|
|
COME L'ALBERO DALLA TERRA
Come l'albero dalla terra e dalla roccia l'acqua dall'uomo l'amore Danilo Dolci-1957
|
|
PER QUANTO STA IN TE
Kostantinos Kavafis
E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti sino a farne una stucchevole estranea.
|
|
QUANDO AMI AMI TUTTO IL MONDO
Cecilia Chailly Quando ami, ami tutto il mondo. E non solo le persone, anche gli animali, le piante, gli oggetti. L'amore non può essere un gioco di potere, e forse neppure una relazione, perché é uno stato d'animo autonomo, che comprende tutto.... Devo accettare di amarti incondizionatamente, perché solo così posso vivere questo sentimento che altrimenti mi corrode come un acido.Voglio alimentarmi dell'amore che ho per te, é la carica della mia esistenza, la linfa della mia vita che altrimenti é spenta. Amando te amo il mondo. E vorrei che il mondo partecipasse alla gioia del mio amore, e non importa se é solo mio né se il tuo preferirai darlo a qualcun altro....
da "Era dell'Amore"
|
|
ONDA DELL'AMORE
Cecilia Chailly Se é vero che c'è un destino, se é vero che il pensiero e quindi i sentimenti esistono e si trasmettono, come é possibile che tu trovi qualcuno che tu ami più di me? Il mio amore é la mia forza, con esso posso superare tutte le gelosie, tutte le necessità. A me basta amarti. E amando te amerò anche me, e tutti quelli che mi circondano. E cercherò solo l'amore, solo nei luoghi e nelle persone che mi permetteranno di tornare a vivere col sorriso sempre aperto...E il tuo spirito sarà con me, nel cerchio che con gli altri formeremo, e gireremo insieme nella ruota dell'amore cosmico che per sempre ci circonderà.
da"Era dell'Amore"
|
|
Aver bisogno
Se tu fossi incerta ti sarei da guida Se fossi impaurita ti farei coraggio. Se fossi debole ti rafforzerei. Se fossi smarrita ti condurrei per la via. Se fossi minacciata potrei difenderti. Se fossi triste suonerei una musica pura.
Da sola, sarei tuo compagno se poi, ti sciogliessi in lacrime potrei asciugarle con i miei capelli e ricomporre il tuo sentimento. Se fossi disperata potrei darti Luce.
Io, sono l’altra parte quella che non si svela mai estremo bagliore del momento grave. Misteriosa paura ti tiene allo specchio. Tu forse conosci dagli altri, Così forte, sicura e invulnerabile, l’amore che si riceve e nulla sai ancora della preziosa bellezza dell’amor che si dà.
P.I. 30-06-2005
|
|
|
|
|
|
|
DALLA PARTE DEGLI UOMINI
Nel conflitto tra i sessi, in corso da decenni, gli uomini sono stati spettatori silenziosi e passivi. In questo silenzio è maturata la corrosione quasi completa di ogni valore che possa dirsi maschile, di ogni autorità morale degli uomini, del loro prestigio e del potere di determinare la propria vita. Questo processo li ha poi privati del diritto di raccontare la loro verità, bollata a priori come falsa, irrilevante e ridicola.
Oggi però qualcosa sta cambiando. Lentamente, ma progressivamente, cresce il numero di coloro che incominciano a parlare, che escono allo scoperto determinati a difendere il valore, il prestigio e le prerogative degli uomini. Cresce il numero di coloro che combattono per la propria causa e per quella dei loro figli. Maschi diventati finalmente paladini di se stessi, schierati serenamente e senza imbarazzi dalla propria parte
Porre fine al pestaggio morale antimaschile Da decenni il genere maschile è sottoposto ad una campagna permanente di colpevolizzazione, denigrazione e dileggio. Sulla base di una storia e di una cronaca ricostruite a quel fine gli uomini nascono già colpevoli e debitori. Sono perciò chiamati a saldare questa colpa di Genere in tutti gli aspetti della vita e in tutte le forme. Alla colpa inventata si aggiungono la denigrazione, la derisione e la squalifica del loro modo di vivere, di sentire, di pensare e di agire. Dei loro sentimenti e delle loro passioni, delle loro creazioni e della loro sessualità. Dei loro successi e dei loro fallimenti, indifferentemente. A quella criminalizzazione e a questo dileggio deve essere posto termine sin d'ora e da subito va proclamato che anche gli uomini nascono innocenti.
