MANTRA
Le sillabe di un mantra, anche se sono intelligibili, non devono in alcun modo il loro potere al significato, sul piano del pensiero concettuale. I mantra generalmente vengono recitati 3,7,21 o 108 volte. L'efficacia dipende dalla vibrazione che suscita e quindi da una pronuncia straordinariamente precisa. Il vero potere del mantra non sta tanto nel loro suono quanto nella mente di chi li proferisce.
Le parole che hanno molto potere non mostrano un vero significato..... è meglio dimenticare il significato e mantenere libera la mente. La riflessione sul simbolismo delle parole dei mantra non fa parte della pratica contemplativa. Le sillabe mantriche non possono produrre il loro pieno effetto sui livelli più profondi della coscienza dell'adepto se la sua mente è affollata di concetti verbali. Il pensiero riflessivo deve essere trasceso e abbandonato. Essendo privi di significato i mantra non promuovono quindi il pensiero concettuale, diversamente dalla preghiera. Coloro che pregano con le parole sono solo principianti perché le parole significative incoraggiano il pensiero dualistico che ostacola la mente impedendole di entrare in uno stato veramente spirituale. Le preghiere che contengono richieste: cosa può esservi di meno spirituale e più egoistico d pregare per la vittoria, particolari condizioni meteorologiche o successi che possono essere ottenuti solo a spese di altri?
Ogni mantra ha una misteriosa corrispondenza con le varie potenzialità profondamente radicate nella nostra coscienza. Gettare qualche seme nella mente sicuramente fiorirà nella giusta stagione. I mantra pronunciati con profonda sincerità schiudono poteri mentali creativi dei quali non siamo normalmente consapevoli. Il suono del mantra, in qualche modo misterioso, permette alla mente di afferrare la sua segreta affinità con il Tao, la Fonte dell'Essere, è un mezzo per trascendere il pensiero concettuale e stabilire la comunione con Ciò Che Sta Dentro.
Il mantra, oltre ad avere un'affinità psichica con un elemento identico racchiuso nella coscienza di chi lo usa e con un elemento identico nella psiche di coloro per i quali viene impiegato, trae una forza enorme dal potere cumulativo delle sacre associazioni di cui è stato investito dalle menti di innumerevoli individui nel corso dei secoli. Mentre i mistici cristiani e musulmani intendono l'esperienza mistica alla luce dei loro dogmi, parlano di raggiungere l'unione con Dio, i buddisti e i taoisti parlano di realizzare il Nirvana o il Tao. Il primo suggerisce l'esistenza di una separazione tra il devoto e la sua mèta, una separazione che deve essere superata; la seconda implica un'unione che non ha mai cessato di esistere, anche se velata dalle illusioni nate dall'ego. Via via che svanisce il potere dell'ego illusorio, fioriscono le qualità della pazienza, della sopportazione e della compassione.
Gli occidentali sono abituati ad analizzare, a dubitare, a indagare, e perciò per ciò è più difficile raggiungere spontaneamente l'estasi mistica. La completa negazione dell'ego, l'unione consapevole con la Fonte dell'Essere è un compito così difficile da realizzare in una vita che non si deve sprecare un solo momento. E' impossibile provare ai ciechi l'esistenza della luce. Essi devono vincere la loro cecità e percepire da soli la luce, perché non potrà mai essere espressa a parole. Le persone ordinarie usano i mantra come incantesimi per assicurarsi la buona sorte o scongiurare le infermità e altri mali; ma sono di grandissimo aiuto nell'alterare gli stati di coscienza. E ci riescono facendo in modo che la mente stia ferma anziché inseguire i pensieri. Gli adepti dell'arte mantrica i quali si vantano dei risultati ottenuti o cercano di dimostrarli ad altri perdono il loro potere. La contemplazione della divinità interiore, incarnazione della nostra divinità innata, costituisce il fondamento stesso dello yoga mantrico. I mantra fanno parte di mezzi impiegati e vengono usati fino a quel punto elevato in cui vengono abbandonati i "mezzi" di ogni genere.
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