Relazione al Convegno di Firenze del 5 dicembre 1998
Gli argomenti ai quali accennerò brevemente in questa sessione sono posti, per così dire, alla frontiera delle pratiche curative naturali attualmente praticate.
Si tratta infatti sia dei metodi di guarigione attraverso terapie mentali e spirituali sia dell’autogestione della propria salute.
Generalmente le persone hanno una sorta di prevenzione verso tutto ciò che ha il nome di
“spirituale” poiché associano questo termine ad idee di spiritismo ecc. Altre invece pensano a pratiche religiose. Questi malintesi costringono quindi spesso ad evitare l’uso della parola “spirituale”.
Prima di introdurre tali argomenti permettetemi di farvi un rapido excursus di come io sia giunta a interessarmi di questa
“frontiera” curativa.
Tutto ciò che vi comunico non è un frutto di semplice conoscenza acquisita tramite letture, ma soprattutto il risultato di esperienza diretta, personale, una testimonianza vissuta in prima persona. Ed è anche questo il solo motivo per cui io mi trovo qui tra voi, in questa sessione, non avendo nessun altro titolo. Infatti non sono né medico né terapeuta, nel senso stretto del termine, anche se penso che ciascuno di noi, con il proprio esempio e la propria testimonianza di vita, influenza in vario modo le persone che incontra e può quindi essere a volte un terapeuta inconsapevole e occasionale.
E’ stato il mio corpo fisico a costringermi ad affidarmi alle medicine alternative, come si chiamavano prima le medicine naturali. Fin dalla nascita infatti sono allergica a diversi farmaci, sulfamidici, antibiotici, aspirina ecc. Sono quindi più di 40 anni che per guarire mi rivolgo all’agopuntura e omeopatia, quando queste terapie erano ancora vietate e misteriose. Dagli altri ero considerata una “diversa”, una fuori di testa, un po’ strega……..
Abitando a quel tempo a Milano, i rimedi omeopatici li andavo a prendere in Svizzera. Successivamente, una farmacia coraggiosa, in corso Buenos Ayres, l’unica a Milano, me li procurava e me li consegnava di nascosto nel retrobottega.
Da allora le cose, come vedete, sono notevolmente cambiate. Non sempre in meglio. Il proliferare di medici che si orientano verso tali medicine non per autentica passione ma perché questo mercato “tira” ed è di moda ha fatto sì che la quantità sia andata a scapito della qualità. Succede ora che certe cure omeopatiche o sedute di agopuntura non funzionino più come si deve e se ne dà la colpa alle terapie stesse e non alla bravura o meno di chi le pratica. Nonostante ciò il numero delle persone che si rivolgono alle medicine non convenzionali è in costante aumento, e, secondo me, sempre di più lo sarà in futuro.
Ritorno alla mia esperienza. Nel 1975 acquistai, diciamo “per caso”, la prima edizione del libro
“Il medico di sé stesso”, scritto dal medico giapponese
Muramoto. Questo libro ha avuto un notevole successo editoriale, è giunto a non so quante edizioni. La mia prima copia è totalmente sgualcita dall’uso continuo che ne ho fatto. Quello che c’era scritto nel libro mi affascinò moltissimo e cambiò radicalmente il mio modo di pensare e vivere. Dieci anni dopo, nel 1985, feci venire Muramoto in Italia, l’ospitai a casa mia e organizzai per lui un convegno, proprio qui a Firenze, sui rimedi naturali per l’AIDS. 13 anni fa il problema dell’Aids non era ancora molto sentito nell’opinione pubblica e al convegno vi fu scarsa partecipazione di pubblico e di stampa.
Come al solito il mio destino è di essere in anticipo sui tempi.
Dopo aver comunque sperimentato per così tanti anni, e sempre con piena soddisfazione, varie forme di cure naturali, (non solo agopuntura e omeopatia, ma anche ayurveda, macrobiotica, riflessologia plantare, hatha yoga, yoga integrale ecc.) la mia crescita interna mi portò ad interessarmi e sperimentare
altre forme di cura, diciamo più sottili, per poi approdare all’autogestione della salute. Ed è di queste cose che vorrei ora parlarvi.