Riaffermare le differenze naturali: contro la Grande Bugia Il femminismo nega che esistano differenze naturali tra i Due, nega che esistano istinti e inclinazioni, aspirazioni, attitudini e talenti diversi per natura. Questa negazione - la Grande Bugia - ha lo scopo di rendere indifendibili le ragioni degli uomini: è stata inventata a quel fine. E' una fandonia che pervade l'intera cultura e che sta a fondamento delle politiche antimaschili. La verità deve venire ripristinata: esistono differenze naturali incoercibili che si riverberano in ogni ambito della vita pubblica e privata, che riguardano il modo di sentire, di pensare, di soffrire, di agire. I Generi sono due, sono profondamente diversi perché così ha voluto la natura. Diversi nel modo di stare al mondo, diversi nel modo di fare del bene come del male. La Grande Bugia che nega la Natura deve venire liquidata.
Riconoscere il valore degli uomini Con frequenza sempre maggiore si annuncia che gli uomini sono diventati inutili perché le donne si mantengono e si riproducono da sole. Questo grido ha lo scopo di svuotare alla radice l'autostima maschile, di insinuare nelle nuove generazioni il sentimento di inutilità della vita, di ridicolizzare la loro proiezione verso le donne e di precipitarli in un angoscioso smarrimento. Deve dunque essere stabilito che il mondo non può esistere senza gli uomini e che il loro valore non si misura sull'utilità che le donne ne traggono. Va invece proclamata la dignità dei sentimenti degli uomini, la grandezza del loro generoso donare, la purezza delle loro passioni, il fascino del loro silenzio e della loro frugalità, lo stupore della loro energia, l'eminenza delle loro creazioni, l'eccellenza del loro genio. Va finalmente proclamata la bellezza di essere uomini.
Riconsacrare il maschile Denunciati come covi di misoginia tutti gli spazi maschili sono stati invasi dalle donne e ne viene impedita la rinascita. Insieme allo smantellamento del sistema simbolico, avviatosi con la diffamazione del Fallo, quell'azione ha distrutto ogni sacralità del maschile. Deve perciò essere ricostituito l'ambito sacro della maschilità come nucleo inavvicinabile, intangibile ed escluso a priori alle donne tanto sul piano morale, psicologico e simbolico quanto nei luoghi, nei riti e nei gesti che lo materializzano.
Ripristinare il primato dei Codici I reati di cui un uomo può macchiarsi nei confronti di una donna sono usciti dal Codice Penale, la loro definizione è stata demandata alla donna stessa che stabilisce a posteriori secondo il suo sentire (il c. d. "vissuto") cosa siano discriminazioni, maltrattamenti, molestie e abusi. Avvicinarsi ad una donna significa ormai camminare su un campo minato perché ogni oggettività è svanita mentre la buona fede e i reali intendimenti degli uomini non hanno più importanza. Deve dunque venir ripristinato il carattere oggettivo dei reati e la loro definizione deve rientrare nel Codice dal quale è uscita. Va cancellata ogni inversione dell'onere della prova e la buona fede deve avere il ruolo che ha sempre avuto negli ordinamenti civili.
Ricostituire e proteggere la sfera maschile I reati di cui una donna può macchiarsi nei confronti di un uomo sono scomparsi e quella che volesse esplicitamente oltraggiare un uomo non saprebbe come fare. Ciò nasce dal fatto che ormai negli uomini non si riconosce più nulla di rispettabile, niente che debba venir rispettato e la cui violazione comporti una sanzione. I reati antimaschili non esistono più perché è stata frantumata la sfera che ne dovrebbe proteggere l'anima e l'interiorità, i sentimenti e la coscienza, l'opera e il pensiero. Deve perciò essere stabilito che anche attorno al maschile esiste un confine insuperabile la cui violazione deve essere adeguatamente sanzionata. Si deve tornar a riconoscere che esistono anche i reati antimaschili e che come tali vanno puniti.
