IL PARADIGMA OLISTICO E L'EVOLUZIONE UMANA
di Nitamo Federico Montecucco
Le recenti scoperte sul cervello e la nuova psicosomatica
"Oggi, ad un bivio cruciale nella storia dell'umanità, abbiamo bisogno di nuovi concetti, nuovi valori, ed una nuova visione per guidare i nostri passi verso un futuro umano e sostenibile. La consapevolezza deve innalzarsi e trasformarsi da locale ed ego-centrica a globale e di dimensione planetaria. La nuova coscienza richiede una visione olistica di noi stessi, delle nostre società, della natura e del cosmo."
Ervin Laszlo dalla prefazione del libro “Cyber la Visione Olistica“
Il cervello e la coscienza globale
Oggi, in ogni parte del globo, stiamo testimoniando il più importante evento storico dall'inizio dell'umanità: la nascita della coscienza planetaria.
Da qualsiasi punto lo si osservi, questo è un periodo straordinariamente intenso e denso di avvenimenti, che segna la difficile transizione dalla “cultura della frammentazione”, che ha diviso nazioni, civiltà e razze, in ogni epoca del passato, alla cultura globale caratterizzata da una visione unitaria e olistica dell’esistenza. E questa nascita, come tutti i parti, non sarà un processo facile e indolore.
Questo momento può essere considerato, nel bene e nel male, come il culmine di un millenario processo di crescita umana. Un'antica cultura sta morendo e una nuova consapevolezza sta sorgendo. Stiamo testimoniando il caotico momento di transizione tra un’epoca e l’altra. Da alcuni decenni, le numerose culture antiche e moderne che abitano la nostra Terra si stanno in qualche modo avvicinando e fondendo in un’unica cultura, un fenomeno che il sociologo canadese Marshall McLuhan, ha chiamato “villaggio globale”, che lo scienziato Jim Lovelock ha chiamato Gaia, la Terra Sacra. Un pianeta come un gigantesco cervello vivente, prima frammentato e diviso, che ora si riunifica in reti sempre più complesse e ritrova la sua coscienza unitaria.
Ma quali sono le caratteristiche filosofiche di questo passaggio epocale? Quali sono i paradigmi che sottostanno alla vecchia “cultura della frammentazione” e alla nuova cultura planetaria?
La cultura della frammentazione e il modello dicotomico
Il modello dicotomico che sta alla base di questa cultura è espressione di un uomo senza integrità. Un uomo che vive una profonda divisione interiore tra anima e corpo, tra cuore e testa, tra le sue qualità maschili-razionali e femminili-affettive, tra i suoi istinti e la sua coscienza, e che riflette questa percezione frammentata dividendo lo spirito e dalla materia, la religione e la scienza, la medicina e la psicologia, l’uomo e la donna. La divisione dell’esperienza umana si riflette neurofisiologicamente sulla divisione funzionale delle differenti aree cerebrali, tra cervello rettile-istintivo, mammifero-emozionale e umano-mentale, tra emisfero razionale ed emisfero intuitivo, creando quello stato che il neurofisiologo Paul MacLean chiamava “schizofisiologia” ossia divisione delle attività del cervello.
Studiosi, scienziati e mistici come Capra, Bohm, Krishnamurti, Prigogine e Pribram ritengono che una delle caratteristiche essenziali della nostra cultura, e di quella scientifica in particolare, sia la sua radicata tendenza alla frammentazione o alla divisione. Frammentazione significa che, per comprendere e spiegare un fenomeno, lo si analizza scomponendolo nei suoi elementi costitutivi o nei suoi parametri essenziali cercando di comprendere le leggi che lo governano e lo muovono.
Questo processo di conoscenza, caratteristico dell’emisfero razionale e orientato agli aspetti materiali dalla mente rettile, offre indubbi risultati, permette infatti di quantificare, analizzare e in gran parte predire molti dei fenomeni e degli eventi del mondo. L’enorme sviluppo della scienza e i suoi grandissimi risultati industriali ed economici testimoniano la forza di questo pensiero logico-analitico oggi orientato al possesso e alla conquista della materia. E’ il modello dicotomico che spinge l’uomo a vivisezionare un animale per capire i meccanismi biochimici o fisiologici della salute, che lo induce ad abusare o violentare per soddisfare i suoi bisogni sessuali, che gli permette di uccidere una balena per puri fini economici, a decimare una popolazione per desiderio di supremazia politica.
