La bellezza salverà il mondo (Dostoevskij)

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ECONOMIA CONSAPEVOLE
Etica e spiritualità per una nuova
economia consapevole e sostenibile
ECONOMIA CONSAPEVOLE
DI FRONTE AL FETICISMO DEL DENARO
L'ETICA E' INSUFFICIENTE

DI FRONTE AL FETICISMO DEL DENARO<BR>L'ETICA  E' INSUFFICIENTE
Raoul Vaneigem
Di fronte al feticismo del denaro, l'etica, necessaria quanto si vuole, è insufficiente. Sperare di moralizzare gli affari é vano quanto incitare ad una maggior igiene chi vive su un cumulo di spazzatura. Niente, in compenso, é più apprezzabile della libertà di parola concessa a tutti affinché una fioritura di idee nuove presieda alla ricostruzione dell'esistenza individuale e della società in un momento in cui un sistema fondato sulla ricerca esclusiva del denaro che rovina i
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LA SERENITA' INTERIORE
Plutarco

Gli insensati disprezzano e trascurano
perfino i beni di cui dispongono
perché con il pensiero
sono perennemente protesi verso il futuro
UN'ALTRA ECONOMIA: CARTA DEI PRINCIPI
UN'ALTRA ECONOMIA: CARTA DEI PRINCIPI
1. Sono comprese nella definizione di altra economia, intesa come diversa e alternativa a quella oggi dominante, tutte le attività economiche che non perseguono le finalità del sistema economico di natura capitalistica e di ispirazione liberista o neo liberista. In particolare sono da essa rifiutati gli obiettivi di crescita, di sviluppo e di espansione illimitati, il perseguimento del profitto ad ogni costo, l’utilizzazione delle persone da parte dei meccanismi economici e nel solo interesse di altre persone, il mancato rispetto dei diritti umani, della natura e delle sue esigenze di riproduzione delle risorse.
2. Le attività di altra economia perseguono il soddisfacimento delle necessità fondamentali e il maggior benessere possibile per il maggior numero di persone, sono dirette all’affermazione di principi di solidarietà e di giustizia, hanno come finalità primaria la valorizzazione delle capacità di tutti. Sono comprese in questa definizione anche le attività che prevedono la parziale o graduale uscita dal sistema economico dominante e le sperimentazioni di stili e modelli completamente nuovi di vita sociale, di
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IN CHE MODO IL LAVORO E' IN RAPPORTO CON LE FINALITA' E GLI SCOPI DELL'ESSERE UMANO?
IN CHE MODO IL LAVORO E' IN RAPPORTO CON LE FINALITA' E GLI SCOPI DELL'ESSERE UMANO?

di Maurizio Di Gregorio

Tutti gli insegnamenti spirituali hanno sempre riconosciuto che qualsiasi uomo non deve lavorare solo per tenersi in vita ma anche per tendere verso la perfezione. Per i bisogni materiali sono necessari vari beni e servizi che non potrebbero esistere senza il lavoro dell’uomo, per perfezionarsi però l’uomo ha bisogno di una attività dotata di senso che magari anche attraverso l’affronto e la soluzione delle difficoltà gli permetta di esprimersi, di”trovarsi”, di realizzare un opera con cui si senta in armonia e che gli permetta anche un rapporto armonico con la società e con tutto l’universo. Per Schumacher i fini del lavoro umano sono: 1) provvedere a fornire i beni necessari ed utili; 2) permettere a ciascuno di utilizzare e di perfezionare i propri doni e talenti, come buoni amministratori di se stessi; 3) Agire al servizio degli altri per liberarci del nostro egocentrismo ...Continua...
MESSAGGIO DALL'UNIVERSO
MESSAGGIO DALL'UNIVERSO