Riconquistare la parità legale I reati femminili sono sistematicamente derubricati e la donna ne esce assolta o colpita da pene risibili in quanto interpretati sempre come gesti reattivi o dovuti a stati patologici. Paga più un uomo per una manata sul fondoschiena che una madre infanticida. Di là si punisce la misoginia, di qua si assolve la depressione. A parità di reato deve esserci parità di punizione e alla donna che giustamente rivendica pienezza di coscienza deve essere del pari assegnata piena responsabilità. Non solo nel bene, anche nel male.
Riconquistare la parità civile ed economica A titolo di dovuto risarcimento, di necessaria compensazione e sul fondamento della Grande Bugia che nega diversità di interessi e di vocazioni, è stata avviata la politica delle "azioni affermative" mentre vengono conservati ed incrementati storici privilegi economici e normativi per le donne. Quote elettorali ed assembleari, finanziamenti imprenditoriali, sconti negli acquisti di beni e servizi, priorità nei concorsi, borse di studio esclusive, corsi professionali riservati, campagne sanitarie unidirezionali si aggiungono alla conservazione delle eclatanti disparità pensionistiche, al diritto al mantenimento sine die della maritata, alle indennità di divorzio, al diritto alla cassa integrazione privata (dall'ex), a quello della conservazione del livello economico pre-divorzio. A tutto questo deve essere posto termine subito. Senza obiezioni.
Fondare i diritti riproduttivi maschili In ambito riproduttivo la volontà maschile vale zero. La paternità può essere sia carpita con la frode che sottratta ad arbitrio. Con l'aborto e il parto anonimo la donna può liberarsi di maternità non volute mentre l'uomo subisce impotente la volontà altrui: non ha voce in capitolo sull'aborto e al tempo stesso può ritrovarsi padre a prescindere dalla sua volontà e dalla sua condizione. Se e fino quando la donna potrà decidere della maternità l'uomo dovrà poter decidere della paternità. Deve poter scegliere se diventare padre o meno tenendosi e allevando da solo il figlio che vuole o rifiutando la paternità che non vuole. La fisiologia della riproduzione non può più essere un pretesto per imporre ad una parte la volontà dell'altra.
Salvare il padre che muore La figura paterna ha subìto, sotto ogni profilo, un attacco progressivo tale da svuotarla di ogni valore. Negati i fondamenti naturali della bigenitorialità - sotto il mantello della Grande Bugia - il principio paterno è ormai subordinato a quello materno e la funzione biologica, sociale e simbolica della paternità è relegata ad un ruolo subalterno e ancillare, quella del "mammo". Fatto esiziale gravido di rovinose conseguenze. Deve dunque essere proclamata una verità antica come le montagne: l'insostituibilità della figura paterna nelle dinamiche familiari, negli equilibri educativi, nella maturazione delle forze istintuali, nell'orientamento sessuale, nella formazione dell'identità, nella costituzione dell'autostima delle nuove generazioni. Deve venire riconsacrata la funzione paterna - non vicariabile dalla madre - nella crescita interiore e nella socializzazione dei figli.
Padri separati: per la bigenitorialità a vita La condizione dei padri separati è diventata una tra le più laceranti che un uomo possa sperimentare e la probabilità di andarvi incontro è in crescita costante. Decaduti dal rango di genitori, esiliati negli affetti, oggetto di ricatti e di umiliazioni e alla fine estromessi dal rapporto con i figli, vengono riguardati esclusivamente come erogatori di denaro. Le loro disperazioni, che talvolta finiscono in tragedie, si sommano allo smarrimento dei figli privati di quella relazione primaria e fondamentale. Tutto ciò deriva dal fatto che la madre detiene il potere autocratico sull'intera relazione padri/figli. A questo potere assoluto e incontrollato deve essere posto termine. L'affido condiviso, conquistato dai padri separati, nelle forme attuali non basta: deve mutare la valutazione sociale della priorità educativa materna, deve nascere la sanzione legale e morale contro ogni abuso ed ogni ricatto materno. I figli devono essere restituiti ai padri e i padri ai figli, dalla nascita e per sempre.