Per questa ragione il processo di crescita scientifico, tecnologico, industriale e bellico si è sviluppato incontrastato fino a quando c’era una Terra da conquistare, fino a che vi è stato essere umano, animale o vegetale da dominare. Fino a quando non c’era coscienza e responsabilità.
Questa cultura della frammentazione e il suo inconscio modello dicotomico di base, sono uno dei problemi essenziali da superare in quanto costituiscono la struttura psichica di fondo dell’uomo attuale da cui originano i vari problemi socio-ambientali. Le più gravi mancanze di questa via di conoscenza analitica e frammentata sono la sua incapacità a comprendere l’unità vivente e un'intollerabile mancanza di cuore.
Le tre divisioni dell’inconscio collettivo
Per comprendere l'attuale crisi planetaria in modo evolutivo occorre applicare alla lettura psicostorica la logica dei due emisferi e dei tre cervelli proposta da Paul McLean. Richiamiamo brevemente le principali caratteristiche dei tre cervelli.
Il primo è il cervello rettile, il più antico e primitivo centro di coscienza, che sta alla base del nostro cervello e guida tutti i processi istintivi legati alla sopravvivenza individuale: il possesso, il potere sul territorio, il sesso, l’aggressività verso le altre specie viventi e verso i propri simili, la competizione, le ritualità sociali, la lotta e la fuga. Questi istinti oggi governano il nostro cervello e la nostra intera civiltà. È come se il nostro pianeta fosse composto di singoli individui che vivono essenzialmente per se stessi.
Il secondo è il cervello mammifero che regola l’affetto impersonale, la dedizione, il riso, il gioco, il piacere, lo scambio di gentilezze, la cooperazione spontanea e il sentimento di amore e di unità. Sentimenti che spesso osserviamo negli animali e che molti uomini hanno apparentemente dimenticato o decisamente inibito, creando una società dove l'amore è un elemento secondario.
Il terzo è il cervello umano o superiore, utilizzato ora solo in parte ed in modo primitivo e frammentato, essenzialmente per aiutare il cervello rettile a trovare le migliori e più intelligenti strategie di dominio. Il cervello superiore è sede di enormi potenzialità oggi largamente inespresse, di stati di profonda consapevolezza e beatitudine, di presenza di vivere.
La società diventa così fortemente mentale, astratta, calcolatrice e priva di quell'elemento "elevato", che sconfina con la bellezza e la sacralità, che è la principale caratteristica umana.
L’essere umano che contribuirà alla creazione della coscienza planetaria sarà caratterizzato da uno stato di coscienza più unitario, che si manifesta a livello neurofisiologico con un’attività sincronica e armonica dei tre cervelli. “Tre in Uno” è un concetto, spesso attribuito al divino, che rappresenta perfettamente l’attività coerente e coordinata dei tre cervelli quando coesistono unificati dall’esperienza centrale del Sé.
Un’analisi psicostorica sulla società ora dominante a livello politico ed economico evidenzia, una netta prevalenza del cervello rettile e dell’emisfero razionale. Questo stato di cose origina da un parziale e primitivo sviluppo del potenziale interiore che caratterizza gli uomini di questa epoca, essenzialmente orientati al piacere fisico e al potere sociale.
Riassumendo quanto esposto precedentemente, lo stato attuale di coscienza planetario e quindi le malattie di questa era sono caratterizzate da:
1) iperattività del cervello superiore in cui predomina l’emisfero razionale,
2) divisione ossia “dicotomia psicologica” delle attività dei due emisferi e “schizofisiologia” dei tre cervelli, e quindi:
3) basso livello di sinergia e sincronicità tra i due emisferi e i tre cervelli,
4) predominanza dei bisogni della mente-rettile-maschile sulla coscienza globale dell’individuo e quindi, per contro:
5) relativa carenza dell’attività del cervello mammifero-femminile,
6) mancanza di un modello educativo globale di riferimento per aiutarci e stimolarci a fare esperienza ed esplorare il cuore della propria coscienza, perciò,
7) mancanza, a livello sociale, di uno sviluppo consapevole del potenziale umano.
La cura per il benessere globale consiste in un salto verso una coscienza più elevata che può essere identificata nella riapertura del centro dell’essere e quindi nell’evoluzione ad uno stato di coscienza unitario.
