GLI ULTERIORI TRAGUARDI DELLA MENTE UMANA
di Ken Wilber
"Ho potuto costantemente rilevare che ogni stadio dell’evoluzione in qualunque dominio coinvolge una nuova apparizione e quindi una nuova profondità, o una nuova interiorità, sia che si applichi a molecole o a uccelli o a delfini; e che ciascuna nuova interiorità è anche un nuovo andare oltre, una trascendenza, una più alta e ampia identità con un più grande abbraccio totale. La formula è: andare dentro = andare oltre = un più grande abbraccio. Ed io voglio fare chiarezza su ciò che significa. Questo è estremamente importante, penso, perché i più alti stadi di sviluppo, gli stadi transrazionali e transpersonali e mistici, coinvolgono tutti una nuova interiorità. L’accusa che è stata fatta circolare da qualche tempo, è che attività come la meditazione sono qualcosa di narcisistico e introverso. Gli ambientalisti, in particolare, spesso sostengono che la meditazione è qualcosa per ‘sfuggire’ o di ‘egocentrico’, e che questo ‘andare dentro’ ignora semplicemente i problemi ‘reali’ nel mondo ‘reale’ ‘fuori di qui’. E’ precisamente l’opposto.
Lontano dall’essere qualche sorta di introversione o isolamento interiore, la Meditazione e lo sviluppo transpersonale in generale è una semplice e naturale continuazione del processo evolutivo, dove ogni cosa che avviene dentro è anche un andare oltre verso un più vasto abbraccio. Rammentiamo che due dei principi (8° e 12°) stabilivano che la crescente evoluzione significa crescente profondità e crescente autonomia. Nel reame dello sviluppo umano, questo viene fuori particolarmente nel fatto che, in accordo con la psicologia dello sviluppo (come vedremo), la crescita e lo sviluppo coinvolgono sempre una crescente interiorizzazione. E paradossalmente più è interiorizzata una persona, meno narcisistica diviene la sua consapevolezza. Così occorre capire perché, per tutte le scuole di psicologia dello sviluppo, è vera questa equazione: crescente sviluppo = incremento dell’interiorizzazione = decrescente narcisismo (o decrescente egocentrismo).
In breve, occorre capire perché più interiore è una persona, meno egocentrica diviene. In altre parole, più uno va dentro, o più uno sviluppa introspezione e riflessione su di sé, più può divenire distaccato da sé stesso, più uno può andare oltre la sua limitata prospettiva; e così diviene meno narcisistico e meno egocentrico (o più decentrato). Questa è la ragione per cui Piaget dice sempre cose che appaiono paradossali, come questa: ‘Infine, appena il bambino diviene cosciente della sua soggettività, egli si libera della sua egocentricità’. In breve, più uno va dentro, più va oltre, e più può così abbracciare una più profonda identità con una più ampia prospettiva.
La Meditazione, allora, come vedremo in dettaglio, coinvolge anche un ulteriore andare dentro. E così un ulteriore andare oltre, la scoperta di una nuova e più alta consapevolezza con una nuova e più vasta identità – e così la meditazione è uno dei più forti antidoti all’egocentrismo e al narcisismo, (e al geocentrismo, all’antropocentrismo e al sociocentrismo).
Ricordiamo il punto centrale del Piaget sull’egocentrismo, per la precisione, che ‘l’egocentrismo oscura la verità’. Ne consegue che la meditazione, come antidoto all’egocentrismo, dovrebbe coinvolgere un sostanziale incremento della capacità di apertura alla verità, uno schiarimento della ragnatela della percezione sé-centrica ed un aprirsi in cui il Kosmo potrebbe manifestarsi più chiaramente, ed essere visto, ed essere apprezzato – per ciò che esso è e non per ciò che esso può fare per me.
In breve, ogni interiore ci torna fuori, in un di più del Kosmo. Questo è ciò che sembra così confuso agli olisti flatland (e agli ecologisti critici della contemplazione), perché nel loro mondo flatland del sé e del cosmo, più attenzione poni su una cosa, meno attenzione hai per le altre (vogliono gli occhi di ognuno inchiodati sulla natura esterna), laddove invece dovunque nel Kosmo pluridimensionale e olarchico, più le profondità del sé si dischiudono, più si rivelano le corrispondenti profondità del Kosmo.