Il diritto di parola Il "monologo della vagina" imperversa da quarant'anni su tutti i media, in tutti i consessi, le istituzioni e le agenzie educative e culturali, senza alcun contraddittorio. Solo da poco si è potuta udire, qua e là, la flebile voce dei primi temerari che raccontano la verità dell'altra metà del mondo. Deve perciò essere stabilito che nessun organo di informazione e nessuna articolazione del sistema culturale possono raccontare le verità femminili senza che sia dato pari spazio e visibilità a quelle maschili. Deve venire garantita la par-condicio sui media e nei luoghi di formazione delle nuove generazioni con il diritto di parola nelle istituzioni educative pubbliche e private agli uomini della Rinascenza.
Un esercito al maschile Le donne hanno ottenuto di poter entrare nelle file dell'esercito correndo subito ad occuparvi posizioni direttive, anche qui, come altrove, in forza della Grande Bugia che nega attitudini e disposizioni naturali diverse. Ma la natura ha stabilito che le donne possano sacrificarsi, tutt'al più, per salvare i bambini e mai per proteggere gli adulti, maschi o femmine che siano, né per difendere la collettività - la Polis - nel suo insieme. Le donne non muoiono per gli uomini: non è mai accaduto e non accadrà mai. E' bello e giusto che sia così e questa è la ragione per la quale deve essere bandita dall'esercito ogni presenza femminile la cui vera funzione consiste nel disarticolare un altro ambito maschile e nel beneficiare di carriere elevate senza però pagare - in basso - il prezzo del rischio. Conformemente all'imperativo naturale le FFAA devono tornare ad essere un'istituzione esclusivamente maschile.
Abolire i Comitati "Pari Opportunità" Comitati, Commissioni e Ministeri delle c.d. "Pari Opportunità" portano un nome mistificatorio che ne nasconde natura e scopi. Pur composti di sole donne, sulla base di un'impossibile oggettività pretendono di farsi tutori delle prerogative e dei diritti universali. Deve essere posto termine a questo inganno attraverso l'immediata modifica della loro ingannevole denominazione. Deve essere assegnato loro il nome di "Comitati degli interessi e dei poteri femminili" premessa alla costituzione di pari organismi maschili e quindi alla pronta abolizione di ogni istituzione creata per la guerra di un Genere contro l'altro.
Abbattere il Mito del XXI Secolo: denuncia dell'ideologia femminista Per decenni si è creduto che gli obiettivi del femminismo fossero uguaglianza dei poteri e delle responsabilità, pari dignità e pari valore, libertà nelle relazioni e gioia nei rapporti. Si è creduto che fosse un progetto animato dalla benevolenza nei confronti degli uomini, dal rispetto delle verità naturali, dal desiderio di un mondo più libero e più giusto. Non si è voluto vedere che si trattava di un'ideologia nata dal risentimento e dalla volontà di rivalsa che ha operato la fusione, inverosimile ma vera, di un perfetto razzismo di Genere - la superiorità morale femminile - con un neobolscevismo rosa che nega la natura ed espropria gli uomini dei frutti della loro vitalità, del loro coraggio, dei loro sacrifici. Caduto ogni ingannevole velo, è giunta l'ora di denunciare questo Mito del XXI Secolo come nuova ideologia dell'odio generato dallo spirito di vendetta, dall'invidia e dal rancore.