di E.F. Schumacher

Il nostro "ambiente", si potrebbe dire, è l'Universo meno noi stessi. Se oggi sentiamo che non tutto è in ordine con l'ambiente, al punto che richiede la protezione del suo Segretario di Stato, il problema non riguarda l'Universo come tale, ma il nostro impatto su di esso. Questo impatto sembra produrre, troppo spesso, due effetti deleteri: la distruzione della bellezza naturale, che è sufficiente già di per sé, e la distruzione di ciò che viene chiamato "equilibrio ecologico", o la salute e il potere di sostenere la vita della biosfera, che è anche peggio. Qui farò riferimento solo al secondo punto, e cioè ciò che stiamo facendo al pianeta. Chi è "noi" in questo contesto? E' la "gente-in-generale"? E' la popolazione mondiale? Sono tutti e nessuno? No, non sono tutti e nessuno. La grande maggioranza delle persone, anche oggi, vive in un modo che non danneggia seriamente la biosfera o esaurisce il dono delle risorse naturali.
Queste sono le persone che vivono in culture tradizionali. In genere ci riferiamo a loro come ai poveri del mondo, perché conosciamo di più la loro povertà piuttosto che la loro cultura. Molti diventano anche più poveri nel senso che perdono il loro capitale più prezioso, cioè la loro tradizione culturale, in rapida disintegrazione. In alcuni casi uno potrebbe a ben diritto affermare che diventano più poveri mentre diventano un po' più ricchi. Mentre abbandonano i loro stili di vita tradizionali e adottano quelli del moderno occidente, possono anche avere un crescente impatto dannoso sull'ambiente.
Resta il fatto, tuttavia, che non è la gran parte della popolazione povera a mettere a rischio la Navicella Spaziale Pianeta ma il relativamente esiguo numero di ricchi. La minaccia all'ambiente, e in particolare alle risorse e alla biosfera, deriva dallo stile di vita delle società ricche e non da quello dei poveri. Anche nelle società povere troviamo alcuni ricchi e finché questi aderiranno alla loro tradizione culturale fanno poco danno, o non lo arrecano affatto. È solo quando vengono "occidentalizzati" che scaturisce il danno all'ambiente. Ciò dimostra che il problema è alquanto complicato. Non è semplicemente questione di ricchi o poveri – i ricchi fanno danni e i poveri no. È una questione di stili di vita. Un americano povero può fare molti più danni ecologici di un asiatico ricco. Continua...

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REDDITO DI CITTADINANZA COME ECOLOGIA SOCIALE


 
di Maurizio Di Gregorio

Il REDDITO DI CITTADINANZA!
Guardiamo come funziona negli altri Paesi Europei. In Italia invece dobbiamo sopportare lo squallore di chi prende in giro i poveri e l’unica forza politica che vuole realizzarlo. Che Paese!

Non vi è argomento più incompreso, frainteso od equivocato del Reddito di Cittadinanza. Tuttora giornalisti, politici, sociologi esperti vari e tuttologi italiani delle più diverse aree culturali sproloquiano su questo tema, dimostrando oltre che spesso un interesse partigiano nello screditare la proposta del Movimento 5Stelle, una notevole incapacità di assimilazione di nuovi temi culturali ed una sostanziale ignoranza accompagnata dalla consueta arroganza della disonestà culturale e morale.
 
I recenti risultati elettorali del 4 marzo 2018 indicano una quasi maggioritaria affermazione del Movimento Cinque Stelle in tutte le regioni del Sud Italia, rivelando, a mio avviso,  l’intenzione delle popolazioni  delle varie regioni italiane – e innanzitutto del sud-italia di abbandonare e superare il sistema socio-economico in cui hanno versato sino ad oggi: un intreccio di mafie, clientelismo, partitocrazia, corruzione ed abiezione economica e morale.
 
Lo stesso Partito Democratico, fazione politica della cosiddetta cultura lavorista ed espressione dei ceti garantiti, viene  preso dal panico e cerca di correre ai ripari elaborando dei provvedimenti  a favore di un cosiddetto Reddito di Inclusione, cioè delle misure aggiuntive a tutela di quelle fasce che non riescono ad accedere ad altri ammortizzatori sociali ma ottiene scarsi risultati ed effetti in primo luogo elettorali.

