Idee e Pratiche per una Vita Consapevole

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
LO SCOPO DELLA VITA
LO SCOPO DELLA VITA

di Sri Swami Sivananda

La beatitudine è la natura essenziale dell’uomo. L’aspetto centrale del suo essere è la divinità insita in lui. La natura essenziale dell’uomo è divina, ma egli ne ha perso la consapevolezza a causa dei suoi istinti animali e del velo dell'ignoranza. L'uomo, nella sua ignoranza, si identifica con il corpo, con la mente, con il Prana e con i sensi. Trascendendoli, egli si unisce al Brahman o l’Assoluto, che è pura beatitudine. Brahman o l’Assoluto e la realtà più piena, la coscienza più completa. Ciò oltre cui non c’è nulla, il Sé più interiore di tutti è l’Atman o Brahman.... o l’Assoluto, che è pura beatitudine.
Brahman o l’Assoluto e la realtà più piena, la coscienza più completa. Ciò oltre cui non c’è nulla, il Sé più interiore di tutti è l’Atman o Brahman. L’Atman è la Coscienza comune in tutti gli esseri. Un ladro, una prostituta, uno spazzino, un re, un delinquente, un santo, un cane, un gatto, un topo, tutti hanno lo stesso Atman in comune.
C’è una differenza apparente, fittizia, che esiste solo nei corpi e nelle menti. Ci sono differenze nei colori e nelle opinioni, ma l’Atman è lo stesso in tutti.Se sei molto ricco potrai avere una nave, un treno, un aeroplano tutto tuo, per i tuoi interessi egoistici, ma non puoi avere un Atman tutto per te, perché l’Atman è comune a tutti, non è una proprietà individuale brevettata. L’Atman è l’uno in mezzo ai tanti, è costante in mezzo alle forme che vanno e vengono, è la Coscienza pura, assoluta ed essenziale di tutti gli esseri coscienti. La fonte di ogni vita, la fonte di ogni conoscenza è l’Atman, il Sé più interiore. L’Atman, o Anima Suprema è trascendente, inesprimibile, indeducibile, impensabile, eternamente in pace, pieno di beatitudine....Continua...
LA COSCIENZA IN EVOLUZIONE
LA COSCIENZA IN EVOLUZIONE
di Kaisa Puhakka

Negli ultimi decenni, negli Stati Uniti e altrove, sono emerse due tendenze nella coscienza collettiva, che portano verso diverse e opposte posizioni. Una posizione ci chiama con urgenza a ritornare alla fede e alla tradizione, per riaffermare l’autorità religiosa o altrimenti - che distingue decisamente ciò che è sbagliato da ciò che è giusto, e il vero dal falso, senza confondere la zona grigia in mezzo. L’altra posizione mette in dubbio o rifiuta la fede in verità univoche che sono presentate come obiettive quando sono trasmesse da autorità o tradizione. Essa invece riconosce una molteplicità di prospettive su valori e verità e vede bene le diversità nei credi culturale, religioso e politico. Il potenziale evolutivo della coscienza umana, tuttavia, risiede nella sua capacità di trasformazione al di là di tutte le posizioni e convinzioni. Di solito pensiamo all’evoluzione come ad un processo lineare che si muove in una determinata direzione attraverso vari stadi, a volte attraverso fasi complesse con spirali e anelli ricorsivi ma muovendosi verso stadi più alti o più avanzati... Continua...
EDUCAZIONE ALL'ARTE DEL VIVERE
EDUCAZIONE ALL'ARTE DEL VIVERE
di Bill Taylor

La società e la tecnologia che la governa diventano sempre più complesse, i nostri figli vengono alimentati da montagne di conoscenza con l’intento di prepararli alla vita adulta e alle esigenze di un posto di lavoro. La posta in gioco è alta e la pressione è viva. Nello stesso tempo i giornali ci dicono che tra gli adolescenti sono sempre più frequenti casi di stress, depressioni e abuso di droghe, che stiamo producendo una generazione di ragazzi pieni di sé, che si danno delle arie e si autodistruggono. I politici e i genitori se ne lavano le mani e spediscono i figli fuori per una decina di ore al giorno fra lezioni, compiti, corsi vari, test ed esami. In tutte queste attività i ragazzi assorbono abbastanza conoscenze per diventare validi tecnici e impiegati efficienti, ma sono stati seguiti per diventare degli adulti responsabili e dei buoni esseri umani? E che cosa si fa a proposito delle loro capacità affettive, di cooperazione, di onestà? Che cosa facciamo riguardo alla loro capacità di pensare profondamente ai problemi della vita, di trovare soluzioni creative alle sfide personali, sociali e ambientali? Possiamo lasciare al caso l’apprendimento di qualità simili? ...Continua...
NUTRIZIONE COME YOGA FRA MATERIA ED ENERGIA
NUTRIZIONE COME YOGA FRA MATERIA ED ENERGIA

di Elisabetta Mastrocola

L’attenzione verso la cura dell’alimentazione è notevolmente cresciuta nel corso degli ultimi anni sia a causa dell’esigenza di assumere cibo sano non contaminato o alterato, sia per una maggiore sensibilità verso le sofferenze animali che ha condotto molte persone a scegliere regimi vegetariani e vegani; nonostante questo però, si tende a mangiare in fretta, in posti affollati e senza pensare troppo a quello che si sta facendo, o meglio, pensando ad altro, come se il cibo che diventerà parte di noi - il nostro corpo, la nostra forza, i nostri pensieri, i nostri sentimenti – fosse qualcosa di estraneo. Il cibo, invece, come dice Omraam Mikhaël Aïvanhov, è una lettera d’amore del Creatore, e una lettera così importante deve essere letta in condizioni particolari.
« Se si mangia in modo meccanico, inconsapevole, facendo gesti rapidi, bruschi, inghiottendo piuttosto che masticando, lasciando che nella mente e nel cuore si agitino pensieri e sentimenti caotici, forse anche litigando con qualcuno, l’organismo è turbato in tutte le sue funzioni: nessun processo si svolge più correttamente, né la respirazione né la circolazione né la digestione né le secrezioni né l’eliminazione delle tossine. Migliaia di persone si ammalano ...Continua...
FORSE IL SILENZIO ESISTE DAVVERO
FORSE IL SILENZIO ESISTE DAVVERO

di Paolo Quircio

 Una delle tante cose che colpiscono il viaggiatore che si reca in India per la prima volta (ma in realtà anche in quelle successive), è l’attitudine degli Indiani, tutti gli Indiani, ricchi e poveri, colti e illetterati, di pronunciare quelle che alle nostre orecchie suonano come piccole perle di saggezza. Non credo che gli Indiani siano particolarmente più saggi degli altri popoli, ma evidentemente la loro antichissima cultura li ha forniti di un sistema di pensiero diverso dal nostro, con una visione della realtà apparentemente più semplice, in effetti molto profonda.
Molti anni fa mi trovavo in un villaggio dell’India centrale, ospite di un piccolo albergo ricavato da un’ala di un palazzo Moghul quasi in rovina. Mentre aspettavamo che la cena fosse pronta, andò via la luce, cosa assai frequente nell’India rurale di quel periodo. Mohammed, il factotum che gestiva il posto, sembrava quasi contento del piccolo, momentaneo incidente e spiegò, “Nel buio si vedono tante cose”. Sembra una frase banale, e forse lo è, detta tanto per suscitare stupore in chi la ascolta. Ma a ben guardare, soprattutto per chi, come noi, vive in una società ricchissima di stimoli visivi, dalla televisione al computer, dai poster affissi in ogni angolo alle pubblicità martellanti sui giornali e anche sui cellulari, è difficile riposare gli occhi. Per non parlare poi dell’inquinamento luminoso. È ormai impossibile vedere un cielo stellato per chi vive in città. Per vedere la Via Lattea bisogna andare in posti davvero remoti, lontani da centri abitati, e non è stato sempre così. Anche in India, ormai, per vedere il cielo notturno nella sua totalità bisogna recarsi in posti fuori mano.  Continua...
LA POTENZA DEL QUI
LA POTENZA DEL QUI


di Bill Plotkin

La mia premessa iniziale è che una società umana più matura richiede individui umani più maturi. La mia seconda premessa è che la natura (compresa la nostra natura più profonda, l’anima) ha sempre fornito e ancora fornisce il miglior modello per la maturazione umana. Un terzo presupposto è che ogni essere umano ha un unico e mistico rapporto con il mondo selvaggio e che la consapevole scoperta e la coltivazione di tale rapporto è al centro di una vera età adulta.Nella società contemporanea pensiamo alla maturità semplicemente in termini di duro lavoro e responsabilità pratica. Credo, al contrario, che la vera età adulta è radicata nell’esperienza transpersonale - in una mistica affiliazione con la natura, vissuta come un chiamata sacra, che è poi incarnata nella fusione di lavoro e matura responsabilità. Questa mistica affiliazione è il nucleo stesso della maturità, Continua...

