GAS: GENERARE PROCESSI PARTECIPATIVI
di Paola Baiocchi
A 15 anni dalla nascita del primo gruppo, è il momento di porsi delle domande. Che cosa vogliono essere i Gas? Che ruolo possono rivestire nel panorama politico ed economico italiano? Valori apre il dibattito. A giugno, in coincidenza con l’Assemblea nazionale dei Gas, che si è tenuta a Petralia Sottana, in Sicilia, Valori ha lanciato una serie di provocazioni, veicolate dal settimanale Carta, che sono state raccolte da Francesco Gesualdi, del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano (Pi) e ripubblicate sullo stesso settimanale. In particolare una delle nostre affermazioni è al centro della risposta di Gesualdi: “per modificare a fondo l’economia in senso egualitario bisogna parlare di modelli di società, non basta parlare di stili di vita”.
Dagli stili di vita ai modelli di società
«Dobbiamo fare un salto di qualità e passare a un lavoro di progettazione dell’alternativa, senza la quale non saremo mai credibili», ha detto Gesualdi. «Senza rinnegare quello che abbiamo fatto e stiamo facendo nel campo del consumo critico e in tutte le altre mille attività che portiamo avanti, dobbiamo essere capaci di indicare una strada di trasformazione di massa. E dobbiamo essere pronti anche ad entrare nelle istituzioni». Su questo punto il Sud ha bruciato i tempi: per il rinnovo del Consiglio comunale di Caltanissetta, a giugno, si è presentata la lista Intesa Civica Solidale (Ics), formata da rappresentanti di un Gas e da Grillini (vedi ). La lista ha fatto un botto: 6.000 voti e due consiglieri. «E uno di questi per poco non è diventato presidente del Consiglio comunale» dice Fabio Lega, che ha partecipato alla nascita della lista civica, 25 anni di scoutismo alle spalle, esperienza che ora impiega nel costruire la rete Gas regionale. «Non è facile coinvolgere le persone qui da noi – spiega Fabio Lega – eppure il Gas ha raccolto circa 150 famiglie. E noi spieghiamo chiaramente che non si viene qui a trovare il supermercato ». E, tanto per non fare giri di parole, il tema della prossima Assemblea dei Gas del 2010 sarà “Interagire con il tessuto sociale”.
Generare processi partecipativi
È questa allora la via? «Non è l’unica soluzione», dice Mauro Serventi, fondatore del primo Gas in Italia, a Fidenza. «Però siamo arrivati a un punto in cui abbiamo bisogno di risposte dalla politica e c’è un problema nel confronto con le istituzioni: la base è andata avanti ed è pronta, loro no. Noi dobbiamo essere in grado di generare dei processi partecipativi, che partono dal basso e fanno richieste giuste, all’interno di un procedimento aggregativo che non sia solo strumentale ». Ma non c’è il rischio che si generi un’area indistinta senza un pensiero forte, una di quelle “moltitudini” di cui parla la destra filosofale? «Ho trovato delle affinità in certe tematiche affrontate anche dalla destra, come nel discorso delle monete locali, ma sono antitetici gli strumenti: il localismo la destra lo vede in contrapposizione con l’altro; per noi il locale si mette in rete in un’economia di relazione. Per noi il benessere c’è solo se è diffuso: la destra cura i propri interessi e poi lancia iniziative filantropiche».
Aggregatori in rete
Insomma fino a qui sembra condiviso il bisogno di guardare oltre, di non fermarsi “solo all’attenzione al proprio ombelico”, ma che si debba “fare massa” anche per raggiungere dei risultati nei progetti avviati dalla Rete dei Gas, come quelli dell’energia, del tessile e della telefonia. «Al momento posso confermare che i Gas si stanno aggregando in rete – dice Davide Biolghini referente del Tavolo per la Rete dell’economia solidale (Res) –. Un fatto positivo per la logistica e per i produttori, che può essere ulteriormente incrementato attraversa lo sviluppo dei software, che sono già in uso nella Res. Ma positivo anche perché aggregandosi si ha più peso politico e i Gas sono un laboratorio di pensiero politico». In molti casi si tratta di pensiero politico nel senso più vasto del termine, cioè di un luogo dove combinare teoria e prassi: «All’interno dei Gruppi di acquisto solidali – dice Giuseppe Vergani del Gas Brianza – ci sono due anime, una più centrata sul consumo critico e una più sul cambiamento. Credo che sia ora di avviare la riflessione sulle forme di rappresentanza, anche cercando di uscire dalle forme già note Il dibattito è aperto, durante l’estate ci sono state molte occasioni per affrontarlo. Una delle quali nel corso dell’incontro annuale dei Bilanci di giustizia ad Oropa (Biella), quando il 28 agosto i tre direttori dei giornali (Andrea Di Stefano di Valori, Pietro Raitano di Altraeconomia, e Pierluigi Sullo di Carta) ne hanno parlato con Gesualdi e con il pubblico (nella pagina a fianco l’appello lanciato durante il dibattito, di cui daremo conto nei prossimi numeri).
Dall’assemblea nazionale
Anche l’assemblea a Petralia Sottana è stata un’occasione di confronto e di dibattito. Tra le necessità più urgenti emerse, quella di un maggiore scambio di informazioni tra Gas e di una maggiore capacità di fare rete con le altre realtà della zona (associazioni, gruppi, coop). E da Tonino Perna, professore di Sociologia economica all’Università di Messina, è arrivato un avvertimento: «I Gas sono una realtà interessante, ma sprecata se non guardano oltre, se non si propongono come alternativa all’attuale modello economico».
Fonte: Valori, Anno 9, Numero 72, Settembre 2009
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