Insomma il Reddito di Cittadinanza si impone nel 2018 come uno dei temi centrali di un possibile dibattito culturale, economico e politico italiano.
 
Detto in due parole, applicarlo richiederebbe certo un cambiamento (grande) della mentalità sociale parassitaria italiana e di fatto il suo superamento ma è proprio strano che le principali difficoltà di comprensione siano a sinistra, cosa che dimostra quanto la sinistra italiana sia nel suo insieme (politici e sindacati) in ritardo o in errore, quasi assoluti.

Vi è una lunga tradizione di welfare  che trae le sue origini da antiche correnti di liberalismo, solidarismo, socialismo e mutualismo e che trova la sua applicazione contemporanea nel welfare europeo socialdemocratico ed oggi un punto di arrivo nell’ambito del Reddito di Cittadinanza. Un insieme di provvedimenti che sono oggi patrimonio integrale delle società europee (accettati senza distinzione tra destre e sinistre).


REDDITO DI CITTADINANZA COME ECOLOGIA SOCIALE
Occorre aggiungere che tali soluzioni di welfare sono non solo riforme di natura e storia socialdemocratica, ma da un punto di vista ecologista, anche interventi di Ecologia Sociale poiché ricostruiscono ed attualizzano un senso di Comunità ripristinando al contempo relazioni di Solidarieta’. E questo approccio, in Italia particolarmente, potrebbe portare ad una loro realizzazione più autentica, nobile ed assai più promettente. Illustriamolo, almeno per grandi linee.
 
Comunità e Solidarietà sono 2 Parole Guerriere del Movimento 5Stelle insieme ad altre come Onestà e Legalita’. Il Reddito di Cittadinanza intanto permette di recuperare un rapporto di reciprocità tra cittadini e istituzioni: cosa questa assolutamente sana e nel Sud Italia dagli effetti probabilmente quasi miracolosi.
 
Ma nel suo insieme il Reddito di Cittadinanza, realizzato in maniera efficiente è una autentica rivoluzione rispetto al corrotto sistema economico e sociale italiano che viene basata proprio su un recupero dell’Onestà, sul ripristino della Legalità, sulla attualizzazione della Solidarietà sociale ed una ricostruzione della Comunità.
 
Per comprendere il valore di queste parole occorre andare oltre alla cultura contemporanea dominante, in cui (con sinistre e destre conniventi) si è preferito sacrificare la Comunità sociale, culturale e tradizionale umana per dissolverla in una Società industriale e postindustriale anti-ecologica ed anti-umana asservita alla produzione ed alla tecnologia, una Società amministrata in misura diversa (ma di fatto sempre complici) dai Sistemi Statali o dalle Oligarchie Finanziarie Multinazionali.
 
Ed immaginare una cultura rispettosa dei diritti universali degli individui e delle comunità in cui essi sono inseriti. Una vita collettiva in cui il termine Economia non sia il proseguimento della guerra in tempo di pace ma bensì l’espressione dello sviluppo delle potenzialità e della creatività umana.
 
Perchè nelle parole di Adriano Olivetti: Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti un tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, che non giovi ad un nobile scopo.
 
Una visione che ha necessità di una consapevolezza ecologica dell’insieme sistemico in cui sono connessi individui e gruppi sociali,  ed economia, ambiente e società.  In cui ogni insieme è percepito come ecosistema in connessione con altri, pertanto con regole e relazioni sia interne che esterne.

La soluzione dei problemi sociali ed economici è quindi affidata oggi all’adozione di una consapevolezza ecologica integrale.

