forestiero che vai cercando la pace al crepuscolo, 
la troverai alla fine della strada. (F. Battiato)

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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IL SILENZIO COME BASE DI CONOSCENZA


Pino Landi

La ricerca spirituale non può che essere empirica. Ovviamente questo termine ha altra valenza, rispetto all ' impostazione positivista o scientista:concezione ormai obsoleta, i cui limiti e manchevolezze sono state evidenziate e messe in crisi anche dalle nuove teorie e dalle più avanzate intuizioni ed elaborazioni della stessa fisica e matematica. Le medesime scienze moderne stanno riscoprendo,seppur in modo timido ed incerto, sapienze antichissime,contenute nei libri sacri dell 'umanità e nell 'insegnamento dei Grandi Maestri.
Il ricercatore spirituale è un empirico,nel senso che persegue una conoscenza sperimentabile,un modo di comprendere direttamente,per identificazione.Conoscenza spirituale è realizzazione,quindi sperimentazione:la conoscenza non è elaborazione mentale e teorica,non è un processo analitico,è crescita,acquisizione sintetica.
L' empirismo spirituale presuppone una epistemologia opposta a quella del tradizionale metodo scientifico,"oggettivo " per definizione e fondamento.Il laboratorio in cui avviene l 'esperimento non è "esterno " al soggetto che sperimenta:premessa e obiettivo dichiarato ed intrinseco a questo tipo di sperimentazione è una conoscenza integrale in cui soggetto sperimentante,oggetto della sperimentazione ed azione dello sperimentare sono una cosa unica inscindibile.

L 'uomo è risultanza di mille condizionamenti,esterni ed interni,coscienti e soprattutto provenienti da quella gran parte dell 'uomo che sfugge alla sua coscienza.Risultanza di istinti,di pulsioni,dell 'educazione familiare e scolastica,dell 'esempio degli altri,di credenze,convinzioni,superstizioni più o meno palesi,e mille altri fattori.
Tutto ciò oltre a condizionare l 'agire,il sentire ed il pensare dell 'uomo,determina anche la sua conoscenza,cioè come considera la realtà e la risposta esplicita od inconfessata che si dà relativamente alle grandi domande esistenziali.
Per una ricerca spirituale sincera e convincente occorre quindi liberarsi di ogni struttura comunque fabbricata e partire dal piano zero.
Il sentiero che porta verso la vetta è disagevole e duro da percorrere:ogni fardello che si porta con sé sarà solamente un impedimento ed un ostacolo in più. Per iniziare a crescere occorre prima morire alla condizione precedente e nascere ad una nuova,adatta alla crescita ed al progresso. Nella morte nulla si porta con sé ed alla nascita si è nudi:questo è prerequisito essenziale per essere effettivamente iniziati ad una avventura della coscienza verso piani superiori.

Le diverse impostazioni filosofiche,le convinzioni metafisiche,gli studi,la propria storia psichica sono solamente forme;l 'essenza è la nudità che sta sotto queste vesti ed orpelli ed è questa nudità che occorre raggiungere per essere liberi;essere liberi è il primo atto da compiere per poter aspirare ad una conoscenza libera e superiore,per partecipare all 'Essere e alla Verità.
Il primo lavoro a cui dedicarsi è perciò quello di creare una condizione che tenda all 'annullamento di ogni condizionamento e ci consenta di sperimentare una effettiva libertà di procedere,o fermarsi,e di individuare liberamente i successivi passi da compiere, garantendo che le scelte siano effettivamente tali e non coazioni indotte da dinamiche inconsce o esterne a noi.
Questa condizione preliminare è il silenzio mentale.A volte si è indotti a ritenere che la pratica spirituale, lo yoga, siano attività troppo complesse e al di fuori della nostra portata:nulla di più falso. Probabilmente queste convinzioni ci sono prodotte da quelle forze interiori che operano per impedire la nostra crescita.La possibilità di sperimentare una situazione di silenzio mentale è alla portata di chiunque,occorre solamente la volontà e l 'aspirazione.

