AYURVEDA: Le origini storiche, filosofiche e mitologiche
L’Ayurveda è una disciplina olistica della scienza medica originaria dell’India dove è attualmente largamente praticata, studiata, sperimentata. Secondo statistiche del Ministero Indiano della Sanità nel 1985 vi erano in India 167 facoltà o collegi di Medicina Ayurvedica, 23 centri e dipartimenti di ricerca, oltre 12.000 dispensari e 1460 ospedali ayurvedici. I medici iscritti all’albo sono più di 250.000. queste cifre mostrano l’importanza attribuita a questa branca della medicina nella politica della salute in India.
Il termine Ayurveda significa “sapere (veda) sulla longevità (ayush)”. Si potrebbe tradurre letteralmente “biologia”.
In effetti, non si tratta soltanto di un metodo di cura, ma di una rappresentazione dei fenomeni vitali, siano questi nella norma o patologici. In questa “biologia” è incorporata una psicologia, perché non esiste opposizione nel pensiero indiano tra i fenomeni somatici e i fenomeni psichici.
L’Ayurveda ingloba, dunque, oltre le regole della pratica medica, tutte le condizioni organiche, biologiche e psicologiche dell’esistenza, rispetto alla salute e alla malattia. Secondo l’ayurveda la salute non è solo assenza di malattia, ma uno stato durevole di benessere fisico, mentale, spirituale.
In questo sistema, si ha la visione di una vita inserita e integrata nella natura, una comunione armoniosa delle leggi e dei loro moti, comuni sia all’uomo che all’ambiente in cui vive. La vita viene considerata un sacro pellegrinaggio e questa scienza ha lo scopo di aiutare a percorrerne il cammino verso la salute, la felicità e la liberazione.
Carata, il grande medico (il suo nome significa vagabondo, perché è colui che camminando nelle giungle, nelle valli e in riva agli oceani cerca le erbe salutari: è l’erborista), definisce l’Ayurveda come la disciplina grazie alla quale è possibile distinguere i modi di vita sani e felici da quelli malsani e infelici; possiamo così sapere cosa giova e cosa nuoce alla salute e alla felicità, condizione naturale che fiorisce dallo stato di salute.
L’Ayurveda è una scienza che ha ricercato la verità, quella che si esprime e manifesta nella vita e che ha colto la differenza che esiste tra questa e la realtà.
La realtà viene considerata variabile, mutevole, diversa a seconda del livello e della qualità della nostra esperienza, giungendo così alla consapevolezza che i livelli diversi di esperienza producono la scala di variazione della realtà.
I Rishi, nome dato ai saggi, agli antichi esseri realizzati, grazie alle loro intense pratiche spirituali scoprirono la verità delle cose, “videro” l’intima relazione che esiste tra l’uomo e l’universo, osservarono come una certa forma di energia si manifesta in tutte le cose, sia animate che inanimate.
Sul sistema filosofico del Samkhya si fonda la struttura principale del più antico sistema medico indiano. Samkhya, termine che significa “enumerazione”, descrive tra le altre qualità dell’uomo e dell’universo il succedersi della vita e della morte (morte che inevitabilmente “contiene” i semi di una futura rinascita). Ci parla di un’era cosmica, un periodo di vita del mondo che, per quanto lungo sia nella serie infinita delle ere cosmiche che si sono precedute e che seguiranno, altro non è che una goccia di pioggia caduta nell’oceano.
L’intero universo vivente e inanimato, di cose visibili, di quelle che si percepiscono e di tutte le forme che non giungono alla nostra intuizione, tutto è costituito dalla combinazione di cinque Grandi Elementi “Mahabhuta”: Etere (Akasha), Aria (VayuAgni, Acqua (Ap), Terra (Prithivi).
Quando viene a mancare l’armonia sia tra individui che tra individui e natura, quando la giusta combinazione e l’equilibrio degli elementi interni nell’essere umano cedono ad una forma di squilibrio, il risultato sarà malessere e stato di malattia. L’equilibrio degli elementi fa sì che i nostri organi e sistemi interni funzionino perfettamente, permettendo così anche alla nostra mente e al nostro spirito un rapporto felice di convivenza e cooperazione con tutte le creature.
Come tutte le scienze indiane, quella medica è ritenuta una scienza divulgata dagli Dei.
