forestiero che vai cercando la pace al crepuscolo, 
la troverai alla fine della strada. (F. Battiato)

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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CENNI SULLA MEDITAZIONE



di Alice Bailey
 
(1)..Ben presto, dopo aver raggiunto ciò che di più elevato può offrire la natura inferiore, l’uomo comincia a meditare. I suoi tentativi sono dapprima disordinati, e spesso parecchie incarnazioni trascorrono nelle quali il Sé Superiore si limita a costringere l’uomo a pensare e a meditare seriamente solo in occorrenze rare e distanti nel tempo. Più di frequente si presenta l’occasione di ritrarsi interiormente, finchè scorrono per l’uomo alcune vite dedicate alla meditazione ed aspirazione mistica, che culminano in una vita interamente devoluta a ciò...

Alle spalle di ognuno di voi che lavorate in modo definito sotto uno dei Maestri, stanno due vite culminanti: la vita dell’apoteosi mondana e quella della più intensa meditazione lungo la direzione mistica o emotivo-intuitiva...

Per tutti voi ora giunge la serie più importante di vite, cui furono solo mezzi preparatori i precedenti punti di culminazione. Nelle vite del prossimo futuro per coloro che sono sul Sentiero verrà il conseguimento finale, per strumentalità della prescritta meditazione occulta, basata sulla legge. Alcuni vi perverranno in questa vita o nella prossima; altri, fra non molte.  (2 - 12).

(2)  I pericoli che minacciano chi studia la meditazione dipendono da molti fattori, e non sarà possibile fare altro che indicare con brevità alcune condizioni minacciose, mettere in guardia contro certe possibilità pericolose, e richiamare l’attenzione dell’allievo contro certi effetti che si raggiungono per indebita tensione, eccesso di zelo, e singolarità di proposito, che possono condurre ad uno sviluppo non equilibrato. La singolarità è una virtù, ma quando sia singolarità d’intento e di scopo, e non quella che sviluppa una sola via metodica con esclusione di ogni altra.

I pericoli della meditazione sono in gran parte insiti nelle nostre stesse virtù, e qui sta gran parte della difficoltà. Essi sono in larga misura i pericoli di una elevata concezione mentale che precorre la capacità dei veicoli inferiori, specialmente di quello fisico denso. Aspirazione, concentrazione e determinazione sono virtù necessarie, ma se usate senza discriminazione e senza il senso del tempo nell’evoluzione, possono causare uno schianto del veicolo fisico che ritarderà ogni ulteriore progresso in una data esistenza.

Ho chiarito la cosa? Tento di porre in risalto la necessità assoluta, per lo studioso d’occultismo, di considerare il virile buon senso come una delle sue qualità basilari, non disgiunto da un felice senso delle proporzioni che induce la debita cautela e l’approssimazione del metodo necessario al bisogno immediato. All’uomo, quindi, che intraprenda senza esitazione il processo della meditazione occulta, direi con la massima concisione:
a. Conosci te stesso.
b. Procedi adagio e con cautela.
c. Studia gli effetti.
d. Coltiva la realizzazione che l’eternità è lunga e che ciò che è costruito lentamente dura per sempre.
e. Mira alla regolarità.
f. Realizza sempre che i veri effetti spirituali si debbano notare nella vita exoterica di servizio.
g. Ricorda anche che i fenomeni psichici non sono indice di successo nella pratica della meditazione. Il mondo
    vedrà gli effetti, e sarà giudice migliore dello stesso studente. Sopra ogni altra cosa, lo saprà il Maestro, poichè
    i risultati sui livelli causali appariranno a Lui molto prima che l’uomo stesso sia conscio di qualsiasi progresso.
    (2 - 92/4)  (Ediz. It. ‘85: 90/2).