Stipulare una Nuova Alleanza C'è chi afferma che la lacerazione tra i Due è diventata irreversibile e che ciascuno deve ormai esser lasciato andare per la sua strada. Strada che ha però come unica destinazione la rovina di entrambi. Noi non gettiamo la spugna perché la stagione del rancore non può durare per sempre. Noi vogliamo che si stipuli una Nuova Alleanza rispondente alle condizioni collettive del nuovo millennio, fondata sulle verità naturali e arricchita dalle esperienze storiche e dalle acquisizioni della cultura universale. La relazione tra uomini e donne sarà sempre complessa e difficile nondimeno può e deve tornare ad essere la pagina più affascinante della vita. E' questo che vogliamo e per questo siamo in azione.
Alcune precisazioni sul femminismo Esistono, in Occidente, due diverse e quasi antitetiche versioni del femminismo. Avremmo cioè il c.d. "Femminismo di Genere" e quello "della Differenza". Con il primo si fa riferimento al femminismo anglosassone, il secondo sarebbe quello dell'Europa continentale ed in particolare dell'area latina. Il primo è il femminismo "cattivo" che nega radicalmente ogni diversità naturale e si pone, con diversa radicalità, in posizione apertamente conflittuale con gli uomini. Il secondo invece è un femminismo "semibuono" che non intende far la guerra agli uomini ma solo al "maschilismo" e soprattutto che si fonda sulla differenza. Pensiero della differenza, etica della differenza, prospettiva della differenza, pedagogia della differenza, filosofia della differenza sessuale. Sono queste le espressioni che ritornano costantemente. Trattandosi di femminismi dai caratteri così estranei, per certi versi opposti, si immagina che le rispettive politiche siano profondamente differenti. Ed è qui la sorpresa.
Autocrazia femminile nella riproduzione, monopolio sulla via sessuale e sulla relazione di coppia tanto da una parte quanto dall'altra. Assegnazione dei figli alla divorziata, assegni di mantenimento, "azioni positive", quote assembleari, egemonia educativa, sentenze a senso unico tanto qui quanto là. Lo stesso racconto di colpevolizzazione degli uomini, gli stessi proclami di superiorità morale e intellettuale della donna.
La stessa centralità del vissuto femminile, la stessa censura del racconto maschile, la stessa negazione degli istinti e della naturalità. Lo stesso occultamento dei privilegi acquisiti, la stessa pretesa di ulteriori vessazioni a carico del Genere colpevole. Qui come là, la medesima requisitoria contro ciò che è maschile, la stessa condanna della storia (il patriarcato) ed una uguale pretesa di risarcimenti senza limiti, di espiazione morale, di confessione e di pentimento. Lo stesso spirito di rivalsa, lo stesso sentimento.
Lo stesso risentimento?
Qual è dunque la differenza tra il femminismo-della-differenza e l'altro? Chi è in grado di presentare un solo fatto che manifesti la frattura tra il femminismo cattivo e quello semibuono? Chi può indicare un solo carattere della decantata differenza che sia mai stato indicato dal femminismo-della-differenza? Di quale differenza parla il femminismo che ne porta il nome? Di quale differenza si può parlare quando si nega la natura? Che esista un solo femminismo ma con due etichette? Lo stesso prodotto in due confezioni Chi non si lascia confondere dalle due maschere non ha difficoltà a scorgere l'unico volto.
Uno movimento maschile? Un movimento maschile? E' vero, la semplice esistenza di un movimento volto alla difesa del valore degli uomini e del loro posto nel mondo stupisce e sconcerta. Può persino imbarazzare. Non sono forse essi i detentori del potere solo qua e là scalfito dalle donne occidentali? Di cosa si possono lamentare se non di aver perduto i privilegi? Cosa possono volere se non il ritorno ai tempi andati? E poi chi sono? Gente sospetta, certamente, o maschilisti inconfessi. E' anche vero però che molti uomini - e non poche donne - sentono che tante cose non vanno bene nei reciproci rapporti e che forse, in molti punti, il confine della parità è stato superato alla rovescia. Che, al di là delle apparenze, per vari aspetti le parti si sono rovesciate e che è giunta l'ora, finalmente, di ascoltare quest'altra metà del mondo. Ma alla curiosità si accompagna la paura perché si presume, si prevede, 'si sa già' dove andranno a parare. Si spera perciò che continuino a tacere. Ma i tempi cambiano e dopo tanto silenzio incominciano a raccontare la loro storia, l'inconfutabile verità della loro esperienza. Diversa, e molto, da quella che ci si attende, sorprendente e straordinaria davvero. Parla della lotta morale condotta contro di essi da 40 anni senza tregua. Dei suoi fini, degli strumenti usati, dei suoi effetti. Di queste e di altre verità mai sentite.
