forestiero che vai cercando la pace al crepuscolo, 
la troverai alla fine della strada. (F. Battiato)

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
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UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
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UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA


di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.

Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?

La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.

E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.

Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!

Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”.

Lester Brown ha posto in una sola frase quello che un sacco di attivisti ecologisti e scienziati si stanno oggi rendendo conto: ci sono rimasti soltanto vent’anni per cambiare il nostro stile di vita su questo pianeta. Dobbiamo quindi esplorare la nostra casa interiore prima possibile. Quando usiamo il termine “casa interiore” ricordiamoci che l’anima non sta dentro al corpo. La casa interiore non è quella piccola cosa dentro la ghiandola pineale che Cartesio chiamò anima. Tutti i nostri grandi mistici – Ildegarda di Bingen, Tommaso d’Aquino e il Maestro Eckhart hanno detto che l’anima non è dentro al corpo, ma è il corpo che è dentro l’anima. Il corpo è uno strumento delle passioni, dell’angoscia, dello stupore, di quello di cui ci prendiamo realmente cura. Esplorare la casa interiore della nostra anima significa ascoltare il proprio sé profondo, e non solo il nostro, ma anche quello della comunità della quale facciamo parte, delle nostre nazioni, della nostra specie. La casa interiore non fa parte dell’individuo, anche il nostro stile di vita contiene la sua casa interiore, ed è a causa della nostra violenza interiore che l’ambiente intorno a noi sta morendo, stiamo sporcando il nido nel quale viviamo.

Dunque, l’esplorazione della nostra casa interiore ha a che fare con l’era ecologica. La parola “ecologia” significa lo studio della nostra casa. L’ecologia non è qualcosa “là fuori”, noi siamo nella natura e la natura è in noi, viviamo in un luogo sacro e il luogo sacro è in noi. La natura sacra, incontaminata, non si trova solo nei parchi nazionali, ma dentro a ognuno di noi e ci richiede attenzione, noi non siamo più in contatto con le nostre vere e genuine passioni, per questo intorno a noi c’è solo devastazione.

Ai nostri giorni la religione deve ritornare alla sua tradizione mistica. Il monaco inglese Bede Griffiths ha detto recentemente, “Se la Cristianità non recupera la sua tradizione mistica, può chiudere bottega e ritirarsi, non ha niente da offrire”. E io aggiungo, Amen. Le chiese sono vuote e l’anima dei nostri giovani disperata. Non deve comunque finire così perché possiamo ancora riprendere le nostre tradizioni mistiche, in ognuno di noi c’è il misticismo che anela a ritornare nell’universo. Quando lo si sviluppa allora tornano i profeti. Come disse il filosofo americano William Hocking, “Il profeta è il misticismo in azione” e Carl Jung affermò “La fede non sostituisce l’esperienza”.

Il mistico è ognuno di noi fiducioso di sperimentare il divino nella natura, il quale apre i nostri cuori e, quando questi sono aperti, il divino ci penetra. La fiducia nella nostra esperienza è la base di tutto il misticismo. Il salmista dice, “Prova a vedere se Dio è buono”. Il misticismo si riferisce appunto a questo assaggio, non può esserci un misticismo di seconda mano, indiretto. Il Papa non lo può sperimentare per conto nostro e nemmeno il parroco, il misticismo non lo si può noleggiare, nemmeno in California! Ci stiamo dirigendo verso un’era in cui tutti noi dovremo prenderci la responsabilità della nostra vita mistica, richiamare la saggezza dei nostri antenati e della comunità, inclusa, naturalmente la saggezza della comunità non umana che, costantemente ci sta nutrendo con la rivelazione della sua verità e insegnando che possiamo gustare e vedere che la divinità è buona.

Tommaso d’Aquino la mise sotto questo aspetto, “L’esperienza del Divino non deve riguardare gli anziani o una minoranza”. Non abbiamo bisogno di mistici professionisti, tutti noi dobbiamo risvegliare il misticismo che è in noi. Gregory Bateson, nel suo libro Steps to the Ecology of Mind (Verso l’ecologia della mente), dice, “La cosa più dura nel Vangelo è quando San Paolo, indirizzandosi ai Galilei, dice, “Non si può ingannare Dio”. Queste parole possono andar bene anche alla relazione tra l’umanità e l’ecologia, non si possono ingannare i processi ecologici. In altri termini, la Terra scrive sul suo libro mastro il livello di ozono, l’inquinamento atmosferico, la deforestazione, perché non vuole essere presa in giro e ingannata. Anche Santa Ildegarda disse, “C’è una tessuto di equità che collega l’umanità a tutte le altre creature”. Dice dunque che se gli esseri umani rompono questa trama di giustizia, Dio permette la creazione di una punizione per l’umanità. Questa punizione è già presente, con il cancro e la leucemia. Non si può ingannare la Terra. Bateson inizia allora ad analizzare le tre principali minacce alla sopravvivenza umana. La prima è il progresso tecnologico, la seconda è l’aumento demografico e la terza sono gli errori e le attitudini della cultura occidentale.

Se ci rimangono soltanto vent’anni, dobbiamo iniziare a risvegliare la massa, e la strada per tale risveglio è la tradizione mistica religiosa che si rifletterebbe nel cambiamento totale delle nostre attitudini convenzionali verso il corpo, la salute, la globalità, verso la sacralità di tutte le creature. Ci insegnerebbe la spiritualità, una maniera nonviolenta di vivere con noi stessi e quindi anche con gli altri.