Non è facile immaginare quali effetti e conseguenze potrà avere una corretta adozione del Reddito di Cittadinanza in Italia, sicuramente effetti diversi con conseguenze pratiche sul mercato del lavoro, degli alloggi, delle microimprese, del consumi di vicinato e della spesa nazionale ma l'aspetto certamente più importante, ed al momento il più imprevedibile potrebbe essere proprio il cambiamento di mentalità e di strategie esistenziali per larga parte della popolazione nei riguardi del lavoro, dell'occupazione, del risparmio e dei rapporti interpersonali, con una nuova acquisizione di fiducia del cittadino nei confronti dello Stato (quindi anche con possibili ricadute positive sul fronte erariale) e nei confronti della sua stessa vita nella Comunità a cui partecipa localmente. 

Bene, qui potremmo ipotizzare un effetto a lunga scadenza ancora più importante: il Reddito di Cittadinanza potrebbe rappresentare un tonico eccezionale per l'intera società, sicuramente per la sua parte più disagiata e per i giovani e costituire una premessa per una ripresa economica e sociale di nuovo tipo. Altri provvedimenti (alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro, finanziamento alle piccole imprese, certezza e velocizzazione dei tempi processuali, riforma delle norme fallimentari ed altre) potrebbero quindi facilmente ottimizzare l'afflusso di energia  provocato dal Reddito di Cittadinanza orientandolo verso una maggiore efficienza ed efficacia del ciclo economico.

Altri  effetti collaterali potrebbero essere una riduzione della microcriminalità e degli atti vandalici, una diminuzione delle patologia causate da stress esistenziale ed economico con un impatto positivo sulla spesa sanitaria e previdenziale, una diminuzione della spesa pubblica nazionale e locale in altri comparti assistenziali, un incremento della natalità ed un miglioramento della vita familiare nel suo insieme. 

Possibile anche che vi siano concomitanti effetti negativi e che anzichè incentivare un inserimento nel mondo del lavoro, una parte dei beneficiari si crogiolino in una sorta di sussistenza di stato ma in questo non vi sarebbe nulla di più o diverso dalle attuali altre forme di parassitarismo: in famiglia o in posti di lavoro inesistenti ma nella nuova situazione il parassitarismo di costoro sarebbe più trasparente e più facilmente perseguibile. Oltre che meno oneroso per la collettività. Starebbe ai decreti attuativi consolidare un insieme di norme che riducano al minimo la possibilità di sfruttamento negligente dell'aiuto di stato.

E la sorpresa finale comunque potrebbe essere nello scoprire che, anche moderando l'ottimismo che pervade questa forma di pensiero e sommando le economie di scala ottenibili su altre voci di spesa, Il Reddito di Cittadinanza potrebbe rivelarsi infine assai meno costoso delle previsioni iniziali.
 
REDDITO DI CITTADINANZA IN EUROPA E POLITICHE DEL LAVORO
Sono allegati a questo articolo una Tabella che illustra in modo chiaro e sintetico la proposta del Reddito di Cittadinanza del Movimento 5Stelle ed  un Video del Gruppo Parlamentare Europeo 5Stelle (guardateli con attenzione, ne vale la pena!) che illustra come in tutta Europa misure analoghe siano già state adottate praticamente in tutti i paesi europei da circa 30/40/50 anni, ad eccezione di Italia e Grecia.
 
Già quest’ultimo dato dovrebbe risuonare sinistro quasi ad indicare come le principali crisi economiche si realizzino OGGI in Europa nelle nazioni che non hanno voluto o saputo salvaguardare il rapporto tra società comunità ed economia, restando nei meandri di partitocrazie, e del clientelismo ed assistenzialismo conseguente  che esse provocano.
 
Chi scrive ha fatto esperienza diretta dei centri di lavoro tedeschi nei primi anni ’80 e da allora ha sviluppato la consapevolezza dell’inadeguatezza e della sostanziale inefficienza e falsità del corrispondente sistema italiano. Che il cambiamento avvenga, meglio tardi che mai !
 