Un movimento maschile: Contro la colpevolizzazione del genere maschile Contro la denigrazione della maschilità (male-bashing) Contro la domesticazione e la mansuetizzazione degli uomini
Per la restituzione agli uomini dell'innocenza e dell'onore Per la valorizzazione delle qualità maschili Per la difesa della selvaticità e degli istinti maschili
Contro l’inibizione dello sviluppo della coscienza maschile (rebabysation) Contro l'evirazione chimica delle nuove generazioni (Ritalin®) Contro la criminalizzazione scolastica della vitalità maschile (bullismo)
Per lo sganciamento emotivo dal potere materno Per la valorizzazione della vitalità e della creatività maschili Per la rigenerazione del sistema educativo
Contro lo sfruttamento economico dei sentimenti maschili Contro la criminalizzazione della libido maschile e delle relazioni sessuali Contro la commercializzazione dei rapporti affettivi Contro l'intimidazione legale suoi luoghi di lavoro (clima ostile)
Per la libera espressione delle passioni maschili Per la protezione dei sentimenti degli uomini Per la felicità delle relazioni affettive Per la libertà dal ricatto sessuale
Contro il dominio femminile nella vita domestica Contro il monopolio femminile nell'educazione Contro le quote, le riserve, i privilegi legali
Per l'equilibrio decisionale tra le mura domestiche Per la reintegrazione dei maschi nell'educazione Per l'abolizione dei privilegi legali di Genere
Contro l'esproprio della paternità Contro l'esilio paterno nei divorzi Contro il ricatto delle affidatarie
Per il diritto maschile alle scelte riproduttive Per il cognome paterno Per l'affido bigenitoriale
Contro il Politicamente Corretto e il Nuovo Vocabolario Contro la storiografia femminista Contro la "rieducazione" dei maschi Contro l’Etica Femminista
Per la difesa e lo sviluppo della coscienza di Genere Per la fondazione della Storia della Maschilità Per l'autodeterminazione morale degli uomini Per la sconfitta dell'ideologia femminista
UOMINI 3000 - MOVIMENTO MASCHILE Uomini3000 è un movimento di opinione che si caratterizza per i seguenti princìpi e scopi.
Uomini3000 riconosce ed afferma: - l’esistenza di differenze naturali tra i generi; - la radicale immoralità ma nel contempo la possibilità reale, da parte dei poteri sociali, di negare, disconoscere, comprimere e reprimere queste differenze e la loro manifestazione; - la necessità della collaborazione ed in pari tempo l’inevitabilità del contrasto tra i generi; l’inconsistenza scientifica e l’illiceità morale di ogni pretesa di un genere di descrivere lo stato, la condizione, i bisogni, l’esperienza ed il valore dell’altro;
Uomini3000 definisce la condizione presente nei termini seguenti: - la maschilità ed il genere maschile da due generazioni sono oggetto di un attacco morale generale (male-bashing) esteso a tutti gli ambiti del mondo simbolico e della vita materiale, praticato sistematicamente e permanentemente con ogni forma su tutti i mezzi di informazione e di trasmissione della cultura; - detto male-bashing si estende al campo estetico contro le realizzazioni maschili e coinvolge la stessa fisicità ed il corpo maschili; - tutti i livelli ed i gradi della cultura presente e tutte le agenzie che la elaborano e la trasmettono sono, senza alcuna eccezione, strumenti di tale processo; questo processo è alla base di danni psico-emotivi individuali e di guasti sociali sempre più gravi e profondi a danno dell’intero genere maschile ed in particolare delle nuove generazioni.