Per recuperare questo tipo di sapienza religiosa, quello che dobbiamo fare è cercare nelle nostre tradizioni spirituali che sono state spesso condannate. I più grandi Santi della tradizione, Ildegarda da Bingen, fu ignorata per 700 anni, Francesco d’Assisi è stato reso patetico e messo accanto alla vaschetta dei pesci in giardino. Tommaso d’Aquino, prima di diventare santo, fu condannato per tre volte. Il Maestro Eckhart fu condannato ed è rimasto ancora adesso, da 600 anni, nella lista dei condannati. Giuliana da Norwich completamente ignorata. Il suo libro venne pubblicato dopo 300 anni dalla sua morte. Nel diciassettesimo secolo, al concilio di Whitby, ai Celti, con la loro cultura centrata sulla creazione, fu soffocato il loro naturale misticismo.

Questo popolo era impregnato di spiritualità centrata sulla creazione, una spiritualità che cominciava con una benedizione originale invece che con un peccato originale. L’idea di un peccato originale è radicalmente antropocentrica. Il peccato è vecchio quanto la razza umana. Io nego la predominanza che la Chiesa occidentale dà al peccato originale, essa ha alimentato questo antropocentrismo. È così egocentrico pensare che l’esperienza religiosa inizi con i nostri peccati.

Credo invece cha l’esperienza religiosa inizi con la solennità e la meraviglia, che sono i primi passi del viaggio spirituale. La solennità è l’inizio della saggezza, non esistono compromessi su questa verità. Oggi, il primo passo verso la rivoluzione spirituale è il recupero del senso di meraviglia e solennità, ed è un compito agevole perché la scienza stessa ci ha dato una nuova teoria sulla creazione, una nuova cosmologia sul come è giunta qui la nostra specie umana, sul come è nato questo pianeta. Nessuno può ascoltare questa storia senza sentirsi riempire di stupore e maestosità.

È spettacolare sapere che tutti gli elementi che compongono il nostro corpo provengono da una esplosione di una super-nova cinque miliardi e mezzo di anni fa, che ci unisce con tutti gli altri elementi dell’universo. È stupefacente sentire che nei primi secondi di questa sfera infuocata, diciotto miliardi di anni fa, furono prese decisioni che ci riguardavano, che la temperatura della palla di fuoco doveva essere entro certi gradi per permettere l’evoluzione di questo pianeta. Ed è ciò che accadde. Quando sentite tutte queste cose sgorgar fuori dalle bocche degli scienziati, non ci si deve stupire se sono proprio loro, oggi, a condurci verso la via del misticismo. Sento l’eco di quello che diceva Giuliana da Norwich nel quindicesimo secolo, “Siamo stati amati ancor prima dell’inizio”.

L’amore incondizionato è la prima lezione della nuova storia della creazione ed è pure la lezione di tutti i mistici. Quando poniamo insieme scienza e misticismo abbiamo fatto ribollire una nuova cosmologia. Quando gli artisti ci raccontano queste storie, sotto forma di canzoni e danze, musica e rituali, avviene una rinascita, una rigenerazione spirituale basata su una nuova visione. Tutta questa solennità è il punto di partenza per una vita spirituale. Tommaso d’Aquino affermò, “Tutte le cose sono state create per imitare la bellezza divina in qualsiasi modo possibile. La beltà divina è la causa di tutti gli stati di movimento e quiete, sia della mente che del corpo e dello spirito”.

Sono 300 anni che questa parola “bellezza” non viene più considerata come una categoria teologica. Cartesio, il padre del mondo accademico e della scienza occidentale, costruì un’intera filosofia senza mai menzionare la bellezza o l’estetica. L’ultima volta che abbiamo avuto una spiritualità cosmologica in Occidente fu nel Medioevo quando ci fu una celebrazione della bellezza del Signore. Francesco d’Assisi disse “Il Signore è Bellezza”, e d’Aquino insegnava che tutti noi condividiamo e partecipiamo alla bellezza divina. L’ecologia ci parla a un livello di base perché ci stiamo tutti innamorando della Terra. Il primo passo nel viaggio ecologico è innamorarsi della bellezza di questo pianeta, in modo da difenderlo e liberarlo quando viene offeso e abusato.

Il rabbino Heschel diceva “Il solo essere è già una benedizione. Il solo vivere è sacro”. Heschel spiega che ci sono tre modi con i quali l’essere umano risponde alla creazione. La prima maniera è di gioirsene, la seconda è di sfruttarla e la terza di accettarla con timore reverenziale. La nostra civiltà occidentale non ha mai praticata la terza via, almeno non negli ultimi secoli. La riverenza è stata tenuta fuori dall’aula perché Cartesio definì le verità come idee, dunque il nostro intero sistema educativo è modellato sulle idee. Una volta uno scienziato mi disse, “Negli ultimi ventuno anni non ho fatto altro che rinchiudermi in un laboratorio all’Università di Stamford, esaminando l’emisfero destro del cervello. Ora sono pronto a pubblicare le mie scoperte che riguardano l’emisfero destro del cervello tutto impregnato dalla paura.

