LA COSCIENZA SUPERMENTALE
di Sri Aurobindo
Nell’esistenza inferiore, l’ordine è automatico, il condizionamento della Natura completo, le sue inveterate abitudini incrollabili e imperative: la Coscienza-Forza cosmica fa apparire una Natura d’un certo tipo, col suo schema abituale, la sua ronda immutabile d’attività, e obbliga l’essere infrarazionale a vivere e ad agire secondo quel tipo, nello schema e la ronda per lui creati. Nell’uomo, la Mente comincia con questo tipo e questa routine preordinati, ma, com’essa evolve, allarga il piano, ingrandisce lo schema e cerca di sostituire questa legge fissa d’automatismo, incosciente o semicosciente, con un ordine basato su idee, significati e motivi di vita riconosciuti, o cerca di stabilire una standardizzazione intelligente, una struttura determinata da un’utilità, una comodità e un fine razionali.
Non c’è niente che sia realmente obbligatorio o permanente nelle strutture di conoscenza stabilite dall’uomo o nelle sue strutture di vita; eppure l’uomo non può fare a meno di creare norme di pensiero, di conoscenza, di personalità, di vita e di condotta e di basare su di esse, in maniera più o meno cosciente e completa, la sua esistenza, o, per lo meno, di fare del suo meglio per far rientrare la sua vita nel quadro ideale dei dharma ch’egli ha scelto o accettato.
Col passaggio alla vita spirituale, il supremo ideale assunto è, al contrario, non una legge, ma una libertà nello Spirito; lo Spirito in noi, per scoprire il suo sé, avanza infrangendo tutte le formule e, se deve ancora occuparsi dell’espressione, deve arrivare a un’espressione libera e vera, non artificiale, a un ordine spirituale vero e spontaneo. “Abbandona tutti i dharma, tutte le norme e tutte le regole d’essere e d’azione, e prendi rifugio in Me solo”*, è la regola suprema dell’esistenza più alta che l’Essere divino offre al cercatore.
Nel ricercare questa libertà, nel liberarsi dalla legge costruita per entrare nella legge del sé e dello spirito, nello sbarazzarsi della direzione mentale per sostituirla con la direzione della Realtà spirituale, abbandonando la verità inferiore costruita dalla mente per adottare la verità superiore essenziale dell’essere, è possibile attraversare uno stadio in cui c’è una libertà interiore ma manca un ordine esteriore; l’azione sembra allora appartenere al flusso della natura, essa è infantile, o inerte come una foglia immobile e passiva o trascinata dal vento, oppure, nella sua apparenza esteriore, è incoerente o stravagante.
E’ possibile arrivare anche a un’espressione spirituale del sé ordinata e temporanea, che è sufficiente per lo stadio che si può raggiungere a un dato momento o in questa vita, o si può arrivare a un ordine personale d’espressione valido secondo la norma di quanto della verità spirituale uno ha già realizzato, ma che in seguito si trasforma liberamente, per la forza della spiritualità, al fine di esprimere la verità ancora più vasta che si è in via di realizzare.
L’essere gnostico supermentale si trova però in una coscienza dove la conoscenza esiste in sé e si manifesta secondo l’ordine spontaneamente determinato dalla Volontà dell’Infinito nella Soprannatura. Quest’autodeterminazione secondo una conoscenza esistente in sé sostituisce l’automatismo della Natura e le norme mentali con la spontaneità di una Verità cosciente di sé e autonomamente attiva nella trama stessa dell’esistenza.
Nell’essere gnostico, questa conoscenza che si determina spontaneamente e che obbedisce liberamente alla verità del suo sé e alla verità totale dell’Essere sarà la legge stessa della sua esistenza. In lui, Conoscenza e Volontà diventano una sola cosa e non possono essere in conflitto; la Verità dello spirito e della vita diventano un’unica verità e non possono essere in conflitto: nell’autorealizzazione del suo essere non può esistere alcuna lotta, disparità o divergenza fra lo spirito e i suoi strumenti. I due principi di libertà e d’ordine, che nella mente e nella vita si presentano costantemente contrari o incompatibili, benché non abbiano bisogno di esserlo se la libertà è difesa dalla conoscenza e l’ordine fondato sulla verità dell’essere, nella coscienza supermentale sono d’una natura simile ed anche essenzialmente un unico principio.
E questo perché sono entrambi aspetti inseparabili della verità spirituale interiore e quindi le loro determinazioni sono una; essi sono inerenti l’uno all’altro, perché nascono da un’identità e di conseguenza coincidono, nella loro azione, in un’identità naturale. L’essere gnostico non sente in alcun modo o in alcuna misura infranta la sua libertà dall’ordine imperativo dei suoi pensieri o delle sue azioni, perché quell’ordine è intrinseco e spontaneo; egli sente che la sua libertà e l’ordine della sua libertà sono un’unica verità del suo essere.
La sua libertà di conoscenza non è libertà di seguire la falsità o l’errore, perch’egli non ha bisogno, come la mente, di passare, per sapere, attraverso la possibilità dell’errore, - al contrario, ogni deviazione di questo genere sarebbe un allontanarsi dalla pienezza del suo Sé gnostico, una diminuzione della sua propria verità, una cosa estranea e dannosa per il suo essere, perché la sua è una libertà di luce, non di tenebra.
La sua libertà d’azione non è licenza d’agire secondo la volontà falsa o gli impulsi dell’Ignoranza, perché anche questa sarebbe estranea al suo essere, una restrizione e una diminuzione di esso, non una liberazione. Una spinta per realizzare la falsità o la volontà errata sarebbe sentita da lui non come un movimento verso la libertà, ma come una violenza fatta alla libertà dello Spirito, un’invasione e un’imposizione, un’irruzione sulla sua Soprannatura, la tirannia di qualche Natura estranea.
Una coscienza supermentale dev’essere fondamentalmente una Coscienza-di-Verità, una percezione diretta e inerente della verità delle cose; essa è un potere dell’Infinito che conosce ed elabora i suoi finiti, un potere dell’Universale che conosce ed elabora la sua unità e i suoi dettagli, la sua cosmicità e le sue individualità; spontaneamente in possesso della Verità, essa non avrà da cercare la Verità, né sarà soggetta a perderla come fa la mente dell’Ignoranza. L’essere gnostico evoluto sarà penetrato in tale Coscienza-di-Verità dell’Infinito e dell’Universale, e sarà questa a determinare per lui ed in lui tutta la sua visione e la sua azione individuale. […]
* Bhagavad Gita, XVIII. 66 (n.d.t.)
Per gentile concessione: SRI AUROBINDO, “La Vita Divina”, vol. II, cap. XXVII, “L’Essere gnostico”, pp.737-739 - ed. Mediterranee, traduzione di Paola De Paolis. Tutti i diritti riservati.
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