                                                

Lo stesso principale ammortizzatore sociale italiano, la cosiddetta Cassa Integrazione, è un privilegio che mette d’accordo le imprese assistite ed i sindacati  proteggendo solo i lavoratori dei grandi gruppi industriali ed abbandonando ad un destino disperante giovani, dipendenti di piccole imprese e lavoratori autonomi, contadini, commercianti e artigiani: in Italia praticamente quasi tutti.
 
Lo stesso tipo di privilegio contrassegna il sistema pensionistico italiano dove, sino all’altro ieri, a parità di contributi venivano erogate pensioni assai più alte per i lavoratori dipendenti ed in particolare per alcune categorie corporative (quindi, in buona parte per i beneficiari dei poteri clientelari) a scapito di tutte le altre categorie.
 
PRECARIETA’ ECONOMICA COME DATO STRUTTURALE
Inoltre, occorre considerare proprio alla luce degli effetti della globalizzazione economica, che la disoccupazione e la precarietà economica sono divenute strutturali e crescenti in tutti i paesi occidentali, rendendo definitivamente obsoleto l’approccio lavoristico così tipico della sinistra culturale italiana e spezzando di fatto l’alleanza sociale che permetteva ad una maggioranza di garantiti di spadroneggiare su una consistente minoranza di esclusi: nessuno stato può produrre artificialmente lavoro per tutti i cittadini, può invece favorire l’operato armonioso dei suoi cittadini e proteggerli come comunità da azioni ostili esterne.
 
Allo stesso tempo il Reddito di Cittadinanza risulta un concetto ancor più ampio e necessario dei sussidi di disoccupazione  e delle classiche misure welfare, costituendo oggi e per il futuro immediato e prossimo una compensazione efficace ed una difesa importante agli attacchi devastanti dell’economia finanziaria e multinazionale globalizzata sul lavoro dei singoli e sulle economie delle comunità locali.
 
Dal dopoguerra ad oggi l’approccio lavoristico - che quindi privilegiava la creazione di posti di lavoro da parte dello Stato – si conferma, ad un analisi della distribuzione di potere in Italia dal ’45 ad oggi, come il grimaldello ideologico  ed il ricatto fondamentale sulla quale hanno poggiato entrambi i due principali partiti italiani (DC e PCI) nella degenerazione del sistema repubblicano in una partitocrazia totalitaria.
 
Essi hanno condiviso e lottizzato in quote ogni sussidio di stato sia per l’ambito pubblico dove hanno gonfiato gli organigrammi delle istituzioni con assunzioni clientelari, sia per l’ambito privato favorendo con sussidi di stato (es. la famigerata Cassa per il Mezzogiorno) l’esistenza di imprese più o meno fasulle, legate all’ottenimento di contributi economici per mano politica e soggette all’assorbimento di lavoratori in quote lottizzate dai principali partiti e dai sindacati stessi.
 
Ricordo ancora le svariate analisi degli ultimi decenni in cui si evinceva che un posto di lavoro provvisorio di 1 milione di lire mensili  era ottenuto al costo provvisorio (per la collettività) di più di un miliardo di lire complessive..
 
In tale modo si è dilapidata una ricchezza enorme, quella del boom economico degli anni 60-70 e poi quella ottenuta con il debito statale, favorendo l’estensione di una mentalità parassitaria ed assistenzialistica, (in cui per comodità possiamo comprendere pensioni di anzianità, false pensioni di invalidità, vitalizi e pensioni di reversibilità) che hanno prodotto ceti politici economici e culturali contrassegnati da corruzione amoralità e illegalità.
 
La stessa alta percentuale di evasione fiscale in Italia è un prodotto storicamente sedimentatosi come compensazione di un sistema economico e fiscale ingiusto, fenomeno reso possibile e tollerato (la cosiddetta “anarchia italiana”) per nascondere e legittimare le ruberie di stato e l’asservimento politico di una nazione vinta relegata a una sovranità politica limitata (come il fattore K)  e ad una sudditanza economica (vedi Enrico Mattei, Caso Olivetti, Principe Alliata).
 