Ecco perché ho smesso di seguire la teologia, in quanto totalmente inadeguata per l’era ecologica e per una rinascita ambientale. Questo modello dice che Dio è “là fuori”. Dio è un proprietario terriero assenteista, che abita lontano dalle sue terre, e che noi siamo qui a fare il lavoro del Signore. Abbiamo quindi una mentalità orientata al dovere, ma non si può stimolare le persone con il concetto del dovere, la fai sentire soltanto colpevoli, la qual cosa le stanca. Quest’idea si rifà a Kant ed è parte dell’Illuminismo. Lasciamola andare.

Tommaso d’Aquino diceva che le persone vanno cambiate con la gioia. Il modello appropriato per la teologia nell’era ecologica non è quello che rinforza il dualismo, quello giusto è il misticismo, il Cristo Cosmico e il Giardino del Cantico dei Cantici, dove ci rendiamo conto che il Divino è il Giardino, che Dio si esprime in ogni pianta, in ogni albero, in ogni animale e quando sono messi in pericolo è il Signore stesso che viene messo in croce. Quando sono forti e in buona salute, è la stessa divinità che irradia la sua doxa, la sua gloria. Il Cristo Cosmico irradia la sua gloria nella gloria della natura.

Un cambiamento nel modello etico, orientato ora al dovere, verso il misticismo e il Cristo Cosmico, è la base per una spiritualità ecologica. Questa è la casa, la “eco” nella quale viviamo, è la casa divina. “Il Signore è qui, siamo noi che siamo andati fuori per una camminata”. (Eckhart). La divinità è in ogni luogo ma i nostri occhi devo imparare a vederla nuovamente.

Un’altra dimensione della spiritualità ecologica è proprio la parola “ambiente”. Proviene dalla parola francese environ che significa “intorno”. La teologia corretta per i giorni nostri non è quella intorno a un Dio che se ne sta là fuori, da qualche parte, riguarda un Dio attorno a noi, come diceva Giuliana da Norwich, “che ci abbraccia totalmente”. Si tratta di un’immagine molto materna di Dio e, come diceva Ildegarda di Bingen, “Sei tenuto stretto dalle braccia del mistero di Dio”.

Questo è panteismo, ci insegna che ogni cosa è in Dio e che Dio è in ogni cosa. È il modo corretto di nominare la nostra relazione con il divino. Mechtild di Magdeburgo, un’attivista femminista del tredicesimo secolo, diceva che “Il giorno del mio risveglio spirituale fu il giorno in cui vidi, e seppi, vidi tutte le cose in Dio e Dio in ogni cosa”. Quello sarà il giorno in cui cresceremo spiritualmente e, se nella nostra cultura non troveremo le risorse che ci assistano in questa crescita, se non sentiremo gli insegnamenti dei mistici, allora dobbiamo andare fuori a chiedere. Lo stesso dobbiamo fare per portar via i nostri corpi dall’industria medica e le nostre anime dai preti professionisti che non stanno facendo il loro dovere, per il fatto che essi stessi sono stati feriti nei seminari e da un’educazione restrittiva.

Lester Brown usa una parola importante quando parla di “inerzia”. Nel Medioevo usavano una parola ancor più profonda, la chiamavano “accidia” che significa rifiutare di iniziare cose nuove. L’accidia comprende la depressione e la tristezza. La nostra tradizione spirituale dovrebbe chiamarla accidia, perché questo è il termine. Come svegliare la massa? Come ci risvegliamo? Paolo, rivolgendosi ai Corinti, diceva, “La tristezza nella vita è imparentata con la morte”.

Ero così consapevole di questo, quando il governo americano stimolando la gente, inviò 400.000 esseri umani in giro per il mondo insieme a una indescrivibile quantità di armi. Essi eccitarono le persone, ma per che cosa? Andare alla guerra. Non siamo riusciti a entusiasmare le persone nei riguardi della disperazione delle nostre città, riguardo al trattamento del suolo. È proprio come diceva Paolo, “La tristezza nella vita è vicina alla morte”. Ci risvegliamo per assistere alla morte come se fosse un intrattenimento. La morte fa notizia. La morte è ora la sola cosa che ci desta. Aquino diceva, “La disperazione arriva quando perdiamo la nostra fiducia nella nostra divinità e perdiamo la consapevolezza di come ci si relaziona con la divinità”.

In altre parole è la teologia delle benedizioni che è la risposta giusta all’accidia e all’inerzia. È quando diveniamo eccitati dalla divinità delle cose che siamo pronti ad agire a favore della vita e della Terra. È come divenire “innamorati”. Noi abbiamo un amore antropocentrico, pensate che sia qualcosa che fate per trovare un compagno per il resto della vostra vita, invece è molto di più di questo. Potremmo innamorarci delle galassie, potremmo innamorarci dei fiori selvatici, dei pesci, delle piante, degli alberi, degli animali, degli uccelli e delle persone. Questa capacità di essere innamorati non ha limiti e tutto ciò deriva dal fatto di sperimentare le benedizioni.