Vi è un principio mentale superiore che permea di sé tutto l’universo. Questa
“Forza Vitale, (Prana in sanscrito, Ki in cinese, chi in giapponese) è il principio energetico che consente la vita.
Qualsiasi attività o movimento è reso possibile solo dalla presenza di Prana. Esso è nell’aria, nel cibo, nell’acqua che ogni organismo vivente assorbe. E’ la mente che soprassiede al Prana ed è possibile quindi trasferirlo da un individuo ad un altro, in diversi modi. Il segreto della cura mentale è tutto qui.
Queste tecniche di guarigione, provenienti dall’antica saggezza orientale, un tempo segrete, ora sono portate alla conoscenza del grande pubblico occidentale.
In Natura esistono molteplici, sottili forze e forme di energia di cui l’uomo può farne uso a suo vantaggio. I poteri usati nelle cure mentali non sono magia, sono del tutto naturali, quanto può esserlo l’elettricità. Queste facoltà terapeutiche non sono una prerogativa riservata a pochi eletti, ma un potere naturale disponibile a chiunque, che cresce proporzionalmente alla fiducia che si ha in esso e alla frequenza con cui viene usato. La cura mentale, proprio per i principi cui si ispira e per l’essenza che la permea, non conosce gli ostacoli che, al contrario, si presentano ai tradizionali rimedi farmacologici.
Il segreto per vivere in buona salute è nell’osservare le leggi naturali del corpo. Due sono gli assiomi fondamentali:
vivere rettamente, pensare rettamente.
Per mantenersi costantemente in salute sarebbe sufficiente seguire accuratamente le indicazioni dell’Hatha Yoga. Tali indicazioni concernono respirazione, nutrizione, masticazione, assimilazione, escrezione, esercizi fisici, riposo, sonno ecc.
Anche il terapeuta mentale, che vuole sinceramente guarire definitivamente il suo paziente, deve innanzitutto cercare di fargli conoscere le leggi naturali ed il loro modo di operare, perché la terapia tramite il pensiero, seppure sia la forma più alta di cura, non può rendere permanenti le guarigioni a meno che il paziente non si convinca a modificare drasticamente il suo modo abituale di vivere, rendendolo consono alle leggi che regolano lo scorrere naturale della vita.
La cosiddetta “civiltà” ci ha purtroppo allontano dalle leggi naturali soffocando i nostri innati impulsi verso la Natura. La conseguenza è che ora essa ci volta le spalle e ha cessato di farci udire i suoi richiami.
Un altro importante compito del terapeuta è quello di ripristinare nel paziente condizioni normali di pensiero e azione, riportare cioè alla normalità psichica coloro che hanno l’abitudine di pensare in termini negativi riguardo al loro corpo e recuperarne la condizione naturale tramite l’influenza della mente sulle cellule e sugli organi. Dandogli fiducia si fornisce al paziente un valido strumento per contribuire egli stesso alla sua guarigione. Studi su il legame tra sistema immunitario e cervello hanno adesso un nome,
psico-neuro-immunologia.
Da lungo tempo si è ormai accertato il potere che l’immaginazione può avere sulla vita. Si dice infatti che “L’allegria scaccia la malattia”. Secondo una legge generale, allegria, speranza, gioia migliorano le condizioni di salute. Al contrario, odio, sfiducia ed altri stati morbosi della mente tendono alla disfunzione degli organi vitali e secondari.
“Come l’uomo pensa nel suo cuore, così egli è”.
E’ necessario comprendere cioè che il nostro corpo non è distinto dai nostri pensieri, dalle nostre emozioni, e liberarci dai condizionamenti paralizzanti che ci portiamo dentro. Imparare a star bene con noi stessi, lasciando andare i sentimenti che divorano energia. Imparare questo non è una cosa semplice, ma non per questo impossibile.
Accenno ai vari livelli della mente.
