprio questo cambiamento di accento da una visione all'altra. Questo mi sembra significativo per la definizione di cosa sia finalmente l'illuminazione ai giorni nostri, poiché aumenta il numero delle persone che cominciano a interessarsi all'illuminazione, cosa sia, cosa significhi. Direi che nel novanta per cento dei casi, se non di più, il messaggio che ricevono si limita alla trascendenza, la trascendenza personale. E mentre di solito viene richiesto anche di abbandonare l'egocentrismo e di provare compassione, raramente, anzi mai, ci si riferisce a quella passione rivoluzionaria e impetuosa per la totale trasformazione del mondo, quella spinta che sorge dal cuore spirituale quando si è veramente liberato dal mondo. Voglio dire che molto spesso quello che viene propinato è un tiepido e strano miscuglio di antichi concetti di illuminazione conditi con idee sulla compassione basate sull'emotività di tipo "new age". In questo modo si indica una strada che non condurrà a realizzare il fuoco della vera liberazione.




ho trovato molto interessante il dialogo tra Wilber e Cohen
sull'illuminazione. Suprattutto quando si aggiunge che l'evoluzione si realizza nel mondo delle forme non in quello del vuoto.
Sono una donna che all'età di 30 anni, senza cercarla, ha avuto l'esperienza di un'illuminazione. A sei avevo avuto, senza cercarla, ancora una volta, l'esperienza di un'unione estatica con un'arancia che mi apprestavo a mangiare. Ora ne ho 60. Nella seconda esperienza dei trent'anni il vuoto e le forme(virtuali e dotate anch'esse di estasi)si realizzavano a intermittenza, a seconda di impulsi coscienziali, mondi comunque trascendenti l'io inteso come identità, personalità, storia. Nell'esperienza in cui si passa dal vuoto alla forma regna uno stato di beatitudine,di smemoramento di qualsivoglia legame con le modalità dello stato precedente, di amore per la realtà riscoperta, di cui si è punto di fuga, punto o vuoto e infinità e plenitudine.
Poichè queste due esperienze non le ho cercate, forse non ho capito la missione di evoluzione che è richiesta in questo mondo non "illuminato"! Il dialogo in questione mi riporta a ricercare ancora una volta il senso e l'aspettativa del mondo stesso, che si evolve (forse?) per
AMORE dell'evoluzione stessa. Ma perchè?

io ci sono arrivato da poco, non so neanche come, mentre ero in un periodo della vita abbastanza, diciamo movimentato vita di estremi a 31 anni.
E\' arrivato non so come, comunque dopo ci ho lavorato, riflettuto, meditato per un paio di mesi e ancora oggi sempre in ogni istante della mia giornata, io penso che l\'illuminazione evolutiva abbia senso in un mondo come questo solo mentale, io vedo come li altri siano ignoranti ma solo ora me ne rendo conto, siccome sono abbastanza ignorante anche io ancora molto sulla spiritualita in generale perchèè prima di 2 mesi fa per me non esisteva neanche, ancora di più questa conversazione mi ha illuminato, penso che l\'obbiettivo di questa evoluzione sia aprire la mente dei propri simili anche a livello intellettuale facendoli capire quanto il loro ego sia inutile e pesante per ogni altro essere vivente, ad esempio: ho avuto una conversazione sul pesce stasera con mia madre sembra una cosa stupida ma alla fine le ho fatto ammettere che mangiava pesce solo perchè le piaceva è non perchè era giusto farlo, di conseguenza le ho fatto spero\', capire quanto il suo ego pesava su quel povero pesce!
Questa è solo una mia teoria e sono ancora molto acerbo ma ho voluto condividere.

Io ho avuto questa meravigliosa esperienza a 55anni durante una meditazione zen sul respiro consapevole ,silenzio,passo respiro. Ho impiegato solo due mesi nel periodo del wesak come Buddha. Una esperienza indimenticabile molto forte ,la manifestazione dello spirito divino che è' in noi nella sua forza onnipotenza,è amore ,anche se il mio corpo era bloccato,benedico tutti con i mudra come cristo. Assorbendo le forze vitali,quasi da sentirmi svenire.e ora dopo un anno di pratica e di trasformazione dono amore, e lacrimo di compassione,per amore di tutti gli esseri.so come usare il mezzo per viaggiare con lo spirito merkaba, felice del cambiamento,questa è vita.auguro con tutto il cuore che ogni essere possa raggiungere e riconoscere che Dio è in noi.

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05 APRILE 2019 BOLOGNA - MEDITAZIONE - L'ESPERIENZA DEL RAJA YOGA
17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
13 - 14 APRILE 2019 FIRENZE - WORKSHOP LA SAGGEZZA DEL CUORE - PER INSEGNANTI E GENITORI
02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
12 APRILE 2019 SAN PIETRO IN CERRO (PC) - LIBERA LE EMOZIONI
03 APRILE 2019 PRATO - L'UNIONE - I 12 PASSI DELL AMORE
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