COME PARTI DI UN INTERO
di Satish Kumar
Siamo in un viaggio: un viaggio dalla separazione alla relazione e dal dualismo all’unità. Uno dei dualismi dominanti della nostra epoca è stato l’idea di scollegamento tra la scienza e la spiritualità. Dall’inizio dell’epoca della pura ragione, in nostro sistema educativo si è impegnato a fondo per far sì che si affermasse la convinzione che la scienza debba essere libera dalla spiritualità, e che la spiritualità non debba avere nulla a che fare con la scienza.
Negli ultimi quattrocento anni, milioni di laureati sono usciti dalle università dopo aver subito un lavaggio del cervello, con la credenza che o la spiritualità è una questione che riguarda esclusivamente la vita personale e privata, o che sia roba da stregoni, superstizione. Questa visione dominante ha ignorato gli scienziati del passato e del presente che non vedono alcuna dicotomia tra scienza e spiritualità.
Lo straordinario poeta e scienziato tedesco Johann Wolfgang von Goethe lavorò con un profondo spirito scientifico. Nei suoi libri ’La Metamorfosi delle Piante’ e ‘La Teoria dei Colori’, egli sfidò la visione ristretta e lineare della scienza. Con la sua comprensione fenomenologica della Natura, egli espose una scienza più interconnessa, ciclica e olistica. Ma la scienza idealistica e spirituale di Goethe è stata trascurata dagli studenti di scienze nella maggior parte delle università. Fu molto apprezzato come grande poeta, ma non come scienziato!
Lo stesso vale per Leonardo da Vinci. Ognuno pensa a lui come un grande artista, ma raramente viene riconosciuto come scienziato. Però, la nostra scienza contemporanea di complessità e teoria dei sistemi trova le sue radici nell’opera di Leonardo, perché egli si occupava di forme viventi, e perciò sposava una scienza di qualità, oltre che di quantità.
Nel momento in cui pensiamo ad una scienza di qualità, viene in mente la parola ‘spiritualità’.
Anche Albert Einstein era uno scienziato spirituale. Diceva: “Chiunque sia seriamente impegnato nella ricerca scientifica si convince che nelle leggi dell’universo si manifesti uno spirito… al cui cospetto noi umani, con i nostri modesti mezzi, dobbiamo sentirci umili.” Einstein rispettava la dimensione religiosa dell’esperienza umana. Diceva: “La scienza senza religione è zoppa, la religione senza scienza è cieca.” Einstein non parlava di religioni istituzionalizzate e organizzate. Parlava dell’esperienza religiosa, che è al di là della misura.
Unire spiritualità e scienza contribuirà ad unire significato e misura. Questi due elementi non dovrebbero essere frammentati o separati. Per creare un’ipotesi o una teoria scientifica, prima che ci sia una conoscenza empirica tramite la sperimentazione, le dimostrazioni e le prove, esiste un senso di meraviglia o curiosità non manifestate, un senso di intuizione e ispirazione. Scartare quella intuizione o ispirazione non manifestata, come fanno alcuni scienziati materialisti, è una grave follia.
La parola ‘spirito’ significa semplicemente ‘respiro’ o ‘vento’. Non possiamo vedere il vento, non possiamo toccarlo, ma possiamo sentirlo. Come gli alberi si muovono sotto l’azione del vento, così gli umani si muovono sotto l’azione dello spirito. Respiro o vento sono la forza invisibile e sottile che rende possibile la vita. Il visibile è sostenuto dall’invisibile. La realtà esterna e materiale è tenuta insieme dalla realtà interiore e spirituale. Riconoscere l’una e negare l’altra è come pretendere che un uccello voli con un’ala sola.
La realtà dell’interezza è composta da due aspetti interconnessi. I Cinesi chiamavano ciò l’armonia di Yin e Yang. Gli Indiani lo chiamavano l’equilibrio di Shiva e Shakti. Positivo e negativo, buio e luce, silenzio e parola, vuoto e pieno, spirito e materia, manifesto e non manifesto, sono tutte parti di un unico, singolo intero.
Unire scienza e spiritualità ha uno scopo molto pratico. La scienza senza spiritualità può facilmente perdere la prospettiva etica, morale, basata su valori. Degli scienziati privi della guida della spiritualità si possono impegnare ad inventare bombe nucleari ed altre armi, ingegneria genetica, intelligenza artificiale, allevamenti industriali in cui gli animali vengono allevati in condizioni crudeli, e tecnologie che creano spreco, inquinamento e distruzione della Natura.
La scienza senza la guida dei valori spirituali ha creato molti dei problemi che il mondo oggi è costretto ad affrontare. La scienza in sé non è benevola, priva di valori o neutrale. Perciò, la scienza ha bisogno dell’aiuto della saggezza spirituale, al fine di mantenere la sua integrità e modificare il suo potere. Senza saggezza spirituale la scienza può essere pericolosa. La spiritualità conferisce alla scienza significato, valore e scopo. Come la scienza ha bisogno della spiritualità, così la spiritualità ha bisogno della scienza. Senza la scienza, la spiritualità può facilmente trasformarsi in fede cieca, diventare dogmatica, settaria e fondamentalista. Persone dalla mentalità non scientifica potrebbero sostenere: “Il mio Dio è l’unico vero Dio e io possiedo la verità. Tutti si devono convertire alla mia verità.” Un’esclusività religiosa così ristretta ha portato a guerre, conflitti, terrorismo e divisioni.
La scienza ci aiuta a mantenere la mente aperta e a far sì che possiamo cercare la verità e agire per il bene di tutta l’umanità e per il bene di tutti gli esseri viventi, umani e non umani.
Vogliamo vivere in maniera frammentata, da materialisti, scartando la dimensione soggettiva della saggezza spirituale, o come cercatori spirituali, denigrando il mondo oggettivo delle ricerche scientifiche? La scelta sta a noi. Io scelgo di abbracciare la spiritualità con una mente scientifica. Per me, scienza e spiritualità sono parti complementari di un unico intero.
Satish Kumar
Resurgence, Nov-Dicembre 2018
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