IL GIARDINO, UN LUOGO CURATIVO E UN ANTICIPO DI PARADISO
di Mariagrazia De Cola
Breve storia del giardino aromatico-officinale.
Per molti il giardino è il proprio santuario, un luogo di pace e rigenerazione lontano dalla fretta e dallo stress quotidiano. Offrendo un senso di intimità con la natura può essere un rifugio per lo svago e la meditazione.
Le più antiche notizie di giardini provengono dall’antico Egitto, datate intorno al 1400 a.C. Piante ed alberi da frutto, sia per nutrimento che medicinali, erano recintati e disposti in forme simmetriche. Nonostante avessero un fine utilitaristico, questi giardini erano anche molto decorativi e, col passare del tempo, divennero simbolo delle gioie del paradiso. In antico persiano il loro nome era “pairidaeza” dal quale derivò la parola “paradiso”.
Fin dall’inizio dei tempi i popoli hanno dipeso dalle piante per cibo, vestiario, rifugio, foraggio e combustibile. Certe piante offrivano anche protezione contro il malocchio che impauriva i nostri antenati. Le piante forniscono l’ossigeno che respiriamo e per migliaia di anni ci hanno dato medicine per quasi tutti i malanni sia del corpo che dell’anima.
Il collegamento tra l’esistenza umana e le erbe guaritrici risale fin dai tempi dell’uomo di Neanderthal. Sappiamo che nel 3000 a.C. esistevano scuole di erboristeria in Egitto, Cina, Assiria e India. Le prime tracce di scritti riguardanti l’erboristeria sono dei trattati cinesi attribuiti all’Imperatore Giallo, intorno al 2.500 a.C. e i papiri di Ebers del 1.500 a.C. che descrivono i sintomi e la loro cura usando oltre 700 erbe, inclusa menta, genziana, senna, papavero, lattuga, aneto, e olio di ricino.
Ippocrate (468-377 a.C.), il primo medico importante dell’occidente, annotò l’uso di più di 400 piante medicinali. Dal quarto secolo in avanti la conoscenza delle piante medicinali fu tenuta viva prevalentemente nei monasteri medievali che erano il principale archivio del sapere. Molti monasteri producevano piante per alimentarsi in un’area del giardino e, in un’altra, piante medicinali. Il giardino “medicinale” era situato vicino alla casa del medico e dell’infermeria ed era diviso in 16 aiuole parallele contenenti erbe come finocchio, menta, rosmarino, rose, salvia e satureia. Le erbe si coltivavano specialmente per i loro benefìci curativi e a questi giardini si aggiunse quindi la parola “officinale”.
La conoscenza delle erbe fu tramandata oralmente da una generazione all’altra. Erano generalmente le donne che raccoglievano le erbe.
Con l’invenzione della stampa, nel 15° secolo, i vecchi erbari copiati a mano furono sostituiti da libri stampati.
La prima raccolta completa di piante medicinali fu costituita in Italia, prima a Pisa (1543), poi a Padova (1545) e Firenze (1550). Seguirono presto altri Paesi, Lipsia (1580), Heidelberg (1593) e Parigi (1635). Quasi tutti gli attuali orti botanici iniziarono come giardini officinali.
Nel tardo 16° secolo e inizio del 17° i giardini furono inondati con nuove specie esotiche portate dall’estero e cominciò a cambiare pure l’atteggiamento verso piante e giardini. Il nuovo spirito analitico scientifico screditò i tradizionali rituali associati alle prescrizioni delle erbe, in odore di misticismo e perfino di stregoneria. I dottori cominciarono ad affidarsi per i loro trattamenti ad altre sostanze, spesso tossiche, come mercurio, arsenico, come pure ai salassi.
Fino a quel periodo le erbe non erano state coltivate separatamente dalle piante ornamentali poiché quasi tutte le piante coltivate possedevano virtù culinarie e medicinali. Perfino la loro bellezza aveva effetti terapeutici, incrementando la salute ed il benessere in generale tramite il risveglio dello spirito e il nutrimento dell’anima.