NON VOGLIO SAPERE

Non voglio sapere quel che fai per sopravvivere.
voglio sapere per che cosa soffri,
e se sai almeno sognare di accettare la passione del tuo cuore.
Non voglio sapere le pene dei tuoi anni.
Voglio sapere se sai rischiare di sembrare matta per amore,
per i tuoi sogni, per l'avventura di essere viva...
Non voglio sapere quali pianeti sono in quadratura con la tua luna.
Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,
se sei stata aperta ai tradimenti della vita
o se ti sei ritirata e chiusa per paura di ulteriore dolore.
Voglio sapere se puoi star seduta con il dolore, il mio o il tuo,
senza far niente per nasconderlo, o mascherarlo o immobilizzarlo.
Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia o la tua;
se puoi danzare nascostamente nel silenzio
e lasciare che l'estasi ti riempia fino alla punta delle dita

Continua...
PERCHE' LA REINCARNAZIONE FA PAURA
PERCHE' LA REINCARNAZIONE FA PAURA
L’argomento “reincarnazione” è considerato a tutt’oggi un argomento tabù presso molti popoli, soprattutto presso le culture occidentali monoteiste. Ricordo quando all’età di diciassette anni chiesi a mia madre (che già da anni si occupava di esoterismo): “Cosa significa quando senti che un determinato momento lo hai già vissuto?” e lei mi disse che la risposta alla mia domanda era la reincarnazione. Mi spaventai così tanto che scappai in camera mia. Perché la reincarnazione fa paura? Forse perché non la si conosce ancora abbastanza o perché per noi è un concetto troppo inusuale. Oggi non solo accetto appieno la teoria della metempsicosi (altro termine per definire la reincarnazione) ma ho capito che accettare questa teoria è la chiave per la comprensione di noi stessi e del trascendente. Accettando la reincarnazione tutto quadra. Se abbiamo vissuto altre vite chi siamo veramente? Continua...
ABC DELLA ANTROPOSOFIA
ABC DELLA ANTROPOSOFIA


di Gabriele Burrini

L' antroposofia (o Scienza dello spirito), fondata dal pensatore austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), si presenta come la via spirituale più adatta al nostro tempo, in quanto capace di conciliare le istanze della scienza con quelle della fede, gli impulsi della conoscenza con quelli della religiosità. Il cammino di R. Steiner ha inizio con lo studio e la cura editoriale delle opere scientifiche di J.W. Goethe, grazie alle quali Steiner comprese l’importanza del pensiero puro, libero da rappresentazioni sensibili, che animano la conoscenza riflessa, incapace di connettersi al mondo ideale degli archetipi.
Sull’onda di questo tipo di pensiero Goethe poté cogliere nell’ambito dell’osservazione scientifica il motivo del Fenomeno archetipico: trovò così che il dinamismo vegetale, nelle sue alterne fasi di contrazione ed espansione, segue il principio della pianta primordiale (Urpflanze).
La concezione goethiana del mondo, e soprattutto la dimensione conoscitiva che essa suggerisce, è il primo cardine dell’antroposofia, come tale identificato dallo Steiner nel testo La filosofia della libertà.
Il secondo cardine è il principio del cristocentrismo: Cristo come centro dell’universo, dell’evoluzione spirituale, della biografia umana. R. Steiner distingue nettamente la personalità storica del Gesù di Nazaret dalla dimensione cosmica e universale del Cristo: in base a ciò egli descrive tutto il cammino evolutivo del cosmo, del nostro pianeta e delle civiltà umane, un cammino mirato al fatto che, quanto più l’umanità si identificherà con l’impulso-Cristo deposto dal sacrificio del Golgotha in ogni uomo (ovvero con il principio dell’Io spirituale), tanto più la Terra compirà la sua missione che consiste nel divenire il “Cosmo dell’amore”.
Il terzo cardine sul quale poggia l’antroposofia è una nuova concezione della storia recente ispirata a un evento che ha segnato profondamente l’epoca moderna, iniziata nel XV secolo e chiamata dall’antroposofia “epoca dell’anima cosciente”. Questo evento, verificatosi nel 1879, è coinciso – dice R. Steiner – con il fatto che l’arcangelo Michele ha scacciato dai cieli gli “spiriti delle tenebre” e li ha precipitati sulla Terra. Continua...

SIMONE WEIL E LA SVENTURA
SIMONE WEIL E LA SVENTURA
"Il grande enigma della vita umana non e' la sofferenza, e' la sventura", scrive Simone Weil. Il termine francese malheur, sventura, e' difficile da rendere in italiano: esso indica sia il male che capita, l'ora del male, cioe' la sofferenza vera e propria, sia l'augurio del male - il nostro "malaugurio" -, cioe' il disprezzo sociale, lo sguardo di disistima dell'altro, uno sguardo che viene interiorizzato dallo sventurato tanto che egli arriva a disprezzare se stesso. Con questo duplice contrassegno, di sofferenza e di degradazione sociale, la sventura imprime nell'anima il marchio della schiavitu' e colloca lo sventurato nel punto della creazione il piu' lontano possibile da Dio: e' l'inferno su questa terra, e chiunque abbia provocato una sofferenza cosi' grande, a causa di guerre, crimini, conquiste, porta la responsabilita' di un male irrimediabile. Tuttavia la sventura, proprio in quanto scaglia l'essere umano nel punto piu' lontano da Dio, lo getta esattamente ai piedi della croce: se, proprio in questa condizione di sofferenza e di avvilimento interiore, l'anima conserva ancora la capacita' d'amare, quel varco infinitamente piccolo tenuto aperto dall'amore sara' una fessura sufficiente da consentire a Dio di raggiungerla. Continua...
LA VITA SENZA CONDIZIONI
LA VITA SENZA CONDIZIONI di D. Chopra
"Ero sicuro fin dall'inizio che sarei guarito. Non so spiegarvi perche'. Era come un segreto che dividevo con Dio. Io l'ho chiamato un dono perche' non vi sono parole per descriverlo. Mi è stata donata una possibilità di rifarmi. Non sapevo come, sapevo solo che sarebbe successo, che niente avrebbe potuto impedirlo". Molti hanno ormai letto i racconti di coloro che hanno sperimentato per un attimo la morte, fatto che accade a migliaia di persone ogni anno. I dettagli variano da storia a storia, ma un tema comune a tutti è la comparsa improvvisa di una totale sensazione di sicurezza. Persone che tornano in vita dopo che il cuore aveva smesso di battere riferiscono spesso che, mentre "andavano verso la luce", o volteggiavano sopra i loro corpi guardandosi dall'alto, si sentivano completamenti protetti. Spesso questa sensazione permane anche quando riprendono a malincuore il possesso dei loro corpi. A questo punto trovano difficile preoccuparsi delle cose di cui uno dovrebbe preoccuparsi, specialmente di morire. Forse è proprio così che ci dovremmo sentire, anche senza l'esperienza di quasi-morte. L'esistenza può anche non essere una scelta, ma il modo in cui ci mettiamo in relazione con essa lo è certamente. Continua...
EDUCAZIONE E SPIRITUALITA'
EDUCAZIONE E SPIRITUALITA'
di Alice A. Bailey

La civiltà riguarda le reazioni dei popoli e delle masse alle finalità ed alle mete proposte e perseguite dal periodo storico, mentre la cultura riguarda l’uomo e lo spirito; fine di ogni educazione è quello di generare e rendere permanente una forma di cultura.Nel futuro la vera cultura si incarnerà nella civiltà, divenendone la struttura portante; suo compito sarà quello di porre in relazione il mondo delle forme con quello delle Cause, ricercandone ed elaborandone i nessi ed i significati meno evidenti. Ai tempi di Atlantide predominava un atteggiamento emotivo e sensitivo, sia nei rapporti tra gli individui che nel rapporto con la divinità, che era di tipo mistico: grande devozione, emozione di fronte al mistero, reverenza per coloro che venivano considerati ispirati mediatori tra l’uomo e Dio; non essendo ancora in funzione la comprensione mentale, il senso critico, la discriminazione - qualità tipiche dell’odierna razza ariana - il popolo obbediva ciecamente a sacerdoti ispirati. Continua...
GLI ULTERIORI TRAGUARDI DELLA MENTE UMANA
GLI ULTERIORI TRAGUARDI DELLA MENTE UMANA
di Ken Wilber

"Ho potuto costantemente rilevare che ogni stadio dell’evoluzione in qualunque dominio coinvolge una nuova apparizione e quindi una nuova profondità, o una nuova interiorità, sia che si applichi a molecole o a uccelli o a delfini; e che ciascuna nuova interiorità è anche un nuovo andare oltre, una trascendenza, una più alta e ampia identità con un più grande abbraccio totale. La formula è: andare dentro = andare oltre = un più grande abbraccio. Ed io voglio fare chiarezza su ciò che significa. Questo è estremamente importante, penso, perché i più alti stadi di sviluppo, gli stadi transrazionali e transpersonali e mistici, coinvolgono tutti una nuova interiorità. L’accusa che è stata fatta circolare da qualche tempo, è che attività come la meditazione sono qualcosa di narcisistico e introverso. Gli ambientalisti, in particolare, spesso sostengono che la meditazione è qualcosa per ‘sfuggire’ o di ‘egocentrico’, e che questo ‘andare dentro’ ignora semplicemente i problemi ‘reali’ nel mondo ‘reale’ ‘fuori di qui’. E’ precisamente l’opposto.
Lontano dall’essere qualche sorta di introversione o isolamento interiore, la Meditazione e lo sviluppo transpersonale in generale è una semplice e naturale continuazione del processo evolutivo, dove ogni cosa che avviene dentro è anche un andare oltre verso un più vasto abbraccio. Rammentiamo che due dei principi (8° e 12°) stabilivano che la crescente evoluzione significa crescente profondità e crescente autonomia. Nel reame dello sviluppo umano, questo viene fuori particolarmente nel fatto che, in accordo con la psicologia dello sviluppo (come vedremo), la crescita e lo sviluppo coinvolgono sempre una crescente interiorizzazione. E paradossalmente più è interiorizzata una persona, meno narcisistica diviene la sua consapevolezza. Così occorre capire perché, per tutte le scuole di psicologia dello sviluppo, è vera questa equazione: crescente sviluppo = incremento dell’interiorizzazione = decrescente narcisismo (o decrescente egocentrismo).Continua...
CENNI SULLA MEDITAZIONE
CENNI SULLA MEDITAZIONE