La vita vegetale ed animale presenta una forma di pensiero, che si esprime in vari livelli, in rapporto al grado di evoluzione della specie.
La mente istintiva è preposta al controllo e alla direzione della nutrizione. Digestione, assimilazione, alimentazione, sostituzione e riparazione dei tessuti ne costituiscono l’attività che la mente istintiva svolge senza sosta, senza l’intervento della mente cosciente. Le suggestioni che quest’ultima invia influenzano positivamente o negativamente la mente istintiva.
La mente non è l’unico luogo di manifestazione psichica nel nostro corpo. Ogni organo possiede in sé qualcosa di paragonabile alla
“mente organica”. Ogni gruppo di cellule è presieduto da una
“mente di gruppo” e, a sua volta, ogni cellula possiede una sua
“mente cellulare”.
Vi è pertanto la possibilità di una influenza diretta della nostra mente su tutti gli elementi che si trovano sparsi nel nostro organismo.
Tutto ciò che l’umanità ha avuto di nobile ed elevato, tutte le sue espressioni più alte sono direttamente legate all’azione della
mente spirituale:
(cortesia, umanità, giustizia, amore. L’ispirazione dei poeti, le visioni dei chiaroveggenti, tutto ciò è prodotto dalla mente spirituale).
Le terapie psichiche sono principalmente tre: cura pranica, cura mentale, cura spirituale.
La cura pranica consiste nell’invio della forza vitale alle parti malate, generalmente tramite l’imposizione delle mani, ma può avvenire anche in altri modi, tramite lo sguardo, la respirazione, massaggi ecc.
La cura mentale. L’energia della forza-pensiero del terapeuta controlla e agisce sulla “mente cellulare” attraverso il linguaggio o silenziosamente, pensando.
La cura spirituale non viene “fatta” da alcuno. Infatti essa agisce tramite il terapeuta che è solo uno strumento, un canale attraverso il quale agisce la forza spirituale universale. Nella mente del paziente tale forza suscita vibrazioni intensissime capace di rinvigorire organi e parti malate ripristinando la normalità organica. Il terapeuta che è riuscito a raggiungere un elevato grado spirituale può servirsi della cura spirituale per curare gli animi.
Le malattie infatti sono essenzialmente malattie dell’anima.
Anche in questo caso ho vissuto in prima persona una esperienza terribile di malattia che conferma pienamente tale affermazione.
E’ difficile, quasi impossibile spiegare come fare una terapia spirituale, la cura spirituale consiste piuttosto nel “lasciar fare”. Il pensiero curativo per eccellenza resta, comunque, quello dell’Amore.
Ogni buon terapeuta, che ha veramente a cuore la guarigione del suo paziente, dovrebbe imparare ad usare la cura spirituale a chiusura e come necessario complemento di tutte le altre terapie che usa.
E’ ovviamente anche possibile
curarsi da sé stessi attingendo il Prana, la Forza Vitale, dalla provvista universale, eseguendo semplici esercizi di ricarica pranica e ridistribuzione dell’energia nel corpo.
A questo proposito vorrei sottolineare un problema fondamentale. E’ sì un passo avanti, secondo me ovviamente, avere la possibilità di scelta terapeutica, cioè poter decidere liberamente se rivolgersi alla medicina allopatica o alle medicine naturali o non convenzionali che dir si voglia o ad un mix di tutte e due, ma fin tanto che ogni individuo non prenderà su di sé interamente la responsabilità della propria salute e, conseguentemente della propria vita, e non delegherà a nessun altro tale compito, avremo soltanto sostituito l’aspirina con un rimedio omeopatico, avremo sostituito il medico della Asl con il naturopata, non saremo andati alla radice della questione. In ogni caso, comunque, la gestione della salute resta per intero in mano ai tecnici. Al paziente non resta che fidarsi.
Io credo invece nell’autogestione della salute, nella non delega.
Le cause prime di ogni malessere sono quelle che il paziente conosce meglio di tutti. Io credo in un modo del tutto nuovo di concepire la medicina, non semplicemente la proposta di un cambio di gestione o una integrazione fra i vari tecnici e terapie.