IL RIPRISTINO DELLA DEMOCRAZIA
In sostanza, mentre da una parte si produceva la grande narrazione post68  della sinistra operaia e di classe e dall’altra si celebrava l’apoteosi dell’abbondanza consumista e materialista, al livello reale si generava una società interclassista  divisa tra inclusi ed esclusi dalle erogazioni di un sistema politico-economico: i garantiti  ed i precari del benessere economico italiano.
 
Gli Inclusi e gli Esclusi del potere. I Complici del Sistema e i FuoriLegge.  In una parola l’incontrario di una democrazia moderna: Sgherri e Briganti sono stati per decenni i due ruoli sociali simbolici, legittimati e promossi dai poteri vigenti. Essi hanno perpetuato ed ampliato l’operato delle organizzazioni mafiose e malavitose, hanno impedito l'attuazione del dettato costituzionale, hanno vanificato le regole del processo democratico ed annullato i diritti degli individui e delle comunità locali, imponendo il lifestyle di un medioevo postmoderno.. .
 
A chi trovasse esagerate queste affermazioni ricordo, ad esempio, come uno dei politici italiani più in vista degli ultimi venti anni sia stato descritto in giudizio definitivo come un delinquente abituale. E molti altri non sono certamente da meno.
 
La cittadinanza è stata resa marginale o virtuale e la nostra umanità è decaduta a miserevole: lo constatiamo  ogni giorno vedendo quanta poca felicità vi sia nonostante il progresso tecnologico  e materiale. Questa è stata la base della nostra decadenza.
 
Ecco quindi perché il Reddito di Cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle, di fatto un articolato sistema di sussidi di disoccupazione e di percorsi all’inserimento lavorativo che genera una Dignità Economica e Sociale come DIRITTO UNIVERSALE è così osteggiato e incompreso dal sistema politico, economico e sindacale italiano: perché è un fattore invalidante  e scardinante del potere che tali stessi soggetti hanno goduto sino ad oggi e senza il quale essi non sono più compatibili al sistema politico economico e sociale: partiti, sindacati, banche e imprese parassitarie. Per essi non resterebbe allora  altro che una possibilità di trasformazione - quasi una redenzione....
 
Niente più masse di precari a cui elargire regalie, raccomandazioni e posti di lavoro fasulli, stop alle marchette ed ai pacchetti di voti sul mercato,  finisce l’epoca dello strapotere  sui cui dilapidare la ricchezza collettiva nelle amministrazioni locali e statali, la stessa bustarella e mazzetta si rivela ormai, senza scusa alcuna, per quello che è, cioè un illecito ed una prepotenza, il malaffare di un delinquente.
 
In altre parole si tratta della reintroduzione  dei valori democratici, articolati su un insieme di diritti e doveri che, attualizzano in sostanza il dettato costituzionale recuperando l’esistenza umana ad un mondo di significati e possibilità sino ad ieri relegati nel mondo delle utopie: l’affrancamento dell’umanità dal medioevo dei rapporti di forza e il ripristino di una autentica possibile cultura democratica, il sogno di ogni cultura liberale e sociale. Una autentica rivoluzione sociale e liberale.

Una rivoluzione che richiede di essere agita in contemporanea ad altri campi: tra essi il costo del lavoro, la fiscalità generale, il sistema creditizio, una riforma del diritto societario e fallimentare e la riforma stessa del procedimento civile e penale.
 
 
ABOLIZIONE DEL LAVORO NERO E RESPONSABILITA’ SOCIALE.
Gli scettici hanno ragione quando sostengono che non potrebbe funzionare senza una riforma della mentalità dominante nei suoi vari aspetti: in Germania dove c’è un equivalente al Reddito di Cittadinanza vi è anche un apposito corpo di Polizia con la funzione di scoprire il lavoro in nero: chi viene beccato è obbligato a restituire le somme percepite in modo illegittimo, più pagare una multa e ancora scontare una pena.
 
