di Alice Bailey
(1) I mali degli uomini che investono il sistema circolatorio, i reni, la vescica e la lubrificazione delle giunture troveranno la CURA nei costituenti vegetali e soprattutto nel giusto assestamento della natura emotiva. (3 – 945).
(2) Nei casi di ebetismo e idiozia, come pure nello stadio dell’età avanzata che definiamo decadenza senile, il filo ancorato nel cervello si è ritirato, mentre quello che trasmette l’impulso di vita rimane ancorato nel cuore. Vi è vita, ma nessuna consapevolezza intelligente; vi è movimento, ma nessuna direzione intelligente. In caso di decadenza senile, se nel corso della vita è stato utilizzato uno strumento d’ordine elevato, un apparente funzionamento intelligente può perdurare, ma non è che un’illusione, dovuta alla vecchia abitudine e al vecchio ritmo già stabilito e non ad un proposito coerente e coordinato. (4 – 497).
(3) Pochissimi disturbi del corpo fisico denso sorgono da quel corpo. Alcuni derivano direttamente da quello eterico, ma a questo stadio dell’evoluzione la maggior parte delle malattie ha origine nel corpo emotivo e la parte rimanente in quello mentale. Generalizzando potremmo dire che:
il 25% delle malattie che affliggono la carne sorgono nel corpo eterico.
il 25% nel corpo mentale,
il 50% hanno origine nel corpo emotivo. (2 – 158/9).
(4) Spesso si domanda: perché i santi, e chi è chiaramente orientato verso la luce sono sovente malati, nervosi o soffrono di diversi stati patologici? La ragione è che la forte tensione cui è sottoposto il fisico, per lo spostamento delle forze, è di solito eccessiva, tanto da produrre quelle condizioni indesiderabili. Queste inoltre sono spesso aggravate dalle stoltezze dell’aspirante che cerca di dominare il corpo fisico. E comunque assai preferibile che gli effetti sgradevoli si producano nel fisico, anziché nel corpo astrale o mentale. Di ciò si tiene poco conto, donde l’importanza data all’idea che le malattie, la salute cagionevole e le indisposizioni siano indice di errori individuali, di mancanze e di ciò che si chiama peccato. Può essere effettivamente così, ma nel caso dell’aspirante che cerca seriamente di disciplinare e controllare la sua vita, non sono dovute a queste cause. Sono il risultato inevitabile di uno scontro di forze: quelle risvegliate che salgono e quelle proprie del centro cui affluiscono. Ciò comporta tensione, squilibri fisici e (come abbiamo visto) disordini e turbamenti vari. (15 – 544/5).
(5) In generale i disturbi si suddividono in cinque categorie principali, e ci siamo occupati solo dell’ultima. Essi sono:
1. Malattie ereditarie:
a. Inerenti al pianeta stesso e con effetto definito sull’umanità, tramite contatto col suolo e l’acqua.
b. Sviluppatesi nel genere umano in epoche precedenti e trasmesse di generazione in generazione.
c. Caratteristiche di qualche famiglia particolare ed ereditate da un suo membro come parte del karma prescelto. Le anime si incarnano in certe famiglie proprio per questa opportunità.
2. Malattie invocate da tendenze innate nell’uomo. Sono governate dal suo segno astrologico, sia del sole che dell’ascendente; ne tratterò più avanti.
3. Malattie contagiose (epidemiche o endemiche) che hanno origine di gruppo e quindi coinvolgono l’individuo in quanto parte del karma del suo gruppo ma generalmente non connesse al suo karma personale.
4. Malattie contratte e incidenti che sono effetto di azioni imprudenti o di abitudini errate in questa vita, che specificamente condizionano il karma futuro. Una cosa è degna di nota a proposito degli incidenti. Essi sono spesso provocati da ciò che si potrebbe considerare come “esplosioni di forza”. Esse sono generate da un uomo o da un gruppo per sentimenti di odio, gelosia o vendetta, che reagiscono o “tornano indietro”, come boomerang, sulla vita del singolo.
