Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo del nostro sforzo: un'aspirazione costante, ineluttabile, che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall'alto. Ma, la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farlo nelle condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza. Se dovesse sottomettersi a queste esigenze, incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani.
Ecco le condizioni di luce e di verità, le sole accettabili dalla più alta forza per la propria discesa; ed è soltanto la più alta forza supermentale discendente dall'alto ed aprentesi il passaggio dal basso che può dirigere vittoriosamente la natura fisica ed annichilire le sue difficoltà.
Occorre un dono di sé totale e sincero, un'apertura di sé rivolta esclusivamente verso il potere divino, un'ammissione costante ed integrale della verità che discende, un costante ed integrale rifiuto della menzogna, dei poteri e delle apparenze della mente, del vitale e del fisico che governano ancora la natura terrestre.
Il dono di sé deve essere totale ed estendersi a tutte le parti dell'essere.
Vedi le opere di Aurobindo e Mère
Non basta che lo psichico risponda, che la mente superiore accetti, che il vitale inferiore si sottometta e che la coscienza fisica interiore senta l'influsso. Nulla deve esservi, in alcuna parte dell'essere, neppure nella più esteriore, che si riservi o si nasconda dietro i dubbi, la confusione, i sotterfugi, nulla che si ribelli o si rifiuti.
Che una parte dell'essere si sottometta, ma che un'altra si riservi e segua il proprio cammino, o ponga le proprie condizioni, allora, ogni volta che ciò si produce, la grazia divina viene respinta.
Se dietro alla vostra devozione e sottomissione, i desideri, le esigenze egoiste e le insistenze vitali rimangono intatti, sostituendosi alla vera aspirazione, o che li mescoliate ad essa tentando di imporli alla Shakti Divina, invano invocherete la grazia divina per trasformarvi.
Se aprite alla verità una parte del vostro essere, e dal lato opposto lasciate aperte le porte alle forze ostili, è futile sperare che la grazia divina dimori in voi. Dovete mantenere il tempio pulito se desiderate che la presenza vivente vi si stabilisca.
Se, ogni volta che il potere interviene e fa discendere la verità, volgete le spalle e richiamate la menzogna che è stata espulsa, non dovete biasimare la grazia divina di farvi difetto, ma la falsità della vostra volontà e l'imperfezione della vostra sottomissione.
Se volete la verità e, nello stesso tempo, qualche cosa in voi sceglie la falsità, l'ignoranza e il non divino, od anche, semplicemente, non sia disposta a rifiutare totalmente questi falsi movimenti, allora sarete sempre esposti agli attacchi ostili e la grazia si ritirerà da voi.
Scoprite prima ciò che in voi è falso ed oscuro e respingetelo con persistenza; solamente allora avrete il diritto di fare appello al potere divino affinché vi trasformi.
Non pensate che la verità e la menzogna, la luce e l'ombra, la sottomissione e l'egoismo possano essere ammessi a dimorare insieme nella casa consacrata al divino. La trasformazione deve essere integrale, ed integrale il rifiuto di tutto ciò che vi si oppone.
Respingete la falsa nozione che il potere divino farà, che è obbligato a fare, tutto per voi su vostra richiesta, anche quando le condizioni poste dal supremo non vengano soddisfatte. Che la vostra sottomissione sia vera e completa; allora, e solamente allora tutto sarà fatto per voi.
Respingete anche l'attesa falsa ed indolente che il potere divino compia la sottomissione per voi. Il supremo richiede la vostra sottomissione, ma non la impone; sino a quando non giunga la trasformazione irrevocabile, siete libero ad ogni momento di negare e di respingere il Divino e di ricredervi sul dono di voi stessi, se siete disposti a subirne le conseguenze spirituali.
La sottomissione deve essere libera e spontanea; deve essere la sottomissione di un essere vivente, e non quella di un automa inerte o di un utensile meccanico.
Si confonde continuamente una inerte passività con la vera sottomissione; ma, da una passività inerte non può risultare nulla di vero, né di possente.
E' la passività inerte della natura fisica che la lascia in balìa di tutte le influenze oscure ed anti divine.
Affinché la forza divina possa operare è indispensabile una sottomissione felice, forte e utile, l'obbedienza del discepolo illuminato dalla verità, del guerriero interiore che combatte contro l'oscurità e la menzogna, del fedele servitore del divino.
Tale è la vera attitudine, e solamente coloro che possono assumerla e conservarla, sapranno mantenere una fede che le delusioni e le difficoltà non scuoteranno, e supereranno la prova verso la vittoria suprema e la grande trasformazione.
II
Attraverso la sua Shakti, il divino è presente in ogni azione, in tutto ciò che nell'universo viene fatto, ma velato dalla sua yoga maya opera nella natura inferiore attraverso l'ego del Jiva.
