IL REDDITO MINIMO GARANTITO
di James Robertson
Secondo il progetto di salario minimo garantito, ogni cittadino riceverebbe per legge dello Stato un reddito di base settimanale, non tassabile. Sarebbe il sostituto dell’intricato sistema attuale di sussidi e delle detrazioni fiscali, e assorbirebbe le pensioni minime statali. Quest’idea viene appoggiata da persone che appartengono a tutti i settori dello schieramento politico, e presenterebbe molti vantaggi. La disoccupazione, intesa come status amministrativo, sarebbe eliminata, e con essa la divisione dei cittadini in due classi, i lavoratori ed i disoccupati. La trappola della povertà, che ora agisce in modo da privare dell’assistenza chi comincia a guadagnarsi uno stipendio, verrebbe eliminata, e molte attività utili che attualmente rientrano nell’economia sommersa sarebbero legittimate.
Il salario minimo garantito consentirebbe a molti di coloro che fanno un tipo di lavoro casalingo o volontario di svolgere attività di assistenza e di lavoro familiare gratuiti, e di intraprendere vari tipi di attività produttive autonome nel settore dell’economia informale.Sarebbe possibile realizzare un mercato del lavoro più libero e quindi contribuire alla competitività delle imprese,dato che i lavoratori non dipenderebbero più dal loro lavoro per ottenere un redito di base. Senza dubbio come conseguenza alcuni stipendi e salari diminuirebbero; contemporaneamente tuttavia, dato che i lavoratori più poveri sarebbero meno dipendenti dalle occupazioni più spiacevoli ed umili per vivere, probabilmente i datori di lavoro dovrebbero aumentare la retribuzione di questi lavori: allora sarebbe possibile rovesciare la situazione paradossale in cui chi è benestante viene pagato per svolgere un lavoro piacevole ed interessante e chi non lo è viene pagato male per fare lavori spiacevoli ma indispensabili.
Indipendentemente dalla discussione sulla sua fattibilità, le persone tendono a sostenere o rifiutare l’idea di un reddito minimo incondizionato a seconda delle propria visione della natura umana.
Chi è favorevole, accoglie l’idea considerando che molte persone evitano di svolgere un lavoro socialmente utile e gratificante sul piano personale perché nella situazione attuale non possono permettersi di rinunciare al loro lavoro, per quanto possano trovarlo inutile, oppure nel caso dei disoccupati, per non rischiare di perdere il diritto ai sussidi. I favorevoli sono convinti che il programma di reddito minimo garantito consentirebbe a queste persone di svolgere un lavoro utile.
Chi si oppone sostiene invece che se tutti ricevessero incondizionatamente un reddito, molte persone si lascerebbero conquistare da un ozio irresponsabile.Il diritto di ogni cittadino di avere un reddito non sarebbe accompagnato dall’obbligo di dare un qualsiasi contributo positivo alla società.
Ad ogni modo ogni studio sulla fattibilità di questo programma dovrebbe tenere conto dei possibili effetti sui redditi e sui bisogni della gente che deriverebbero da una maggiore redistribuzione di capitale.
Il capitale finanziario produce una rendita,la proprietà della casa produce un risparmio sulle spese dell’affitto; la proprietà dei mezzi di produzione consente alle persone di ottenere un reddito per mezzo del proprio lavoro o di ridurre le spese producendo autonomamente alcuni beni di prima necessità o di procurarsi un po’ di entrambe le cose. In altr parole, il livello da fissare pr il reddito di base potrebbe risultare più basso grazie all’introduzione di misure complementari che producano una maggiore redistribuzione di capitale.
da "Economia compatibile" - Red edizioni
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