Il grande problema di questo momento storico mondiale è che l’uomo si è dimenticato dei suoi livelli più evoluti, vale a dire delle sue incredibili potenzialità interiori, e vive disperatamente fuori di sé, creando una società esteriorizzata e narcisista.
Il paradigma olistico
Il paradigma olistico e la concezione unitaria dell’essere umano e dell’esistenza nascono da un essere umano integro e consapevole della sua unità. Un essere umano che vive in modo naturale e consapevole. Che sente la sacralità di ogni istante e di ogni cosa.
Le avanzate ricerche sul cervello, da me condotte, negli ultimi dieci anni, in Italia e in alcuni monasteri himalayani, rivelano che in stato di depressione, malattia o crisi esistenziale le onde elettroencefalografiche del cervello sono a bassa sincronizzazione (bassa coerenza), mentre in stati di creatività, di integrità psicofisica e di meditazione si manifestano onde armoniche ad altissima sincronizzazione (altissima coerenza).
Una persona che vive l’unità tra l’anima, la mente, le emozioni e i suoi bisogni fisici, che pensa col cuore e agisce con la consapevolezza di essere parte di un delicato equilibrio sociale ed ecosistemico. L’unità interiore si riflette quindi istantaneamente - attraverso il cervello - sulla salute e sul comportamento e genera un modo unitario di percezione di sé e del mondo.
Questo modo unitario e quindi armonico, equilibrato e non violento di pensare e agire è la radice del pensiero olistico, e della visione unitaria dell’essere umano e del pianeta. Esso rappresenta la più importante rivoluzione culturale della nostra epoca. E’ unicamente da questo nuovo paradigma che possiamo aspettarci una radicale trasformazione del nostro modo di vivere e di concepire il mondo.
Il problema planetario, per risolvere l’attuale crisi ecologica e sociale è quindi intimamente legato al processo di riarmonizzazione e di evoluzione umana. In altri termini salute globale e sviluppo del potenziale umano. Oggi tuttavia i medici curano solo il corpo, gli psicologi la mente e i religiosi lo spirito: questa divisione non ha più senso di esistere. L’essere umano è un’unità complessa e deve essere curato nella sua globalità.
Negli ultimi decenni sono emerse numerose tecniche terapeutiche, innovative ed efficaci, che - superando le divisioni tra medicina e psicologia - curano con un approccio olistico, globale. Queste terapie si ispirano tutte al paradigma olistico, che considera l’essere umano come unità indivisibile e complessa di corpo, mente e spirito. Olos, in greco significa l’intero.
La moderna terapia psicosomatica ad approccio olistico tende quindi a curare l’essere umano riportandolo alla consapevolezza della sua unità, della sua armonia interiore. La base più importante di tutto questo processo era (da millenni) e rimano la meditazione, la ricerca interiore, la riscoperta del divino in ogni essere e in ogni frammento di esistenza.
Lo scopo più importante del Villaggio Globale che abbiamo fatto nascere a Bagni di Lucca è infatti di creare un luogo “laico” di evoluzione spirituale e psicofisica, senza ideologie né legami religiosi, dove ogni persona possa venire e sperimentare ogni tipo di terapia olistica e psicosomatica e ogni tipo di meditazione delle grandi scuole planetarie. Dove potersi rendere conto dei bisogni della Terra e riscoprire la propria creatività per aiutare il processo di evoluzione della coscienza planetaria.
Le basi scientifiche e filosofiche del nuovo paradigma - dalle antiche tradizioni alla moderna psicologia del profondo - sono l’argomento del libro del Dott. Nitamo Montecucco, “Cyber, la Visione Olistica”, ed. Mediterranee.
Salve, mi sono avvicinato da poco al paradigma olistico.
Sono uno scrittore, avevo scritto un libro che in effetti era ed è un percorso sulla sanità mentale.
Dopo avere preso dati sul paradigma olistico, la parte finale del mio libro è stata dedicata a tale tema.
Ho definito la conoscenza come: comprensione, setaccio critico, intelligenza emozionale, determinismo mentale, sfida mentale, biologia molecolare, coerenza crebrale e paradigma olistico.
Pultroppo tale mie attitudine mi genera emarginazione sociale, ma preferisco avere voti alti il libertà mentale e bassi in vita sociale.
tel 3896427910
www.twitter.com/reason44
|