di Maurizio Di Gregorio
In questa
Newsletter FioriGialli Dossier di fine ottobre 2017 pubblichiamo nuovamente, come dono autunnale, lo splendido articolo di
John Lane che forse qualcuno dei visitatori affezionati ricorderà ancora:
Il Linguaggio dell’Anima è una riflessione profonda su arte, bellezza e bruttezza e indagando sulle ragioni dell’una e dell’altra misura lo stato morale e spirituale della nostra epoca. Leggiamone alcuni estratti:
E' tipico della mentalità della nostra epoca non riuscire a concepire bellezza eccetto che in termini di passato, denaro o del lavoro di qualcuno. Non riusciamo a concepirla come l'apparente e visibile segno di una grazia intima e spirituale, non vediamo le gemme ed i fiori di un albero come carattere o ciclo, processo ordinato o reverenza.
Nella nostra cultura il generale diniego dello spirito, la morte dell'anima, nome col quale vogliamo fuggire dalla visione interiore di un mondo oltre, è andato così lontano che anche la materia è stata vista come grossolana, assunta a base, e lontano dall'esaltarla, essa è ora abusata e trattata con disprezzo.
Dai suburbi di Dagenham alle periferie di New York, Mexico City o Hannover, un crescente numero di persone adesso vive in un ambiente meno personale e meno interessante di quello realizzato da qualsiasi altra civilizzazione del passato. Un numero crescente di persone ora lavora per organizzazioni che ne negano la responsabilità non solo per ciò che loro fanno, ma anche per il tipo o la qualità di ciò che essi fanno. (come disse Ruskin le cosiddette unità di produzione producono ogni cosa eccetto persone).
Bruttura e disordine, si potrebbe dire, sono divenuti uno stile di vita e come scriveva D.H. Lawrence negli anni trenta prima che gli effetti disumanizzanti della filosofia meccanicistica cartesiana raggiungessero il loro climax: E' come se una malinconia lugubre avesse impregnato ogni cosa.
A questa lugubre malinconia partecipano anche i cieli e l’aria del NordItalia, sotto una cappa di inquinamento che ne fanno l’area più inquinata e nociva d’Europa. Il problema è grave e non si risolve con le pubblicità di un nuovo mercato di auto elettriche, come ci ricorda
Massimo Marino nel suo puntuale articolo sullo smog padano.: sino a che non si riuscirà a produrre energia solo dalle rinnovabili, le auto elettriche produrranno tanto inquinamento quanto le attuali emissioni automobilistiche. E bene fa il sindaco Torinese 5Stelle a vietare l’uso delle auto quando la misurazione dell’inquinamento cittadino ha varcato stabilmente e di molto i limiti prefissati dalla legge.
L’alternativa valida allora è solo decidersi ad una reale conversione ecologica del nostro vivere con anche il
coraggio di convertire le nostre mobilità urbane con reti metropolitane e altre risorse simili e sostitutive alla circolazione di auto.
A questa lugubre malinconia partecipa anche la scellerata situazione dei 10 vaccini obbligatori imposti alla nostra popolazione da parte di un potere statale corrotto e deviato, una lurida mazzetta di sistema alle industrie farmaceutiche che cercano di medicalizzare tutto:
Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque. Quel sogno si è avverato ed è il motore dell’industria più redditizia al mondo. Le compagnie farmaceutiche, utilizzando la loro enorme influenza sulla scienza medica, stanno commercializzando la paura con l’intento di ridefinire le malattie, abbassare la soglia per la prescrizione delle cure e addirittura inventare nuove patologie. L’allucinante storia del vaccino contro il Papilloma Virus è un esempio illuminante.
Queste righe sono estratte da
VACCINAZIONI SCIENZA E CORRETTA INFORMAZIONE un articolo completo e chiarificatore redatto non dai vari sciagurati politici di sinistra o di destra, o degli inesistenti verdi italiani ma di don Marco Belleri, un sacerdote del Grossetano, che fornisce in un quadro chiaro e non confutabile la questione dello scandalo delle 10 vaccinazioni obbligatorie italiane.