Questo movimento generale del dentro-e-oltre non è per niente nuovo per gli esseri umani: è una semplice continuazione del processo evolutivo del Kosmo, che è ‘auto-sviluppo attraverso auto-trascendenza’, lo stesso processo al lavoro negli atomi, molecole, cellule; un processo che, nei domìni umani, continua naturalmente nella supercoscienza, con, per la precisione, niente di occulto o misterioso su di esso."[SES, pp.263-265]
SANTA TERESA D'AVILA E IL CASTELLO INTERIORE
IL LIVELLO SOTTILE NELLA CONTEMPLAZIONE
La seconda è la mistica dissociazione, dove la natura e lo spirito sono ontologicamente separati e divisi; vero e proprio ‘altromondo’.
La terza è il misticismo psichico: la natura è una perfetta espressione dello spirito (o come sostiene Spinoza, la natura è un sottoinsieme dello spirito) ; il ‘di queso mondo’e ‘di ‘altromondo’ sono uniti e congiunti. Riferendosi al terzo punto: una delle maggiori e determinanti caratteristiche del livello del misticismo psichico è che quella è una identità conscia della fisiosfera, della biosfera e della noosfera – essa non privilegia semplicemente la biosfera; essa non è una semplice geocentrica/egocentrica indissociazione e regressione. Essa non è un Sé ecologico; essa è un eco-noetico Sé. Lo Spirito, nella visione di Emerson, non costruisce la natura intorno a noi, ma piuttosto ‘attraverso’ noi: vi è una profonda differenza tra natura/misticismo-nazione e mera immersione biocentrica; vi è la differenza tra eco-noetico-Sé e il mero sé ecologico; vi è la differenza fra trascendenza e regressione. In una sintesi interpretativa di Emerson largamente accettata: 1) la natura non è lo Spirito ma un simbolo dello Spirito (o una manifestazione dello Spirito); 2) la consapevolezza sensoriale in se non rivela lo Spirito ma lo oscura; 3) per dischiudere lo Spirito é richiesta una corrente ascendente trascendentale; 4) lo Spirito si comprende solo quando la natura è trascesa [cioè lo Spirito è immanente nella natura, ma si dischiude pienamente solo nella trascendenza della natura – in breve, lo Spirito trascende ma include la natura].
In conclusione di questo breve excursus del livello psichico descritto da W. soprattutto attraverso Emerson, vi sono due punti che vanno sottolineati.
Il primo è che questo nuovo andare all’interno è un nuovo andare oltre: una nuova e più alta identità interiore (L’Oltre Anima) accompagnata da un nuovo e più vasto abbraccio di altri (l’Anima Mondo) - una singola Anima che abbraccia fisiosfera, biosfera e noosfera in un’unica carezza amorevole.
La seconda cosa è la relazione tra il Sé globale e/o l’Oltre-Anima e l’intera nozione di moralità e dello sviluppo morale stesso.
Lo sviluppo del senso morale evolve dal fisiocentrico al biocentrico al sociocentrico al mondocentrico (‘mondocentrico’ essendo il globale o planetario o universalizzante raggiungimento della razionalità e quindi del vision–logic). E qui, al livello psichico, la concezione mondocentrica va verso una esperienza direttamente mondocentrica, una diretta esperienza del globale Sé/Mondo. L’Eco-Noetico-Sé, dove ciascun individuo è visto come una espressione dello stesso Sé o Oltre-Anima. E cosa ha questo a che vedere con la moralità? Ogni cosa, afferma Wilber, in accordo con Emerson e Schopenhauer; poiché tutti gli esseri senzienti sono espressione di un unico Sé, allora tutti gli esseri sono trattati come il Sé unico.