Mettiamoci in un cantuccio tranquillo e silenzioso e cerchiamo di allontanare i pensieri che come nuvole scorrono incessanti nel limpido cielo della mente.I pensieri si affollano attorno a noi,ma restano solamente se diamo loro energia ed attenzione. Se li osserviamo arrivare e non li tratteniamo se ne vanno altrettanto velocemente di come sono arrivati.Occorre non contrastarli,né sfuggirli,altrimenti diamo loro forza, lasciamoli venire ed andare,senza trattenerli.Poco alla volta ci accorgiamo che i pensieri diminuiscono fino a scomparire del tutto.Magari non ci riusciamo la prima volta,magari il periodo senza pensieri è molto breve,ma continuando con questo tipo di pratica si riesce a realizzare una condizione di silenzio mentale.
Ciò che ho detto per i pensieri vale anche per le immagini,le immaginazioni e fantasie, per i sentimenti e le sensazioni.Il silenzio da instaurare è completo,silenzio della mente e del vitale,anche del corpo,in modo da non avvertire più pruriti e pungoli corporei vari. Quando si raggiunge questo punto forse è più esatto parlare di "quiete ".

Mi pare opportuno reiterare che le modalità e le indicazioni per la pratica sono sempre proposte formali,ciò che conta veramente è il contenuto vero con cui ciascuno riempie quelle matrici.Scuole diverse danno insegnamenti diversi rispetto alla pratica: respirazione,koan,immagini di simboli,canto ed emissione di suoni,ma ciò che conta veramente è l'inflessione di colui che queste pratiche compie.Tutto ciò vale anche per il silenzio,che va ricercato non per se medesimo,ma come essenza del suono.
Ogni suono esiste perchè c'è dietro sempre e comunque il silenzio...ma anche questa è solo un'immagine che va vissuta e "provata".
Nessuna descrizione può farci provare cosa accade nel bruciarsi un dito su una fiamma,o il sapore di un dolce frutto,tutto ciò vale anche per l 'esperienza del silenzio e della quiete.Sono quindi l 'inflessione e l 'intenzione con cui ci si accinge a praticare che determinano il risultato della pratica stessa.

Durante ogni pratica,soprattutto se viene svolta con profitto,si attivano forze contrarie al progresso,resistenze al cambiamento.Nel caso del silenzio, abbiamo una strenua reazione della mente che dal vuoto si sente minacciata nelle proprie "competenze"e prerogative e quindi compie ogni subdola manovra per restare in primo piano indispensabile.
I dubbi,i giudizi negativi e spesso anche quelli positivi uniti a facili entusiasmi,sono alcuni degli strumenti che la mente attiva.
La mente è un meraviglioso strumento,così come il nostro corpo:non dobbiamo disprezzare né l 'una né l 'altro,così come occorre riconoscere la forza e l 'energia di cui sono portatori gli istinti animali e vitali che ancora sono in noi. Occorre però che mente, vita,corpo,sentimenti siano al servizio della nostra libertà e non si impossessino della nostra entità e il viaggio della nostra vita sia da essi determinato.Se riesce a trasformare il proprio mondo interiore,eliminare l 'asservimento all 'ego,l 'uomo può utilizzare tutto ciò di cui è dotato per realizzare appieno la propria "umanità ",senza pur tuttavia rimanerne prigioniero.La mente può portare a un certo tipo di conoscenza,non certamente da rifiutare o disprezzabile,ma è questa l 'unica e più elevata conoscenza a cui l 'uomo può giungere?

C'è qualcosa oltre?
Per rispondere a questa domanda occorre imparare a rendere la mente un docile strumento,capace anche di tacere e mettersi Momentaneamente da parte.
Nella condizione di silenzio,di mente e vitale quieti,è possibile individuare un "centro di gravità permanente " .Come il centro di gravità terrestre ci consente di avere punto di riferimento certo per gli oggetti materiali e le dinamiche ad essi connesse,nel silenzio di mente ed affetti è possibile trovare un punto di riferimento per gli oggetti "sottili " del nostro pianeta interiore,che trascenda ogni preferenza,ogni punto di vista parziale e
quindi permetta di attivare quella discriminazione indispensabile per comprenderne i movimenti.
Quel "centro " è oltre ogni coscienza individuale e separata,perché è identico in ogni uomo,in ogni entità,il contatto con questo "centro " consente il contatto,e quindi la conoscenza diretta,di ogni cosa grossolano o sottile .
Senza pregiudizi,instaurata la condizione di silenzio chiediamoci se c 'è ancora la percezione di esserci,chi o cosa ha questa percezione,chi o cosa osserva i pensieri passare ecc .
quel qualcosa che "osserva ",senza giudizi nè pregiudizi,quel "testimone silenzioso " è il centro di gravità permanente.

