MANAGER UMANI PER IL XXI SECOLO
Inizia una nuova era nel campo della formazione manageriale: un invito a sviluppare quelle qualità professionali e personali che fanno del management un arte sempre più orientata alla qualità.
Il mondo sta cambiando lo sviluppo di sempre più rapidi mezzi di trasporto, l'invenzione di metodi sempre più efficaci di comunicazione, la diffusione dell'informatica ma anche, e soprattutto, le nuove scoperte scientifiche nell'ambito della fisica, della medicina e della psicologia, stanno spalancando davanti a noi una prospettiva completamente diversa della realtà. L'invito è quello di rivedere e attualizzare le nostre conoscenze e le nostre capacità alla luce di bisogni concreti che si manifestano con una sensazione di disagio, di inadeguatezza e di bisogno di qualche cosa in più.
I manager d'oggi non solo quelli con trent'anni di carriera alle e spalle, - ma sicuramente i più sensibili e attenti - cominciano a sentire nuove esigenze che, che attingono ad un campo molto più vasto di quello della semplice formazione professionale e acquisizione di "know how" nei diversi settori aziendali. E' il bisogno di vivere con più presenza e attenzione la vita familiare, di migliorare la qualità della propria vita e del rapporto con se stessi, di superare l'ansia non più con pillole ma con una attenta riflessione sui suoi più profondi significati, di porsi delle domande per quanto riguarda la dimensione trascendente, di imparare a vivere l'istante presente con pienezza, di cercare un po’ più di felicità termine prima bandito da qualsiasi programma di formazione -, di porre un freno all'egoismo personale e di lasciare spazia al sincero desiderio di rendersi più utili al mondo, e infine di imparare a vivere insieme agli altri, più serenamente.
Per rispondere alle nuove esigenze dei tempi e dei manager più attenti e sensibili - quelli capaci di riconoscere nel disagio interno un invito ad un ulteriore aggiornamento e allargamento dei propri orizzonti - esiste oggi una proposta studiata appositamente. Lo Studio Mario Silvano S.p.a. un nome sicuramente noto in questo campo, con trentacinque anni di esperienza e professionalità al servizio di almeno un quarto delle realtà aziendali italiane - ha concepito e realizzato una nuova formula di seminario, capace di mettere in luce e di attivare potenzialità latenti nel campo non solo professionale ma soprattutto personale del partecipante: il T.M.O., "Training Management Orienteering". E' una proposta originale che combina tra loro proposte di natura pratica e teorica, e a sua volta relazioni inerenti campi della cultura più conosciuti - come la psicologia, l'alimentazione, la motivazione in azienda, - con proposte assolutamente d'avanguardia - come la psicologia transpersonale e il rebirthing, una tecnica di respirazione.
Gli incontri didattico-formativi si alternano con un'esperienza di orienteering (uno sport di orientamento nel paesaggio con la carta topografica e la bussola), a stretto contatto con la natura, che permette ai partecipanti di vivere situazioni di competizione e, soprattutto, di collaborazione. l'obiettivo è quello di far intravedere nuove modalità di rapporto con se stessi, con gli altri, e con la realtà in grado di innalzare la qualità soggettiva e oggettiva della propria professionalità e della propria vita quotidiana e personale.
“aggiungere vita agli anni e non anni alla vita" è la frase chiave con cui Mario Silvano ha fatto risuonare qualcosa nei suo clienti più affezionati, raccogliendo in tempo brevissimo sufficienti iscrizioni per una prima edizione. Al primo "Training Management Orienteering", tenutasi a Cortemilia - nel cuore delle Langhe, in prossimità di Alba ha partecipato anche New Age Music and New Sounds, in quanto principale portavoce in Italia di queste nuove esigenze emergenti.
L'orienteering è uno sport che si pratica con bussola e carta topografica. Svolto prima a coppie, poi individualmente, poi a gruppi, insegna a scegliere la direzione da seguire per raggiungere la propria meta, insegnando o leggere la mappa e a muoversi quindi con disinvoltura nel territorio. Quindici top manager, uomini e donne, dall'Italia e dalla Svizzera si sono così cimentati nei rudimenti della cartografia, e si sono avventurati nelle colline delle Langhe, in un paesaggio avvolto nel fascino della nebbia, seguendo il percorso segnato sulla mappa.