(3)  Quasi tutti coloro che intraprendono a meditare sono consapevoli di un effetto sul sistema nervoso; talora sotto forma di insonnia, di eccitabilità, di ipertensione ed irrequietezza che non permettono rilassamento; di irritabilità forse inesistente nel temperamento prima di praticare la meditazione; di una reazione nervosa - come di un tremito degli arti, delle dita o degli occhi - di depressione o diminuizione di vitalità, e di molte maniere individuali di mostrare tensione e nervosismo, variabili con la natura ed il temperamento.

Questi indizi di nervosismo possono essere leggeri o gravi, ma cerco seriamente di farvi osservare che sono senza conseguenze, purchè lo studente aderisca alle regole del comune buon senso, studi con senno il suo temperamento, e non proceda alla cieca con forme e metodi, ma insista per conoscere la ragion d’essere di ogni azione prescritta.  (2 - 104/5).  (Ed. It. ‘85:102/3).

(4)  E - questo è il punto che mi preme farvi notare - la meta dev’essere lo sviluppo dell’abitudine di meditare tutto il giorno, e di vivere nella coscienza superiore finchè essa sia così stabile che la mente inferiore, il desiderio e gli elementali fisici vengano così atrofizzati e indeboliti per mancanza di nutrimento, che la triplice natura inferiore altro più non sia che il mezzo per cui l’Ego perviene al contatto con i tre mondi, allo scopo di soccorrere la razza umana. (2 - 145).  (Ed. It. ‘85: 142).

(5)  Per tutti questi malanni possono trovarsi forme di meditazione che - se praticate in tempo - finiranno per dissiparli. Fatto fondamentale da comprendersi a questo punto è che solo quando l’allievo valuti con intelligenza il male o i mali che lo affliggono, solo quando sia capace di seguire coscienziosamente le formule impartitegli, e solo quando il suo obiettivo sia impersonale, le formule potranno essergli affidate. Quando suo scopo sia quello di qualificarsi per il servizio, quando egli miri solo ad acquisire veicoli sani per poter meglio attuare il piano del Grande, Uno, e quando desideri evitare la malattia non per suo beneficio personale, solo allora le formule operano in connessione alla coscienza egoica.  (2 - 161)  (Ed. It. ‘85: 158).

(6)  La meditazione...è il mezzo di apportare all’umanità che si sviluppa la capacità che produrrà:
      a. L’astrazione. o liberazione dalla forma;
      b. il potere creativo;
      c. la direzione dell’energia con un atto della volontà;
      d. la futura attività costruttiva.

Per mezzo della meditazione, l’uomo si libera dall’illusione dei sensi e dalla loro attrazione vibratoria; trova il proprio centro positivo di energia e diventa capace di usarlo coscientemente; perciò diventa consapevole del suo vero Sé che funziona liberamente e coscientemente al di là dei piani dei sensi; entra nei piani di quell’Entità più grande nella cui capacità radiatoria ha un posto; può allora procedere ad attuare i piani che può afferrare nei suoi vari stadi di realizzazione, e diventa consapevole dell’unità essenziale... La libertà di lavorare su ogni Sentiero deve essere acquisita con la meditazione occulta; la libertà di sfuggire al di là dell’anello invalicabile è pure conseguita in questo modo.  (3 - 746/7).

(7)  La funzione principale della meditazione è di portare lo strumento inferiore in condizioni di ricettività e di risposta vibratoria tali, che l’Ego o Angelo Solare possa usarlo per produrre dei risultati specifici.  (3 - 998).

(8)  Il mago bianco, dopo aver formato con la meditazione ed il proposito cosciente, un punto focale di energia sul piano mentale, accresce la vibrazione con la strenua concentrazione; comincia allora a visualizzare dettagliatamente la forma che cerca di costruire; se la raffigura con tutte le parti componenti, e vede “davanti all’occhio della mente” il prodotto compiuto della meditazione egoica nella misura in cui è riuscito a percepirla...Per cui, in ogni meditazione occultamente valida, l’individuo deve fare determinate cose al fine di collaborare a produrre risultati.