Continuando a praticare il silenzio sarà prima o poi possibile percepire quanto da quel centro irradia,cominciare a "sentire " quegli insegnamenti che possono far progredire,la voce di un "Maestro interiore " che è stato chiamato in mille diversi modi a seconda delle diverse scuole o insegnamenti spirituali,ma che sempre della medesima sostanza si tratta:quella scintilla Divina interiore,che involuta sotto cumuli di ombra e menzogna,è quel seme spirituale,da cui,debitamente coltivato ed irrorato,possono prodursi i fiori della conoscenza,luce,amore e verità.
La certezza del Maestro Intimo è l'unica speranza di possibilità di crescita spirituale.
Non una certezza per fede,per credenza,ma una certezza sperimentata.Il primo passo necessario,è quello di cominciare a coltivare quel silenzio in cui solamente può ascoltarsi la voce al Maestro Intimo.Ascoltare il Maestro,saper discriminare da chi giungono le pulsioni,gli stimoli. Mettere il Maestro nella "cabina di guida".Sono obiettivi della nostra sadhana quotidiana a cui è possibile giungere.All'azione del Maestro intimo,corrisponde armonicamente l'aiuto della Madre. Quale arriva prima?
Quale dà il via al viaggio spirituale?
Le circostanze favorevoli e l'aiuto non mancheranno,ma l'azione e l'aspirazione personale non possono mancare...Il Divino ha per noi sempre un progetto di crescita e reintegrazione in Lui e nella Sua Coscienza,ma senza la nostra scelta e volontà non potrà mai realizzarsi.
E' certamente arduo esprimersi con l'usuale linguaggio e attraverso schemi mentali, quando si indaga sui "meccanismi"interiori attraverso i quali l'uomo procede sulla via della purificazione e dell'elevazione,quando si cerca di prendere coscienza e di descrivere i passaggi e le connessioni attraverso cui la Scintilla Divina si dilata e la Luce scende,fino all'agognata fusione.
Pure è necessario trattare anche di questa sorta di "psicologia esoterica"e cercare la forma più consona ad una raffigurazione comprensibile.

Dice al proposito Sri Aurobindo: "L 'essere psichico,nocciolo di Anima,ricoperto dalle esperienze delle vite percorse; non sempre si ide tifica tout-court con il Maestro interiore:chi ci dà le intuizioni di cosa essere e cosa fare,oppure ci mette i guardia verso le conseguenze di certe azioni? E' sempre una qualche parte dell 'essere interiore,a prevalenza me tale,oppure vitale;forse il purusha interiore o fisico sottile.
L 'essere interiore (mente,vitale ,fisico interiore o fisico sottile )può insegnare alla mente esteriore,educare il vitale esteriore,purificare il fisico esteriore, poiché è più in diretto contatto con le forze segrete della natura;lo psichico [spirituale ] che è l 'essere più interno di tutti è in possesso di una percezione della verità che è inerente la più profonda sostanza della coscienza."

Inoltre Maggi e Surakshita nell ' Introduzione al libro:"L 'essere psichico ": "La via dello yoga può sembrare complessa e infatti può succedere di ritrovarsi perplessi davanti a tante possibilità di scelta tra tanti cammini,tanti modi,tante tecniche:Lo yoga è vasto come la vita stessa,e infatti Aurobindo dice che tutta la vita è yoga.E la vita com 'è vista e vissuta nella coscienza ordinaria,a volte non è altro che un susseguirsi di momenti pericolosi (il pericolo dello sconosciuto)su sentieri che non si sa esattamente dove portano e sui quali non si sa perché ci si trova.I fatti per chi si accosta allo yoga o alla vita illudendosi che sia un modo per acquisire poteri,ma anche visioni od esperienze,o per contattare altri piani o mondi,lo yoga e la vita possono portare in luoghi bui,presentare sorprese e difficoltà inaspettate.