Quella realizzazione – una profonda fruizione della spinta decentrante dell’evoluzione – è la sola sorgente della vera compassione, una compassione che non mette sé al primo posto (egocentrismo) o una particolare società al primo posto (sociocentrismo) o gli umani al primo posto (antropocentrismo), né ritiene semplicemente, nel pensiero, di agire come se noi fossimo tutti uniti (mondocentrico); ma direttamente e immediatamente respira l’aria comune e pulsa il sangue comune di un Cuore e un Corpo che è uno in tutti gli esseri. Il punto integrale della sequenza morale è molto fondato ed è esso il vero obiettivo, il punto omega, l’Attrattore caotico, la guida verso l’Oltre Anima, dove trattare gli altri come un unico Sé non è un imperativo morale che deve essere un dovere o una imposizione, ma viene come una cosa semplice e naturale così come il sorgere del sole o il brillare della luna.
Questa morale si intensifica nel sottile e nel causale ma essa anzitutto diviene ovvia qui, nello psichico, e porta naturalmente alla spontanea compassione inerente nell’Oltre Anima, una compassione della quale tutti i precedenti tentativi sono semplici e parziali barlumi,
Il livello SOTTILE
Al livello sottile, il processo di ‘interiorizzazione’o del ‘dentro e oltre’, che abbiamo espresso già al livello psichico, si intensifica – una nuova trascendenza con una nuova profondità, un nuovo abbraccio, una coscienza più alta, una più vasta identità – e l’anima e Dio entrano in un nuovo e più ampio matrimonio interiore, che dischiude al suo apice una unione divina tra Anima e Spirito, una unione prioritariamente con ciascuna delle sue manifestazioni come materia o vita o mente, una unione che eclissa ogni concepibile natura. Noi siamo perfettamente liberi di identificarci con la natura, e di trovare una religione geocentrica della Terra che ci consola nelle nostre miserie passeggere...
Siamo liberi di identificarci con la finita, limitata, mortale Terra; noi siamo liberi di chiamare ciò infinito, senza limiti, immortale, eterno. Questo Spirito è dentro e oltre la Terra, supporto e scopo di tutto, questo Spirito è intuìto al livello psichico e viene all’attenzione nello stadio sottile dell’evoluzione della coscienza, includendo completamente gli stadi precedenti, eclissandoli completamente. ‘Quella gioia’, dice Teresa d’Avila, ‘è più grande di tutte le gioie della Terra, è più grande di tutte le delizie, e di tutte le soddisfazioni; ed esse sono percepite, anche, molto differentemente, come io ho imparato dall’esperienza’[Teresa d’Avila, Il Castello interiore].
Ne Il Castello Interiore, uno dei grandi testi sullo sviluppo del livello sottile, Teresa descrive con molta chiarezza gli stadi dell’evoluzione della ‘sottile farfalla’ come lei chiama la sua anima, alla sua unione con il perfetto (autentico) Divino, e lei fa ciò in termini di ‘sette case’ o sette stadi della crescita. I primi tre stadi riguardano la mente ordinaria o ego, ‘nonrigenerato’ nel grossolano, manifesto mondo del pensiero e dei sensi.
Nella prima Casa, quella dell’Umiltà, l’ego è ancora in amore con le creature e le agiatezze fuori dal castello, e deve cominciare una lunga e disciplinata ricerca per volgersi all’interno.
Nella seconda Casa (la pratica della preghiera), lo studio intellettuale, l’edificazione, e la buona compagnia, fortificano il desiderio e la capacità di interiorizzare e non semplicemente spargere (disseminare) e disperdere il sé in distrazioni esteriori.
Nella Casa della Vita Esemplare, il terzo stadio, disciplina e etica sono fermamente considerati come fondazione di tutto ciò che segue (molto simile alla nozione buddista di dhyana, o meditazione, e prajna, o illuminazione interiore). Questi sono tutti sviluppi naturali (o personali).
Nella quarta Casa, una grazia soprannaturale (o transpersonale) entra in scena con la Preghiera della Memoria (reminiscenza) e la Preghiera della Quiete, che Teresa differenzia dai loro effetti corporei. In entrambe, vi è un calmarsi e rallentare delle facoltà come memoria, pensieri, sensi, ed una conseguente apertura al più profondo, a più interiori spazi con la correlativa ‘grazia’, che Teresa chiama, a questo stadio, ‘consolazione spirituale’ (poiché essa è consolazione del sé, non anche trascendenza del sé).
