Idee e Pratiche per una Vita Consapevole

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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GLOSSARIO SANSCRITO


Acharya: insegnante religioso.
Advaita: non-dualità; scuola della filosofia vedanta che insegna l'unità di Dio, dell'anima e dell'universo. Il suo principale esponente fu Shankaracharya (788-820).
Ahimsa: non violenza.
Albero Bo: il famoso albero sotto il quale Buddha ottenne l'illuminazione.
Ananda: beatitudine.
Annapurna: un nome della Madre Divina nell'aspetto di Colei che dispensa il cibo.
Arjuna: eroe del poema epico Maha bharata, amico e discepolo di Sri Krishna.
Arya Samaj: movimento riformato re indù fondato da Swami Dayananda (1824-1883).
Ashrama: eredità; indica i quattro stadi della vita: brahmacharya (studio e castità), grihastha (capo famiglia), vanaprastha (ri tiro e contemplazione) e sannyasa (liberazione spirituale).
Atman: il Sé o l'Anima; indica sia l'Anima Suprema sia l'anima individuale.
Avatar: incarnazione di Dio.
Bhagavad Gita: una delle più impor tanti scritture sacre dell'India. Fa parte del Mahabharata ed è divisa in diciotto capitoli. Contiene gli insegnamenti di Sri Krishna.
Bhakta: devoto di Dio.
Bhakti: amore di Dio.
Bhakti Yoga: il sentiero della devo zione e dell'amore di Dio.
Bhakti Yogi: chi segue la via della devozione.
Bhoga: piacere, godimento. Bodhisattva: santo buddista in pro cinto di ottenere il Nirvana o l'il luminazione finale; questo stato si raggiunge attraverso una lunga serie di azioni disinteressate.
Brahmachari: aspirante alla vita spi rituale, novizio; lo studente ca sto nel primo stadio della vita. Vedi ashrama.
Brahmacharini: donna che segue la via spirituale e osserva il voto di castità.
Brahmacharya: il primo dei quattro stadi della vita; la vita di studen te celibe. Vedi Ashrama.
Brahman: l'Assoluto; la Realtà Suprema, secondo la filosofia Vedanta.
Brahmana: sezione dei Veda che spiega l'uso degli inni nei sacrifici, illustrandone l'origine e spiegandoli dettagliatamente. È una parte distinta da quella dei Mantra, altra sezione dei Veda.
Brahmino: membro della casta sa cerdotale.
Brahmo: membro del Bramo Samaj.
Brahmo Samaj: movimento religio so liberale indù fondato da Raja Rammohan Roy (1772-1833).
Buddhi: facoltà intellettiva della mente; intelletto, intelligenza.
Chaitanya: un grande santo e profeta nato nel 1485 nel Bengala. Predicò il sentiero dell'amore divino per realizzare Dio.
Chandala: intoccabile. Dakshineswar: villaggio nei pressi di Calcutta in cui visse Sri Ramakrishna.
Darshana: i sei sistemi della filosofia indiana: il Samkhya di Kapila, lo Yoga di Patanjali, il Vaiseshika di Kanada, il Nyaya di Gautama, il Purva Mimamsa di] aimini e il Vedanta o Uttara Mimamsa di Vyasa.
Dhammapada: scrittura sacra dei buddisti.
Dharma: giustizia, dovere, legge sa cra; l'intima essenza delle cose, che ne governa lo sviluppo.
Diwan: il primo ministro di uno stato indiano governato da un principe locale.
Duratman: anima malvagia.
Durga: un nome della Madre Divi na.
Gita: lo stesso di Bhagavad Gita
. Gopi: le pastorelle di Vrindavan, compagne di gioco di Krishna.
Guna: termine della filosofia Samkhya secondo la quale la Natura (Prakriti) è costituita di tre guna -tradotte 'qualità' chiamate salIva, rajas e tamas. Tamas rappresenta l'inerzia, rajas l'attività e l'agitazione e sattva l'equilibrio o la saggezza.
Guru: precettore spirituale, maestro
Haldarpukur: lago di Kamarpukur, luogo di nascita di Sri Ramakrishna.
Hari: un nome di Dio.
]aina: seguaci del ]ainismo, una re ligione dell'India.
] apa: ripetizione del nome del Si gnore o di una formula sacra data dal maestro spirituale.
]iva: (lett. essere vivente). L'anima individuale, che nell'essenza è una sola cosa con l'Anima Universale.
]ivanmukta: colui che ha ottenuto la liberazione mentre ancora vive nel corpo.
]ivanmukti: liberazione mentre an cora si vive nel corpo.
]nana: conoscenza della Realtà ottenuta con il distacco e la discriminazione; il processo discriminativo attraverso cui si ottiene la Verità Ultima; saggezza.
Jnana Yoga: disciplina spirituale basata essenzialmente sulla discriminazione tra il reale e l'ir reale e la rinuncia all'irreale. Jnana Yogi: chi segue la via del Jnana Yoga.
Jnani: chi segue la via della discriminazione per realizzare la Verità Ultima; in genere indica un non dualista.