Tommaso d’Aquino disse, “Benedire significa nient’altro che parlare del bene. Benediciamo Dio e Lui ci benedice in un altro modo. Benediciamo il Signore riconoscendo la divinità”. Dunque, dobbiamo prenderci un po’ di tempo per meditare sull’intrinseca divinità delle cose, la divinità delle foreste, dell’aria pulita e salubre e dell’acqua. “Dio ci benedice e ci riempie di divinità” (Aquino). Dobbiamo prenderci tempo per meditare sulle nostre benedizioni, sul come siamo straordinariamente unici. Non c’è mai stata un’altra forma di DNA come la nostra nella storia dell’universo e ogni singola persona è l’espressione unica del Cristo Cosmico. Come dicono i mistici, ciascuno è l’unico specchio di Dio. Questo è il motivo per il quale c’è una tale diversità nella creazione, per deliziare la divinità. Questo è il motivo per cui tutte le creature sono qui per amore della gioia.

Dobbiamo lasciare andare l’ideologia del Peccato Originale, che ci ha fatto crescere con la vergogna e il senso di colpa di essere qui e che, a turno, crea la coercizione del perfezionismo e del sentirsi ancora più in colpa. Il fatto è, miei cari amici, che tutte le creature sono imperfette e, allora, celebriamolo. La divinità, di proposito, si accoppia con le nostre imperfezioni e quindi abbiamo bisogno di entrambe e in questo modo costruiamo la nostra reciproca relazione. Nelle imperfezioni c’è gloria e bellezza. Ogni albero è bello, ma se gli andiamo vicino, ha i suoi nodi, le radici morte e i rami spezzati.

Anche noi siamo allo stesso modo e non c’è da vergognarsi per questo. La vergogna sta nello sguazzare nelle imperfezioni e nel non fare attenzione alla nostra divinità. Aquino diceva che il peccato dell’accidia, il peccato dell’inerzia sono peccati contro il Comandamento di onorare il giorno di riposo. La parola Sabbath significa che il Creatore trascorse il suo giorno di riposo per gioire delle sue creature. Dovremmo recuperare il senso di delizia nei riguardi della creazione. Quando godiamo della creazione, questa è ecologia spirituale, è la Via Positiva (in italiano nel testo originale, n.d.T.).

Il secondo sentiero dell’ecologia spirituale è la Via Negativa (in italiano nel testo originale), la via dell’oscurità, della disperazione e sofferenza. Giornalmente i nostri cuori si spezzano dal sentire quello che l’umanità affligge alla Terra, la sofferenza e il dolore ci colpiscono, ma la prima cosa da fare è porre attenzione alla sofferenza, convivere con la sofferenza, convivere con l’oscurità. I mistici la chiamano la notte buia dell’anima. Al giorno d’oggi la nostra intera specie è coinvolta in questa notte buia dell’anima, ma ciò non è necessariamente una cosa cattiva, può essere l’inizio di una conversione radicale, l’inizio di una nuova vita.

Bede Griffiths dice nel suo libro, The River of Compassion (Il fiume della pietà), “È significativo il fatto che l’esperienza della disperazione sia una pratica logica. La disperazione è spesso il primo passo sul sentiero della vita spirituale e molte persone non si risvegliano alla realtà divina e all’esperienza della trasformazione delle loro vite fino a che non passano attraverso l’esperienza della disillusione e della disperazione”.

Oggi, come civiltà, stiamo attraversando questa disillusione e disperazione e abbiamo bisogno come supporto la tradizione mistica perché Dio lo si può trovare non soltanto nella luce e nella gloria della creazione ma anche nell’oscurità assoluta.

Ho parlato del sentiero della creazione e della gioia e anche di quello dell’oscurità. Ora arriviamo al terzo sentiero, che è quello della creatività. Una rinascita della creatività ci può giungere attraverso la gioia o dopo il buio. Dopo la crocifissione arriva la resurrezione, la nuova nascita, la sorpresa. Abbiamo bisogno, oggi, di far nascere nuove virtù in molte zone della nostra civiltà.

In Occidente, per tradizione, abbiamo meriti politici, interiori e civici. Adesso abbiamo bisogno anche di virtù ecologiche. Per esempio, il vegetarianesimo o il semivegetarianesimo è una virtù. Per gli esseri umani del cosiddetto Primo Mondo, non ci sono più scuse sull’eccessivo quantitativo di carne consumata. Infatti, se soltanto i nordamericani riducessero del dieci percento il loro consumo di carne, sessanta milioni di esseri umani potrebbero oggi mangiare, e non morire di fame. L’ammontare della superficie di terra, dell’acqua e dei cereali impiegati per mantenere la dannosa abitudine dell’alimentazione carnea, è, al giorno d’oggi, semplicemente insostenibile. Non sto dicendo che ognuno di noi si deve convertire al vegetarianesimo assoluto, ma certamente possiamo ridurre del dieci percento il consumo e, quindi, cominciare da lì.

Un’altra virtù ecologica è quella di andare in bicicletta, quella della condivisione dell’automobile o di camminare per andare a lavorare. Lo stesso riciclaggio è un’altra virtù. Riconoscere la sacralità dell’acqua e onorarla ne è un’altra. Ci sono dei modi semplice per imparare a onorare. Eccone uno che ho imparato anni fa dai Nativi americani: se volete imparare a onorare l’acqua, rimanetene senza per tre giorni di fila, dopodichè, al primo sorso, riscoprirete la sua sacralità.

Dobbiamo ricreare i nostri intrattenimenti, a casa e nel vicinato. L’arte della conversazione, del giardinaggio, del teatro, della musica e del piantare alberi sono, esse stesse, una gioia. Per divertirci ci rivolgiamo alla televisione. Ho sostenuto a lungo che se avete un televisore in casa dove ci sono bambini, per ciascuna ora di televisione guardata, essi devono rappresentare un loro proprio spettacolo. Dobbiamo riscoprire l’arte di far festa insieme e godere della reciproca compagnia. Lo studio è una prassi spirituale.

