UN'AGRICOLTURA MODERNA PER L'AVVENIRE
di Gruppo Beaulieu
I fautori dell'agronomia convenzionale sostengono che il mondo non può essere alimentato senza le sue tecniche, senza l'agrochimica. Questa affermazione è erronea.
Un'agricoltura altamente produttiva è attualmente in fase di sviluppo e di espansione: l'agricoltura detta biologica o ecologica. Malgrado gli investimenti in questo campo siano praticamente trascurabili rispetto alle somme investite nella ricerca agrochimica convenzionale, quest'agricoltura dimostra:
- che il suo un rendimento è di solo 10-15% inferiore a quello dell'agronomia chimica convenzionale, e perfino uguale o superiore per certe colture e colture associate;
- che è in grado di eliminare le conseguenze ecologiche gravi dell’agricoltura convenzionale;
- che costa meno e produce redditi vicini ai livelli normali.
Quando le somme investite nella ricerca convenzionale saranno destinate alla ricerca in agricoltura biologica, senza alcun dubbio il reddito aumenterà ancora sensibilmente. La produzione convenzionale causa oggi eccedenze agricole enormi.
Una diminuzione immediata della produzione del 10-15% in Europa e nell'America del Nord sarebbe più che salutare per il bilancio degli Stati che devono finanziare lo smercio delle eccedenze con miliardi di sovvenzioni.
Nel Terzo Mondo, l'agricoltura ecologica permette di raddoppiare o triplicare i redditi dell'agricoltura tradizionale e questo aumento di produzione da parte di tutti i "piccoli agricoltori" basterebbe per il momento a risolvere i problemi alimentari di molti Paesi. Ma è necessario uno sforzo molto più consistente in questa direzione; ci troviamo solo all'inizio.
Notiamo fra l'altro che l'agricoltura convenzionale di molti Stati europei non è ancora troppo lontana da quella ecologica, e la riconversione sarebbe quindi relativamente più facile che in altri paesi industrializzati.
L'agricoltura ecologica non solo permette redditi consistenti, sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare del mondo, ma assicura anche la fertilità perenne del suolo, anzi la migliora. Contiene l'erosione, contrasta la desertificazione. Non inquina la acque di superficie, né quelle sotterranee e evita quindi le spese ingenti per la depurazione delle acque e l'approvvigionamento di acqua potabile.
Questi costi, oggi a carico delle finanze pubbliche, in una gestione sana dovrebbero essere assunti dall'agricoltura convenzionale, rincarandone cosi i prodotti e riducendone un po' la competitività, peraltro artificiale.
L'agricoltura biologica produce alimenti senza residui chimici e meno gonfi di acqua, consente di eliminare quasi completamente l'inquinamento da nitrati della acque freatiche: essa determinerebbe un miglioramento generale delle salute.
Questa agricoltura del futuro offre nuove possibilità di sviluppo alle aziende, in un quadro di sfruttamento agricolo diversificato nel quale l'azienda diventa un sistema che si autoregola, quasi un circuito chiuso. La reintroduzione di boschetti e siepi, la scomparsa della monotonia delle vaste monocolture aumentano il fascino dei paesaggi.
Contrariamente a un pregiudizio diffuso, l'agricoltura ecologica non è un passo indietro, ma un passo in avanti: il superamento dell'agricoltura chimica convenzionale. L'agricoltura biologica è più complessa e richiede agricoltori ben formati. Esige l'osservazione costante della natura e un'attenzione continua per migliorare i cicli ecologici e gli equilibri dinamici, che occorre comprendere prima di poterli favorire in vista di un accrescimento della produzione.
Equilibrio tra allevamento, colture e concimazione
La separazione in zone agricole e zone di allevamento è uno degli errori più gravi dell'agricoltura in Europa. Essa interrompe la catene di pascolo, rende necessario il trasporto di enormi quantità di concime, di foraggi per bestiame, di latte -uno spreco di energia incredibile. L'azienda biologica invece tende verso l'equilibrio fra il numero di capi di bestiame e la capacità di produzione di foraggio da una parte, e il numero di capi di bestiame e il suo bisogno di concime organico dall'altra. Grazie alla coltivazione di foraggi, leguminose in particolare (p.es. trifoglio, fagioli, soia, piselli, erba medica), oppure di concime verde, che fissano azoto, si rende superfluo l'acquisto di concime a base di azoto sintetico. L'acquisto di foraggio complementare è ridotto al minimo o soppresso. Ne risulta un risparmio importante per l'azienda singola; a livello mondiale, il consumo di petrolio, e l'inquinamento che gli è associato, risulterebbero ridotti.
La maggior parte degli Stati potrebbero diminuire di molto le spese d'importazione.
In alcune regioni del mondo la combinazione allevamento di bestiame/agricoltura non è possibile. In questo caso si provvederà all'arricchimento del suolo con azoto per mezzo della coltivazione di leguminose e concime verde.
