LA DANZA DELL'ENERGIA
Il loro macroscopico errore è lo stesso che ha sempre condannato le nuove scoperte, e ci vorrebbe un'enciclopedia per riassumere le miriadi di esempi di teorie viste dapprincipio come eretiche e ridicolizzate, che a poco a poco sono state accettate da tutti. Ebbene, quegli scienziati sono tali solo di nome. La vera scienza è sempre innovativa, si nutre di dubbi, ipotesi, immaginazione, osservazione spassionata. E nella Nuova Era la scienza, quella vera, sta andando molto avanti, oltre i confini artificiali creati da quanti si sono asserragliati nelle loro certezze. E sono stati proprio gli stessi scienziati d'avanguardia a portare oltre i confini. Il grande scossone alla visione del mondo materialista e meccanicista lo diede, all'inizio del secolo, la fisica quantistica.
Oggi, uno dei maggiori protagonisti della Nuova Era è il fisico americano Fritjiof Capra. Con i suoi libri, Il Tao della Fisica, Il punto di svolta e La rete della vita, ha gettato un ponte fra le nuove concezioni della fisica quantistica e le visioni mistiche orientali. Capra ha sperimentato su di sé l'allargarsi del campo di coscienza creato dagli stati mistici e meditativi, e in questa nuova consapevolezza ha "visto" la realtà della dinamica rete di interconnessioni che ci lega a tutto l'universo. Ha sperimentato direttamente, nella meditazione, ciò che conosceva già solo su un piano razionale. I fisici che studiano il mondo delle particelle subatomiche avevano già scoperto la meravigliosa realtà, difficile da rendere in un linguaggio comune, di un mondo parallelo in cui materia ed energia sono la stessa cosa. Capra ha fatto di più: ha accettato la sfida delle più antiche tradizioni culturali del mondo e ha voluto esplorare tanto il mondo esterno, dominato da leggi meccaniche, quanto quello interiore, dominato da altre leggi. Ha aperto un varco all'interno della scienza verso la concezione olistica: e grazie a lui, come grazie a molti altri coraggiosi, nella coscienza umana della nuova era si incontrano e si fondono in un tutto armonico il corpo, la mente e lo spirito.
Che cosa c’è oltre l'atomo
Atomo. Significa "indivisibile", dal Greco a-tomos, "che non si taglia, divide". Piccolissime, infinitesimali palline di materia che, incrociandosi nel loro moto casuale o governato da leggi matematiche, si attirano e uniscono, o si scontrano, a creare il mondo fisico in cui viviamo. Questa l'immagine classica degli atomi, già descritti in questo modo dagli antichi Greci e riscoperti dai fisici moderni. Un'immagine falsa. Con la scoperta dei raggi X e delle altre radiazioni emesse da alcuni atomi, all'inizio del secolo, si scopre che gli atomi sono composti di nucleo ed elettroni, dotati di cariche opposte: positivo il nucleo, negativo l'elettrone. Lo dimostra Rutheford, che "bombarda" gli atomi con particelle alfa emesse dagli elementi radioattivi: il risultato degli esperimenti è che all'interno dell'atomo c'è lo spazio, il campo dove avvengono le mutazioni che trasformano l'atomo di un elemento in quello di un altro. L'atomo diventa una miniatura di sistema solare con tanto di sole e pianetini orbitanti. Entità soggette ad attrazione e repulsione. Un atomo ha un diametro di un centesimo di milionesimo di centimetro; per renderci conto delle sue dimensioni e delle proporzioni interne, bisogna immaginare di portarlo alle dimensioni della cupola di Piazza San Pietro, a Roma: in un atomo di queste dimensioni, il nucleo sarebbe grande quanto un grano di sale. (L'esempio è citato nel Tao della fisica di Fritjof Capra, il libro che narra l'avventura della fisica moderna sotto una luce particolare: quella delle sue corrispondenze con le visioni filosofie dei mistici orientali.)
I misteri dell'energia
Ma non è neppure questa la peggiore sorte riservata all'atomo declassato. Gli stessi pianeti, e, infine, lo stesso nucleo, sono scomparsi. Sono rimaste, al loro posto, cariche di energia fluttuanti, "più" e "meno" che emergono dal nulla e vi ritornano, come apparizioni che si materializzano: particelle che sono al contempo onde (com'è possibile? Per via razionale, è difficile spiegarlo…), "quanti" d'energia ovvero concrete entità materiali (si possono fotografare le loro scie, nelle camere a bolle degli esperimenti scientifici) che nello stesso momento sono a pieno titolo delle pure fluttuazioni di cariche energetiche, che “probabilmente” -ma non sempre, non nello stesso modo- entrano nell'esistenza per meno di un milionesimo di secondo, quando lo scienziato gioca con la materia facendole urtare fra loro. L'energia cinetica dell'urto rompe i legami atomici, i tenaci quanto provvisori lacci che tengono insieme la materia, e si creano particelle nuove: le particelle possono addirittura moltiplicarsi (si crea materia dal nulla?).
