ZEN: L’ESSENZA DELLA VITA
Fra le varie tecniche di meditazione, quella Zen è forse la più terapeutica, la più adatta a uomini nevrotici e stressati che hanno perduto il contatto con la propria natura più profonda e con la natura in genere. Siamo irrimediabilmente condizionati da sovrastrutture culturali, logiche, psicologiche, sociologiche che ci impediscono di vedere le cose per quel che sono e di avere un approccio diretto con la realtà. Per l’uomo la mente e l’individualità sono i beni più preziosi, il prodotto di millenni d’evoluzione, quindi deve fare un enorme sforzo per abbandonarli. Questa è la difficoltà maggiore che deve affrontare lo Zen e tutte le tecniche di meditazione. Alcuni metodi utilizzati dallo Zen hanno lo scopo di mettere in evidenza le contraddizioni e i limiti della mente, di portare la tensione intellettuale fino a un punto di rottura in cui la ragione, incapace di proseguire, si paralizza da sola. Dunque i sensi liberati da elementi estranei e condizionamenti intellettuali, possono avere una cognizione immediata, cioè non mediata, del mondo. Il Satori (l’Illuminazione, il Risveglio) è in sostanza una potente presa di coscienza che di per sé non basta a cambiare la vita, ma ne è la premessa indispensabile. L’esperienza del risveglio non basta a modificare un uomo se non viene integrata nell’esistenza quotidiana.
La cultura giapponese, sotto l’influenza dello Zen, è riuscita a trasformare in meditazione anche l’atto di servire il tè, di predisporre i fiori, di disegnare un giardino, di dipingere, di scrivere una poesia, di tirare con l’arco, di lottare a corpo libero e perfino di morire. Il Risvegliato non si comporta più secondo la logica e la morale corrente, la sua mente funziona in modo diverso dalla normale mente razionale; le consuete categorie conoscitive di tipo rigido hanno ceduto il passo ad un principio di creatività fluido, che si adatta di volta in volta alle varie circostanze. Chi ha afferrato lo spirito dello Zen è l’uomo che vive finalmente con naturalezza, che mangia quando ha fame, che dorme quando ha sonno e così via. Lo Zen sacralizza la vita di tutti i giorni, i gesti minimi, le esigenze semplici del corpo, il lavoro; questa è la realtà, tutto il resto è consumismo, è alienazione, è uno spreco dell’esistenza.<7b La serenità, la distensione, la spontaneità, l’armonia con la natura sono qualità Zen. La vita essenziale è dunque l’ideale dello Zen.
Mariagrazia De Cola [email protected]
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