di Redazione FioriGialli
All’interno della vasta medicina fitoterapica troviamo un’altra forma di terapia da essa derivante che prende il nome di aromaterapia in quanto utilizza gli olii essenziali ossia eterici delle piante, fortemente odoranti. I processi di estrazione seguono come prima fase la distillazione a vapore o anche la spremitura a freddo qualora possa bastare. Separata la parte oleosa dall’acqua contenuta nella pianta, l’essenza viene diluita in soluzioni solventi come ad esempio l’alcool, il prodotto ottenuto viene chiamata resina ed ha proprietà terapeutiche. Gli olii possono derivare da un solo organo della pianta o in strutture specifiche all’interno di vari organi, come le foglie, i fiori, petali e corteccia, ma anche radici. Nella maggior parte dei casi, anche se i vari organi hanno poi una diversa quantità e composizione di olii essenziali. Spesso si tratta di piante che crescono in climi caldi, infatti un fattore non trascurabile sono le caratteristiche di foto esposizione.
L’aromaterapia ha una storia molto antica, che risale ad epoche lontane e a diverse popolazioni che hanno utilizzato questi rimedi. Fu soprattutto la conoscenza orientale a giungere a questa terapia, sono state individuate notizie risalenti alla medicina tradizionale cinese e nell’antica letteratura indiana, come cura del corpo e dell’anima. Anche gli egizi conoscevano l’argomento già nel 2000 a. C.
Per quanto riguarda l’Occidente fu probabilmente Ippocrate che sperimentò i primi benefici, anche i romani facevano un uso abbondante di olii profumati soprattutto per i massaggi. Documenti storici sull’aromaterapia sono risalenti all’epoca delle Crociate, quando queste pratiche vennero riscoperte e furono utilizzate soprattutto per combattere l’epidemia di peste. Nel 1500 e nel secolo successivo famosi erboristi si dedicano a studiare i benefici dell’aromateria. Ma è grazie agli sviluppi scientifici che si registrano a partire dal XIX secolo che l’aromaterapia acquista una certa popolarità. Bisogna ricordare il chimico francese Gattefosse che diffuse le conoscenze sui rimedi naturali anche grazie agli esperimenti che condusse sui militari durante la prima guerra mondiale, con l’utilizzo dell’essenza di lavanda. Ma il merito principale va a jean Valnet che nel 1964 pubblica Aromatherapie, una vera opera omnia sul tema.
L’aromaterapia dunque riscuote anche oggi enorme successo. La ricerca del benessere ha portato a scoprire nuovamente questi olii che sono un valido strumento olistico che agiscono su processi fisici, mentali e spirituali. Giungendo al nostro naso grazie alla loro sostanza altamente volatile stimolano l’olfatto sviluppando il proprio potere terapeutico grazie alle proprietà fisiche e chimiche. La composizione di un olio essenziale è molto più complessa della somma dei suoi contenuti.
Gli olii essenziali proprio per la loro composizione di olii eterici possono essere definiti come l’anima della pianta, la sua energia. Non curano un sintomo o una parte precisa ma agiscono sulla totalità di corpo e mente, quindi non una terapia sintomatica ma un trattamento sistemico. Per questo vengono utilizzati per dare energia e chiarezza alla mente ma anche per curare la pelle e altri disturbi. L’olfatto porta le stimolazioni sensoriali direttamente al cervello senza passare per il filtro del “talamo”, per questo spesso odori e profumi ci rimandano a ricordi del passato, ci fanno rivivere emozioni e sensazioni.
Gli oli vengono assunti dall’uomo attraverso due vie: esterna e interna. Attraverso la percezione degli odori l’aromaterapia agisce sul nostro essere emotivi, sulla sensibilità e anche su altri aspetti psicofisici, ma ogni terapia necessita di prudenza e del controllo di qualche specialista
GLI OLI ESSENZIALI, A SECONDA DELLE LORO POTENZIALITÀ, ESPLICANO IL LORO EFFETTO ATTRAVERSO 3 DIVERSE FREQUENZE D'AZIONE ENERGETICA:
ALTA (Nota di Testa): agiscono a livello spirituale ed eterico, con effetto stimolante, si tratta di oli dalla profumazione intensa che agiscono con un'azione rapida; sono oli dinamici, attivi, estroversi, che grazie alla loro vibrazione alta e fresca sono adatti alle attività concentrative; sono oli estremamente volatili
MEDIA (Nota di Cuore): agiscono sul livello emozionale, sono oli essenziali intensi, sensuali e armonizzanti dall'aroma morbido e floreale; hanno un'azione a livello intermedio tra gli oli ad alta frequenza e quelli a bassa frequenza; sono mediamente volatili
BASSA (Nota di Base): agiscono a livello fisico e sono oli dall'azione rilassante, stabilizzante e balsamici con aroma caldo, dai profumi delicati; risultano poco volatili e la loro azione è prolungata nel tempo.
Gli effetti terapeutici possono essere molteplici da quelli balsamici espettoranti a quelli fungicidi, anestetici, antispasmodici, oltre agli effetti di cui abbiamo già parlato sul sistema nervoso. Inoltre effetti interessanti sono stati verificati per quanto riguarda la ricerca chemioterapica, soprattutto legati alle specie autoctone come il Lentisco. Ormai non vi sono dubbi che gli oli essenziali siano farmacologicamente attivi anche mancano quasi del tutto gli studi clinici.
Le modalità di utilizzo sono diverse, si va dall’applicazione a contatto con la cute che prevede bagni, massaggi, le maschere i faghi, le creme e gli impacchi. Si possono poi inalare e vaporizzare o anche far entrare in contatto con le mucose, soprattutto per gargarismi e infine, ma non ultima per minore importanza, la modalità olfattiva.
Per evitare casi di ipersensibilità, gli oli vengono sempre diluitiin un solvente, come olii grassi o alcol. La percentuale di diluizione dipende dall’area della parte interessata interessata (maggiore l'area, minore la percentuale di olio essenziale nel vettore), dalla condizione della pelle e dal tipo di olio e da ciò che si vuole trattare.
In aromaterapia si usano quasi sempre gli olii essenziali fortemente diluiti in un solvente adeguato, per ridurre i rischi di reazioni avverse, in particolare di reazioni di ipersensibilità; vista la loro forte lipofilicità degli olii essenziali, i solventi più utilizzati sono gli olii grassi e l'alcol. La percentuale di diluizione per una applicazione topica dipenderà: dall'area di pelle interessata (maggiore l'area, minore la percentuale di olio essenziale nel vettore), dalle condizioni della pelle (l'assorbimento transdermico aumenta in caso di pelle lesionata o altrimenti non sana, di pelle fortemente idratata, di pelle detersa e di temperature corporee elevate), dal tipo di olio (olii maggiormente aggressivi, come ad esempio timo, origano, chiodi di garofano, cannella, ecc., devono essere utilizzati a pecentuali minori) e dalla condizione che si desidera trattare.
Gli oli essenziali possono provocare effetti collaterali più o meno importanti in conseguenza della via di assunzione, della quantità, dello specifico olio essenziale assunto, e dell'età, del peso corporeo individuale e di specifiche patologie preesistenti. Se ne sconsigli l’uso alle donne in gravidanza, ai bambini sotto i 3 anni a chi soffre di allergie, epilessia o gravi insufficienze renali.