Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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ESSENZA DEL CORAGGIO



di Bianca Carelli
 
Sul Sentiero l’uomo impara a rivolgere attenzione costante e sottile ai propri comportamenti e, soprattutto, alle proprie più nascoste motivazioni poiché sa che solo ciò che viene riconosciuto e svelato con Coraggio può essere trasmutato. Solo se ci rendiamo conto dei cumuli di menzogne che ospitiamo dentro noi stessi potremo operare con l’Alchimia interiore illuminando, purificando, elevando.

E’ sicuramente molto più gratificante fare discorsi alati sull’anima e sul suo destino glorioso che osservare con coraggiosa discriminazione e saggio discernimento il nostro interiore; ma in verità - affermano i Maestri - tale destino sarà raggiunto solo quando le nostre parti in ombra saranno rese luminose.

Il nostro Servizio all’Umanità non è soltanto quello di esporre elevati contenuti e finalità da raggiungere ma anche quello di lavorare sul presente, diventando consci delle nostre dinamiche meno esplicite poiché solo chi è consapevole può generare Coscienza, Evoluzione e Verità e cocreare il Futuro.
 
Soltanto da un profondo rispetto per la propria persona, per la propria individualità e unicità, per il Compito che si considera primario dell’uomo, ovvero quello di evolvere nella Verità, può svilupparsi la capacità di analizzare noi stessi e le nostre relazioni, e di dar vita a relazioni interpersonali costruttive e veritiere, basate sull’Amore e  sulla Coerenza.
E’ necessario pertanto guardare con Coraggio anche agli aspetti meno gradevoli di noi stessi e dei nostri rapporti, invece di occultarli o mistificarli nell’enfatizzazione degli aspetti luminosi:
 
“…ci sono due modi per essere ingannati. Uno è quello di credere a ciò che non è vero;
l’altro è quello di rifiutare di accettare ciò che è vero.”
(Søren Aabye Kierkegaard)
 
Anche il corpo reagisce alla mancanza di verità della nostra vita; sostenuto e strettamente collegato al corpo eterico, manifesta attraverso la malattia  l’incoerenza e  il disagio interiore che risiedono ad un livello più profondo rispetto a quello fisico; creata inizialmente ad un livello inconscio, la disarmonia si manifesta poi all’esterno come malattia.  Spesso, quando sopraggiunge una maggiore consapevolezza delle cause del malessere, che riguardano sempre impacci evolutivi e menzogne su noi stessi, i sintomi si riducono, diventano più gestibili o perfino scompaiono.
 
L’ego, che vive nella separazione, utilizza come suo strumento d’azione il conflitto (tra aspirazioni dell’anima e coinvolgimenti contingenti meno elevati; tra corpo e spirito; tra moventi evolutivi e quelli utilitaristici; tra menzogna e verità…), il quale conduce inesorabilmente alla paura. In sostanza, il corpo è il mezzo di comunicazione mediante il quale l’anima, cioè la nostra parte perfetta, esprime l’armonia dell’interiore o il disagio derivante dal disallineamento con la propria Fonte divina,  che induce ad un disorientamento su Compiti, percorsi di vita, aspirazioni e moventi, rapporti con gli altri.

La funzione della malattia, emissaria dell’anima, è quella di ri-velare, ovvero di togliere veli e di favorire la consapevolezza delle disarmonie; il Coraggio di osservare e di apprendere ci permetterà di comprendere le lezioni necessarie al nostro sviluppo.Anche la Guarigione pertanto, come ogni progresso evolutivo, richiede come atto di impegno il Coraggio; chi ha paura guarisce con maggiore difficoltà (sul piano fisico, su quello emotivo, mentale e spirituale) perché nella mente continua ad operare il conflitto tra ciò che si sente  giusto e vero e altre considerazioni originate da interpretazioni distorte della realtà che impediscono pienezza di vita e verità nell’aspirazione:

“Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo del nostro sforzo:
un'aspirazione costante, ineluttabile che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall'alto.
Ma la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farlo nelle condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza.”
(Mère)

La malattia ci insegna che ogni progresso è illusorio se non si distingue ciò che è divenuto veramente parte di noi, elaborato e costruito con sincerità e convinzione profonda, da ciò che è maschera, nebbia emotiva, timore di rapporti reali, evasione dal mondo comune, rifugio dal dolore, falsità di moventi, distacco dalla vita, orgoglio e ostinazione, desiderio di distinzione, fuga dall’incertezza, gregarismo acquiescente, separatezza narcisistica, tendenza alla delega e alla deresponsabilizzazione, vuota “retorica dell’amore universale”, desiderio di essere amati e apprezzati e molto altro ancora.
E’ solo attraversando con Cor-aggio le ombre della personalità e svelandone le dinamiche e i meccanismi - spesso infidi e subdoli ma potentemente strutturati e macchinosamente congegnati a difesa dell’ego - che la Luce potrà, infine, irrompere.