5. Malattie dei mistici, di cui stiamo trattando. In genere sono causate dall’energia di un centro inferiore, risvegliato e attivo, che si trasferisce ad uno più alto. Ciò avviene in tre fasi, ognuna delle quali comporta sue proprie difficoltà fisiologiche:
a. L’energia del centro inferiore diventa molto attiva
prima di cominciare a salire. Ciò causa iperattività degli organi situati nell’area del corpo presieduta da quel centro, con conseguente congestione, infiammazione, e, di norma, malattia.
b. I “processi di elevazione” sono in atto, producendo attività intensa nel centro superiore e riducendo quella del centro inferiore. Succede un periodo instabile durante il quale le forze oscillano da un centro all’altro, dando luogo alla discontinuità che caratterizza la vita del mistico nei primi stadi di sviluppo. Ciò avviene in particolare quando si tratta del plesso solare. Dapprima l’energia viene respinta dal centro superiore e l’inferiore la riassorbe, ma solo per tornare continuamente a risalire, fin quando il superiore non è in grado di assorbirla e trasmutarla.
c. L’energia sale definitivamente nel centro superiore. Ciò comporta un difficile periodo di assestamento e tensione, con ripercussioni fisiche che questa volta si manifestano nell’area controllata dal centro superiore. (15 – 547/8).
(6) Il cancro, la tubercolosi e le varie forme di sifilide (dovute alla attività di lunga ‘data del centro sacrale) scompariranno a mano a mano che il centro del cuore e quelli superiori prenderanno il sopravvento. /15 – 551).
(7) Molte delle difficoltà dei mistici e degli occultisti di oggi sono dovuti al fatto che letteralmente “giocano col fuoco” senza saperlo; perché non osservano l’ordinata e giusta sequenza di sviluppo…; perché seguono pratiche per cui non sono pronti, non ancora adattate ai corpi occidentali, che essi osservano ciecamente senza comprenderne il processo né i risultati. Finché non si comprenderà la regola fondamentale che “l’energia segue il pensiero” effetti terribili saranno inevitabili. Per esempio, il mistico il cui pensiero sia focalizzato sul Cristo, e Lo consideri come estraneo a sé e in qualche luogo in cielo, e sia l’oggetto di tutti i suoi desideri, è spesso debilitato e infermo. Perché? L’energia che cerca di penetrare in lui e permearne tutto l’organismo non si espande oltre il centro del cuore, donde è continuamente respinta e ricacciata fuori del fisico dalla forza del suo pensiero. Il Cristo, per lui, è altrove. Il suo pensiero è fuori, e quindi l’energia esce dal corpo. Molto si discute oggi fra gli iniziati se la debilitazione generale della razza umana sia o non sia da attribuirsi in parte al fatto che la sua aspirazione e il suo pensiero — costantemente diretti a una meta esterna e non (come avrebbe dovuto) al centro di vita e di amore
entro ogni essere umano, le ha sottratto molta dell’energia che le occorre. Nonostante che per secoli si sia insegnato che il regno di Dio è all’interno, gli occidentali non l’hanno accettato né hanno agito in conformità, ma hanno invece cercato la realtà
fuori, volgendo la loro attenzione alla Personalità di Colui che impartì loro una verità capitale. Egli non ha mai cercato o desiderato la loro devozione. Il prezzo di questa distorsione della verità è stato un corpo sempre più devitalizzato e l’incapacità, propria del mistico medio, di vivere in modo concreto, e tuttavia divino, sulla terra. (15 – 596/8).
(8) D’altro canto la malattia è un processo di liberazione, nemico di ciò che è statico e cristallizzato. Ma non per questo la si deve accogliere di buon grado, né si deve incoraggiare la morte. Se così fosse, si giungerebbe a coltivare il morbo e a premiare il suicidio. Per buona sorte dell’umanità, tutta la vita è contro la malattia, e reagendo sul pensiero umano fomenta il terrore della morte. Il che è bene, poiché l’istinto di auto-conservazione e di preservare l’integrità della forma è principio vitale nella materia, e la tendenza a perpetuare la vita nella forma è una delle nostre massime facoltà, dono divino, che persisterà. Ma nel genere umano sarà sostituita, un giorno, dall’uso della morte quale cosciente processo di liberazione, per economia di forza e per dare all’anima uno strumento di manifestazione migliore. L’umanità però, in complesso, non è ancora pronta per tale libertà d’azione. I discepoli e gli aspiranti dovrebbero, comunque, iniziare lo studio di questi nuovi principi di esistenza. (17 – 14).
(9) Cos’è la Malattia?
1. L’infermità è disarmonia e carenza di allineamento e di controllo.
a. È presente in tutti i regni di natura.
b. Nei suoi effetti, è purificatrice.
c. L’umanità ha terapie sue proprie, prodotte dalla mente dell’uomo.
2. La malattia è un fatto naturale.
a. L’antagonismo la rafforza.
b. Non è conseguenza di errore di pensiero.