In zone a clima semiarido la coltura di concime verde è problematica, poiché non c'è abbastanza acqua per due colture successive all'anno. In questo caso si deve sostituire la coltura di nutrimento ogni due o tre anni con la coltura di concime verde (rotazione). Il concime verde può essere messo a profitto come riserva per nutrire il bestiame. Si può egualmente assicurare l'apporto di azoto per mezzo di colture complementari (p.es. mais/fagioli) o per mezzo di alberi che fissano l'azoto.
I suoli che hanno poche riserve nutritive e minerali richiedono la compensazione delle perdite di fosfato, potassio e altri minerali, causate dalla commercializzazione della produzione agricola.
Concimi organici –pacciamatura
Le seguenti tecniche sono indispensabili nell'agricoltura ecologica: il compostaggio del concime animale e di tutti i residui organici in mucchio oppure sparsi nei campi, l'ossigenazione del liquame, la produzione di bio-gas, di concime verde, la pacciamatura (copertura del suolo con frammenti vegetali e paglia).
Questa tecniche richiedono abbastanza lavoro, ma assicurano la fertilità del suolo, la sua umidità, la presenza di materia organica, la sua protezione contro pioggia, vento e sole. Un suolo protetto contro l'erosione e nutrito in questo modo sviluppa un'attività biologica intensa che rifornisce le colture di elementi nutrienti.
Agro-selvicoltura
L'agro-selvicoltura (combinazione di piantagione di alberi e agricoltura) è una tecnica molto favorevole nei climi subtropicali freddi e nei climi tropicali umidi. Nel clima secco, gli alberi proteggono dal vento, riducendo l'evaporazione e l'erosione dovuta ad esso; riforniscono legna da ardere e foraggio per il bestiame (foglie, baccelli). L'ombra e il contenimento dell'erosione causata dalle piogge sono effetti favorevoli della presenza di alberi nei due tipi di clima. Inoltre, gli alberi ospitano tutta una fauna d'insetti e di uccelli, introducendo quindi la diversificazione nell'ecosistema delle colture.
Associazione di colture diversificate
La monocoltura è un ecosistema squilibrato al massimo. L'agricoltura biologica reintroduce nei campi la diversità, mediante la quale i vegetali si completano reciprocamente.
Attraverso rotazioni e associazioni di colture ben studiate e un’adeguata cura del suolo (erpicatura), l'agricoltore combatte allo stesso tempo il predominio di certe erbe infestanti e il propagarsi di insetti nocivi o altri parassiti. Siepi, boschetti, alberi e altri biotopi suddividono i campi e funzionano come "riserva naturale" per insetti utili, animali e vegetali.
Questa agricoltura del futuro richiede ancora un immenso lavoro di ricerca, specialmente per l'agricoltura tropicale e subtropicale.
La ricerca è fondamentale, perché l'agricoltura ecologica rappresenta una speranza per l'avvenire specialmente per i paesi del Terzo Mondo in quanto: -.consente rese elevate;
- consente di occupare molta mano d'opera, mantenendo la popolazione nell'ambiente rurale;
- l'azienda necessita di pochi acquisti, quindi l'agricoltore resta indipendente e il paese è in grado di ridurre le proprie importazioni dall'estero (l'uso di concimi chimici e pesticidi è assai ridotto); .protegge il suolo contro l'erosione, assicura la sua fertilità, combatte la desertificazione;
- aumenta la qualità di vita dell'agricoltore (attività molteplici, nessun contatto con prodotti tossici, indipendenza economica, autonomia, integrazione dell'essere umano nella natura, nella creazione).
Il problema della meccanizzazione
La meccanizzazione riduce considerevolmente il lavoro umano necessario alla gestione di un'azienda agricola. Questo effetto è positivo solo se i contadini in sovrannumero trovano altrove impieghi salariati.
Nella maggior parte dei paesi del Terzo Mondo l'agricoltura dovrebbe assorbire mano d'opera e non liberarla. In Europa e nell'America del Nord l'agricoltura ecologica potrebbe contribuire all'eliminazione della disoccupazione. Economicamente questa idea può sembrare un controsenso. Tenendo conto però in primo luogo di una finalità umana, spesso si è portati a dubitare del buon senso dei criteri economici.
Per il momento l'agricoltura ecologica, pur richiedendo già una maggiore quantità di mano d'opera, rimette in discussione solo in parte la meccanizzazione classica. La distruzione della struttura dei suoli e il loro compattamento, dovuto a macchine troppo pesanti o utilizzate in tempo di pioggia, pone un problema serio ed esige un cambiamento.
L'utilizzazione di energie rinnovabili in agricoltura è un'altra questione che necessita di essere attentamente studiata.
tratto da “Costruire la speranza”, Gruppo Beaulieu.
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