E l'atomo, già orgoglioso padrone della realtà ultima della materia, deve subire un'ulteriore, definitiva sconfitta. Le particelle che lo compongono, neutrini, muone, pione, kaone, eta, neutrone, protone, lambda e via dicendo, nuvole di probabilità che turbinano nell'infinitamente piccolo, sono soggette ai capricci di un'entità diversa dalla loro, la mente dell'uomo che le osserva. Lo sperimentatore, il fisico che le accelera, le comprime per registrare come reagiscono, vede le particelle "muoversi" in modo diversi a seconda dell'esperimento, da una volta all'altra, in base a ciò che si attende o cerca di dimostrare. Anzi, le crea, causando l'avvenimento-urto. La materia -in questa dimensione sub-atomica- insomma, è legata a ciò che normalmente riteniamo immateriale, la mente, vista fino a poco fa come entità oltre la materia, spirito puro in un reame separato. Allora, dov'è finita la materia, tangibile, solida, concreta?
Si può misurare la coscienza?
Prima Rutheford e De Broglie con il modello solare e planetario, poi Bohr, Einstein, Plank, Heisenberg e Oppenheimer, hanno aperto, violato l'atomo. In questo secolo non è esplosa solo la bomba atomica, dal dispiegarsi della potenza intima della materia causato dagli esseri umani. La coscienza dell'unità dinamica del tutto è esplosa anch'essa, come un fungo ma di segno opposto, complementare a quello della disunione e della guerra, nel segno dell'armonia della conoscenza, della nuova umiltà degli stessi scienziati posti di fronte all'inconoscibile. Dalle visioni di pochi ricercatori della moderna scienza occidentale questa nuova coscienza -materia ed energia coincidono, sono solo forme diverse di una stessa sostanza- è dilagata diffondendosi fra schiere e schiere di studiosi, di ricercatori e medici, di artisti e semplici persone che si interrogano su se stesse e sulla realtà in cui vivono, per trasformarla. La coscienza che tutto è in movimento, unito da una struttura fragilissima ed esile, inafferrabile quanto poi concreta in alcune delle sue manifestazioni, l'energia, che è la stessa cosa della materia (se l’energia è luce, la materia è luce provvisoriamente congelata). E che quindi la propria coscienza è una realtà concreta su cui abbiamo potere, non è un'entità astratta dominata da un lontano sovrano divino; che abbiamo una responsabilità verso tutto ciò che esiste, che è nostro parente, anzi che è noi stessi: la responsabilità di prendere tutto nella sfera della nostra coscienza.
La fisica quantistica ha scardinato la visione del mondo cartesiana (qua la materia, là lo spirito, incomunicanti mondi separati) e ha riportato in auge le concezioni orientali secondo cui il divino, l'anima non sono separati dalla materia, ma la stessa cosa sotto forme diverse. Sono due facce complementari della stessa Essenza, che si manifesta su diversi piani a seconda della coscienza dell'uomo; egli, specchio divino nella materia, identificandosi in quest'essenza impersonale e universale raggiunge la pienezza dell'essere. Il Taoismo, il Tantra e altre correnti dello Yoga, la speculazione filosofica vedanta dell'India e la dottrina buddhista, dicono che la coscienza trasforma la vita, anzi, è la vita stessa. La coscienza non è una proprietà di alcune entità (Dio, l'uomo), ma quella rete immateriale di luce, di informazioni, di amore, scambio, movimento ed energia che raccoglie e unifica tutti i fenomeni materiali e immateriali, e ne costituisce l'Essenza: il continuo divenire, l'esistere come fenomeno di un essere. E la realtà stessa è fatta sia di materia che di spirito, due campi impregnati l'uno dell'altro -simboleggiati nel Tao, circolo cosmico composto di Yin e Yang-. Secondo gli orientali, si può diventare Dei identificandosi con il Brahma, si può diventare Illuminati in questa vita, e la vita stessa, la natura è un tempio del divino, il quale "dorme nella pietra", per dirla come un proverbio asiatico che aggiunge: "... sogna nel fiore, si desta nell'animale, sa di essere desto dell'uomo". Secondo queste filosofie, l'uomo è uno slancio della natura per ritornare verso Dio, l'unità che si è divisa in innumerevoli mondi ed esseri per creare ed esplorare, per gioco e per celebrare la bellezza dell'esistenza. Così narra il mito indù di Lila, il gioco cosmico condotto, come una danza, come un atto d'amore, dalla mente universale.
Il realismo del mistico
L'uomo che segue il Tao, la Via, è in armonia perché non fa nulla che sia contrario all'ordine naturale, poiché la sua libertà e il suo spirito si realizzano nel seguire le leggi naturali, con serenià. Il saggio sa di essere parte di questo Tutto che comprende sia la natura che lo spirito -insieme, contemporaneamente, in ogni momento- i quali si alternano nella loro presenza preponderante, come mutando le stagioni si modificano il clima, la temperatura e gli umori degli esseri viventi; ma sono sempre presenti entrambe, come il sole c'è sempre anche se ci sono le nubi a coprirlo, come la terra esiste anche se il sole non ne sa nulla, limitandosi a mandargli luce e forza. Anche altre culture, come quelle degli Indiani d'America, degli animisti indigeni di tutti i continenti, vedono l'essere umano come uno dei terminali di un'unica struttura, proiezione densa e visibile di una serie di mondi più sottili che stanno tutti sul palcoscenico, chi nascosto dietro le quinte come il regista, chi come suggeritore, chi davanti a tutti come attore: ogni filo d'erba, ogni pietra, ogni animale, ogni persona, ogni singolo spirito, sono tutti sacri simulacri di un mondo di luce di cui questa realtà fisica è solo un'ombra, meravigliosa e inconoscibile se non se ne conosce anche la faccia divina.
La coscienza è la forma dell'organizzazione; è nella materia e nello spirito, due campi impregnati l’uno dell’altro.
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