Kali: (lett. la Nera) un nome della Madre Divina; l'Energia Creativa.
Kalidasa: il grande poeta sanscrito autore di Sakuntala.
Kali-yuga: il quarto ciclo o periodo del mondo. Secondo la mitologia indù la durata del mondo è divisa in quattro Yuga chiamati Satya, Treta, Dwapara e Kalz: Nel primo, chiamato Età dell'Oro, prevalgono le buone virtù tra gli uomini, ma ad ogni ruga successivo tali virtù diminuiscono e il male aumenta. Nel Kali-yuga vi è poca virtù e una grande amplificazione del male. Si dice che il mondo sia ora nel Kali-yuga.
Kamalakanta: poeta mistico del Bengala.
Karma: azione; dovere. Nei Veda questo termine viene usato prin cipalmente per indicare l'adora zione rituale e le azioni altruisti. che.
Karma Yoga: disciplina spirituale esposta nella Bhagavad Gita e basata sull'adempimento del proprio dovere senza motivazioni egoistiche.
Karma Yogi: chi segue il Karma Yoga.
Keshab Chandra Sen: vedi Sen, Keshab Chandra.
Krishna: incarnazione di Dio descritta nel Mahabharata e nel Bhagavatam.
Kshatriya: membro della seconda casta nella società indù; la casta dei guerrieri.
Kundalini: (lett. serpente arrotolato). li termine si riferisce al potere spirituale che giace addormentato in tutti gli esseri viventi. Quando viene risvegliato con la pratica di discipline spirituali, ascende per la spina dorsale, attraversando i vari centri e infine raggiunge il cervello, dove lo yogi sperimenta il samadhi o il totale assorbimento nel Divino.
Kurukshetra: località vicina alla moderna Delhi, in cui fu combattuta la grande battaglia descritta nel Mahabharata.
Lakshmi: la consorte di Vishnu; la dea della fortuna.
Lingam: simbolo fallico associato a Shiva.
Madhva: lo stesso di Madhvacharya.
Madhvacharya: il principale espo nente del Vedanta dualistico (1199-1276).
Mahabharata: poema epico indù attribuito a Vyasa.
Mahasamadhi: letto il più alto stato di coscienza di Dio; in genere coincide con la morte di un essere illuminato.
Mahatma: grande anima.
Malabar: la parte sud occidentale dell 'India, il Kerala.
Mantra: parola sacra con la quale un insegnante spirituale inizia il discepolo. Parola sacra in genera le. Inno vedico. Una delle due sezioni principali dei Veda:
Mantra e Brahmana. La sezione dei Mantra contiene gli inni usati nelle cerimonie religiose.
Math: monastero.
Maya: termine della filosofia Vedanta che indica l'ignoranza che oscura la visione della Realtà; illusione cosmica in virtùdella quale l'Uno appare molti, l'Assoluto appare relativo.
Meru: montagna mitica ricca d'oro e di pietre preziose. Dimora di Brahma, il Creatore, e luogo d'incontro di dei, semidei, rishi e altri esseri sovrannaturali. Il monte Meru è considerato l'asse intorno al quale ruota la Terra.
Mirabai: santa famosa dell'India.
Mlechchha: un non Indù, un barba ro. Termine dispregiativo usato dagli Indù ortodossi nei confronti degli stranieri che non vivono secondo le leggi della loro religione. La parola corrisponde al termine 'pagano' usato dai Cristiani e al termine 'infedele' dei Musulmani.
Mukti: liberazione dalla schiavitù del mondo; il fine della pratica spirituale.
Narayana: nome di Vishnu o del Divino. Nimbarka: grande filosofo indiano.
Nirvana: assorbimento finale in Brahman o nella Realtà Onnipervadente, mediante la distruzione dell'ego individuale.
Nirvikalpa samadhi: lo stadio più alto di samadhi, nel quale l'aspirante realizza la sua totale unità con Brahman.
Ojas: energia vitale o sessuale sublimata.
Om: la sillaba più sacra dei Veda; scritta anche Aum. Simboleggia sia Dio Persona sia. l' Assoluto.
Panchavati: un gruppo di cinque alberi sacri piantati da Sri Ramakrishna nel giardino del tempio di Dakshineswar e sotto il quale praticò intense discipline spirituali.
Pandit: studioso dei Veda.
Panini: famoso grammatico sanscrito; indica anche la grammatica scritta da Panini.
Paramhansa: chi appartiene all'ordine più elevato dei sannyasi.
Patanjali: autore degli Yoga Sutra, il testo principale dello Yoga, uno dei sei sistemi della filosofia indiana.
Prakriti: natura primordiale; il substrato materiale della creazione che consiste di sattva, rajas e tamas. Vedi guna.