Conclude poi don Marco Belleri:
Ognuno di noi è piccolo, ma la verità è la verità. Chi la cerca con onestà sarà sempre piccolo di fronte ai poteri sempre più colossali e trasversali che governano il mondo, ma il senso della sua vita è cercare ciò che è vero e onesto, indipendentemente da ascolti e giudizi, senza alcun interesse se non quel bene che non ha nulla a che fare con PIL, multinazionali, ideologie di destra o di sinistra distruttrici della dignità umana.
Cosa fare allora?
La risposta passa per il recupero del giusto rapporto tra
Verità Bonta e Arte.
Il grande
Satish Kumar che ringraziamo e salutiamo per la sua nuova collaborazione ai
Dossier FioriGialli spiega nel suo acuto intervento sul rapporto tra Verità, Bontà e Bellezza:
Se accettiamo che verità significhi scienza, così come è praticata nel mondo moderno, allora la scienza da sola non è sufficiente. La scienza può essere usata per servire alle forze armate e per fare soldi, può essere usata per produrre armi nucleari, soggiogare la natura e sfruttare i nostri simili. Pertanto la verità e la conoscenza della verità, devono essere integrate con la bontà: il buono in se stessi e in tutti gli esseri. E la bontà è una qualità dello spirito. Ci deve essere una totale unità tra verità e bontà; tra scienza e spiritualità. L’una senza l’altra è incompleta. La spada della verità va salvaguardata nel fodero della bontà. La compassione è una splendida compagna della verità. Quando sono separate, entrambe ci perdono.
… l’eminente scienziato Einstein diceva che la scienza senza la religione è cieca e che la religione senza la scienza è zoppa. E allora perché separarle?
La manifestazione di verità e bontà, di scienza e spiritualità deve essere bella. È per questo che l’arte deve essere una parte integrante dell’appagamento umano. La scienza è correlata alla verità, la spiritualità alla bontà e le arti alla bellezza.
Lo squilibrio nel rapporto di Verità, Bonta e Bellezza riducono la nostra sensibilità e la nostra capacità di conoscenza e comprensione
sino a condannarci nelle illusioni.
Illusioni possono essere anche le nostre cosidette acquisizioni e coscienze spirituali:
Mariana Caplan nel suo belllissimo saggio
Le Trappole del Cammino Spirituale, ci fornisce un elenco esauriente delle trappole a cui andiamo incontro, ogni giorno ed in ogni situazione.
Il Simbolismo di Dattatreya di Paolo Quircio ci illumina sui significati simbolici delle narrazioni delle culture spirituali tradizionali infarcite di simboli, il cui senso si rivela man mano che procediamo nella nostra capacità di comprensione ma è al contempo
… una ricerca volta alla comprensione di tutto ciò che abbiamo costantemente davanti agli occhi e di cui non riusciamo a vedere il significato, né a coglierne l’insegnamento. Nulla è casuale, tantomeno i simboli sacri, argomento su cui hanno scritto diffusamente tantissimi intellettuali, (…) Spesso ci comportiamo come quando cerchiamo gli occhiali per tutta casa e alla fine ci accorgiamo di averli sul naso…
La nostra condizione umana contemporanea ci vorrebbe
lontani ed isolati dalla natura in cui però siamo immersi,
lontani ed isolati dalla comunità di cui tuttavia facciamo parte,
lontani ed isolati finanche dalle nostra interiorità e
dagli aneliti più profondi del nostro essere cosi ché perdiamo irrimediabilmente ogni possibilità di conoscenza, la visione del rapporto tra Verità Bonta e Bellezza.
Sino a che ….
Attraverso l'ultima e la più ricca delle risorse umane, la fertile solitudine del sé profondo, il nostro cuore risponde all'incontro con il mondo.
Esso danza le lenti melodie delle colline, scivola sotto l'arcobaleno, prega il fiore senziente.
Parlando di una campanula, Hopkins dice
: Io conosco la bellezza del Signore da essa: una grande e semplice affermazione ma tuttavia priva di significato per coloro che sono sotto l'incantesimo del materialismo.
E
John Lane aggiunge nel primo articolo summenzionato citando Chagall
: nella nostra vita c'è un solo colore che come sulla tavolozza del pittore provvede al significato dell'arte e della vita. E' il colore dell'amore, io vedo in quel colore dell'arte tutte le qualità che ci permettono di accompagnarci in altri campi.
Sino a che, dicevo, il nostro essere riconosce e si concede
al Senso del Cuore
Maurizio Di Gregorio
Nemi, 28-10-2017