È pure una spiritualità ecologica quella di studiare la nuova creazione e mettere in scena un lavoro teatrale, studiare la crisi forestale, la violenza sugli animali, la propria storia. Sono pure virtù ecologiche le organizzazioni politiche in difesa della creazione, includendo, se necessaria, la disobbedienza civile. Un altro modo è quello di fare rituali, celebrare i tempi e i luoghi sacri e gli esseri sacri con i quali condividiamo il pianeta. I rituali sono i modi con i quali il sistema dei valori viene passato ai giovani. Abbiamo necessità, attualmente, di una rivoluzione nei rituali. I riti religiosi annoiano come quelli del governo o della scuola, dobbiamo riportare i nostri corpi ai cerimoniali. La preghiera rafforza il cuore, abbiamo bisogno di persone che ci guidino attraverso le preghiere in forme nuove e tradizionali.

L’arte è la via fondamentale per scoprire la saggezza dei nostri cuori. Oggi potremmo mettere al lavoro tutte le specie se avessimo onorato l’artista come guida spirituale, che è in effetti il ruolo primario dell’arte, e come lo è sempre stato dappertutto nelle tradizioni indigene naturali. Un paio d’anni fa incontrai una aborigena. Mi disse, “Nella nostra cultura, ognuno lavora per quattro ore al giorno, per il tempo restante fa delle cose”. Cosa significa fare delle cose? Riti, convivialità, bellissimi costumi, musica e cibo per le feste che seguono i rituali. È durante i rituali che la comunità guarisce se stessa, si illumina, presenta i doni di ciascuno per la celebrazioni e poi li offre.

L’abitudine all’avarizia e all’avidità è profondamente radicata nella nostra civiltà, è inserita proprio nella struttura del capitalismo, che è costantemente alla ricerca di avere sempre di più. Tommaso d’Aquino dice, “L’avarizia non è un problema del materialismo, è un argomento dell’anima, è la nostra ricerca d’infinito, ma è messa fuori posto. Il consumismo non ci può soddisfare ed è il motivo per il quale siamo sempre alla ricerca del nuovo modello l’anno dopo, in una progressione infinita nella dipendenza consumeristica.

Qual è la risposta all’avarizia? È quella di mettere come priorità assoluta nel sistema educativo, religioso, politico ed economico, la ricerca umana di infinito che può essere soddisfatta in questa vita. Non vogliamo far tacere la ricerca di Dio. Tommaso d’Aquino menzionò tre modi per un autentico infinito. Il primo è la mente umana, “Una mente umana può conoscere tutte le cose, è capace di contenere l’universo,” e come prova è quella che non si impara mai abbastanza. Quindi, nutrire la mente equivale a combattere l’avarizia. Il secondo modo in cui diventiamo infinito, dice Aquino, è nel nostro cuore. “Non c’è limite alla capacità d’amore di un cuore umano”. Il terzo modo è attraverso l’uso delle mani. “Insieme all’immaginazione, le mani possono creare una varietà infinita di manufatti”. Considerate come, nell’intera storia della razza umana, due musicisti non hanno scritto mai la stessa canzone, due pittori non hanno mai dipinto lo stesso quadro: una capacità inesauribile di creatività. Se volessimo ricreare la nostra civiltà, dovremmo rifarla intorno allo spirito che c’è in noi - mente, cuore e mani.

Quando una spiritualità autentica chiama, la religione segue. Se la religione non è in grado di mutare paradigma, se non lascia andare sia se stessa sia i suoi aspetti sociologici superati, il suo valore, allora, in Occidente, sarà alla pari come quello del partito comunista in Unione Sovietica. Se non reimpara le sue proprie tradizioni spirituali e mistiche, se non toccherà di nuovo i nostri cuori e i nostri corpi, se non insegnerà una coscienza benedicente riguardante l’attuale nuova versione dei fatti della creazione derivata dalla scienza, se non insegnerà il modo di convivere fra sofferenza e oscurità, se non insegnerà le virtù ecologiche indispensabili per sopravvivere, se non offrirà una forma rinnovata di culto, se non insegnerà anche i peccati dello spirito, come l’accidia, l’inerzia e l’avarizia, con lo stesso entusiasmo col quale ha insegnato i peccati della carne, se non si scuserà per i suoi propri peccati contro i popoli nativi, verso la Terra e verso le donne, se non condurrà sulla via che porta alla saggezza di tutte le religioni del mondo, allora, amici miei, i giovani diverranno vecchi molto presto e quando ciò accadrà, la specie morirà.