Anche nello yoga, il Divino è il sadhaka e la sadhana. La Shakti rende possibile la sadhana mediante la sua luce, il suo potere, la sua conoscenza, la sua coscienza, il suo Ananda agenti sul'Adhara (l'essere fisico), e quando questo si apre a lei, riversando in esso quelle forze divine che rendono la sadhana possibile. Ma fin tanto che la natura inferiore rimanga attiva, lo sforzo personale del sadhaka è necessario.
Lo sforzo personale che viene richiesto è il triplice lavoro di aspirazione, di rifiuto e di dono di sé.
Un'aspirazione vigilante, costante, incessante, la volontà dello spirito, la ricerca del cuore, il consenso dell'essere vitale, la volontà di aprire e di rendere plastiche la coscienza e la natura fisica.
Il rifiuto dei movimenti della natura inferiore; il rifiuto delle idee, delle opinioni, preferenze, abitudini e costruzioni della mente, affinché la vera conoscenza possa trovare il campo libero in una mente silenziosa.
Il rifiuto dei desideri, delle richieste, delle sensazioni e delle passioni della natura vitale, del suo egoismo, del suo orgoglio, della sua arroganza, della sua lussuria, della sua avidità, della sua gelosia, della sua invidia e della sua ostilità verso la verità, affinché gli autentici potere e gioia possano riversarsi dall'alto in un essere vitale, calmo, grande, forte e consacrato.
Il rifiuto della stupidità, del dubbio, dell'incredulità, dell'oscurità, dell'ostinazione, della meschinità, della pigrizia, della cattiva volontà di cambiare e del Tamas della natura fisica, affinché la vera stabilità della Luce, del potere, dell'Ananda prenda dimora in un corpo sempre più divino.
Il dono di sé al divino e alla Shakti, di tutto ciò che si è, di tutto ciò che si ha, di ogni piano della coscienza e di ogni movimento.
In proporzione al dono e alla consacrazione di sé, il sadhaka diviene consapevole che è la Shakti divina che fa la sadhana e penetra in lui sempre più, stabilendovi la libertà e la perfezione della natura divina.
Quanto più questa operazione, svolta in piena consapevolezza, sostituisca il suo sforzo, tanto più rapido e vero diviene il progresso. Ma la necessità dello sforzo personale non può essere totalmente eliminata che al momento in cui la sottomissione e la consacrazione, in tutte le parti dell'essere, sono divenute pure e complete.
Notate che una sottomissione tamasica che rifiuti di adempiere alle condizioni, e richieda al divino di tutto fare risparmiandovi le difficoltà e tutte le lotte, è un inganno che non conduce né alla libertà né alla perfezione.
III
Per attraversare la vita protetti contro ogni timore, ogni rischio ed ogni disgrazia, due cose sono necessarie, ed esse vanno sempre unite: la grazia della madre divina e, da parte vostra, uno stato interiore fatto di fede, di sincerità e di sottomissione.
Che la vostra fede sia pura, candida e perfetta. Una fede egoista dell'essere mentale e vitale, colorata dall'ambizione, dall'orgoglio, dalla vanità, dall'arroganza mentale, dall'ostinazione vitale, dalle esigenze personali, dal desiderio per le meschine soddisfazioni della natura inferiore, è una fiamma bassa e fumosa che non può innalzarsi diritta verso il cielo.
Considerate che la vostra vita vi è data solamente per l'opera divina e per aiutarla nella sua manifestazione. Non desiderate nulla se non la purezza, la forza, la luce l'ampiezza, la calma, l'Ananda della coscienza divina e la sua insistenza a trasformare e perfezionare la vostra mente, la vostra vita ed il vostro corpo.
Non chiedete altro che la verità divina, spirituale e supermentale, la sua realizzazione sulla terra, in voi ed in tutti i chiamati e prescelti, e le condizioni necessarie per la sua creazione e la sua vittoria sulle forze avverse.
Che la vostra sincerità e la vostra sottomissione siano vere e complete. Se vi date al Divino, datevi completamente, senza esigenze, senza condizioni, senza riserve, affinché tutto in voi appartenga alla Madre Divina, e nulla sia lasciato all'ego o dato a qualche altra potenza.
Più la vostra fede, la vostra sincerità e la vostra sottomissione sono complete, più la grazia e la protezione della madre divina sono con voi. E quando la grazia e la protezione della madre divina sono con voi, chi vi può toccare, o chi avrete da temere?
Anche un poco della sua grazia vi porterà attraverso tutte le difficoltà, tutti gli ostacoli e tutti i pericoli. Protetti dalla Sua presenza, potete inoltrarvi senza timore sul vostro cammino, che è il Suo, incuranti di tutte le minacce, senza essere colpiti da alcuna ostilità, per quanto potente esso sia, che venga da questo mondo o dai mondi invisibili.
Il suo contatto può volgere le difficoltà in occasioni, l'insuccesso in successo e la debolezza in forza che non viene meno. La grazia della madre divina è il consenso del supremo e presto o tardi, il suo effetto è sicuro; è una cosa decretata, inevitabile ed irresistibile.
1 Agosto 1927
Sri Aurobindo