Nella quinta Casa, attraverso la Preghiera dell’Unione, vi è un Fidanzamento Spirituale dove l’Anima dapprima emerge direttamente e intuisce lo Spirito che risiede nella più profonda interiorità del suo stesso cuore (la psiche). ‘Emerge’ perché prima era nelle profondità, e adesso viene alla luce. In questa fase vi è una particolare trasformazione. L’individuo sperimenta, per la prima volta, una completa cessazione di tutte le facoltà (per Teresa è la pura unione con Dio o con quello che chiama Spirito Noncreato). Teresa afferma, con una sua famosa metafora, che prima di questa cessazione (che chiama anche assorbimento) trasformativa, il sé non rigenerato (o ego) è come un baco da seta. Ma un sapore di unione (alla lettera, proprio una singola esperienza di questa, per quanto breve) e il verme emerge come farfalla. Come noi facciamo questo, l’ego sparisce ed emerge l’anima. (‘Tutto l’egotismo svanisce; le correnti dell’Essere Universale circolano attraverso di me; io sono parte o particella di Dio’). Un solo sentire, e la farfalla è nata.
Il resto de ‘Il Castello Interiore’ descrive lo straordinario viaggio di questa piccola farfalla verso la Fiamma primordiale nella quale, alla fine, essa felicemente morirà.
Nella sesta Casa, Amante e Amato, farfalla e Dio, anima e Non-creato Spirito ‘si guardano l’un l’altro’ per un ampio periodo di tempo. Sebbene l’assorbimento della quinta Mansione possa durare circa mezz’ora, vari tipi di assorbimento rimangono per un giorno o diversi giorni.
Sotto l’aspetto positivo è qui, nella sesta Casa, che tutti i tipi di fenomeni del livello sottile cominciano ad emergere alla coscienza, e Teresa le documenta con eccezionale chiarezza: le illuminazioni interiori, i rapimenti, sottili suoni e visioni, i tipi di serenità e di reminiscenza, ‘estasi, rapimento, o trance’. La maggior parte di queste visioni (ultimo psichico e primo sottile) sono in se stesse transverbali (‘le rivelazioni sono comunicate senza parole’, in un modo che coinvolge non chiare espressioni di discorso). Ma l’evento centrale rimane, in ciascuno di essi, la possibilità di assorbimento nello Spirito non creato.
Tutto ciò culmina nella settima Casa, dove vi è l’effettivo matrimonio Spirituale e la visione si dirige verso la diretta visione o la diretta esperienza; la visione indica la via all’apprensione diretta o alla esperienza diretta – ‘unione di tutta l’anima con Dio’.
Ma ciascuno stadio della crescita, abbiamo visto, introduce nuovi tipi di possibili patologie, e così è con la piccola farfalla. Così la famosa ‘Notte Buia dell’Anima’, una frase introdotta da amici e collaboratori di Teresa, è la Notte Buia in quel periodo dopo che si è gustato l’Essere Universale, ma prima che ci si è stabilizzati in esso, poiché uno ha ora visto il Paradiso…e lo ha visto svanire. E Teresa è particolarmente brillante nel descrivere e nel distinguere le agonie dell’anima nelle sue più alte mansioni o stadi da quei problemi emozionali che caratterizzano le facoltà più basse.
La nuova profondità, questa nuova interiorità, che è un nuovo oltre, trascende del tutto la natura, abbraccia completamente la natura, ed è così incarnata nella natura, come Aurobindo spiegò molto efficacemente:
‘il suo primo effetto è stata la liberazione della vita e della mente fuori dalla Materia: il suo ultimo effetto è stato assistere all’emergere di una coscienza spirituale, una volontà spirituale e un senso difondazione di tutto ciò che segue (molto simile alla nozione buddista di dhyana, o meditazione, e esistenza nell’essere terrestre così che egli non sia più oltre solamente preoccupato della sua vita esteriore o dei suoi interessi e scopi mentali, ma ha imparato a guardarsi dentro, a scoprire il suo essere interiore, il suo sé spirituale, ad aspirare a superare [negare e preservare] la terra e le sue limitazioni. Appena egli cresce più e più dentro, i suoi confini mentali [noosfera], vitali [biosfera], e spirituali cominciano ad espandersi, i vincoli che tengono vita, mente, anima, legati alle loro primarie limitazioni vengono allentati o spezzati, e l’uomo, l’essere mentale, viene ad avere la visione di un regno più vasto di sé e del mondo nascosto alla primaria vita terrestre. Se egli fa il movimento interiore cui la stessa più alta visione lo ha condotto come sua più grande necessità spirituale, allora egli troverà nel suo essere interiore una più vasta coscienza, una vita più ampia. Un’azione dall’interno ed un’azione dall’oltre può superare il predominio della formula materiale, ridurre e infine mettere fine al potere della Incoscienza, sostituire lo Spirito alla Materia come consapevole fondamento dell’essere, e liberare le sue potenze più alte alla loro completa e caratteristica espressione nella vita dell’anima incorporata nella natura.’