Valore della femminilità. Uomini3000 ripudia ogni forma, anche indiretta, di denigrazione, di offesa e di svalutazione del valore etico, estetico ed intellettuale del genere femminile, respinge ogni sminuizione del significato simbolico della femminilità e dell’importanza storica dell’opera femminile, visibile ed invisibile, passata, presente e futura.
Uomini3000 persegue i seguenti scopi: - la promozione del valore essenziale in quanto specifico, della dignità autonoma e del ruolo insostituibile della maschilità nell’ordine simbolico e del genere maschile in tutti i campi della vita materiale e spirituale a vantaggio delle generazioni presenti e future; - l’individuazione e la denuncia dei fenomeni di male-bashing in tutti i contesti, le forme, le modalità, le espressioni, dirette o indirette, aperte o velate; - la lotta morale contro il male-bashing, contro la denigrazione e la colpevolizzazione degli uomini, la derisione dei sentimenti, delle qualità, delle attitudini, dei bisogni, delle creazioni e dei comportamenti maschili sui media, nella letteratura, nelle arti, nel discorso politico, nella storiografia, nei trattati scientifici, sui libri di testo, in pubblicità, in ogni forma espressiva e su ogni mezzo di comunicazione; - la restituzione del valore, della dignità e del ruolo storico alle passate generazioni maschili attraverso lo smantellamento (c.d. "decostruzione") della storiografia femminista; - la lotta ideal-culturale contro la Società Femminista ed i suoi valori fondanti (c.d. Etica Femminista) e perciò contro: - il principio della superiorità morale, estetica ed intellettuale del genere femminile; - la negazione dell'esistenza dell’odio antimaschile (misandrìa); - la criminalizzazione diretta ed indiretta del genere maschile; - l’inibizione programmata dello sviluppo della coscienza maschile (rebabyisation); - l’evirazione psicologica e chimica delle nuove generazioni; - la domesticazione e la mansuetizzazione degli uomini; - l’uso della libido maschile a fini di speculazione, manipolazione, intimidazione e ricatto; - la pretesa al risarcimento materiale e morale dei torti veri o presunti subiti dal genere femminile; - la commercializzazione legale dei rapporti sessuali e delle relazioni affettive; - la pretesa liceità dell’imposizione autocratica di regole comportamentali al genere maschile; - i principi del "politicamente corretto" e l’imposizione del ‘nuovo vocabolario’.
Strumenti e metodi. Il Movimento agisce attraverso: - l’ideazione e la realizzazione di azioni simboliche finalizzate alla denuncia della politica del male-bashing e delle discriminazioni antimaschili; - l'intervento su tutti i mezzi di comunicazione ed informazione nuovi e tradizionali in termini oppositivi al male-bashing; - la pubblicazione di articoli e saggi di carattere storico, sociologico, psicologico, etico e filosofico orientati agli scopi. - la promozione di interventi, provvedimenti e politiche che incentivino la presa di coscienza maschile relativamente al conflitto morale in corso; - l’elaborazione autonoma o combinata con quella di enti pubblici ed organismi privati, di studi e ricerche, - l’elaborazione dei dati statistici propri o di altre fonti finalizzati agli scopi. l’organizzazione di convegni, mostre, corsi, seminari, attività culturali nonché di progetti e percorsi educativi scolastici ed extra-scolastici miranti alla divulgazione della conoscenza degli strumenti di contrasto del male-bashing ed alla controlettura dei dati statistici, storici e dei fatti di cronaca;
U3 persegue esclusivamente uno scopo ideal/politico. E’ escluso l'esercizio di qualsiasi attività commerciale e di qualsiasi azione lucrativa diretta o indiretta.
estratto da www.uomini3000.it
|
|
|
|
|
|