L’originario promotore dell’Ayurveda è Brama. Da Daksha Prajapati essa passò agli Ashvin, i due gemelli medici che praticano l’arte medica nel cielo (Svarga). Sono l’immagine materializzata del dualismo che si muove all’unisono. Li ritroviamo anche tra i numerosi inni del Rigveda Altri abitanti del cielo hanno potenza medica: i grandi Veruna e Rudra. Li si invoca per ottenere una lunga vita (ayush), desiderio immutato della maggior parte dell’umanità. Spostare sempre più l’atto finale, è spesso l’intento ultimo da realizzare.
Dagli Ashvin la conoscenza passo ad Indra, il capo degli Dei. Indra rappresenta il livello nel quale l’energia viene trasmessa ai sensi. Indra trasmise il sapere ai discepoli Atreya e Bharadvaja, a Kashyapa e a Dhavantaari.
Se risaliamo il fiume che ci condurrà all’origine dell’Ayurveda, ci ritroveremo quindi nel periodo vedico.
Gli Indiani considerano l’Ayurveda un supplemento dell’Athaarvaveda.
Nei Veda, che sono quattro: Rig – Sama – Yajur – Atharva, troviamo ampi riferimenti a medicamenti, metodi curativi, descrizioni delle diverse parti del corpo e dei loro rispettivi organi.
L’Atharvaveda tratta in particolare delle medicine e vengono descritte le cause delle affezioni; anche le varie parti dello scheletro vengono elencate accuratamente.
Alcune di queste descrizioni sono estremamente vivine a quelle presentate nei due testi fondamentali di Ayurveda: la carakasamhita e la Sushrutasamhita (compilate probabilmente all’inizio dell’era cristiana). Possiamo quindi dedurre che l’Ayurveda esiste in India da molto più tempo di ogni altro sistema di cura.
Tuttavia, nell’Atharvaveda vengono date spiegazioni piuttosto di ordine magico che non di ordine patogeno sull’origine della malattia. La maggior parte delle affezioni menzionate vengono generalmente considerate come conseguenze di un’infrazione al rito, che si verificano ad opera di divinità o di entità malevoli offese perché di è infranto l’ordine “morale” che regola l’intero cosmo.
Secondo questo concetto, tutto nell’universo è regolato da una “legge”. Questa diviene recepibile grazie all’osservazione e constatazione della ciclicità dei fenomeni naturali: l’alternanza del giorno e della notte, il ritorno delle stagioni ecc., questa legge si suppone che regoli anche l’essere vivente. Così, ogni infrazione, volontario o no, alla morale, si sviluppa come una trasgressione al rito e questo si traduce in un disordine nell’organismo che sfocia in una malattia.
E’ solo verso la fine del periodo vedico che tale disciplina assume un carattere decisamente razionale. Nel corso dei setto-otto secoli che precedono l’era cristiana, si forma quel sistema coerente definito Ayurveda, avente come obiettivo il raggiungimento della liberazione.
La salute di ogni essere vivente, delle piante, degli animali, degli uccelli, è diventata base di studio e di sperimentazione. Anche se molto cose sono state riviste e aggiunte, i principi fondamentali dell’Ayurveda rimangono immutabili; nulla è riuscito ad alterarne o a mutarne l’essenza.
Il chirurgo Sushruta ci riporta al sistema dottrinale Vaisheshika nel quale sostiene che la conoscenza della realtà delle cose così come sono, conduce alla pace, alla felicità, alla liberazione.
Le antiche filosofie religiose ci parlano sicuramente di una vita migliore, uguale o peggiore di quella attuale. ci rivelano il percorso di una vita riservata allo spirito, della possibilità di superare la morte giungendo così alla fine del ciclo delle rinascite possibili in ogni forma di vita. Sicuramente però, non viene mai trascurata l’importanza che ha questo corpo, questa nostra vita attuale, questa nostra manifestazione in questo preciso momento storico e luogo planetario. Questa realtà vivente, questo corpo, viene considerato il santuario grazie al quale possiamo incontrare il Divino ed è per aiutare l’uomo in questo possibile viaggio che gli Dei hanno trasmesso agli uomini le regole igieniche di vita e le pratiche mediche. Guy Mazars
Alida Dal Degan
(Il prof. Guy Mazars, indianista ed esperto delle medicine tradizionali dell’Asia, è docente all’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbonne di Parigi e conduce ricerche sull’Ayurveda e la medicina dei Siddha. E’ presidente della Societe’ des Etudes Ayurvediques – Francia. Alida Dal Degan, di Torino, ha compiuto viaggi in India dove ha approfondito la conoscenza dell’Ayurveda. Collabora con il prof. Mazars).
tratto dal trimestrale “Domani”, febbraio 1996, edito da Sri Aurobindo Ashram Pondicherry domani@auroville.org.in
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