PSICOTERAPIA TRANSPERSONALE
di Mario Betti
Tanti psicotici non riescono a realizzare un modo di essere nuovo perché gli viene inibito non solo dai farmaci ma da tutto il contesto sociale e culturale che li circonda.
Ho deciso di entrare in sintonia con i loro sintomi, invece di inibirli, aiutandoli a diventare consapevoli del loro stato, e proseguire nel loro cammino. Non è facile, perché occorre comunicare con un linguaggio non verbale; occorrono tecniche diverse come la musica, la bioenergetica, la meditazione, usate in modo adeguato. Ad esempio, se un paziente tende a vivere in uno stato depressivo, si cerca di capire quali sono i parametri che corrispondono allo stato depressivo.
Partiamo da noi stessi: per cambiare il nostro stato mentale con la meditazione dobbiamo capire come siamo presenti nel mondo, nel nostro ordinario stato di coscienza. Siamo presenti essenzialmente attraverso due parametri: lo spazio e il tempo. Se li modifichiamo produciamo un cambiamento, e ciò avviene nella meditazione, con la musica, e anche nelle forme di psicosi. Immaginate il tempo che ognuno di noi vive, che può essere accelerato o rallentato a seconda degli stati d'animo. Immaginate una croce in cui l'asse verticale è il tempo, in alto quello accelerato, in basso quello rallentato.
L'accelerazione del tempo interiore è un sintomo tipico dell'eccitamento maniacale ma è anche una forma di meditazione dinamica: pensate alle fasi delle meditazioni di Osho, o alle danze dionisiache, o alle musiche dei Dervisci che accelerano il ritmo interiore del tempo... negli stati maniacali questo avviene spontaneamente. Utilizzando una sorta di psicoomeopatia, facciamo eccitare pazienti già eccitati e li rendiamo consapevoli del loro stato; il sintomo non è più un sintomo ma un ampliamento di coscienza, del proprio stato esperienziale. Lo stesso si può fare col rallentamento tipico della depressione: pensate alle tecniche del Qi Gong, alla Nadabrahma, alla Vipassana.
Lo spazio è l'altro parametro con cui ci rapportiamo. Possiamo avere due modi per cambiarlo: o fissarci in un punto, su un mandala, concentrandoci, come quando si fa ipnosi, e questo ci richiama le ossessioni, la paranoia.Oppure al contrario dissociarci dallo spazio come avviene nella schizofrenia.
Ascoltiamo alcune musiche. Pensiamo all'asse dello spazio, immaginiamo al di là l'entrata in un mondo diverso, come quando in certe meditazioni ci si stacca dal corpo e ci si lascia fluttuare, proviamo ad entrare in questa sensazione.
Quest'altra musica tibetana ha in sé l'inquietudine del vissuto schizofrenico, le paure che non si possono eliminare. Attraverso la musica della prima fase della meditazione Nadabrahma, che produce un distacco dallo spazio, si sono ottenuti degli sblocchi di schizofrenie catatoniche, di pazienti già destinati all'elettrochoc. La fase successiva invece produce un rallentamento motorio, e quindi temporale, la parte bassa dell'asse della croce. Mentre la prima ci portava nell'aria, questa ci porta in acqua, è come se gli elementi fossero riscoperti attraverso gli stati psichici. Questo ci ricollega alle medicine tradizionali che usano erbe, profumi.
E' interessante vedere che diverse musiche o meditazioni creano stati diversi in noi, portandoci a contatto con stati depressivi o maniacali. Ad esempio, una persona depressa viene aiutata a entrare in sintonia con il suo stato, attraverso una musica che rallenta il tempo e apre il cuore e le emozioni. Con questa musica aborigena si sente la connessione con le forze della terra; è ossessiva ed ha avuto effetti su pazienti paranoici. Pensate a cosa prova un paziente che sente una musica in sintonia col suo stato d'animo, e altre persone che meditano con lui in modo analogico. Adesso sentiamo una musica che riproduce la musica greca antica, inizia ossessiva ma poi, come in un vortice che sale, il tempo si accelera e dalla terra si risveglia il fuoco; la seconda fase della meditazione dinamica è invece un esempio di ritmo maniacale. Vorrei unire la mia ricerca a quella di Nirodh Fortini.
Le musiche delle meditazioni di Osho sono state prodotte apposta per creare determinati stati d'animo; per usarle con pazienti di un certo tipo serve una cornice di contenimento, ma poi la persona diventa consapevole del suo stato e degli altri attorno a sé. Il miglioramento è stato attestato anche da colleghi che hanno fatto test di valutazione per vedere come si evolvono i casi. Si potrebbe introdurre anche una diagnosi attraverso l'Olotester, e una cura con la musicoterapia.
Ho provato proprio a far meditare alcuni pazienti, accordandomi con gli infermieri; ho ricevuto molte critiche dai colleghi, ma l'esperimento ha avuto risultati positivi.
Un ragazzo con un arresto catatonico destinato all'elettrochoc ha provato a fare la Nadabrahma; non riusciva nemmeno a stare seduto, allora l'abbiamo messo sdraiato, ed emettendo la vibrazione è riuscito a sbloccarsi. Ha attraversato poi varie fasi in cui abbiamo rielaborato nuovi tipi di intervento per contattarlo. Dopo questo episodio anche i colleghi hanno fatto meno ostruzionismo.
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