di Alice Bailey
 
(1)..Ben presto, dopo aver raggiunto ciò che di più elevato può offrire la natura inferiore, l’uomo comincia a meditare. I suoi tentativi sono dapprima disordinati, e spesso parecchie incarnazioni trascorrono nelle quali il Sé Superiore si limita a costringere l’uomo a pensare e a meditare seriamente solo in occorrenze rare e distanti nel tempo. Più di frequente si presenta l’occasione di ritrarsi interiormente, finchè scorrono per l’uomo alcune vite dedicate alla meditazione ed aspirazione mistica, che culminano in una vita interamente devoluta a ciò...
Alle spalle di ognuno di voi che lavorate in modo definito sotto uno dei Maestri, stanno due vite culminanti: la vita dell’apoteosi mondana e quella della più intensa meditazione lungo la direzione mistica o emotivo-intuitiva...
Per tutti voi ora giunge la serie più importante di vite, cui furono solo mezzi preparatori i precedenti punti di culminazione. Nelle vite del prossimo futuro per coloro che sono sul Sentiero verrà il conseguimento finale, per strumentalità della prescritta meditazione occulta, basata sulla legge. Alcuni vi perverranno in questa vita o nella prossima; altri, fra non molte.  (2 - 12).
(2)  I pericoli che minacciano chi studia la meditazione dipendono da molti fattori, e non sarà possibile fare altro che indicare con brevità alcune condizioni minacciose, mettere in guardia contro certe possibilità pericolose, e richiamare l’attenzione dell’allievo contro certi effetti che si raggiungono per indebita tensione, eccesso di zelo, e singolarità di proposito, che possono condurre ad uno sviluppo non equilibrato. La singolarità è una virtù, ma quando sia singolarità d’intento e di scopo, e non quella che sviluppa una sola via metodica con esclusione di ogni altra.
I pericoli della meditazione sono in gran parte insiti nelle nostre stesse virtù, e qui sta gran parte della difficoltà. Essi sono in larga misura i pericoli di una elevata concezione mentale che precorre la capacità dei veicoli inferiori, specialmente di quello fisico denso. Aspirazione, concentrazione e determinazione sono virtù necessarie, ma se usate senza discriminazione e senza il senso del tempo nell’evoluzione, possono causare uno schianto del veicolo fisico che ritarderà ogni ulteriore progresso in una data esistenza. Continua...
VERSO LA PSICOSINTESI
VERSO LA PSICOSINTESI

di Giorgio Fresia

La finalità di questo convegno è di parlare dell'uomo nuovo, della trasformazione che sta avvenendo in ciascuno di noi, della nascita di una nuova umanità. Questo cambiamento è iniziato col pensiero cartesiano e ha determinato la rivoluzione scientifica nel '600 e la rivoluzione industriale inglese nel '700 coinvolgendo la vita culturale, sociale, politica, religiosa, economica dell’umanità.Oggi ciò che accade in una parte del pianeta finisce per influenzare tutto il resto del mondo grazie alle comunicazioni istantanee e alla integrazione economica. Il rischio ecologico ci stimola a comprendere che l'umanità è un unico corpo vivente formato da cinque miliardi di esseri umani e che nessuna nazione può ritenersi isolata.

Nasce per la prima volta nella storia dell’umanità unaDi fronte a questa coscienza così vasta, così impersonale ma nello stesso tempo reale, la gente cerca dei punti di sicurezza e di riconoscimento nella propria etnia e, per conseguenza vediamo il frantumarsi delle supernazioni, delle nazioni, in favore di piccoli stati nei quali ciascuno si riconosce per lingua, tradizioni, modi di pensare. Ma se da un lato il pensiero cartesiano ha dato un impulso alla tecnica e alla scienza, nello stesso tempo ha mostrato i suoi limiti non solo nei suoi effetti ma nel suo metodo. Continua...
I 5 ESERCIZI DI RUDOLF STEINER
PER LA CRESCITA INTERIORE

I 5 ESERCIZI DI RUDOLF STEINER<br> PER LA CRESCITA INTERIORE


di Rudolf Steiner

Verranno qui descritte le condizioni fondamentali per la crescita interiore. Pur con l'ausilio di talune misure prese nella vita esteriore e interiore, nessuno può pensare di progredire se non assolve a queste condizioni. Tutti gli esercizi di meditazione, di concentrazione o altro saranno privi di valore e anche in qualche modo nocivi se la vita non si attiene al senso di queste prescrizioni. Non si possono dare facoltà a un essere umano: si possono soltanto far sviluppare quelle che già ci sono in lui e che non si sviluppano spontaneamente a causa degli ostacoli esteriori e interiori che incontrano. Gli ostacoli esteriori si superano attenendosi alle regole di vita che seguono, invece gli ostacoli interiori si superano attraverso le particolari indicazioni date sulla meditazione, la concentrazione eccetera.

[1/a] La prima condizione consiste nel conquistare un pensiero perfettamente chiaro. A questo scopo bisogna liberarsi - almeno per un breve momento della giornata, anche per cinque minuti (ma più il tempo è lungo, meglio è) - dei pensieri che si muovono come fuochi fatui. Bisogna diventare padroni del mondo dei propri pensieri. Non se n'è padroni fin quando un condizionamento esteriore (la professione, una tradizione qualsiasi, le condizioni sociali, il fatto stesso di appartenere a un certo popolo, il momento della giornata, certi gesti che noi compiamo) ci detta un determinato pensiero e il modo stesso di svolgerlo. Durante quel breve momento di cui si è detto, con una volontà del tutto libera, dobbiamo svuotare la nostra anima del corso abituale e quotidiano dei pensieri e - di nostra propria iniziativa - porre un pensiero al centro della nostra anima. Non è necessario credere che debba essere un pensiero eccezionale o di particolare interesse. Continua...
CHE COS'E' LO YOGA
CHE COS'E' LO YOGA
 
di Sri Aurobindo e Mère

Se si osserva attentamente la vita da una parte e lo yoga dall'altra, ci si accorge che tutta la  vita è, in modo cosciente o subcosciente, yoga. Con questo termine, infatti, intendiamo uno sforzo metodico di perfezione di sè, attraverso il manifestarsi di potenzialità latenti nell'essere e la ricongiunzione dell'individuo umano con l'Esistenza universale e trascendente, che vediamo parzialmente espressa nell'uomo e nel Cosmo.
Se spingiamo lo sguardo oltre le apparenze, la vita intera è un immenso yoga della Natura; è la Natura che cerca di realizzare la sua perfezione, lasciando emergere sempre di più le proprie potenzialità segrete per fondersi nella stessa reatà divina. Con l'uomo, che ne è la manifestazione pensante, essa ha per la prima volta ottenuto su questa Terra strumenti coscienti e attivi, atti a realizzare più rapidamente e più potentemente questo alto destino. Lo yoga, come ha detto lo Swami Vivekananda, può considerarsi come il mezzo per  realizzare tale evoluzione in una sola vita o in qualche anno, se non in qualche mese di una sola vita.
I diversi sistemi di yoga non hanno quindi altro compito che di selezionare, o accelerare ciò che la grande Madre già compie nel suo immenso sforzo ascensionale su larga scala, ma senza ordine, e una profusione di materiali e di energie, attraverso un'infinita varietà di combinazioni. Solamente questo modo d'intendere lo yoga può fornirci la base d'una sintesi razionale e sana dei metodi dello yoga. Solo così infatti esso cessa di apparirci come una cosa mistica e anormale senza nessun rapporto con i processi ordinari dell'Energia Cosmica e gli scopi che quest'Energia si propone di raggiungere col suo duplice movimento grandioso soggettivo ed oggettivo, rivelandosi invece come una valorizzazione intensa ed eccezionale dei poteri che l'Energia cosmica ha già manifestato o che sta progressivamente organizzando nelle sue operazioni meno raffinate,di carattere più generale.(...).
Tuttavia, l'utilità vera dello yoga e il suo ultimo fine non possono essere raggiunti che quando lo yoga, cosciente nell'uomo, incosciente nella Natura, coincide con la vita stessa, così che si possa ancora dire, in un senso perfetto e luminoso, guardando insieme il cammino e l'adempimento: " Tutta la vita è lo yoga." Continua...
L'ENIGMA DI QUESTO MONDO
L'ENIGMA DI QUESTO MONDO

di Sri Aurobindo

Non si può negare, e nessuna esperienza spirituale lo negherà, che questo è un mondo non ideale e non soddisfacente, fortemente segnato dal marchio dell’imperfezione, della sofferenza e del male. In realtà, questa percezione è, in un certo modo, il punto di partenza della spinta spirituale – eccetto per quei pochi ai quali l’esperienza spirituale viene spontaneamente, senza esservi forzati dall’acuto, schiacciante, doloroso e alienante senso dell’Ombra che incombe sull’intero campo di questa esistenza manifestata. Rimane tuttavia il problema se questo, come alcuni sostengono, sia veramente il carattere essenziale di tutta la manifestazione, oppure se, almeno finché esisterà un mondo fisico, esso debba rivestire questa natura, così che il desiderio della nascita e la volontà di manifestarsi o di creare debbano essere considerati il peccato originale, mentre il ritirarsi dalla nascita o dalla manifestazione l’unica via possibile di salvezza. Per quelli che percepiscono così il mondo o in modo più o meno analogo – e questi sono stati la maggioranza – esistono ben note vie d’uscita e scorciatoie che portano alla liberazione spirituale. Ma può anche darsi che il mondo non sia così e che sembri così solo alla nostra ignoranza o ad una conoscenza parziale: l’imperfezione, il male e la sofferenza possono essere una circostanza o un passaggio dolorosi ma non la condizione stessa della manifestazione, non la vera e propria essenza della nascita nella Natura. Continua...
A MADRE DIVINA
A MADRE DIVINA


di Sri Aurobindo

Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo del nostro sforzo: un'aspirazione costante, ineluttabile, che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall'alto. Ma, la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farlo nelle condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza. Se dovesse sottomettersi a queste esigenze, incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani. Ecco le condizioni di luce e di verità, le sole accettabili dalla più alta forza per la propria discesa; ed è soltanto la più alta forza supermentale discendente dall'alto ed aprentesi il passaggio dal basso che può dirigere vittoriosamente la natura fisica ed annichilire le sue difficoltà. Occorre un dono di sé totale e sincero, un'apertura di sé rivolta esclusivamente verso il potere divino, un'ammissione costante ed integrale della verità che discende, un costante ed integrale rifiuto della menzogna, dei poteri e delle apparenze della mente, del vitale e del fisico che governano ancora la natura terrestre. Il dono di sé deve essere totale ed estendersi a tutte le parti dell'essere. Continua...