Durante il 18° secolo le erbe officinali furono di solito coltivate lontano dalle piante ornamentali riflettendo la filosofia dell’epoca e cioè la separazione dell’uomo dalla natura, la mente dal corpo. Mentre in Europa le cure con le erbe andavano in disuso, in America cominciavano a svilupparsi tramite i primi coloni. Le navi tornavano indietro con piante provenienti dalla saggezza dei nativi americani e vennero coltivate e studiate nei giardini officinali europei. I primi colonizzatori adottarono i rimedi degli indiani d’America come l’echinacea, black cohosh, amamelide che, tuttora, sono fra le erbe preferite dagli erboristi.
Tuttavia, alla fine del 19° secolo, in Europa occidentale la domanda di erbe officinali diminuì a causa del rapido sviluppo della rivoluzione industriale e delle scoperte nel mondo scientifico. L’erboristeria presto divenne obsoleta e nei giardini, tutte le erbe, a parte quelle destinate alla cucina – prezzemolo, rosmarino, salvia, timo, maggiorana, alloro ed alcune erbe ornamentali come la lavanda, diventarono rapidamente fuori moda.
Intorno agli anni ’60 nell’aria vi fu un cambiamento positivo dovuto all’emergere della coscienza ecologica e dei “figli dei fiori”. Il fatto che una dieta ed uno stile di vita sano siano alla base per una buona salute, riscuote sempre maggiori riconoscimenti; inoltre un crescente disinnamoramento per il fast food, per gli additivi chimici e per l’eccessivo consumo di medicinali, anche per piccoli malanni, contribuiscono all’attuale ripristino del ruolo delle erbe nella dieta e nella nostra salute.
Al giorno d’oggi sia filosofi che scienziati usano un approccio più olistico nei confronti dello studio della relazione fra il sé e il corpo, gli esseri umani e la natura. La terra e tutte le piante, gli animali e la vita umana sono di nuovo considerati come un vasto organismo vivente, un sistema autoregolante ed auto-organizzato. Questa vecchia idea, spiegata chiaramente dallo scienziato inglese James Lovelock negli anni ’70 come “Ipotesi Gaia”, riflette il pensiero medioevale del macrocosmo e microcosmo e l’approccio astrologico alle erbe ed al corpo.
Questo cambiamento filosofico si riflette anche nel giardino. Molti giardinieri ora comprano piante non soltanto per le loro caratteristiche decorative ma anche per le loro connotazioni simboliche, magiche, romantiche, storiche e curative.
Coltivare queste erbe è un modo eccellente per familiarizzarsi di più con piante che non sono solo bellissime e aromatiche, ma vere e proprie medicine. Il vostro giardino può divenire il vostro armadietto di pronto soccorso in grado di guarire una vasta gamma di piccoli disturbi comuni, come ad esempio tosse e raffreddore, catarro, mal di stomaco, mal di testa, e altre sofferenze, riducendo sia le visite dal dottore che l’uso di potenti medicine usati anche per piccoli malesseri.
Erbe, apparentemente semplici, che crescono facilmente in molti terreni, hanno ricompensato il tempo e gli investimenti in denaro fatti per le ricerche relative al loro potenziale uso nella cura delle malattie come le infezioni virali, immunodeficienze, malaria, ulcera peptica e molti malanni acuti e degenerativi, incluso lo stress; queste erbe includono echinacea, l’erba di San Giovanni, artemisia e liquirizia.
Le piante e i giardini ci connettono attraverso i secoli all’esistenza di uomini e donne che hanno fatto giardinaggio, cucinato e guarito con queste piante e le hanno osservate con meraviglia e delizia come facciamo noi ora. Rappresentano una storia vivente, unendoci al tempo quando le piante erano considerate non soltanto per i loro doni terreni ma anche per i loro benefici spirituali e possono darci un barlume di paradiso.
|