Tranquillizza i suoi corpi affinchè non siano d’impedimento al proposito egoico, ed ascolta “la Voce del Silenzio”.Poi risponde coscientemente a quella Voce, e riflette sui piani comunicati.
Pronuncia allora la Parola Sacra, riprendendo la nota dell’Ego come ritiene di udirla, e la emette per potenziare il suono egoico e per mettere in moto la materia sul piano mentale. Simultaneamente a questa emissione egli visualizza la forma-pensiero che serve a incarnare i propositi egoici, e se la raffigura in detttaglio.  (3 - 1000/1).

(9)  Uno degli obiettivi della meditazione giornaliera è di mettere in grado il cervello e la mente di vibrare all’unisono con l’Anima, la quale cerca in “meditazione profonda” di comunicare col suo riflesso.  (4 - 74).

(10)  La tendenza di molti aspiranti è di occuparsi, durante la meditazione, delle proprie manchevolezze, della incapacità di dominare la mente, mentre entrambi questi aspetti del loro sforzo verrebbero facilitati se essi concentrassero piuttosto la loro attenzione al lavoro, profondamente interessante, di costruire forme-pensiero. (4 - 159)

(11)  Molte forme-pensiero, costruite dall’aspirante durante la meditazione, svaniscono così, a causa dello stato caotico e vorticoso del suo corpo emotivo. Così, le buone intenzioni non approdano a nulla.  (4 - 160).

(12)  La meditazione riuscirebbe inutile e pericolosa per colui che vi si dedicasse senza aver prima posto solide basi per la costruzione di un buon carattere e di una vita pura... La meditazione è pericolosa laddove sussistano ancora moventi erronei, come desiderio di progresso personale, acquisizioni di poteri, poichè in tal caso ad altro non serve che a rafforzare le ombre nella valle dell’illusione, e a portare in pieno sviluppo il serpente dell’orgoglio nascosto nella valle del desiderio egoistico. La meditazione infine è pericolosa, quando in un individuo manchi il desiderio di servire.  (4 - 205).  (Ed. It. ‘74: 4 - 204/5).

(13)  L’uomo, quando medita, mira a due cose:
a. A formare pensieri, a far scendere nei livelli concreti del piano mentale, idee astratte ed intuizioni. Questa si può
    chiamare meditazione con seme.
b. Ad allineare l’Ego, ed a creare quel vuoto tra il cervello fisico e l’Ego, che provoca il flusso divino, e la
conseguente rottura delle forme con la liberazione che ne sussegue.
Questa si può dire meditazione senza seme.  (2 - 58)  (Ed. It.’85: 2 - 57).

(14)  Solo a mano a mano che il genere umano svolge i poteri dinamici e gli attributi del pensiero - poteri che sono frutto della meditazione correttamente praticata - sarà oggettivamente possibile la capacità di usare le leggi della vibrazione. Non pensate che solo il devoto o il mistico religioso, o solo l’uomo imbevuto di ciò che diciamo l’insegnamento superiore, sia l’esponente dei poteri che si conseguono con la meditazione. Tutti  i grandi capitalisti, ed i capi supremi della finanza, o degli scambi commerciali, sono esempi di quei poteri. Essi impersonificano la rigorosa aderenza ad una sola linea di pensiero, e la loro evoluzione è parallela a quella del mistico e dell’occultista. Voglio fortissimamente accentuare questo fatto... L’attenzione suprema, concentrata sulla materia in esame, è ciò che li fa quali sono, e sotto molti aspetti raggiungono risultati maggiori che non molti studenti di meditazione. Hanno solo da trasmutare il movente che soggiace al loro lavoro, ed il loro conseguimento supererà allora di gran lunga quello di altri studiosi.  (2 - 251)  (Ed. It.’85: 2 - 247/8).