LA SCOPERTA DELL'ANIMA E LA VITTORIA SULLA MORTE: SAVITRI
LA SCOPERTA DELL'ANIMA E LA VITTORIA SULLA MORTE: SAVITRI

di Paola De Paolis

Nel titolo di questo libro, Savitri – La scoperta dell’anima e la vittoria sulla morte, vi è tutto il suo contenuto: l’appassionata, bella e determinata Savitri è «la donna, la forza di Dio» che salva dalla Morte il suo compagno Satyavan, incantevole anima delegata dell’Eterno nell’uomo, trovato in terre lontane. Ella può compiere questo miracolo perché «conobbe la dimora della Sua anima segreta» e «seppe di essere l’Amata del Supremo» che le dà la forza di affrontare il Dio della Morte, capovolgere il vecchio modo di vedere, di capire, di sentire fondato sull’Incoscienza e infine far trionfare l’innato diritto all’immortalità e all’amore.

De Paolis ha sintetizzato in poco più di cento pagine tutto il lavoro-servizio di quasi 30 anni della sua vita dedicati alla traduzione delle maggiori opere di Sri Aurobindo (Savitri, La Vita Divina e Lettere sullo Yoga) e allo studio della sua “Opera Omnia”, delle sue riviste e preziosi scritti, e anche delle annotazioni di Mère, sia in inglese che in francese. Passa e ripassa per le rivelazioni evolutive di Sri Aurobindo conducendo il lettore fino al cuore del messaggio del poema Savitri: quasi 24mila versi che ha racchiuso con coraggio, ambizione e cura nella riduzione teatrale cucendo insieme brevi passi scelti nel II volume da “Il Libro dell’Amore”, “Il Libro dello Yoga”, “Il Libro della Morte”, “Il Libro della Notte Eterna”, “Il Libro del Doppio Crepuscolo” e da “Il Ritorno alla Terra” dei due amanti eterni che «uniti inaugurarono un’età più grande». (dalla recensione di Maria Rosaria Giordano)

IL CAMMINO E' LA META

<br>IL CAMMINO E' LA META </b>

di Satish Kumar

La vita di Satish Kumar è una storia affascinante, più avventurosa e interessante di una fiction, dapprima monaco, poi attivista pacifista, straordinario viandante-pellegrino, promotore ecologista, scrittore ed editore, é stato definito uno dei più importanti educatori del 20° secolo. Scritto con uno stile semplice e penetrante, Il Cammino è la Meta è l’entusiasmante resoconto di una vita straordinaria. Leggendolo avrete la rara occasione di incontrare e conoscere un uomo vero, appassionato, arguto, che non mancherà di commuovervi. L’odissea della sua vita aggiunge una profonda umanità alla saggezza orientale di cui è portatore. A soli nove anni Satish Kumar rinunciò al mondo e si unì alla comunità errante dei monaci jainisti. Distolto da questo sentiero da una voce interiore, all’età di 18 anni divenne un attivista per la riforma politica della sua patria, cercando di realizzare la visione di Gandhi di un’India rinnovata e di un mondo pacifico. Continua...
WU WEI ICHINEN E SPONTANEITA'
WU WEI ICHINEN E SPONTANEITA'

di Paolo D'Arpini

Tutti  agiamo in modo spontaneo, sempre, ognuno mette in pratica quel che sente. C'è un'aura che lo dimostra, c'è un odore che lo annuncia. Tu non puoi comportarti diversamente da come i tuoi pensieri indicano. Come e da dove sorgono i tuoi pensieri? Chi li sceglie? Chi decide una via di azione piuttosto che un'altra? Forse il desiderio? Forse la volontà di raggiungere un fine? E dove si raggiunge qualcosa se non nel mondo delle apparenze, nel sogno dell'esistenza?

Da qui la teoria del karma che pone l'uomo all'interno di una ruota. La stessa ruota che vediamo nelle gabbiette dei criceti. Si muove perché il criceto che ci sta dentro la fa muovere. In se stessa la ruota è inerte. Perciò sia nel taoismo che nell'advaita si proclama "il non agire", nel senso di non compiere azioni con la finalità di un raggiungimento.

Però, in tutta sincerità con te stesso, agisci, non rifuggire dall'azione per paura. Lo stesso Krishna ad Arjuna disse: "Se rifuggi dall'agire la tua stessa natura ti spingerà a compiere le azioni che sono a te dovute". Perciò agisci conformemente al tuo "Dharma/Karma" e lascia i risultati al "Cielo"... Continua...
GLI INSEGNAMENTI DI DATTATREYA
GLI INSEGNAMENTI DI DATTATREYA

di Paolo Quircio

Nell’ultimo periodo della sua incarnazione, quando la sua missione di Avatar stava per concludersi, Krishna impartì all’amico e discepolo Uddhava una serie di insegnamenti. Questi insegnamenti, una sorta di testamento spirituale di Krishna, sono raccolti in una porzione dello Srimad Bhagavatam Maha Purana, un testo molto lungo e complesso che narra la vita di Krishna. Spesso questa porzione viene pubblicata separatamente con il nome di Uddhava Gita.

Nel primo capitolo dell’Uddhava Gita, dal verso 25 in poi, si parla dell’incontro, nel folto di una foresta deserta, del potente re Yadu con un giovanissimo Brahmano solitario, un asceta. Il re, percependo la serenità e la felicità che emanavano dal ragazzo, gli chiese come mai, pur essendo nudo, senza famiglia né proprietà, completamente solo e povero, potesse essere così felice. Gli chiese inoltre da quale Guru avesse imparato tale saggezza. La Gita non ci dice il nome del giovane Brahmano, ma tutti i commentatori sono concordi nel riconoscere in lui Dattatreya, l’Avatar della Trimurti, il Guru degli Avadhuta, i mistici asceti, coloro che si sono ‘scrollati’ di dosso l’io e tutti gli attaccamenti che da esso derivano. Dattatreya rispose che non aveva mai avuto un insegnamento formale, né un Guru in carne e ossa, ma che tutta la sua saggezza gli era derivata semplicemente dall’osservazione di cose, animali e persone: i 24 Guru che sono stati descritti da Swami Sivananda nel capitolo I 24 Maestri di Dattatreya. Continua....
ARMONIA E CREATIVITA’ NELL’EDUCAZIONE PSICOSINTETICA
ARMONIA E CREATIVITA’ NELL’EDUCAZIONE PSICOSINTETICA

di Alessandra Moretti

Genericamente si pensa all’educazione come ad un qualcosa da collegare ad un ambito di età ben preciso e delimitato che è quello dell’infanzia e della prima adolescenza, cioè la prima parte della vita dell’uomo. Si pensa all’educazione come ad un qualcosa che va insegnato, inculcato. Molto più raramente l’educazione assume la dimensione di un processo globale, unitario, che coinvolge dinamicamente tutta la vita dell’essere umano, e che nell’ambito di questo processo non è tanto importante imperare, quanto scoprire, valorizzare, tirare fuori da se stessi, attivare, sintetizzare e sviluppare tutte quelle potenzialità, quelle qualità che l’essere umano ha dentro di sé e che tutta l’Umanità possiede. Queste potenzialità, queste qualità sovente sono incastrate dentro complessi, subpersonalità, parti di noi che non accettiamo. L’autoeducazione permanente, l’impegno a tirare fuori da noi stessi queste parti da sviluppare comporta farsi carico responsabilmente della propria crescita, del proprio sviluppo. Continua... 
LA SCIENZA DEL SERVIZIO
LA SCIENZA DEL SERVIZIO


Bollettino dei Triangoli

Quando il sole transita in una nuova costellazione, si muove anche verso una nuova "dimora" o campo di espressione. La dimora dell'Acquario è conosciuta come il "Servitore" (Trattato di Magia Bianca, p.426 e.i.), evidenziando il campo del servizio stesso. Possiamo vedere, quindi, il potenziale del prossimo ciclo e ciò che ci offre in termini di opportunità per l'espansione dell'anima. Tutti i cambiamenti sono opportunità per un nuovo inizio, un tempo per lasciarsi alle spalle i residui vecchi e polverosi del passato. Pertanto, sotto l’impressione di queste energie che si riversano, si evolveranno nuove forme di servizio che saranno espressioni più fluide e trasparenti per l'anima. Ma l'Acquario sarà anche un'età più scientifica, e quindi impareremo a servire con maggiore precisione, esattezza e ritmo -controllando e dirigendo le energie piuttosto che esserne controllati. La rete dei Triangoli si adatta perfettamente a questi due modi emergenti di servizio perché è allo stesso tempo fluida e creativa, ma è anche un'attività che richiede precisione e capacità focalizzata di lavorare quotidianamente per usare il pensiero in modi che possano sostenere la vita e siano di beneficio per tutti.

Sappiamo che il servizio è come il respiro per l'anima; senza l'opportunità di servire, l'anima non può funzionare sui tre piani inferiori. Quindi, quando all'anima viene data più opportunità per respirare nel nostro mondo, ci sarà una nuova vita intorno e le strutture del paradigma presente spariranno perché non serviranno agli scopi della cultura dell'anima. Continua...