Apriamoci pertanto con fiducia e umiltà al Coraggio dell’Amore:
 
Nella misura in cui trattenete la debole paura
in quella misura vi chiudete a ricevere i tesori della vita
.”
(Eva Pierrakos, Il Sentiero del Risveglio interiore, lez. 212)
 
E’ solo nello spessore luminoso della Verità, scevro dagli orpelli e finzioni dell’ego, che possiamo svolgere il nostro Compito di seminatori del Coraggio e dell’Amore, elementi fondanti della nuova Cultura planetaria:
 
Il coraggio e l'amore sono le uniche virtù indispensabili;
esse manterranno vive l'anima anche se tutte le altre dovessero addormentarsi o venire eclissate.”
(Sri Aurobindo)
 
 
Invocazione
 
Che il Coraggio sia la Fiaccola che renda chiaro, spedito e luminoso il percorso sul Sentiero.
Che Creatività e Libertà interiore fioriscano nei nostri Gruppi e nelle comunità umane portando segni di Luce.
Che la Coscienza della nostra Essenza di Fuoco sia guida per la scelta del nostro Compito.
Che Coerenza e Autenticità siano la base di Verità su cui fondare il nostro percorso.
Che la cortesia formale, basata sull’ego e sul timore, si consumi nella Fiamma dello spirito elevandosi al Cuore nella Sincerità del Dialogo di Verità.
Che noi tutti possiamo travalicare i limiti angusti e rigidi della formalità e “osare nell’Amore” disinteressato ed espanso, saggio e lungimirante.
Che il nostro dire e il nostro fare rispecchino limpidamente il nostro intimo sentire e possano entrambi essere dedicati con purezza all’Umanità.
Che il Coraggio orienti la nostra Mente per l’accoglimento della Verità (su noi stessi, sui nostri rapporti, sulle nostre motivazioni, sulla realtà) senza la quale nessun progresso è possibile.
Che il Cuore ispiri il Coraggio ardente del discepolo, che Ascolta, Sostiene, Cura, Coopera, Ama e Serve.
  
Chi è sul Sentiero vigila su di sé, sul proprio allineamento con l’anima e sulla scelta, maturità e verità delle proprie scelte e delle proprie relazioni, poiché sa che è attraverso di esse che si gioca ogni percorso evolutivo:
 
Chi è cieco verso la propria verità è cieco anche verso la verità degli altri…Voi saprete sempre cosa fare e qual è la direzione giusta se avrete imparato a essere onesti con voi stessi al massimo delle vostre capacità” (Eva Pierrakos, Il Sentiero del risveglio interiore, lez.1)
 
 Pertanto chi è sul Sentiero: 
  • è in contatto con la parte più vera di sé, che espone con coraggio,  esprimendo con chiarezza se stesso in ogni situazione;  è in grado di adeguare il suo comportamento e le sue decisioni in base all’interlocutore ed al contesto in cui si trova e possiede la capacità di difendere e sostenere le proprie idee quando la situazione lo richiede, senza fuggire né aggredire; 
  • ha un atteggiamento di sano equilibrio, che comporta la manifestazione dei propri punti di vista e delle proprie esigenze e, allo stesso tempo, l’ascolto e l’accoglienza dei punti di vista, dei bisogni e, soprattutto, del sentire più profondo dell’altro; 
  • conosce il proprio interiore, lo accetta con i suoi lati ombra, che naturalmente è teso a modificare, e non teme di mostrarlo agli altri; sa che mistificarlo in vista di una dimostrazione di una presunta “elevatezza spirituale” può solo provocare incomprensioni, disagi e sensazione di falsità all’interno delle relazioni:
“…sarete sollevati di scoprire che non siete voi a non essere amabili ma i vari stratagemmi che usate per proteggervi
(Eva Pierrakos, Il Sentiero del Risveglio interiore, lez. 93)
  • ama comunque il suo interlocutore ma sa anche chiedergli, se è il caso, di modificare l’inadeguatezza del suo comportamento;
  • sa che per sviluppare sani rapporti sono necessari alcuni elementi fondamentali: la conoscenza di se stessi (del proprio mondo interiore, inteso come insieme di attitudini, bisogni, aspetti ombra e punti di luce); la sicurezza di sé e il rispetto per la propria persona; la scelta dell’Empatia verso i fratelli; la volontà di costruire rapporti costruttivi e sempre veritieri e trasparenti;
  • sente d’impaccio e sterilmente desueta la cortesia puramente esteriore in un Mondo ormai proiettato ai Valori e alle Responsabilità della Nuova Era, e sceglie, con un atto d’amore lucido e forte, il Coraggio, la qualità del Cuore.
Quando usciamo dai nostri piccoli mondi individualistici e separativi e ci apriamo a dimensioni universali ci rendiamo conto che per instaurare la “Cultura dello spirito” è necessario rendere trasparente il nostro interiore e pervi i nostri canali di comunicazione con il Trascendente al fine di poter accogliere le Intuizioni superiori.
L’Umanità dolorante non ha bisogno certamente di individui concentrati su insignificanti e miseri personalismi, ma richiede Servitori dal cuore ampio e inclusivo, dalla mente disponibile alla Cooperazione, dall’azione pronta e generosa.

I Nuovi Tempi che siamo chiamati a vivere richiedono Guerrieri impavidi, portatori della Fiamma, che affrontano con Coraggio i propri draghi interni e operano attivamente per fare della Terra un Pianeta sacro.
Che ciascuno di noi sia specchio all’altro per modificarci e perfezionarci in vista del Servizio; ciò è particolarmente pertinente in Gruppi orientati all’evoluzione della Coscienza.
 
Da questa consapevolezza superiore, e dai conseguimenti concreti che ne derivano, può librarsi l’azione possibile, costruttiva e liberatrice nel Mondo:
 
L'impossibilità è soltanto un insieme di più grandi possibilità non ancora realizzate.
Essa cela uno stato più avanzato ed un viaggio non ancora compiuto.”
(Sri Aurobindo)


Bianca Carelli
Tratto da: Sul Sentiero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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