[Aurobindo, Life divine, pp.704-705 - I problemi del sé in questo stadio vengono trattati da W. anche in The Atman project]
Il livello CAUSALE
Nel livello sottile, l’anima e Dio sono uniti; nel livello causale, l’Anima e Dio sono entrambi trascesi nella prioritaria identità della Essenza Divina (Divinità), o pura consapevolezza senza forma, pura coscienza come tale, il puro Sé come puro Spirito (Atman = Brahman). Non la ‘Suprema Unione’ di Dio e Anima ma la ‘Suprema Identità’ della Divinità. Come dice Meister Echkart ‘Io trovo in questo penetrare-attraverso quel Dio ed io sono uno e lo stesso’. Come si vedrà, questo puro Spirito senza forma è detto essere lo Scopo e il Sommo e la Sorgente di tutte le manifestazioni. E questo è il causale.
Concordo con Wilber quando afferma che "La formula è: andare dentro = andare oltre = un più grande abbraccio. Ed io voglio fare chiarezza su ciò che significa." Anch'io desidero fare chiarezza... desidero anche che la strada per la metamorosi non sia solo la meditazione ma anche l'amore verso le altre persone, verso se stessi in integrazione con l'Universo.
Sono d'accordissimo con Wilber.... quando dice "OLTRE" quell'oltre sta per andare oltre la nostra mente che per definizione definisce, separa, creando contrasto e dolore. Dove c'è giudizio e confronto c'è conflitto e questo succede perchè ci identifichiamo con la nostra mente....andando dentro contattiamo la nostra vera essenza, la nostra parte divina che è amore puro, uno spazio dove non c'è giudizio e conflitto uno spazio vuoto...è proprio in quello spazio che noi siamo in contatto con l'universo, con il tutto, con Dio, o come lo si voglia chiamare;
A me piace la definizione di casa, in quello spazio mi sento a casa.-
In relazione alla meditazione vista come uno sfuggire alla realta' e' solo un'opinione, basata su una credenza, tramandata o presa a prestito da altre fonti generali o di " massa" o propria che sia, ma che non ha nulla a che vedere con il significato di cio' che e' la meditazione. Meditazione la si fa tutti, quando si osserva la natura, o si contempla la bellezza di un tramonto, o si immagina il partner amato/a, quando si deve prendere una decisione importante per la nostra vita, quando si osserva un bimbo appena nato, o un animale... Tutte sono forme di meditazione, lo facciamo tutti. Tutti andiamo dentro noi stessi, specialmente quando soffriamo e cerchiamo di capire i nostri di-sagi interiori. C'e' chi si rifugia nei canali ufficiali della medicina e chi nella meditazione anche cercando di staccare la spina da cio' che ci provoca dis - agio. Tutti per cercare sollievo e uno spazio tutto nostro dove anche poter sognare in pace, o fare il vuoto mentale dai miliardi di pensieri e suggerimenti bombarda ti continui. Ognuno di noi lo fa con una modalita', con una motivazione e intenzione diversa. Ma sempre meditazione sulla propria esistenza e il suo scopo e'.
E' illuminante anche prefazione di Ken Wilber nel magnifico libro di Caroline Myss "Nel Castello interiore", frutto d'incontro tra due grandi mistiche atemporali: Santa Teresa d'Avila e Caroline Myss. http://www.fiorigialli.it/libri/index.php?big=23569
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