LA LEGGE DI SINTESI
LA LEGGE DI SINTESI

di Angela Maria Sala Batà

"La sintesi è una delle tendenze che si andranno sempre piè evidenziando nella Nuova Era. Possiamo da ora notare il suo influsso in molti campi (sociale, culturale, religioso, politico, psicologico, ecc...) che si scontra però con l'antica tendenza alla separazione e all'isolamento, generando difficoltà e conflitti talvolta molto gravi. La spinta alla sintesi e all'unificazione, tuttavia non può essere fermata, e prima o poi prevarrà. perché è come una forza, una spinta irresistibile verso l'unità; una forza che agisce sia a livello universale che a livello individuale sotto infiniti aspetti e forme e che è strettamente connessa con la legge dell' evoluzione….." I testimoni della Continua...
CONOSCERE LA MENTE
CONOSCERE LA MENTE
 Tutta la felicità passata, presente e futura deriva dal conoscere la propria mente. conoscere il Buddhismo significa conoscere la propria mente.Noi e tutti gli altri esseri viventi, senza eccezioni, desideriamo la felicità e cerchiamo di evitare la sofferenza; questo è lo scopo principale di tutto quello che facciamo, diciamo e pensiamo. Essendo venuti al mondo, desideriamo continuare a vivere e aspiriamo a un certo grado di felicità, libertà, amore e benessere. Eppure, per quanto fortunati possiamo essere, alla fine ci sarà sempre qualcosa che continua a sfuggirci; quella voce interiore, che conosciamo da sempre, continuerà a dirci: “C’è ancora qualcosa che mi manca; non sono ancora veramente felice”. La felicità è un’esperienza, uno stato della mente; potremo mai riuscire a raggiungerla, se ci disinteressiamo proprio della mente, di ciò che fa l’esperienza? Eppure la maggioranza degli esseri fa esattamente questo: cercare all’esterno qualcosa che in realtà si trova all’interno; rincorrere un’infinità di oggetti dimenticandosi completamente del soggetto. Continua...
IL MITO UNA STORIA RACCONTATA DIVERSAMENTE
IL MITO UNA STORIA RACCONTATA DIVERSAMENTE

di Paolo Quircio

Il rapporto che hanno gli uomini con coloro che li hanno preceduti, con i propri antenati, è spesso ambiguo. Per chi considera la storia come qualcosa di lineare, una strada che, seppur irta di difficoltà, conduce nella direzione del progresso, è quasi impossibile non considerarsi, se non il punto di arrivo, almeno uno stadio molto avanzato di un processo di evoluzione iniziato dalle caverne e che, passando per i grattacieli e le navicelle spaziali, ha portato l’umanità a un livello di sviluppo scientifico e tecnologico senza precedenti. In questa visione della storia gli antichi sono di solito considerati dei semi-selvaggi, ignoranti e superstiziosi, sanguinari e crudeli. Salvo poi rimanere attoniti davanti ai mille ‘misteri’ del passato più o meno remoto. Come e perché sono state costruite le piramidi? Come facevano gli Indiani a sapere che la materia è solo una forma più grossolana di energia? E i Dogon come conoscevano l’esistenza di Sirio? Grandi architetti che ammettono che forse oggi nessuno sarebbe in grado di costruire una cattedrale gotica. Per rispondere a questi interrogativi a volte si ricorre anche a soluzioni originali, se non bizzarre, interventi di extraterrestri inclusi.Continua...
EVOLUZIONE SPIRITUALE DELL'UOMO
EVOLUZIONE SPIRITUALE DELL'UOMO

di Alice Bailey

(1) Dapprima è la forza della sostanza del piano che lo dirige, inducendolo ad identificarsi con la sostanza più grossolana ed a considerarsi un uomo, un membro del quarto regno, ed a convincersi quindi ch’egli è il Non-Sé. Più tardi, con l’affluire della forza dall’Ego, prosegue l’evoluzione psichica (uso qui la parola “psichica” nella sua connotazione più alta) ed egli comincia a considerarsi come l’Ego, il Pensatore, Colui che usa la forma. Infine l’energia della Monade, comincia a trovar risposta, ed egli sa di non essere né l’uomo né l’angelo, ma un’essenza divina o Spirito…. L’uomo è visto qual’è realmente: una rete di fuoco con dei punti focali fiammeggianti che trasmettono e fanno circolare energia ignea. (3-1158)
(2) L’uomo poco evoluto non è in grado di comprendere appieno quello molto evoluto e, in misura minore, l’ego avanzato non comprende un iniziato. Il maggiore comprende il minore, ma non è così nel caso inverso. (4-113)
(3) Giunge ora uno stadio in cui l’essere umano è veramente e di fatto “fondato sulla roccia” e, sebbene egli possa ancora sperimentare l’alternarsi della luce e dell’ombra, sebbene le onde delle acque purificatrici possano investirlo e minacciare di travolgerlo, sebbene egli possa sentirsi sordo, muto e cieco, nulla alla fine potrà sconfiggere il proposito dell’anima. (4-148)
(4) Il discepolo….non può mai essere statico, non può mai sostare; costantemente deve adeguarsi a nuove condizioni, imparare a operare in esse per poi vederle scomparire e lasciare a loro volta il posto ad altre, nuove. Tutto questo continua finché la coscienza non si sia stabilizzata nel Sé, nell’Uno. In quel momento l’iniziato si riconosce come l’Unità che guarda, osservando la fantasmagoria fenomenica della vita nella forma. Continua...
SATSANG INTEGRALE
SATSANG INTEGRALE
Conversazione con Mokshananda

Come può la mappa integrale aiutarci a comprendere meglio la verità spirituale, agli insegnanti, e alle comunità? La parola Satsang deriva dalle radici Sanscrite SAT (vero) e Sanga (compagnia), e può essere interpretata in tre modi: a) la compagnia della .verità più alta,. b) la compagnia di un gruppo di studenti o professionisti riuniti per studiare, discutere e assimilare quella verità, e c) la compagnia di un maestro spirituale che agisce come un collegamento tra il popolo e la verità. Mentre è tipicamente associato con la tradizione Advaita Vedanta, il concetto di Satsang può essere applicato a qualsiasi tradizione spirituale o comunità, Est, Ovest, contemplativa o tradizionale.
Se vi trovate in chiesa, alla moschea, alla sinagoga, o allo zendo, vi trovate in una qualche forma di Satsang, cercando di capire qualche versione di verità spirituale, insegnata da qualche insegnante spirituale o leader, a una comunità di altri ricercatori e praticanti. Il Satsang universalmente può essere applicato a qualsiasi comunità impegnata a scoprire la .verità più alta. perché la più alta verità stessa è universale. E questa verità universale è situata nel cuore di ogni tradizione spirituale di tutto il mondo, nel cuore di ogni grande santo, saggio, e insegnante spirituale nel corso della storia, e al centro di ogni esperienza umana che si sia mai avuta. E', infatti, la sola cosa che ciascuno di noi abbia mai conosciuto. Continua...
LO YOGA SPIEGATO
arte e metodi dell'Unione Sacra

LO YOGA SPIEGATO<br>arte e metodi dell'Unione Sacra
di Anna Zilli

Deve essere difficile per chi si avvicina per la prima volta allo Yoga capire di cosa si tratta e farsi strada in una foresta che si fa sempre più fitta di nomi esotici: dall’Hatha Yoga al Kundalini, dal Tantra al Bikram, all’Ashtanga, all’Iyengar…c’è di che scoraggiarsi.Ma niente paura: con questo scritto cercheremo di fare luce su questa meravigliosa disciplina antica di millenni, che nasce in India in tempi e modi leggendari.Partiamo dal significato della parola stessa: yoga è un termine sanscrito che sta a significare “unione”; ha la stessa radice del termine italiano “giogo” e dell’inglese “yoke” (che ha lo stesso significato). Ma unione di cosa? Continua...
AZIONE NATURA E FEDE: KARMA GUNA E SHRADDA
AZIONE NATURA E FEDE: KARMA GUNA E SHRADDA

di Paolo Quircio

“Quando la mente è fermamente convinta che Brahman è reale e l’universo irreale, è ciò che chiamiamo viveka, la discriminazione tra il Reale e l’irreale.” Adi Shankaracharya ‘Viveka Chudamani’, XX      
Questo è il concetto principale, fondante, dell’Advaita Vedanta, il Vedanta non dualistico, così come è stato formulato dal grande filosofo e mistico indiano Adi Shankaracharya, vissuto, probabilmente, tra il 788 e l’820.
Brahman, infinito, mai nato, eternamente esistente, che tutto pervade, è l’unica realtà. Prakriti, la natura sensibile, a volte indicata anche come Jagat, l’Universo, o Maya, il velo dell’ignoranza, è un’illusione, una creazione della mente. Così come il sogno è creato dalla mente di chi dorme e al suo risveglio non esiste più, così l’erronea identificazione con il corpo e la mente dà luogo nell’individuo, il Jiva, ad una sorta di sogno apparentemente molto reale, destinato comunque a dissolversi con il risveglio spirituale, la profonda presa di coscienza che la nostra vera realtà non è quella illusoria dei sensi di percezione e della mente che li coordina, ma l’Atman, il riflesso del Brahman che è in tutti noi, come l’unico Sole che si riflette in innumerevoli pozze piene d’acqua.  Continua...
DISCORSI SULLA MEDITAZIONE
DISCORSI SULLA MEDITAZIONE

Discorso tenuto da Vimala Thakar a Matheran.