Considerata l’attuale responsabilità della nostra specie, se questo accadrà, scompariranno con noi molte altre specie. Tuttavia, se saremo in grado di riscoprire una spiritualità come interessa alla creazione, avremo un rinascimento, una rinascita di civiltà, una reinvenzione della nostra specie basata su una visione spirituale.

estratto dal libro Terra, Anima Società vol. 2 edizioni FioriGialli



scritto da: franco il 11/12/2011 alle 12:45
L’ umanità sta entrando in una nuova era: un’ era dove si è ridotto lo spazio dell' ignoto, dove le profondità e gli orizzonti si rivelano alla conoscenza
E' la grande coscienza cosmica a comunicarlo, è l'uomo stesso a dirlo, artefice di conquiste e di tante parole incise. E' lui, dominatore e schiavo, costruttore del tempo e della mente razionale.
Oggi l’ uomo è capace di giudicare se stesso, di riconoscersi nella forza e nella fragilità, nel bene e nel male; è cosciente che nulla esiste se non voluto da lui stesso e di aver costruito una società disarmonica e priva di equilibrio.
- L' evoluzione raggiunta è solo quella tecnologica, molti non la conoscono neppure; ne rimangono tagliati fuori.
L'uomo oggi si è identificato con tutto ciò che gli viene comunicato; il processo di informazione infatti è all' apice: tutto viene trasmesso, ma soltanto una piccola percentuale di cultura scientifica entra nelle nostre case.
I quotidiani e le televisioni ci comunicano ormai solo informazioni che esercitano violenza contro la nostra persona: basti pensare alla cronaca degli omicidi con il racconto e i commenti dei particolari più scabrosi dell'accaduto.
Nei talk-show si discute su molti fatti del nostro vissuto, ma quasi sempre in maniera superficiale o teatrale, con giudizi estremamente falsi e presuntuosi.
Oppure diamo un'occhiata ai blog: molti comunicano agli altri le loro disapprovazioni, le loro rabbie; a loro volta questi le comunicano ad altri e ad altri ancora, fino al formarsi di una catena.
La catena è il simbolo del legame.
Era così che si dava e si dà ancora il via alle GUERRE; il volere di una sola persona può diventare il volere di tanti attraverso la condivisione inconscia.
Se un individuo infatti nasce ereditando il male, inteso come una forma-pensiero distorta, questo si manifesterà con la complicità di tutti coloro che si riconosceranno in lui, fino al maturare, in alcuni, di una realtà isolata e deviata che li condurrà alla distruzione propria o di altri
Noi tutti esercitiamo una comunicazione dannosa quando formuliamo parole che hanno una simbologia negativa: per la legge di attrazione amplificheremo solamente quello che diciamo; se ad esempio parliamo della corruzione è inevitabile che la corruzione aumenti.
- Ci portiamo dentro paure irrisolte: sempre più vediamo oggetti sconosciuti, abbiamo visioni; alcuni guariscono dalle malattie senza l’ aiuto di medicine ed attribuiamo questo ai miracoli perché la gente non sa cosa gli stia accadendo e cerca risposte nella fede.
Ma la chiesa delega la scienza, la scienza cerca verifiche, si creano discordanze nei giudizi, alcune verità vacillano, sopraggiunge la diffidenza e la confusione.
Cerchiamo l'aiuto di qualcuno, da soli non ce la facciamo a trovare il contatto; perchè questo avvenga dobbiamo dare libero accesso all'amore nel nostro cuore.
I miracoli che riceviamo non avvengono per caso, ma dietro un forte desiderio di conforto ed attraverso uno scambio empatico di energia con chi sta vivendo o ha vissuto una spiritualità superiore.
- L'universo è un grande computer fatto di memorie; le nostre vite passate sono collocate in tanti piccoli files nello spazio olografico, dal quale possiamo continuamente attingere informazioni.
Ecco perché è possibile incontrare esseri sconosciuti; hanno fatto parte della nostra storia, abbiamo avuto un legame con loro anche se ne siamo inconsapevoli; è il nostro subconscio che ci ricollega a loro.
Tutto quello che abbiamo vissuto e che dobbiamo ancora vivere è là nel grande oceano di energia.
Non è esclusa quindi la possibilità di rivivere epoche passate.
Siamo soliti ricordare ad esempio molti eventi funesti della nostra storia come gli olocausti, ma stiamo attenti perchè esistono ancora quei files da qualche parte nella memoria cosmica, per cui tenendo in vita certi programmi rischiamo di riaprirli nuovamente; sta soltanto a noi decidere se tornare indietro o procedere verso una nuova consapevolezza.
Come la maggior parte delle persone anziane ci crogioliamo nel passato, rimaniamo morbosamente attaccati ai nostri cari scomparsi; ma dobbiamo capire che il vissuto non fa crescere noi e non libera loro da questo legame terreno; fa soltanto vivere tutti in una prigione di ricordi.
- Il nostro punto di riferimento attuale è la scienza moderna, dobbiamo tutti seguire questa nuova realtà.
Con il suo apporto è più facile oggi arrivare alla verità perchè è accessibile a tutti; nonostante si sia cercato in passato di tenerla nascosta al grande pubblico abbiamo ora la possibilità di recuperarla, di accedere alle nozioni basilari.
Facciamolo! Capiremo che siamo fatti di energia.
- A noi, uomini consapevoli, non piace più questo tipo di civiltà: facciamo crescere e cadere grattacieli, facciamo la guerra ai poveri colpevoli di vivere in una terra ricca; la gente ha paura, va avanti e indietro, consuma molto, parla molto o molto poco, non riesce più a coprire i suoi fabbisogni essenziali.
D’ altro canto però crea enormi sprechi di cibo e di risorse, invade il pianeta di immondizia, manca il lavoro per i giovani mentre devono lavorare gli anziani.
Lo stato di diritto è assente; i governi rincorrono la ricchezza trascurando i diritti e doveri dei cittadini; i politici creano instabilità; la globalizzazione non ha regole.
L'economia è quasi al collasso: organismi fantasma esercitano strani influssi sulla politica economica, finanziaria e sullo stato civile.
La medicina come la farmacia ufficiale si contende la supremazia sulla medicina alternativa invece di unirsi a questa.
Le religioni “ufficiali” sono in declino, non hanno saputo distinguere il bene dal male che è insito nel potere; nel corso della storia si sono allontanate dal messaggio vero e ne hanno distorto il valore profondo.
La crisi attuale della società e delle famiglie rispecchia chiaramente l’ effetto di disorientamento prodotto.