(15)  Questa è la via che tutti devono percorrere, ed il metodo è la meditazione. La meta è amore e saggezza perfetti; le tappe sono l’ascesa da un sottopiano all’altro in tutti e tre i piani; il metodo è quello della meditazione occulta; la ricompensa è la continua espansione di coscienza che finisce col porre l’uomo in diretto rapporto con il suo Ego, con altri sé, con il Maestro Che ansioso lo attende, Cui egli è assegnato, con altri discepoli ed Iniziati più avanzati con i quali può entrare in contatto nell’aura del Maestro, fino all’Unico Iniziatore, fino a che è ammesso nel Luogo Segreto, e conosce il mistero che soggiace alla stessa coscienza.  (2 - 258/9).  (Ed. It.’85: 2 - 254/5).

(16)  La meditazione è una tecnica mentale che instaura relazioni giuste, senza intralci; il che significa, in altre parole, allineamento. Si tratta dunque di stabilire una linea di comunicazione diretta non solo fra la fonte unica, la monade, e la sua espressione, cioè la personalità purificata e disciplinata, ma anche fra i sette centri del veicolo eterico umano.  (17 - 620).

(17)  La Scienza della Meditazione. Nella mente umana, oggi la meditazione è associata a questioni religiose. Ma ciò vale solo per il tema di essa. Quella scienza può applicarsi a qualsiasi processo vitale. In realtà essa è una branca sussidiaria, preparatoria alla Scienza dell’Antahkarana.E’ la vera scienza dell’occulta costruzione di un ponte nella coscienza. Per suo mezzo, specie nei primi stadi, tale lavoro ne è facilitato. E’ una delle principali funzioni spirituali; è una delle molte vie che conducono a Dio; collega la mente individuale alla superiore e quindi alla Mente Universale. E’ una delle principali tecniche costruttive e sarà dominante nelle scuole e negli istituti della nuova educazione. Ha soprattutto lo scopo di:
a. Rendere sensibili ad impressioni superiori.
b. Costruire la prima metà dell’Antahkarana, fra la personalità e l’anima.
c. Determinare la continuità di coscienza. La meditazione è in essenza la scienza della luce, poichè opera con questa
    sostanza.  (12 - 96).

(18)  La meditazione implica il vivere sempre e quotidianamente una vita tesa verso un unico scopo... Il processo di meditazione ordinata, quando sia proseguito per un certo numero di anni e completato da una vita meditativa e dal servizio teso ad un solo scopo, risveglierà con successo l’intero sistema e porterà l’uomo inferiore sotto l’influsso e il dominio dell’uomo spirituale.

Non sarà mai troppa la forza con cui raccomando agli studenti di non seguire processi di meditazione intensa per ore... L’aspirante medio è così sensibile e finemente organizzato, che la meditazione eccessiva, una dieta fanatica, la riduzione delle ore di sonno, l’indebito interesse per l’esperienza psichica o il darle troppa importanza, sconvolgerà l’equilibrio mentale e sovente farà un male irreparabile.  (13 - 18/9).

(19)  La tecnica di meditazione è l’agente creativo preminente sul nostro pianeta. Quando voi, come individui, cercate di “costruire il nuovo uomo in Cristo”, che sarà l’espressione del vostro vero io spirituale, la meditazione è, come sapete, il vostro migliore agente. Ma il processo di meditazione deve essere accompagnato dal lavoro creativo, altrimenti rimane puramente mistico e, benchè non futile, è negativo nei risultati creativi.  (6 - 202).
Vedi anche: (6 - 303) e “Insegnamenti sulla Meditazione” (6 - 111/239).

Estratto dal Compendio di Insegnamenti: Rifletti su Questo (prossima uscita per la prima volta in edizione italiana, edizioni Il Libraio delle Stelle)
 
Il Libraio delle Stelle © Tutti i diritti riservati.
E' fatto divieto di pubblicazione sia totale che parziale in altra sede senza una ns. specifica autorizzazione. I trasgressori saranno perseguiti a norma di legge.
 

Per approfondire i Testi di Alice Bailey e delle scuole collegate



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