Quindi la sua realizzazione comporta un abbandono della ipocrisia sociale ed  un funzionamento della legge sia come velocità che come certezza delle sue pene. Il Reddito di Cittadinanza è una riforma del welfare che per funzionare richiede una autentica Rivoluzione!
 
Questa riforma del welfare potrebbe allora inglobare in un disegno unico ed articolato tutti gli altri confusi e spesso sperequativi ammortizzatori sociali, rimuovendo nel tempo i privilegi indebiti ottenuti dalle varie corporazioni e svuotando le amministrazioni statali e parastatali di posti di lavoro fittizi o parassitari.
 
Potrebbe infine produrre una abolizione reale del Lavoro Nero da un parte e dell’Assistenzialissimo Parassitario dall’altra, sino ad oggi  proibiti a parole e permessi nei fatti proprio dalle iniquità del sistema economico complessivo e potrebbe introdurre l’era di una qualità civica nuova per il cittadino italiano: quella della Responsabilita Individuale e Sociale, per cui chi sbaglia paga, chi froda lo Stato va in carcere e chi percepisce compensi senza meriti li sta rubando alla collettività, una collettività ritornata ad essere soggetto e sede della Comunità Umana.
 
Il costo di tutto questo sarebbe (sarà) infinitamente minore dei costi complessivi dell’attuale sistema dello spreco pubblico ed i benefici ottenuti sulla vita sociale ed individuale saranno assolutamente superiori a qualsiasi altro ottenimento di natura materiale.
 
Un società ed una cultura più sana, armoniosa e nonviolenta si potranno esprimere gradualmente nel tempo, producendo ulteriori frutti sociali, al momento inimmaginabili e che per ora possiamo intravedere in alcuni aspetti positivi della vita nel Nord Europa.
 
PEDAGOGIA SOCIALE  E ANTROPOLOGIA CULTURALE
Il tutto è molto complesso, giacché si tratta di riorganizzare la base economica e relazionale della convivenza umana e in Europa le questioni del Welfare e del suo effetto sono stati studiati da intere generazioni di psicologi e e pedagoghi sociali (in tedesco Sozial Paedagogik).
 
Non sempre una specifica misura adottata si rivela poi funzionale agli obiettivi che la hanno ispirata ed occorre monitorare, studiare e correggere i vari provvedimenti, recependone gli effetti positivi e negativi e comprendendo come essi sono poi realmente percepiti  dai cittadini stessi, compito questo di una antropologia culturale applicata che potrebbe  venir recuperata dagli studi coloniali e acculturativi a scienza e tecnica della creazione culturale e sociale di una società finalmente emancipata dalle ideologie unilaterali del ‘900  e restituita alla ecologia del suo stesso essere.
 
Pertanto l’attuazione dei vari provvedimenti inerenti al Reddito di Cittadinanza potrebbe essere monitorata da un osservatorio permanente e multidisciplinare di psicologi, sociologi pedagoghi ed antropologi in raccordo diretto con le Autorità centrali e locali. E potrebbero  esser studiati provvedimenti ad impiego flessibile come evidenziato già da alcune esperienze pilota (Trentino, ad esempio ed altre).
 
La riforma dei Centri per l’Impiego e l’insediamento di comunità di osservatori richiederebbe probabilmente la formazione di  oltre centomila addetti al settore.

Allora, superate le  resistenze scellerate e le incomprensioni colpevoli, per l’Italia  sarebbe alla fine il ricongiungimento effettivo alla storia sociale e culturale europea, un Europa dei Popoli, dei loro diritti e dei loro doveri, il ritorno ad una primavera di buoni usi e costumi e non possiamo far altro che augurarcelo.
 
Maurizio Di Gregorio
Nemi, 15-04-2018


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