di Alice Bailey
(1) Siate lieti, poiché la gioia chiama la luce e non lascia posto per le nebbie e l’incomprensione. (5 - 461).
(2) Ti esorto a esprimere la gioia. Sii gioioso nel tuo lavoro e nel tuo servizio. Non essere così intenso, ma procedi gioiosamente sulla Via illuminata: ecco la mia preghiera per te. (5 - 408).
(3) Puoi imparare a creare la qualità della gioia che è caratteristica della personalità coscientemente radicata nel regno dell’anima. (5 - 398).
(4) Coloro che lottano, che strenuamente tendono verso la meta, che persistono e resistono; la gioia sarà grande allorché l’idea sarà materializzata sul piano della manifestazione: sarà la gioia delle difficoltà superate, delle tenebre fugate, o trascese, della Luce che illumina alfine la Vittoria.
Sarà la gioia di aver trovato dei compagni fedeli, poiché nei lunghi anni di lavoro e di esperienza avete compreso quali sono i vostri collaboratori instancabili e fidati, con i quali si sarà stabilito il legame indissolubile che si forma nella comunanza della sofferenza e delle difficoltà insieme superate; la gioia della pace nella vittoria riportata sarà vostra, poiché al guerriero a lungo provato sono doppiamente dolci i frutti del raggiungimento e della quiete; sarà vostra la gioia della partecipazione al piano dei Maestri, ed è proprio questo che vi tiene collegati ad Essi; la gioia di aver aiutato ad alleviare le sofferenze del mondo, di aver apportato Luce alle Anime, di aver lenito in qualche misura le piaghe e le ferite di una tormentata umanità; dalla coscienza di giorni bene spesi, dalla gratitudine delle Anime portate sulla Via della Luce, deriva la più grande, la più profonda gioia; quando Egli si fa strumento per aiutare un fratello minore a salire un gradino della scala dell’Evoluzione.
Questa è la gioia che è aperta dinanzi a tutti voi e che è alla portata di tutti. Lavorate dunque e non per la gioia ma
verso la gioia, per un interno, irresistibile impulso di aiutare e di Servire, non per essere fatto oggetto di ricompensa e gratitudine, ma perché tale è il vostro urgente bisogno, dopo aver percepito la visione, ben sapendo che la vostra parte nel lavoro è di portare quel frammento di visione in manifestazione quaggiù.
Non sarà superfluo, dopo aver nominato più volte la gioia, parlare della differenza fra la felicità, la gioia e la beatitudine.
1. La
felicità ha sede sul piano delle emozioni ed è una reazione della personalità.
2. La
gioia è una qualità dell’Anima; ha la sua sede nella mente, allorché ha luogo l’allineamento con l’Anima.
3. La
beatitudine partecipa della natura dello Spirito; è dunque pressoché impossibile pervenire alla sua comprensione, fintanto che non si sia giunti alla fusione dell’Anima con la Monade, alla identificazione del Figlio col Padre. Tale fusione deve essere preceduta dalla fusione dell’Anima con la personalità. Perciò ogni speculazione e analisi sulla natura della beatitudine non approda a nulla, trattandosi di uomini che si trovano ancora ad un grado medio di evoluzione, la cui terminologia e le cui metafore debbono necessariamente essere personali e in relazione col mondo dei sensi.
Nel parlare della gioia è necessario riferirsi a stati di coscienza di gruppo, alla coscienza dell’unità e della solidarietà con tutti gli esseri, e non può assolutamente essere identificata con la felicità che la personalità prova, allorché viene a trovarsi in quelle condizioni che soddisfano l‘uno o l’altro degli aspetti della sua natura inferiore. Può essere quindi o un senso di benessere fisico, o di contentezza nel proprio ambiente, in relazione ad altre personalità, di soddisfazione per contatti sul piano mentale inferiore, per occasioni favorevoli che si offrono pure in quel piano. La felicità è la meta del sé inferiore separato.
Tuttavia, quando si cerca di vivere come anime la contentezza dell’uomo inferiore subisce una diminuzione di valore e si prova gioia nelle relazioni di gruppo e nel manifestare quelle condizioni che conducono ad una migliore espressione delle anime di coloro con cui veniamo in contatto. L’arrecare gioia ad altri per produrre condizioni adeguate a facilitare una migliore espressione di se stessi, può avere effetto sul piano fisico, qualora cerchiamo di portare miglioramenti alle loro condizioni di salute, oppure l’effetto può manifestarsi sul piano emotivo, allorché la nostra presenza infonde ad altri un senso di pace e di elevazione: o sul piano intellettuale, se noi li stimoliamo ad una maggiore chiarezza di pensiero e di comprensione.
Ma l’effetto su di noi stessi è la gioia, poiché la nostra azione è esente da egoismo e da interesse personale, indipendente dalle circostanze o dalle condizioni sociali dell’aspirante. Molta felicità viene diminuita e anche impedita dallo stato di malferma salute, dalle circostanze difficili ambientali e dal “karma accumulato durante molte vite” karma non solo individuale, ma anche familiare, nazionale o umano, che abbatte penosamente la personalità sensitiva. La felicità della gioventù, o l’egoistica ed egocentrica contentezza della persona che vive appartata dal mondo, non devono confondersi con la gioia.
È certo un luogo comune e allo stesso tempo un paradosso occulto il dire che in mezzo alla profonda angoscia dell’infelicità personale, la gioia dell’Anima può essere sentita e provata. Questa è una verità, di cui molti possono testimoniare per esperienza propria, ed è a questo che ogni aspirante deve mirare. (4 - 368/70).