A GESU' non interessava essere ricordato come simbolo di morte e redenzione, ma per i suoi insegnamenti, perché li facessimo nostri; lui conosceva il disegno.
Con il suo messaggio d'amore totale ed incondizionato ha voluto svegliare le nostre coscienze, mostrare che esiste un mondo invisibile agli occhi, e che per accedervi non dobbiamo fare altro che aprire il nostro cuore!
In nome suo si sono create innumerevoli comunità rivolte alla preghiera; ma queste possono nascondere talora risvolti inaspettati, fino a costituire una forma di plagio mentale ottenuto in cambio di un benessere momentaneo.
La preghiera da sola non basta a risolvere i problemi di questa umanità: c’è bisogno che ognuno di noi prenda coscienza, riconosca il disagio suo e quello dell' “altro”; capisca la relazione che li accomuna e quindi lo accolga in maniera positiva per risolverlo.
Dobbiamo capire che nessuno è sulla strada giusta fintanto che pensa a se stesso; capire che, così come il bene, possiamo materializzare anche il male, e che questo serve per stimolarci al risveglio; che non è un nemico da combattere ma una condizione umana da riconoscere per andare oltre; capire che tutte le nostre intuizioni ci arrivano dal mondo invisibile che ci circonda affinchè impariamo a scoprirne l'architettura; così come fa un bambino appena nato, anche noi dobbiamo creare o rinnovare giorno dopo giorno la nostra realtà.
Invece noi abbiamo sempre delegato le nostre responsabilità ad altri, senza esserne mai coinvolti e partecipi.
Abbiamo permesso così il moltiplicarsi di nuove idee e di molte teorie talora disconnesse alla verità, mentre altre operano per la verità ma su fronti isolati
Questa divisione ha permesso il proliferare dell’ idea del possesso; ne siamo invasi, abbiamo affidato all' EGO la guida delle nostre vite.
Conosciamo la natura del benessere e della povertà, la salute, le malattie e le guerre, ma non ne abbiamo capito il senso..., il disegno..; la comunicazione ci ha permesso di entrare in ogni parte del mondo, di osservare il martirio di popoli che vogliono rimanere liberi, liberi ma prigionieri dei loro tiranni. A loro non serve la nostra conoscenza o la nostra religione; un tempo vivevano dei pochi prodotti che la terra produceva, ma erano in pace perchè ogni loro gesto era permeato di spiritualità.
Poi siamo arrivati noi…. dove un tempo esisteva il dominio, oggi esiste la presunzione umana.
Ogni popolo deve crescere da solo; cosa possiamo insegnare agli altri noi occidentali, capaci di inseguire soltanto l' illusione del benessere materiale?
Quali valori possiamo trasmettere oggi con il nostro esempio? Siamo entrati in un sistema non più governabile, ma soprattutto non più vivibile.
Sembra ormai evidente a tutti che ci stiamo avvicinando alla fine e al cambiamento di un'epoca.
Non è utopia; l'utopia è un' idea irraggiungibile per l' uomo che non sa vedere; se invece ognuno di noi riuscisse a realizzare l’ unione con il tutto, avrebbe di questo una visione d'insieme tanto da provocare, per assurdo, la scomparsa dell’ uomo dalla faccia della Terra, perchè a quel punto, saremmo tutti entrati in un'altra dimensione.
Questo già avviene continuamente: al momento della nostra morte fisica ad esempio, poiché si tratta sempre della fine non in senso assoluto, ma della fine di un percorso evolutivo.
A fronte delle attuali conoscenze abbiamo quindi la responsabilità di fare qualcosa per interrompere questo legame con le energie negative dominanti; dobbiamo dar vita ad una consapevolezza collettiva; dobbiamo capire che ogni azione che esercitiamo, sia verbale che corporea, prima o poi si manifesterà sicuramente, anche se non sappiamo dove, verso chi o quando.
Dobbiamo tutti scoprire la nostra vera natura; non basta pregare per la remissione dei peccati, perchè fintanto che un solo uomo userà violenza contro ogni essere vivente, ne saremo sempre e tutti colpevoli.
Di quale giustizia abbiamo più timore o conoscenza: di quella terrena o di quella divina?
Riflettiamoci bene: se uno di noi viene colpito da una disgrazia, prima entra in un tunnel di dolore, smarrimento e rabbia; poi successivamente, seppure con il cuore a pezzi, pretende giustizia.
Ma il concetto di giustizia terrena si basa sul “chi sbaglia paga”, quando invece dovremmo pagare tutti, perchè tutti siamo comunque colpevoli, delle nostre azioni come di quelle degli altri.
Ecco perchè è indispensabile raggiungere al più presto tale consapevolezza e prepararci a vibrare di una nuova frequenza affinchè tutto quello che oggi riteniamo dannoso per noi diventi invece motivo di crescita individuale e collettiva.