C’è necessità di liberare la parola meditazione (in sanscrito: Dhyana) da innumerevoli associazioni. La meditazione non è “concentrazione”, né un mezzo rivolto a un fine né un’attività cerebrale, ma uno stato, un modo d'essere in cui c'è consapevolezza senza sforzo di ciò che è la vita dentro e fuori di noi.
Questa mattina mi è stato chiesto di parlare della meditazione. (...) Nella vostra lingua meditare implica un'attività mentale o cerebrale, in cui c'è una relazione di soggetto e oggetto. lo -un individuo -contemplo, medito circa qualche oggetto, qualche punto prestabilito da me o da qualcun altro per me. In tal senso "meditare.” significherebbe focalizzare la propria attenzione, per un tempo determinato, esclusivamente su un punto prestabilito e implicherebbe lo sforzo conscio di focalizzare l'attenzione su quel punto e di mantenerla. Dunque si tende a credere che la meditazione sia l'attività mentale che focalizza l'intera attenzione su un punto e qui la mantiene tenacemente. Ma tale attività mentale va denominata "concentrazione" e non "meditazione". Nella lingua sanscrita ci sono due parole diverse: dharana e dhyana.
Dharana significa tenere, sostenere l'attenzione: la parola corrispondente nella vostra lingua è "concentrazione". Cercherò di "tradurre nella vostra lingua le implicazioni del termine dhyana: intendo, infatti usare la parola "meditazione" come il corrispondente nella vostra lingua del termine sanscrito DhyanaContinua...
COSA E' LO YOGA
COSA E' LO YOGA

Se si osserva attentamente la vita da una parte e lo yoga dall’altra, ci si accorge che tutta la vita è, in modo cosciente o subcosciente, yoga. Con questo termine, infatti, intendiamo uno sforzo metodico di perfezione di sé attraverso il manifestarsi di potenzialità latenti nell’essere e la ricongiunzione dell’individuo umano con l’Esistenza universale e trascendente che vediamo parzialmente espressa nell’uomo e nel Cosmo.
Se spingiamo lo sguardo oltre le apparenze, la vita intera è un immenso yoga della Natura; è la Natura che cerca di realizzare la sua perfezione lasciando emergere sempre di più le proprie potenzialità segrete per fondersi nella stessa realtà divina.
Con l’uomo, che ne è la manifestazione pensante, essa ha per la prima volta ottenuto su questa Terra strumenti coscienti e attivi, atti a realizzare più rapidamente e più potentemente questo alto destino. Lo yoga, come ha detto lo Swami Vivekananda, può considerarsi come il mezzo per realizzare tale evoluzione in una sola vita o in qualche anno, se non in quale mese di una sola vita.
I diversi sistemi di yoga non hanno quindi altro compito che di selezionare o accelerare ciò che la grande Madre già compie nel suo immenso sforzo ascensionale su larga scala, ma senza ordine, e con produzione di materiali e di energie, attraverso un’infinita varietà di combinazioni. Solamente questo modo d’intendere lo yoga può fornirci la base d’una sintesi razionale e sana dei metodi dello yoga. Solo così infatti esso cessa di apparirci come una cosa mistica e anormale.
Fra i metodi dello yoga e le funzioni psicologiche abituali dell’uomo il rapporto è all’incirca il medesimo che intercorre fra la manipolazione scientifica delle forze naturali, quali l’elettricità o il vapore, ed il loro funzionamento. I metodi si fondano su una conoscenza, verificata e confermata da esatte esperienze, da analisi pratiche e da risultati ripetuti. Continua. ...
LA VOCE INTERIORE
LA VOCE INTERIORE
L’insegnamento del Buddha è molto articolato e si rivolge alle esigenze e alle inclinazioni di tutti gli esseri. Il Buddha si è adoperato in vari modi per toccare il cuore degli esseri senzienti affinché questi trovassero al proprio interno una via di uscita dalla propria condizione di sofferenza. È all’interno dei nostri cuori che dobbiamo rivolgere lo sguardo e scoprire il nostro disagio, più o meno latente. Nel corso della pratica meditativa abbiamo modo di focalizzare meglio l’attenzione su noi stessi pacificando per quanto possibile la mente, cercando un nuovo orientamento che possa donare alla vita pratica maggiore chiarezza e discernimento. Essenzialmente, dobbiamo riconoscere ciò che possiamo cambiare e ciò che non possiamo cambiare al nostro interno. Il retto discernimento ci permette di acquisire maggiore saggezza. Osservandoci noteremo il sorgere di diversi pensieri e ricordi, che sono rappresentazioni del passato più o meno accurate, ma non sempre e non necessariamente sono rappresentazioni reali di quanto è accaduto: spesso si tratta di nostre interpretazioni. Continua...
APARIGRAHA O LIBERTA' DAL POSSESSO
- YAMA E NIYAMA IV

APARIGRAHA O LIBERTA' DAL POSSESSO <br>- YAMA E NIYAMA IV

di Paolo Quircio
 
Il quinto ed ultimo Yama è Aparigraha. Parigraha vuol dire bramosia, desiderio di possesso, e il prefisso negativo a indica il contrario; quindi mancanza di bramosia e di desiderio di possesso. Abbiamo detto in precedenza che nulla in Patanjali è casuale, né le parole, scelte sempre con grande accuratezza, data anche l’estrema stringatezza del testo, né la collocazione degli argomenti nell’ambito della Scrittura. Gli Yama e i Niyama fanno parte del Sadhana Pada, il secondo capitolo dei Sutra.
Dopo aver descritto, nel primo capitolo, Samadhi Pada, gli obiettivi dello Yoga, nel secondo Patanjali illustra prima gli ostacoli che si frappongono tra l’aspirante e il suo scopo, il Samadhi, l’illuminazione, e quindi i modi per superarli. La Sadhana indicata da Patanjali è un percorso lineare quanto mai logico che l’aspirante segue passo dopo passo, preso per mano dal Maharishi.
Innanzitutto, sutra 1 e 2, ci spiega che il Kriya Yoga, lo Yoga pratico, è composto da purificazione, introspezione e abbandono al Divino, e questo Yoga pratico serve a rendere sempre maggiore la consapevolezza della meta, il Samadhi, e rendere più esili le afflizioni che ne ostacolano il conseguimento. Questa premessa è di fondamentale importanza, soprattutto per quanti ritengano lo Yoga una filosofia e, in quanto tale, soprattutto nel concetto che abbiamo noi Occidentali della filosofia, abbastanza fine a se stessa, un esercizio dialettico e cerebrale staccato dalla vita reale. Il Raja Yoga non è una filosofia, è una straordinaria tecnica di conoscenza di sé, che ci porta sempre più in profondità, fino ad arrivare a conoscere il Sé, il divino che è la nostra vera essenza.  Continua...
MUSICA E SILENZIO
<b>MUSICA E SILENZIO</b> Sting

La musica è probabilmente
il più antico rito religioso.
I primi sacerdoti erano probabilmente musicisti,
le prime preghiere probabilmente canti.
Come membro del trio pop di fama mondiale The Police, Sting si è affermato come uno dei più raffinati musicisti del mondo. Infatti la sua carriera di solista è stata ugualmente piena di successo. Sting fu insignito di una laurea honoris causa in musica da parte della famosa Berklee School of Music e tenne un discorso ai laureati per condividere con loro le sue radici musicali:
Continua...
CONOSCERE LA MENTE
CONOSCERE LA MENTE
 Tutta la felicità passata, presente e futura deriva dal conoscere la propria mente. conoscere il Buddhismo significa conoscere la propria mente.Noi e tutti gli altri esseri viventi, senza eccezioni, desideriamo la felicità e cerchiamo di evitare la sofferenza; questo è lo scopo principale di tutto quello che facciamo, diciamo e pensiamo. Essendo venuti al mondo, desideriamo continuare a vivere e aspiriamo a un certo grado di felicità, libertà, amore e benessere. Eppure, per quanto fortunati possiamo essere, alla fine ci sarà sempre qualcosa che continua a sfuggirci; quella voce interiore, che conosciamo da sempre, continuerà a dirci: “C’è ancora qualcosa che mi manca; non sono ancora veramente felice”. La felicità è un’esperienza, uno stato della mente; potremo mai riuscire a raggiungerla, se ci disinteressiamo proprio della mente, di ciò che fa l’esperienza? Eppure la maggioranza degli esseri fa esattamente questo: cercare all’esterno qualcosa che in realtà si trova all’interno; rincorrere un’infinità di oggetti dimenticandosi completamente del soggetto. Continua...
DIECI MALATTIE SPIRITUALMENTE TRASMESSE
DIECI MALATTIE SPIRITUALMENTE TRASMESSE

di Mariana Caplan

Viviamo in una giungla, e la vita spirituale non fa eccezione. Davvero pensiamo che solo perché qualcuno ha meditato cinque anni, o fatto yoga dieci anni, sarà meno nevrotico di un altro? Nel migliore dei casi, sarà solo un po’ più consapevole delle sue nevrosi. Appena un po’. È per questa ragione che ho trascorso gli ultimi quindici anni della mia vita a studiare e scrivere sull’importanza del discernimento nelle aree più insidiose del cammino spirituale – potere, sesso, illuminazione, guru, scandali, psicologia, nevrosi – nonché sulle vere motivazioni, talvolta confuse e inconsapevoli, che ci spingono su tale cammino. Io e il mio partner (lo scrittore e insegnante Marc Gafni) stiamo creando una nuova serie di libri, corsi e pratiche finalizzati a portare più chiarezza su questi temi. Continua...
L'ANIMA E IL SUO STUDIO
L'ANIMA E IL SUO STUDIO