Riporto alcune frasi contenute nella prefazione del libro “Il medico di sé stesso”, già citato prima.
“E’ impossibile capire la malattia, e quindi curarla, se non si tiene conto del rapporto individuo-ambiente, uomo-natura. L’oggetto della medicina non è più l’organo malato, ma l’individuo sano in una precisa situazione storica e sociale. E poiché solo l’individuo, e non il tecnico, conosce esattamente quale è in un dato momento la sua situazione storica e sociale e dove con ogni probabilità nasce il proprio malessere o la malattia vera e propria, esso diviene appunto il primo operatore sanitario, il “medico di sé stesso”. Non si tratta di eliminare o sottovalutare l’apporto o la competenza del tecnico: non è il sapere scientifico che va eliminato, ma il potere che da esso nasce. Il soggetto principale è l’individuo, il tecnico diventa uno strumento, in ogni momento controllabile, che dispone appunto di certe conoscenze e che viene come tale utilizzato. E’ una questione di inversione dei rapporti di potere.”
Le medicine aiutano, ma non sono le medicine che guariscono, esse servono solo ad aiutare il corpo ad avere fiducia. E’ il corpo che guarisce, quando vuole, guarisce.
Il nemico dell’uomo non sono i microbi, ma l’uomo stesso, il suo orgoglio, i suoi pregiudizi, la sua stupidità, la sua arroganza.
I problemi che abbiamo vengono per risolvere qualcosa in noi stessi. Dobbiamo volgerci dentro di noi, verso la nostra interiorità per trovare là le risposte. Mediante, ad esempio, l’omeopatia, una persona riesce a capire che certe cose nella sua vita vanno cambiate, ma in tutti i casi
le terapie non sono altro che utensili dello spirito, che è sempre pronto a risanarci. Il grande guaritore naturale è il nostro stesso sé.
Quando permettiamo alle nostre energie interiori di agire indisturbate, anche il bisogno di terapie alternative viene a cadere.
Queste terapie, permettendo un approccio più sottile all’energia interiore, sono gli aiutanti del medico interiore, ma quando sarà interamente libero il medico che è in tutti noi, darà loro per sempre il premio del riposo poiché il loro lavoro sarà finito.
Curarsi da soli implica una diversa concezione del mondo, vuol dire modificare l’ambiente e di conseguenza sé stessi, divenire soggetti controllori anziché oggetti e controllati. Non ha quindi logica né significato fare attenzione al cibo, curarsi con terapie naturali, ecc. se si continua ad accettare di vivere una vita sbagliata in un mondo malato, se non si lotta per cambiare questo mondo e questa visione del mondo.
Rapporti con il Sistema Sanitario Nazionale
Gli appartenenti alle corporazioni mediche spesso e volentieri ironizzano e beffeggiano il terapeuta mentale e spirituale, per non parlare di chi vuole addirittura autogestirsi la salute, ed hanno atteggiamenti di facile superiorità. Tali atteggiamenti non potranno comunque mai nuocere realmente al sincero terapeuta spirituale che farà bene ad ignorarli del tutto.
Allo stato attuale della situazione non è fornita ai futuri medici, che io sappia, nessun tipo di conoscenza di terapie mentali e non esiste quindi nessuna relazione fra tali terapie ed il SSN. Probabilmente se ne riparlerà fra 20 o 30 anni. D’altro canto è soltanto da pochissimo tempo che vi è un timido interesse da parte della medicina ufficiale verso ciò che riguarda le medicine non convenzionali più conosciute. C’è ancora da vedere però se tale interesse rispecchia davvero un sincero tentativo di integrazione fra i due sistemi o se invece è un modo, da parte della medicina allopatica, di controllare e assorbire nel suo “sistema” un tipo di medicina che è divenuta sempre più presente e scomoda perché permette alla gente di fare confronti sui risultati e trarne quindi conclusioni, che sono quasi mai favorevoli alla medicina ufficiale di Stato.
Mariagrazia De Cola [email protected]