Prana: il respiro vitale che sostiene la vita nel corpo fisico; l'energia o forza vitale, della quale le altre forze fisiche sono manifestazioni. Nei testi Yoga è scritto che il prana ha cinque modificazioni, a seconda delle sue varie funzioni nel corpo: 1) prana (che controlla il respiro), 2) apana (che spinge in basso il cibo e i liquidi non assimilati), 3) vyana (che pervade l'intero corpo), 4) udana (attraverso il quale i contenuti dello stomaco vengono espulsi dalla bocca e attraverso cui l'anima esce al momento della mor te) e 5) samana (che trasporta il nutrimento nel corpo). Frana è anche un nome del Saguna Brahman o il Brahman con attributi.
Puja: adorazione ritualistica.
Purana: libri della mitologia indù.
Purusha: (lett. persona). Termine della filosofia Samkhya che indica il principio cosciente dell'individuo. Nel Vedanta il termine Purusha indica il Sé, l'Atman.
Rajas: il principio dell'agitazione e dell'attività nella natura. Vedi guna.
Raja Voga: sistema Yoga attribuito a Patanjali e che si occupa della concentrazione e dei suoi meto di, del controllo della mente, del samadhi e di argomenti simili.
Rama: l'eroe del Ramayana, considerato un'incarnazione divina. Ramanuja: lo stesso di Rama nujacharya.
Ramanujacharya: (1017-1137), grande santo dell'India del Sud, il principale interprete della scuola vedantica del non dualismo qualificato
Ramayana: famoso poema epico in diano.
Rishi: veggente della Verità al quale viene rivelata la saggezza dei Veda; nome generico per indicare santi o asceti.
Samadhi: estasi, trance, comunione con Dio.
Samkhya: uno dei sei sistemi della filosofia indiana fondato da Kapila; insegna che l'universo si evolve dall'unione di Prakriti (Natura) e Purusha (Spirito).
Sannyasa: la vita monastica; l'ultimo dei quattro stadi della vita. Vedi Ashrama.
Sannyasi: monaco indù che ha ri nunciato al mondo per realizza re Dio.
Santa Madre: la casta sposa di Sri Ramakrishna.
Sarasvati: la dea della sapienza e delle arti.
Satchidananda: (lett. Esistenza, Coscienza e Beatitudine Assoluta). Nome di Brahman o della Realtà Ultima.
Sattva: il principio dell'equilibrio, della giustizia e della luce nella Natura. Vedi guna.
Sen, Keshab Chandra: un leader del Brahmo Samaj (1838 -1884).
Shakti: potere; generalmente il Po tere Creativo di Brahman; un nome della Madre Divina.
Shankara: 10 stesso di Shanka racharya.
Shankaracharya: uno dei più grandi santi e filosofi dell'India, il principale esponente dell' Advaita Vedanta (788 -820).
Shanti: pace.
Shiva: il dio della distruzione. La terza persona della Trinità indù; le altre due sono Brahma e Vishnu.
Sishya: discepolo.
Sita: la moglie di Rama.
Sonthal: tribù primitiva dell'India Centrale.
~ Sri: termine spesso usato come prefisso onorifico davanti ai nomi di divinità, di santi e persone eminenti o di libri sacri.
Sudra: membro della quarta casta indù, la classe dei lavoratori.
Sutra: aforisma.
Swami: (lett. maestro). Titolo dei monaci che appartengono alle scuole vedantiche.
Swamiji: termine di rispetto con il quale ci si rivolge ad uno Swami.
Tamas: il principio dell'ottusità o dell 'inerzia nella natura. Vedi guna.
Tantra: sistema filosofico-religioso nel quale la Madre Divina, o il Potere Creativo Femminile (Shakti), costituisce la Realtà Ultima; il termine indica anche le sacre scritture che espongono questa filosofia.
Tapasya: austerità.
Upanishad: le sacre scritture indù che racchiudono la filosofia dei Veda. Sono centootto, undici delle quali sono considerate maggiori.
Vaishya: chi appartiene alla terza casta della società indù, i cui membri si dedicano all'agricoltura, al commercio e all'allevamento del bestiame.
284 Veda: le principali scritture sacre (rivelate) dell'lnduismo, formate da: Rig- Veda, Sama- Veda, Yajur-Veda e Atharva-Veda.
Vedanta: (lett. l'essenza o la parte conclusiva dei Veda). Sistema filosofico basato principalmente sugli insegnamenti delle Upanishad, della Bhagavad Gita e dei Vedanta Sutra.
Vedanta Sutra: trattato autorevole sul Vedanta, attribuito a Vyasa
. Vidya: la conoscenza che porta alla liberazione, alla realizzazione della Realtà Finale.
Virat: coscienza limitata o condizionata dalle upadhi (limitazioni aggiunte) dell'aggregato dei corpi grossolani; un altro nome dell'Anima Cosmica.
Vishnu: (lett. lo Spirito che tutto pervade). L'aspetto di Dio che preserva. La seconda persona della Trinità indù; le altre due sono Brahma e Shiva. È anche un nome del Signore Supremo.
Vishwanath: un nome di Shiva.
Viveka: discriminazione tra il reale e l'irreale.
Vrindavan: città sulle rive del fiume Yamuna e associata con l'infan zia di Sri Krishna.
Yamuna: fiume sacro dell'India.


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