di Alice Bailey
 
(1) La materia è il veicolo per la manifestazione dell’anima su questo piano di esistenza e l’anima è il veicolo, su un piano più elevato, per la manifestazione dello spirito e questi tre sono una trinità sintetizzata dalla vita che li pervade tutti. Attraverso la materia, l’anima si sviluppa e trova la sua massima espressione nell’anima dell’uomo. (4-14)
(2) L’anima è una quantità ancora ignota e non ha un suo vero posto nelle teorie accademiche e nella ricerca scientifica. La sua esistenza non è dimostrata e, anche dagli accademici di mente più aperta, non è considerata che una possibile ipotesi, non provata. Nella coscienza dell’umanità non è accettata come una realtà. Due gruppi di persone soltanto ne accettano l’esistenza come fatto: l’uno formato dai semplici, gli ingenui, i poco evoluti, di tendenza religiosa i quali, allevati sin da bambini in una delle religioni del mondo, ne accettano i postulati ‑ come l’esistenza di Dio, dell’anima e la sua immortalità. L’altro gruppo è quell’esiguo nucleo, in costante aumento, di Conoscitori di Dio e della realtà, che conoscono l’esistenza dell’anima, come fatto risultante dalla propria esperienza, ma non sono in grado di dimostrare tale esistenza in modo soddisfacente agli uomini che ammettono solo ciò che la loro mente concreta può afferrare, analizzare, criticare e sperimentare. (4-17)
(3) L’anima è la qualità che ogni forma manifesta. E quel sottile quid che distingue un elemento dall’altro, un minerale dall’altro.
  È la natura essenziale e intangibile della forma, che nel regno vegetale determina il prodursi di una rosa o di un cavolfiore, di un olmo o di una pianta di crescione; è un tipo di energia che distingue le varie specie del regno animale e rende un essere umano differente dall’altro nell’aspetto, nella natura e nel carattere. ((4-33/4)
(4) L’anima…. non è né spirito né materia, ma la relazione fra i due. L’anima è il mediatore fra questa dualità: è il principio intermedio, l’anello di congiunzione tra Dio e la sua forma. L’anima è quindi un altro nome per designare il principio cristico, sia nella natura che nell’essere umano…. L’ anima è la forza d’attrazione dell’universo manifestato e, se attiva, mantiene insieme tutte le forme…. che guida tutte le creature di Dio a progredire sul sentiero dell’evoluzione, da un regno all’altro, verso una meta finale e un glorioso compimento. (4-35)
(5) Le qualità, le vibrazioni, i colori, le caratteristiche di tutti i regni della natura, sono qualità dell’anima…. Le qualità sono originate dall’interazione della coppia degli opposti, spirito e materia, nonché dalla loro mutua influenza. (4-36) Continua...
L'ESOTERISMO
L'ESOTERISMO
J.M.Riviere in "Storia delle dottrine esoteriche" collega l’origine del termine al verbo greco eisoteo, che significa far entrare, quindi "aprire una porta, offrire agli uomini la possibilità di penetrare nell'interiore attraverso l'esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità nascosta, un senso occulto." L'esoterismo è "una dottrina segreta, un'iniziazione, una spiegazione del mondo rivelata in un consesso scelto, isolato dall'esterno e dalla moltitudine e spesso tramandata in forma orale". (1) Altre fonti individuano la radice del termine nell’aggettivo greco esoterikòs che significa "interno, segreto". Qualunque sia l’esatta etimologia, l’esoterismo è da sempre la tendenza a "un insegnamento estremamente riservato, a cui venivano ammessi soltanto alcuni individui che avevano ricevuto una preparazione specifica. Gli altri, la massa, erano tagliati fuori. Gli stessi concetti, venivano appositamente ammantati di doppi significati, camuffati in più modi, quando addirittura i testi non venivano nascosti completamente alla vista, nei templi o in luoghi inaccessibili". (2) Continua...
LA VIA DEL SUFISMO
LA VIA DEL SUFISMO

di Gabriele Mandel

I sufi sono i mistici dell'lslàm. Per i sufi non v'è differenza tra l'essere e l’infinito, poiché ogni essere può giungere all'infinito olistico che è in noi, realizzando se stesso. Ciò è possibile compiendo una via di ascesa mistica, che inizia rimuovendo psicologicamente devianze, condizionamenti e preconcetti, e giunge alla illuminazione, o piena consapevolezza di Dio.
Il primo passo da compiere è il passaggio dalla morale all' etica. Come chiave di lettura dirò che per il Sufismo la "morale" consiste in una serie memorizzata di preconcetti, che albergano nel Superlo e che, contaminando l'Io, causano la nevrosi.
Liberatosi dai preconcetti, l'individuo sviluppa l'applicazione positiva delle esperienze, e individualmente sceglie secondo Continua...
SONO ILLUSIONI
SONO ILLUSIONI

di Simone Weil

Ci si dirige verso una cosa perché si crede che essa sia buona; e vi si rimane incatenati perché è divenuta necessaria. Le cose sensibili sono reali in quanto cose sensibili, ma irreali in quanto beni. L'apparenza ha la pienezza della realtà, ma solo in quanto apparenza. In quanto altro dalla apparenza, è errore. L'illusione sulle cose di questo mondo non concerne la loro esistenza bensì il loro valore. L'immagine della caverna si riferisce al valore.
Noi possediamo solo ombre di mutazioni del bene. È altresì in rapporto al bene, che ci troviamo ad essere prigionieri, incatenati (l'attaccamento). Accettiamo i falsi valori che ci appaiono, e, quando crediamo agire, siamo in realtà immobili, perché rimaniamo dentro l medesimo sistema di valori. Atti effettivamente compiuti e tuttavia immaginari. Un uomo tenta il suicidio, viene salvato; e, dopo, non è maggiormente distaccato di quanto fosse prima. Il suo suicidio era immaginario. Il suicidio, certo, lo è sempre; per questo è proibito. Il tempo, a voler parlare rigorosamente, non esiste eccetto il presente, come limite). Eppure gli siamo sottoposti. Tale è la nostra condizione. Siamo sottoposti a quel che non esiste. Sia che si tratti della durata sofferta passivamente - dolore fisico, attesa, rimpianto, rimorsi, paura -o del tempo elaborato - ordine, metodo, necessità -, in ambedue i casi non esiste ciò cui siamo sottoposti. Ma esiste la nostra sottomissione.
Siamo realmente legati da catene irreali. Il tempo, irreale, vela tutto (e noi medesimi) di irrealtà. Il tesoro, per l'avaro, è l'ombra d'una imitazione del bene. È doppiamente irreale. Perché un mezzo (il denaro) è già, come tale, cosa diversa da un bene. Ma preso in senso diverso dalla sua funzione di mezzo, eretto a fine, è ancor più lontano dall'essere un bene. Le sensazioni sono irreali in rapporto ai giudizi di valore; le cose sono irreali per noi in quanto sono valori. Ma l'attribuzione di un falso valore ad un oggetto toglie realtà anche alla percezione dell'oggetto stesso, perché annega la percezione nella immaginazione.
Così, solo il distacco perfetto permette di veder le cose nude, fuor della nebbia di valori bugiardi. Continua...
DIO E L'UNIVERSO
<b>DIO E L'UNIVERSO </b>

Albert Einstein

"Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo 'universo', una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le
poche persone che ci sono più vicine.
Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso
Continua...

LO SPIRITO DEL SILENZIO
E LO SPAZIO SPIRITUALE

LO SPIRITO DEL SILENZIO<br>E LO SPAZIO SPIRITUALE

di John Lane

I pesci vivono in banchi, le api volano in sciami, ma alcuni animali - i gatti domestici, ad esempio - sono dei solitari. Gli esseri umani mostrano entrambe le tendenze: noi siamo amanti della compagnia ma apprezziamo anche la solitudine. Viviamo in famiglie, in tribù e in città, eppure allo stesso tempo godiamo del piacere di essere soli. Lavoriamo in giardino, leggiamo e preghiamo per conto nostro. Anche se passiamo la maggior parte del tempo con altre persone ci sono dei periodi in cui preferiamo stare in compagnia semplicemente di noi stessi e ritirarci dal trambusto del mondo per trovare il nostro 'spazio' privato. Qui il silenzio ha un effetto curativo. Qui la solitudine mi aiuta a mettere a fuoco il senso fondamentale del mio essere. Nel silenzio e nella solitudine troviamo spazio e tempo di godere in tranquillità la meraviglia senza tempo della coscienza: il miracolo di un argine ricoperto di aglio selvatico, ad esempio, o del volo di un picchio. Come nota Ronald Blythe, il rumore fa sì che udiamo ben poco; il silenzio ci fa captare suoni meravigliosi.
Un tempo il silenzio era tenuto in grande considerazione. La ricerca della solitudine risale a tempi antichi ed ha le sue radici nelle filosofie cinesi, indiane ed europee. A partire da Lao-Tse, Buddha, i Padri del Deserto e i primi eremiti Celti, passando per Rousseau, Henry David Thoreau e Thomas Merton fino al tempo presente, certi individui hanno rifiutato il materialismo delle società in cui vivevano preferendo la semplicità e la ricerca della saggezza spirituale. Viaggiavano per trovare la solitudine. Ascoltavano il silenzio e in esso udivano le pulsazioni creative del loro cuore. Visitati dal silenzio imparavano che cosa giace nella profondità del proprio essere. In verità, chi ha il coraggio di stare da solo arriva a sperimentare tutto ciò che normalmente è ostacolato dall'esperienza, dalla brama o dal pregiudizio. La verità di ciò può soltanto trovarsi nella pratica stessa, e neanche allora può essere espressa a parole.  Continua...
BUONA VOLONTA' E VOLONTA' DI BENE
BUONA VOLONTA' E VOLONTA' DI BENE