Un tempo l'uomo si identificava negli DEI; la venerazione nei loro confronti trasmetteva forza e sicurezza.
Parallelamente, in ogni epoca della storia dell'uomo, vive e si sviluppa l'arte.
Alcuni filosofi (artisti del pensiero) incominciarono a percepire la grazia e la beatitudine, vivendo momenti di contatto con il tutto; ma dato che allora non si conosceva la teoria dei QUANTI, uno di loro, un uomo chiamato GESU', dette un nome e un volto a quella meraviglia: DIO.
DIO come simbologia fisica, concepito dalla mente dell'uomo e quindi immaginato a somiglianza della struttura vivente più avanzata per quel tempo: cioè l'uomo stesso.
GESU' ci offrì l'opportunità di crescere insieme per mezzo dell'amore; GESU' è stato per noi un messaggero, un tramite tra quel mondo di meraviglia che lui aveva raggiunto e l'uomo, che ancora soffriva nella schiavitù dell'ignoranza.
Ma lo condannarono; lo condannarono perchè non abiurò mai la verità.
Quando si dice che la VERITA' è una soltanto si intende che sta nel tutto; se al tutto togliamo una sola particella di energia, questo la cerca incessantemente per poter tornare, solo allora, ad essere un tutto e quindi VERITA'.
Anche noi uomini soffriamo quando ci manca una parte di energia; l'uomo infatti è composto da particelle o quanti, e il suo grado di evoluzione alla nascita è determinato dal grado di evoluzione che aveva acquisito durante la vita precedente.
Riprendendo quindi il suo percorso dal punto dove era arrivato precedentemente, si ritroverà di nuovo a cercare quella parte di energia che ancora gli manca.
Ognuno lo chiami come vuole, DEI, DIO, QUANTI, ENERGIA; l'importante è ricordarsi che tutto è visibile nel tutto, nell'insieme; se ameremo una sola parte del tutto, ci ritroveremo nello stesso modo in cui molti di noi si trovano oggi: soli e alla ricerca di se stessi.
Per tornare al tutto dobbiamo amare; l'amore è il percorso da seguire per accedere alla verità, ma soltanto se l'amore lo mettiamo in tutte le cose raggiungeremo l' OBIETTIVO; lo strumento, la chiave di volta che apre a ciascuno la porta del cuore, è soltanto e sempre l’ amore…
Non l’ amore ovunque sbandierato, troppo parlato, troppo umanizzato, inflazionato ai limiti del profano; non l’ amore nel cui nome si uccide e si muore, l' amore usato come merce di scambio, come mezzo per controllare e tenere legati a noi altri esseri umani; ma l’ amore puro, incontaminato, l’ amore che origina dalla scintilla divina nascosta in noi, l’ amore intorno a cui tutto ruota, il cui dono incondizionato governa le leggi dell’ universo intero… l’ amore che non è più amore, ma che diventa “compassione”.
La compassione è il sentimento universale e supremo, è la magia che unisce e condivide, è la frequenza sulle cui note intonare i sussurri dell’ anima, è la risposta ai desideri espressi alle stelle cadenti…
Qualcosa sta già cambiando; l'idea di un DIO lontano ed immanente sta lasciando pian piano il posto all'idea di una rete di ENERGIA QUANTICA o AMORE UNIVERSALE.
La consapevolezza crescerà in maniera graduale, per mezzo dei libri; sarà la stessa cultura, maturata nel corso di millenni, ad aprirci la strada verso la nuova ERA, costruita solamente di compassione.

Inizieremo così:
se visualizziamo il mondo dei bambini vedremo come a loro piace giocare perchè giocando imparano a crescere.
Adesso pensiamo a noi come adulti; a chi non piacerebbe ritornare a giocare? A noi sì.
Come a scuola, prenderemo un libro in mano, formeremo piccoli gruppi, cresceremo e ci moltiplicheremo perché molti usciranno dalle case e si uniranno a noi.
Andremo negli ospedali, nei centri sociali, dai malati e dai carcerati, nelle vie e nelle piazze; diffonderemo le parole contenute nei libri, piccoli brani, come un gioco.
I temi saranno vari, ognuno tratterà un argomento che magari gli sta causando disagio; useremo un linguaggio positivo perchè entri in frequenza con l' ENERGIA e con le menti umane, così che queste ritrovino la forza di abbandonare quell' IO ”EGO” in cui molti uomini si sono identificati.
Daremo il via ad un grande teatro che si espanderà in tutto il mondo; vecchi sistemi cadranno, ne verranno di nuovi, in misura graduale, senza causare nessun caos.
Maturerà in noi una nuova consapevolezza, una nuova frequenza, tutte le forze di potere cadranno; le religioni si uniranno in un solo credo; tutte le leggi saranno rispettate; nasceranno nuovi lavori e nuove realtà; il benessere sarà in abbondanza; si svilupperanno nuove città, nuove tecnologie; la materia avrà un'altra forma e un'altra luce, e noi con i bambini giocheremo di nuovo insieme.

franco picciafoco



tutto questo è così bello che mi sento avvolta da una gioia forte che viene da dentro il cuore. Grazie per questi messaggi di speranza e amore.

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