3. La malattia è un processo di liberazione, e si oppone a ciò che è statico.
4. Come ogni altro processo, è governata dalla legge di causa ed effetto.
La guarigione è operata in tre modi:
1. Con le svariate terapie elaborate dalle scuole mediche, chirurgiche e affini.
2. Mediante la psicologia.
3. Per intervento dell’anima.
Inoltre, le cause principali della malattia sono di tre specie: psicologiche; ereditarie, per contatti sociali; karmiche. (17 – 32).
(10) Il guaritore, d’altro canto conosce bene le forze e le energie interne, e un poco le cause esoteriche delle malattie, ma è deplorevolmente ignorante dell’organismo umano, e non comprende:
Primo: che il male è talvolta la manifestazione di condizioni soggettive indesiderabili. Quando appaiono in superficie essi somatizzano, possono essere individuate, curate ed eliminate. È bene rammentare che tale processo di manifestazione ed eliminazione può anche arrecare la morte del corpo. Ma l’Anima procede. Una breve vita conta ben poco nel suo grande ciclo, e vale la pena sperimentare un intervallo di infermità (an-che se arrechi la morte) che spazzi via gli stati emotivi e mentali patologici. Secondo: che il male è talora dovuto al ritirarsi dell’anima dalla sua dimora, ed è parte di quel processo. Noi lo chiamiamo morte, e può essere improvviso e istantaneo, o protrarsi a lungo, poiché l’anima può impiegare mesi e anni per lasciare lentamente la forma, che allora muore poco a poco. (17 – 41).
(11) I bagni di mare — è bene notarlo — hanno effetto salubre sul corpo fisico. L’acqua marina, assorbita attraverso la pelle e talvolta dalla bocca, agisce come un potente profilattico. (17 – 62).
(12) Quanto più avanzato è l’aspirante, maggiore è la probabilità che i malanni cui va soggetto siano pronunciati e anche violenti, secondo l’afflusso, più o meno intenso, dello stimolo proveniente dall’anima. (17 – 66).
(13) Insomma: malattia e disordine di qualsiasi natura (esclusi quelli incidentali e, in certa misura, quelli dovuti alle condizioni generali del pianeta, che possono causare epidemie specialmente virulente, come spesso accade dopo una guerra), e tutte le varietà di malferma salute si possono ascrivere allo stato dei centri, da cui dipendono l’attività o l’inerzia delle nadi; questi, a loro volta, agiscono sul sistema nervoso e condizionano quello endocrino; la corrente sanguigna diffonde poi in ogni parte del corpo lo stato morboso. (17 – 198/9).
(14) La grandissima importanza che l’uomo annette alla malattia è imbarazzante per l’anima, poiché conferisce indebita preminenza alla forma, per sua natura effimera e sempre mutevole, mentre — per l’anima —le Vicissitudini del corpo valgono solo in quanto contribuiscono ad arricchire la sua esperienza. (17 – 296).
(15) La malattia è un’imperfezione transitoria, e la morte è solo un metodo per riconcentrare l’energia, prima di rinnovare l’attività, che tende sempre e senza sosta al miglioramento. (17 -297).
(16) Qualsiasi malattia è effetto dell’azione o dell’inattività di qualcuna delle sette energie che scorrono nel corpo umano. (17 – 304).
(17) Un giusto comportamento in caso di cattiva salute è efficacissimo per infrangere separazioni, solitudine e isolamento; ecco perché un periodo di malattia vissuto in tal modo raddolcisce il carattere e conquista le simpatie. A spartire e a condividere, in senso ampio, s’impara nel dolore: anche questa è una legge. (17 – 545).
(18) Perché gli uomini migliori, o spirituali, soffrono, assai spesso, di malattie fisiche? Ciò avviene, probabilmente, perché l’energia dell’anima — a quello stadio — affluendo nel corpo fisico vi incontra una certa resistenza, di intensità proporzionale. L’attrito che se ne genera è così elevato che la malattia ne è la pronta conseguenza. (17 – 565).
(19) L’uomo non sa quanto — in senso oggettivo — egli accresca la virulenza del male rivolgendovi di continuo il pensiero, concentrando l’attenzione sulla regione colpita. (17 – 570).
(20) Quanto più la persona è determinata a sottomettere la sua personalità al dominio dell’anima, tanto più violenta è la battaglia, con ripercussioni fisiche gravi. Rientrano fra queste i mali dei discepoli e dei mistici, in gran parte di natura nervosa, che sovente aggrediscono il cuore o la circolazione del sangue. (17 – 592).
Vedere anche: “Ghiandole” , e “Corpo eterico” , (6 – 640), (17 – 595).
Estratto dal Compendio di Insegnamenti:
Rifletti su Questo (prossima uscita per la prima volta in edizione italiana)
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