C 'è soltanto una cosa sicura,che non inganna mai e che non delude mai,che è la sorgente della vera gioia e della pace duratura .Non c 'è niente che possa portare tanta felicità e tanta pace come l 'emergere dell 'Essere Psichico da dietro il velo.
Tutto i realtà è già segretamente guidato dall 'Essere Psichico,che sempre più esce dall 'ignoto si rivela la guida della vita.
I fatti lo yoga dell 'Essere Psichico è uno yoga aperto a tutti .
Per captare l 'idea o l 'espressione dello Psichico basta guardare negli occhi di un bambino assorto di fronte alla meraviglia delle foglie di un albero che,mosse dal vento, giocano con le ombre del bosco e con la luce del sole.
Normalmente non si ha coscienza dell 'Essere Psichico,però è l 'unica parte di noi che, intoccata dagli avvenimenti,non è soggetta ad alcun degrado.
..quando l 'Essere Psichico comincia a svegliarsi attira,in una sorta di armonia segreta,le persone,i fatti,il libro da leggere e tutto il resto che ti può aiutare e metterti sul cammino.Il cammino di tutti noi ella vita di tutti i giorni,ma anche il cammino dell 'umanità intera verso il prossimo passo evolutivo. Perché è l 'Essere Psichico stessi che,maturando di vita in vita,alla fine si materializzerà ella sostanza del prossimo corpo Supermentale,il prossimo mondo di armonia,come Mère ci dice nella sua Agenda.
"Non deve essere il lavoro interiore ad adeguarsi alle dinamiche,ai ritmi ed alla logica del lavoro esteriore,bensì l 'esatto contrario.Si inizia con un lavoro interiore,svolto per una piccola parte della giornata,ma se il lavoro è proficuo,pian piano diventa la modalità di vita.
Dice il Maestro "tutta la vita è yoga ":se dobbiamo diventare entità integrali,uomini non scissi,occorre superare la concezione di lavoro esterno e lavoro interiore,ma ogni istante della giornata è momento di lavoro,senza aggettivi.Le realizzazioni piccole e grandi che possiamo raggiungere lungo il cammino, le trasformazioni ottenute col lavoro intimo nel nostro universo "interno " e nella qualità della nostra coscienza, hanno dirette ripercussioni ed effetti anche nel mondo "esterno " ordinario dei fenomeni.
Sarebbe meglio dire che la trasformazione avviene in un mondo unico che non è né interno né esterno,ma che come tale viene percepito dalla falsa coscienza di separazione.
 Il problema è quello di stabilizzare quelle piccole realizzazioni,i risultati del lavoro intimo e della meditazione,che si possono provare per pochi istanti o comunque solamente durante certe pratiche particolarmente efficaci.
Se avete provato,anche solamente per un tempo brevissimo,un momento di puro silenzio e di profonda quiete,su quello occorre lavorare,per renderlo più stabile nella coscienza.

Personalmente uso un "trucco"utilizzando un meccanismo umano molto semplice quanto efficace:il ricordo e l'immaginazione. Quando si presenta,cerco di trattenere per quanto possibile l'esperienza,o almeno la "traduzione"dell'esperienza nei termini comprensibili al mio basso livello:la sensazione,la "visione"mentale,l'insieme di sentimenti che l'accompagnano (gioia, soddisfazione,ecc...). Posso in ogni momento, instaurata una situazione di silenzio e quiete provare a richiamare quella "traduzione" attraverso l'immaginazione,quindi il ricordo.
Non sempre,ma in qualche caso ritorna decisa l'esperienza...
Le forze contrarie al progresso sono sempre pronte a fare il proprio lavoro:spesso accade che qualche sprazzo di luce e gioia ci facciano apparire talmente insopportabile tornare alla normale condizione quotidiana di coscienza,che istintivamente rinunciamo a quegli sprazzi per non soffrirne la mancanza.
Ovviamente è un atteggiamento inconscio estremamente negativo su cui occorre lavorare.E ' come sempre un lavoro di
integrazione,cioè di evitare oppure ricomporre qualunque frattura e portare ogni antinomia ad una sintesi superiore.
Quando si è sperimentata e consolidata la dimensione di silenzio durante la meditazione,nel silenzio materiale e nella quiete del proprio angolino,occorre abituarsi ad indurre il silenzio mentale,in ogni momento della vita quotidiana.
Si può quindi essere nel silenzio anche quando si chiacchiera con gli amici,quando si interviene in lista ecc .Così,analogamente si può essere nel consueto vocio mentale,indotto in modo del tutto coattivo ed inconscio,anche se si tace per un intero mese.