(5) La sola cura di questa inerzia che si insinua è ignorare il corpo e gioire della vita di servizio. Non mi riferisco a vere e proprie malattie o condizioni fisiche di grave impedimento, che richiedono debite cure e attenzione. Parlo delle migliaia di uomini e donne che si preoccupano di se stessi, sprecando le ore che potrebbero consacrare al servizio dell’umanità. (8 - 168).
(6) I popoli si macerano nella miseria e nell’infelice acquiescenza psicologica della pena. La luce chiara dell’amore deve spazzar via tutto ciò e la gioia sarà la nota distintiva dell’età futura. (12 - 120).
(7) Grandi cose sono imminenti. L’umanità avanza con impeto rinnovato. Ha superato il bivio, ha preso decisioni irrevocabili, e segue un sentiero che la porterà nella luce e nella pace. Troverà la via verso la “pace che supera ogni comprensione”, perché sarà indipendente dalle condizione esterne e totalmente diversa da come ora la si intende. È la pace della serenità e della gioia, una serenità basata sulla comprensione spirituale; una gioia che le circostanze non turbano.
Esse non sono uno stato astrale, ma una reazione dell’anima. Non sono prodotte dalla disciplina imposta alla natura emotiva, ma sono una reazione spontanea e naturale dell’anima. Sono la ricompensa dell’allineamento conseguito con esattezza. Queste due qualità dell’anima - serenità e gioia - indicano che essa, l’ego, Colui che è solo, controlla o domina la personalità, le circostanze e tutte le condizioni ambientali della vita nei tre mondi. (15 - 200).
(8) Il futuro contiene entro il suo silenzio altri modi di salvare l’umanità. La coppa della sofferenza e dell’angoscia della Croce è stata svuotata quasi del tutto. Gioia e forza ne prenderanno il posto. Invece della sofferenza avremo una gioia che produrrà felicità e condurrà infine alla beatitudine. Avremo una forza che non conoscerà altro che vittoria e non ammetterà sconfitte...Per ora non siamo che all’alba - l’alba dell’Era dell’Acquario. La piena marea di luce sta salendo inevitabilmente nel suo moto verso di noi. (18 - 234).
(9) Sii felice. Impara la gioia - quella che nasce dal sapere che l’umanità ha sempre trionfato, ha sempre progredito nonostante i fallimenti apparenti e la distruzione delle civiltà; quella gioia che proviene dall’incrollabile convinzione che tutti gli uomini sono anime, e che le “crisi” sono benefiche in quanto evocano il potere dell’anima, sia nell’individuo che nella razza, o nell’umanità in genere; la gioia che deriva dalla beatitudine dell’anima sul suo livello, dove la forma non prevale. Medita su questi pensieri e ricorda che sei radicato al centro dell’Essere e puoi vedere il mondo com’è, senza distorsioni; imperturbato, conosci la fine sin dal principio e sai che l’amore trionfa. (5 - 471).
(10) In questi giorni di sofferenza mondiale, fate che amore e gioia siano le note fondamentali della vostra vita - come gruppo e come individui - poiché trasmettono la vibrazione sanatrice della Gerarchia. (5 - 299/300).
(11) Ti invito a
coltivare la gioia, che finirà per aprirti un servizio più vasto. (5 - 138).
(12) Molti, negli ultimi anni della vita, vivono, pensano e agiscono in modo tale che l’anima distoglie l’attenzione, e non rimane che la personalità. A chi fra voi ha superato i cinquant’anni consiglio di affrontare il futuro con la stessa gioia che in gioventù, ma con accresciuta utilità, perché fatti saggi dall’esperienza, poiché siete capaci di comprendere e sapete che nessuna limitazione fisica può impedire all’anima di servire con efficacia. Vi rammento, cosa spesso dimenticata, che l’anima si esprime assai meglio mediante un corpo anziano ma sperimentato che con uno giovane e inesperto, purché non vi sia orgoglio né egoismo, ma soltanto proposito di amare e di servire. (5 - 465/6 ).
(13) Rifletti sulla gioia, felicità, letizia e beatitudine, che sgombrano i canali della vita interiore e raggiungono - con ampio raggio - molti uomini. Esse sanano e purificano il corpo fisico e ti aiutano ad assolvere il lavoro con poco sforzo, con giusto senso dei valori e col distacco basato sull’amore e non sull’isolamento. (5 - 170).
(14)
Meditazione sulla gioia:
1. La Gioia dell’Anima irradia la mia vita, e alleggerisce i fardelli di chi incontro. La Gioia del Signore è la mia forza e mi fortifico nella gioia per altri. (5 - 176).
2. Gioia - Volo verso il sole, come un uccello. Io canto nella mia anima così che tutti possano udire. (5 - 435).
3. “Lavoro industrioso come la formica. Viaggio spedito come la lepre. Salgo con gioia come la capra che scala la montagna. Diligenza, velocità e gioia siano i fondamenti della mia vita; diligenza nel lavoro; rapidità nell’assentire a quel che insegna il Maestro; velocità sulla via del servizio; gioia nel prodigarmi con coloro che incontro. Tale è la mia Via”. (5 - 462).
4. Che il canto dell’anima si effonda da me, e le chiare alte note portino pace e gioia agli altri. La mia parola oggi è
Gioia. (5 - 565).
5. Siedi in perfetto silenzio e quiete interiore per quindici minuti, senza cadere in uno stato di semi - “trance”, ma attivamente consapevole di quel centro interiore di calma e di pace dove gioia e beatitudine dimorano. (5 - 577).
Estratto dal Compendio di Insegnamenti: Rifletti su Questo (prossima uscita per la prima volta in edizione italiana)
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