BANCA ETICA E MAG
E’ ormai risaputo che le banche investono parte dei nostri risparmi in ambiti non certo eticamente corretti (armi, droga, riciclaggio di denaro sporco, industrie inquinanti) ma laddove prevedono un maggior profitto.
Per promuovere lo sviluppo economico di tutte quelle esperienze imprenditoriali che con il proprio lavoro accrescono il benessere sociale, culturale ed economico di tutta la collettività, occorre promuovere il fenomeno della "finanza etica". Si permette così l’accesso al credito da parte di imprese titolari di progetti ecologici, di solidarietà e di volontariato sociale che trovano enormi difficoltà nel reperire fonti di finanziamento.
I principali strumenti della finanza etica sono le MAG (Mutue Auto Gestite) e la Banca Etica. Le MAG sono cooperative che gestiscono i capitali investiti dai soci per finalità condivise da tutti i soci stessi, con criteri di finanziamento che verificano la qualità sociale dei progetti e le reali possibilità di rientro economico, assicurando anche un certo rendimento ai soci risparmiatorii. Le varie MAG gestiscono i capitali in modo trasparente ed eticamente corretto e hanno il vantaggio di avere un radicamento sul territorio piuttosto forte. Anche se non possono definirsi delle vere "banche", le MAG hanno costituito (e costituiscono tutt’ora) le più significative esperienze di concretizzazione della domanda di eticità nel risparmio..
La più importante MAG è la CTM-MAG che si propone lo sviluppo:
` delle Botteghe del commercio equo e solidale
` delle cooperative del Sud del mondo
` della CTM (come centrale del commercio equo)
` del Centro Studi e Formazione degli operatori dell’economia solidale.
Il fenomeno MAG è tutt’altro che trascurabile: per fare un esempio, CTM-MAG ha cominciato la sua attività nel 1989 con 90 soci e 88 milioni di depositi per arrivare alla fine del 1997 con 5200 soci e quasi 22,5 miliardi di depositi (dati del supplemento di "Altraeconomia" n.2 1998); poi ci sono anche le altre MAG, magari di dimensioni più piccole ma fortemente radicate nel territorio dove operano (MAG2 Finance, MAG4 Piemonte, MAG6 Reggio Emilia, MAG Verona, MAG Venezia e quelle che abbiamo dimenticato).
Di fronte a questa domanda forte di trasparenza e pulizia anche nella gestione dei propri risparmi, è nata e muove i primi passi la prima Banca Etica italiana, promossa da 22 associazioni no-profit (Acli, Agesci, Arci, CTM, Mani tese, Emmaus, ecc.)
Il 30 maggio 1998 infatti, raggiunti i 12,5 miliardi di capitale sociale richiesti dalla Banca d’Italia, l’assemblea dei soci ha sancito ufficialmente la nascita della Banca Popolare Etica. Il primo sportello ha aperto a Padova all’inizio emettendo soltanto certificati di deposito e obbligazioni. Poi... il resto lo vedremo con il tempo, la storia di questa banca rivoluzionaria la scriviamo noi. La Banca Etica si differenzia dalle normali banche soprattutto in due aspetti:
` i risparmi depositati finanziano solo iniziative di cooperazione sociale ed internazionale verificate come etiche; ` il risparmiatore in sede di sottoscrizione della propria quota può indicare il settore a favore del quale desidera che il suo capitale sia investito, scegliendo fra le diverse sezioni (commercio equo, ecologia, solidarietà sociale, immigrazione, ecc.).
La Banca Etica è sotto il controllo degli organi istituzionalmente competenti (Banca d’Italia, Ufficio Cambi, ecc.) e quindi con tutte le garanzie del sistema bancario, assai forti almeno in caso di insolvenza. Fonti della Banca d’Italia affermano che il tasso di sofferenza (crediti non riscossi) delle banche italiane era alla fine del 1996 di circa l’11,2%; la Grameen Bank (il primo esempio di Banca Etica, nato in Bangladesh) solo il 2%. Di fronte ad una cresciuta sensibilità del cittadino-consumatore al problema dell’uso del proprio denaro, sono spuntati come funghi conti correnti e fondi di investimento cosiddetti "etici" proposti da banche e compagnie di assicurazione.
I primi sono solo specchietti per le allodole, considerato che sono dei semplici conti correnti che sono definiti "etici" per motivi pubblicitari, per il semplice fatto che il sottoscrittore può scegliere di devolvere parte degli interessi maturati ad una associazione benefica. Nessuno può garantire che quei soldi vengano usati soltanto per finanziare attività "etiche", quindi si tratta solo di un normale conto corrente che permette di donare parte degli interessi, operazione che comunque si può fare anche senza questo conto.
I fondi di investimento etico possono essere dello stesso tipo dei conti correnti (devolvono parte degli interessi ad una associazione benefica ma buio assoluto su come sono arrivati questi interessi) oppure altri investono in titoli di stato e azioni, anche se parte di queste azioni sono di banche (delle quali qualcuna finanzia le esportazioni di armi) e di multinazionali non proprio "immacolate".
La sfida non è di poco conto, visto che tocca un ambito, quello del credito, che è il settore del profitto "selvaggio" per eccellenza. Ma accetti la sfida? Accetti di partecipare alla costruzione di una finanza etica per tutti e al servizio del bene di tutti?
Per informazioni sulla Banca Etica si può contattare il gruppo di iniziativa territoriale (GIT) più vicino. A Firenze il responsabile è Arturo Federico c/o Mani Tese, tel. 055.650.4262.
Per informazioni sulla CTM-MAG è possibile contattare "Il villaggio dei popoli", via dei Pilastri, 45/r 50121 Firenze - tel. 234.63.19.
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