di Alice Bailey
 
(1) In ogni paese esistono uomini di buona volontà, capaci di vera comprensione. Moltissimi sono noti. Ma sono sopraffatti dalla paura o da un senso d’impotenza, perché pensano che il lavoro da compiere è tanto stupendo che i loro minuscoli tentativi isolati sono del tutto incapaci di abbattere le barriere di odio e separazione ovunque presenti. Si rendono conto che sembra mancare una diffusione sistematica dei principi che forse detengono la soluzione del problema mondiale; non hanno nozione della forza numerica di quanti pensano come loro, e quindi sono resi impotenti dalla solitudine, dalla disunione e dal peso morto dell’inerzia che li circonda.
… Come stabilizzare la situazione economica e ricostituirla in modo che tutti possano avere la loro giusta parte?
In un solo modo: mediante l’azione congiunta degli uomini di buona volontà e comprensione, in ogni paese e nazione. Costanti e silenziosi, senza fretta, devono compiere tre cose:
Primo, riconoscersi ed entrare in contatto fra loro. In tal modo si annulla il senso di debolezza e inutilità. Questo è il primo dovere e il primo compito del nuovo gruppo di servitori del mondo.
Secondo, spiegare e illustrare i principi fondamentali di retta esistenza, buona volontà e armonia, riconosciuti, ma non applicati, da tutti gli uomini di retto giudizio. Li si deve formulare nei termini più semplici e dimostrare in pratica.
Terzo, educare le moltitudini secondo quei principi. Con costanza, regolarità e metodo devono essere educate alla fratellanza, all’internazionalismo basato sulla buona volontà e l’amore per tutti gli uomini, all’unità religiosa e all’interdipendenza cooperativa. Bisogna educare i singoli a compiere la propria parte importante con buona volontà e comprensione, ogni comunità deve addossarsi le proprie responsabilità rispetto alle altre, infine si deve spiegare e accentuare la responsabilità fra le nazioni e fra l’insieme di queste e il mondo intero.
Non è un programma vano, mistico, o privo di basi pratiche. Non mira a demolire né attaccare alcuna autorità o governo. Non intende abbattere governanti o rovesciare partiti politici o nazionali. Esige invece un’azione intelligente e pratica. Richiede la collaborazione di molte menti e molti operatori provetti. Bisogna individuare gli uomini di buona volontà di ogni nazione e compilare elenchi di quelli che corrispondono a tali ideali. Occorre sollecitarne e organizzarne la collaborazione. Continua...
DELL'ALTO E DEL BASSO
DELL'ALTO E DEL BASSO

di Sri Aurobindo

Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo del nostro sforzo: un'aspirazione costante, ineluttabile, che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall'alto. Ma, la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farlo nelle condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza. Se dovesse sottomettersi a queste esigenze, incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani. Ecco le condizioni di luce e di verità, le sole accettabili dalla più alta forza per la propria discesa; ed è soltanto la più alta forza supermentale discendente dall'alto ed aprentesi il passaggio dal basso che può dirigere vittoriosamente la natura fisica ed annichilire le sue difficoltà. Occorre un dono di sé totale e sincero, un'apertura di sé rivolta esclusivamente verso il potere divino, un'ammissione costante ed integrale della verità che discende, un costante ed integrale rifiuto della menzogna, dei poteri e delle apparenze della mente, del vitale e del fisico che governano ancora la natura terrestre. Il dono di sé deve essere totale ed estendersi a tutte le parti dell'essere. Continua...
QUANDO LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO
QUANDO LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO

di Elisabetta Mastrocola

“La storia dell’umanità è stata caratterizzata sin dall’inizio dall’arte; successivamente ha avuto la preponderanza la religione, e poi è riuscita a imporsi la scienza. Ma, in avvenire, sarà di nuovo l’arte a essere più importante. Perché l’arte? Perché non la religione o la scienza?... Solo l’arte può raggiungere il cuore degli uomini con immediatezza, risvegliandoli alla vera vita. Tuttavia, ciò non significa che non abbia alcuna critica da fare alle sue odierne forme di espressione; anzi, si può affermare che esse sono molto lontane da ciò che gli Iniziati intendono per “arte”, cioè quell’attività che riunisce la vera scienza e la vera religione. Sarà quell’arte a salvare il mondo, un’arte consapevole, rischiarata dalle verità della saggezza e dell’amore. In avvenire è agli artisti che verrà dato il primo posto, perché il vero artista è al tempo stesso un sacerdote, un filosofo e uno scienziato. Sì, perché il ruolo dell’artista è quello di realizzare sul piano fisico ciò che l’intelligenza concepisce come vero e ciò che il cuore sente come buono, affinché il mondo superiore, il mondo dello Spirito, possa scendere e incarnarsi nella materia.”
In queste righe del Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov, tratte dal libro “Creazione artistica e creazione spirituale”, ritroviamo la funzione creativa dell’uomo, funzione che lo eleva pienamente ad un’immagine di sé con un senso definito e una direzione verso uno scopo concreto: la realizzazione di un’opera.
L’intuizione per lavorare ad un’opera è suggerita dall’ispirazione, la cui natura sfugge, spesso, alla comprensione. Ma cos’è l’ispirazione?
“Secondo la Scienza esoterica, l’ispirazione non è altro che un contatto: la comunicazione con una forza, o meglio con un’intelligenza o un’entità che viene dai mondi superiori e che si serve di noi per eseguire ciò che noi stessi non saremmo capaci di fare.” *Continua...
YAMA E NIYAMA
YAMA E NIYAMA

di Paolo Quircio
 
Secondo le teorie cosmogoniche indiane,(...) l’universo che oggi conosciamo ha avuto origine da un’alterazione dei Guna, inerzia, azione e purezza, le tre qualità che caratterizzano ogni aspetto di Prakriti, la Natura. Finché queste qualità sono state in equilibrio tra loro, tutto era stasi, totale immobilità. Dalla loro alterazione l’energia creatrice inizia a manifestarsi in maniera dapprima sottilissima come Shabdabrahma, il suono-non suono,(...); da qui il primo suono percepibile seppure sottilissimo e imbevuto di energia divina: la sacra sillaba OM; e poi, per progressive espansioni e differenziazioni, via via i cinquanta Varna, colori, sfumature,  (...)
Nel suo percorso karmico l’uomo procede, analogamente all’universo, dal grossolano verso il sempre più sottile.Dall’animale all’umano, dall’umano al superumano, dal superumano al divino. (...) Man mano che si procede lungo il percorso involutivo, lungo la lunga strada del ‘ritorno alle origini’, aumenta la consapevolezza del proprio essere divini, e a sua volta questa consapevolezza fa sì che il proprio livello di vibrazione si elevi. In questo percorso lungo e tortuoso, come aiuto (...) le pratiche spirituali sono molto efficaci e, tra queste, lo Yoga (...) penetra nelle profondità della mente umana, ne coglie i punti di forza e i limiti e ci insegna ad usare i primi per superare questi ultimi. Dei quattro percorsi dello Yoga, Karma, Bhakti, Jnana e Raja, quest'ultimo hè in grado di condurci, (...) a comprendere la nostra vera natura ed eliminare le zavorre mentali che ci impediscono di spiccare il volo verso il Divino. Come molti sanno, il Raja Yoga è detto anche Asthanga Yoga, lo Yoga degli otto anga, delle otto parti, perché è composto appunto di otto stadi, ognuno propedeutico al successivo. I primi due anga sono i cinque Yama e i cinque Niyama.  Continua...
INVECE DEL SUPERMERCATO SPIRITUALE
INVECE DEL SUPERMERCATO SPIRITUALE

di Paolo Quircio

Una caratteristica delle divinità induiste è quella di avere moltissimi nomi. Una serie lunghissima di attributi che descrivono i diversi aspetti propri di ogni divinità. La cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto, considerando che in realtà tutte le divinità, a prescindere dalle loro specifiche peculiarità, non sono altro che diversi aspetti dell’unico, eterno, immutabile Brahman, la causa prima del tutto. Si pensi al bellissimo Purna Mantra. Purna vuol dire tutto, intero, completo, assoluto, e il Mantra ci spiega che: “Questo è il Tutto, quello è il Tutto, dal Tutto nasce il Tutto e se dal Tutto si leva il Tutto non rimane che il Tutto”. Sembra quasi una formula matematica! Naturalmente il Tutto è talmente multiforme che può essere definito con una miriade di nomi. Molti di questi si riferiscono ad episodi raccontati nei vari testi sacri.
Esempio, uno dei nomi di Devi, la divinità nel suo aspetto femminile, e in particolare di Durga, considerata nella sua forma più temibile, la spietata distruttrice del male, è Chamunda, colei che ha ucciso i due demoni Chanda e Munda. L’episodio è narrato nel Devi Bhagavatam, uno dei Purana attribuiti al Saggio Vyasa, l’estensore del Mahabharata, detto anche Vedavyasa, poiché ha raggruppato vari testi sparsi e li ha riorganizzati nei quattro Veda fondamentali. Uno dei nomi di Siva è Niilakantha, dalla gola blu, e deriva dall’antichissima storia della zangolatura dell’oceano del latte, quando il gigantesco serpente Vasuki, usato da Deva e Asura per far girare il bastone della zangola, comincia a rilasciare un terribile veleno che rischia di intossicare l’intero universo. Spaventati, i Deva invocano l’aiuto di Mahadeva, il grande dio, altro nome di Siva, il quale prontamente accorre e salva il mondo, bevendo il veleno e trattenendolo nella gola, che diventa blu. Continua...
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17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
13 - 14 APRILE 2019 FIRENZE - WORKSHOP LA SAGGEZZA DEL CUORE - PER INSEGNANTI E GENITORI
02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
12 APRILE 2019 SAN PIETRO IN CERRO (PC) - LIBERA LE EMOZIONI
03 APRILE 2019 PRATO - L'UNIONE - I 12 PASSI DELL AMORE
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