Alla guida del gruppo la guida di trekking Elio Sabena, presidente dell'associazione naturalistica Trekking in Langa, che ha saputo trasformare un pochi giorni un gruppo di professionisti nell'arte manageriale, in un gruppo di provetti esploratori. Il tempo incerto non ha scoraggiato i partecipanti, che hanno alternato la vivificante attività fisica del mattino con una di carattere più sedentario al pomeriggio, ma non per questo meno intensa e coinvolgente. L'incontro col professor Tullio Bonaretti, psicologo del lavoro, docente presso lo clinica del lavoro di via Santa Barbara a Milano e presidente di O.P. - Opportunità Professionali, un'agenzia specializzata in ricerca e selezione di personale specializzato - ha fornito ai partecipanti i rudimenti della psicologia, necessari per intraprendere un processo di autoconoscenza e di comprendere le dinamiche fondamentali che generano stress. L'incontro con il professor Michele Carruba, ordinario della facoltà di farmacologia all'università di Milano, e con la sua assistente dottoressa Arianna Banderali, ha fornito le conoscenze di base per una sana alimentazione, invitando le persone ad un atteggiamento consapevole nello scelta della propria alimentazione, una scelta basata sulle esigenze del proprio organismo e non sulle sempre più allettanti ma aleatorie) proposte della pubblicità o dell'offerta gastronomica dei ristoranti, più orientata a soddisfare la gola che le reali necessità del nostro corpo.
Ma l'intervento più atteso del seminario è stato sicuramente l'esperienza di rebirthing proposta ai partecipanti dal dottor Filippo Falzoni Gallerani, psicologo specializzato nell'attivazione del potenziale umano, il primo professionista ad aver portato questa tecnica in Italia, dopo una lunga ricerca personale, culminata con diverse esperienze in India, a fianco di Babaji. Il rebirthing è una tecnica semplice eppure potente che offre lo possibilità od ogni individuo di aumentare la sua vitalità, di rimuovere le tensioni e di contattare quindi aspetti di sé dimenticati, nascosti, oppure soltanto in attesa di essere riconosciuti, attraverso una pratica di respirazione cosiddetta circolare. La sala di conferenze è stata così trasformata in singolare laboratorio di respirazione in cui per due ore e mezza i partecipanti, seguiti, da Francesca D'Amici, assistente del conduttore, sdraiati su cuscini e materassini, hanno vissuto la loro prima seduta di rebirthing. E' stato con molta disponibilità e coraggio che i partecipanti si sono tuffati in questa proposta, riportando - molti esperienze di profonda catarsi e liberazione di energia emotiva imprigionata e tutti di profondo rilassamento. Il pregio di questa tecnica è che permette alle persone di incontrarsi al di là dei ruoli e delle formalità, riconoscendosi reciprocamente il diritto e la dignità di essere completamente "umani" con tutte le implicazioni,, e di scoprire che è possibile un'interazione personale ad un livello più profondo, che oltrepassa il campo d'azione della mente per attingere ad una sfera, spesso poco coinvolta nelle tradizionali attività manageriali, la dimensione del cuore.
L'intensa giornata si è conclusa con le note suonate appositamente per il gruppo da un quartetto d'archi di brillanti allievi del Conservatorio di Torino. Un tocco d'arte e di musica non poteva certo mancare in una proposta che vuole stimolare e risvegliare anche quegli aspetti solitamente ignorati e dimenticati nella formazione manageriale, proprio per ricordare che prima ancora di diventare un "buon manager", forse è importante essere un "buon essere umano"! Se il management accompagna l'evolversi della realtà, non lo fa per ideale ma per necessità. Giacché noi ormai sappiamo che la realtà sta cambiando, non c'è da stupirsi che proprio in questo campo ci sia la sensibilità e l'attenzione necessaria per cogliere intimamente l'essenza di questo cambiamento.
Abraham Maslow, Fritjof Capra, Ken Wilber, Babaji e altri personaggi sinora noti solo negli ambiti new age più specializzati, stanno diventando materia di studio di tutti coloro che vogliono sinceramente appassionatamente impegnarsi in un esercizio sempre più efficace e, perché no?, gioioso dell'arte di far coincidere "essere e agire", di intervenire sulla realtà partendo da principi ispirati non solo al profitto personale ma anche ad una visione globale del pianeta e delle sue reali necessità. Il management diventa così una materia umanistica prima che scientifica, una materia attenta alle nuove concezioni emergenti, per inventare un futuro più umano e un po' più felice per tutti!
Articolo tratto dalla rivista New Age del novembre 1996
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