Il silenzio è una dimensione coscienziale,è la scelta di libertà equanime,oltre le preferenze egoiche,potendo rifiutare i pensieri indotti dall 'esterno e dall 'interno.Questa dimensione è tanto più efficace quanto più è indipendente dagli atteggiamenti e dalle attività esteriori .
Un 'ultima annotazione su un ulteriore pericolo,quello che,a seguito di qualche buona esperienza in merito al silenzio,si instauri una sorta di ego mascherato da "virtuoso meditante ".Subentra allora l 'attaccamento alla meditazione,alla pratica,al silenzio e questa diventa fine a sé stessa.
La meditazione non è un lavoro di accumulo:ogni istante ha valore per sé medesimo, ogni esperienza è unica irripetibile e prescinde da tutto ciò che si è fatto prima.Occorre non avere sentimenti di soddisfazione ed attaccamento,perché la soddisfazione ha i germi della sofferenza,la medesima sostanza.Entrambi sono generati dal movimento degli ego e pertanto entrambi vanno evitati.
Tutti hanno tecniche. Non si può prescindere da una codifica,immersi nella mutevole quotidianità fenomenica.In fondo anche rifiutare ogni tecnica è una tecnica.
La cosa essenziale è non innamorarsi della tecnica e avere sempre coscienza che è il mezzo e mai il fine.
A proposito poi del fine vorrei condividere le parole che Sri Aurobindo rivolgeva ai propri discepoli nelle "lettere sullo yoga ":
"Non c'è niente per cui agitarvi. Dovete piuttosto congratularvi di essere divenuto consapevole del vostro egocentrismo. Pochissimi all 'Ashram lo sono. Sono tutti egocentrici e non si rendono conto del loro egocentrismo. Anche nella loro sadhana è sempre prese te l 'io: la mia sadhana, il mio progresso, il mio questo, il mio quello. Il rimedio è pensare costantemente al Divino e non a sé stessi, lavorare, agire e fare sadhana per il Divino, e non considerare in che modo questo o quello mi tocca personalmente,non reclamare iente,ma affidare tutto al Divino. Ci vorrà del tempo per farlo sinceramente e fino in fondo,ma quello è il modo giusto."

LA PAROLA DEL SILENZIO
Un nudo silenzio impersonale è ora la mia mente,
Un mondo di visione chiara e inimitabile,
Un volume di silenzio firmato da una Divinità,
Una grandiosità scevra di pensiero,vergine di volontà.
Un giorno sulle sue pagine l'Ignoranza poteva scrivere
In uno sgorbio dell'intelletto la cieca congettura del Tempo
E lasciare pallidi messaggi di luce d'un sol giorno,
Cibo per anime che errano al margine della Natura.
Ma ora ascolto una parola più grande
Nata dal raggio muto,invisibile,onnisciente:
La Voce che solo l'orecchio del Silenzio ha udito
Balza emessa da una gloria eterna di Luce.
Da una vastità e da una pace intatta tutto passa
A tumulto di gioia in un mare di ampio riposo.

Sri Aurobindo da "Last poems "



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05 APRILE 2019 BOLOGNA - MEDITAZIONE - L'ESPERIENZA DEL RAJA YOGA
17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
13 - 14 APRILE 2019 FIRENZE - WORKSHOP LA SAGGEZZA DEL CUORE - PER INSEGNANTI E GENITORI
02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
12 APRILE 2019 SAN PIETRO IN CERRO (PC) - LIBERA LE EMOZIONI
03 APRILE 2019 PRATO - L'UNIONE - I 12 PASSI DELL AMORE
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