Dove c'è amore, c'è visione.
Richard of St. Victor

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BIONoNBIO
Per un biologico davvero naturale
BIONoNBIO
IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
IL MANIFESTO
DEL CONTADINO IMPAZZITO

<b>IL MANIFESTO<br> DEL CONTADINO IMPAZZITO </b>








libero adattamento
del Manifesto di Wendell Berry


Se amate il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate.
Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
se avete paura di morire….
allora nemmeno il vostro futuro
sarà più un mistero per il potere,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassettino.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno,
quando vi vorranno far morire per il profitto
Continua...
ANIMA DEL BIOLOGICO
OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

ANIMA DEL BIOLOGICO <br>OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico),  ha superato  in Italia i 50 anni, l’età di un giovane adulto. Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico. Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 50 anni bisognerebbe occuparsene.  Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1 A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo
  
Questo libro raccoglie una serie di straordinari articoli, raccolti in due volumi, della prestigiosa rivista internazionale Resurgence che celebra la pubblicazione del 200° numero. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo. Una visione in cui natura, società, spiritualità sono parti integranti l’uno dell’altra. Nel corso della vita possiamo imparare a riconoscere i problemi del mondo e possiamo imparare ad affrontare anche i quesiti più profondi della nostra esistenza, ma dovremmo anche imparare a riconoscere il legame imprescindibile tra noi e il mondo.
Continua...
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2 di A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo

E' il secondo volume della selezione di articoli pubblicati nel corso degli anni dalla prestigiosa rivista inglese "Resurgence", diretta da Satish Kumar, che da oltre 40 anni coniuga insieme ecologia profonda, temi sociali e crescita interiore spirituale. Tratta di temi tutti attualissimi e scritti, come contributo volontario, da autori di fama internazionale quali Vandana Shiva, Noam Chomsky, Fritjof Capra, James Lovelock, Matthew Fox, Theodore Roszak, Lester Brown, Larry Dossey e tanti altri. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo.
Continua...
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro. Continua...
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?

di George Monbiot

Molti comprano prodotti biologici convinti di salvare l’ambiente. Invece di nuovi consumi serve un cambiamento politico. Non andare avanti così. I climatologi avevano detto che gli inverni sarebbero stati più umidi e le estati più secche. Quindi non possiamo dire che le inondazioni siano dovute ai cambiamenti del clima, ma neanche che siano compatibili con attuali modelli climatici.
A causa dell'innalzamento del livello dei mari e della maggiore quantità di pioggia caduta durante l'inverno, basterà che lo straripamento dei fiumi coincida con l'alta marea di primavera per creare i presupposti per una catastrofe. Il nostro principale obiettivo deve essere impedire che i ghiacci della Groenlandia e dell'Antartico occidentale si sciolgano. L'unica cosa che dobbiamo chiederci a proposito dei cambiamenti climatici e' come evitare che ciò succeda. Sono uscite decine di libri e sembrano dare tutti una risposta: possiamo salvare il mondo scegliendo uno stile di vita più saggio e più verde. A luglio il Guardian ha pubblicato un estratto del nuovo libro di Sheherazade Goldsmith, che ci spiega "come vivere entro i limiti della natura".
È facile: basta farsi da soli il pane, il burro, il formaggio, la marmellata e i sottaceti, tenere una mucca da latte, avere un po' di maiali, capre, oche, galline, anatre, alveari, giardini e frutteti. Be', che state aspettando? Continua...
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
Pesticidi.
Antiparassitari e diserbanti chimici sono impiegati nelle coltivazioni di frutta e ortaggi e contaminano tutto il ciclo alimentare. Sono state trovate tracce persino nel latte materno. Questi trattamenti sono ancor più intensivi per i prodotti fuori stagione che è bene evitare. I prodotti biologici sono, naturalmente, esenti dalla presenza di residui chimici.

Metalli pesanti.
I metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e il cromo, contaminano prevalentemente il pesce. Sono a rischio anche le coltivazioni e gli allevamenti vicini a discariche che non garantiscono la completa impermeabilità del suolo.

Mangimi.
In Europa ed in Italia polli e vitelli vengono
Continua...
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MARIO PIANESI E UN PUNTO MACROBIOTICO



di Mariano Pallottini

Tutti ne abbiamo coscienza, i dati allarmanti sullo stato di salute del nostro pianeta si moltiplicano. Nel mondo un abitante su otto soffrirebbe di fame, si stimano più o meno 870 milioni di persone, la maggior parte in Africa.Gravi e impressionanti i dati sulla degradazione dei suoli, spesso irreversibile (conosciuta come desertificazione), che affliggerebbe già il 24 per cento delle terre emerse, con circa 1,5 miliardi di persone interessate.

Problemi gravissimi, di cui tutti noi ci dovremmo interessare, riguardano lo stato di fertilità dei terreni agricoli, la qualità dei semi coltivati, l’inquinamento delle falde, la deforestazione, il consumo di acqua, lo sfruttamento del lavoro, l’aumento dei malattie croniche per regimi alimentari errati.Qualcuno ha ipotizzato che questi sono i mali del “capitalismo imperante”. Vero oppure no, questa modalità di produzione ha causato e continua a moltiplicare problematiche a cui non si sa dare nessuna soluzione. Per la Fao, serve a poco aumentare la quantità prodotta di cibo per combattere la fame nel mondo, è il modo e la qualità della sua produzione che va radicalmente ripensata. Con queste prerogative la domanda è solo una: “Chi ci salverà?”

Non aspettatevi di trovare la risposta sulle pagine di Life Marche, quello che vi possiamo dire però è che c’è un uomo, un marchigiano di buona volontà, che dopo 40 anni di sperimentazioni, sta raccogliendo gli straordinari frutti dell’applicazione delle sue ricerche in differenti settori facenti capo ad un unico approccio produttivo e consumistico che sembrano dire che sì, la soluzione a tutti i problemi del mondo c’è… Life Marche non è un magazine sensazionalistico, e quanto già affermato proveremo a dimostrarvelo con la bellissima storia di Mario Pianesi e del suo movimento “Un Punto Macrobiotico”.

Dovevamo semplicemente raccontarvi della Macrobiotica Marchigiana e invece stiamo per narrarvi una storia straordinaria che, evolvendo sempre più in fretta e senza clamori sui media, potrebbe portare presto anche ad un NobelMario Pianesi nasce a Tirana, in Albania nel 1944 da madre montenegrina e padre marchigiano. Negli anni ’70 partendo da una formazione autodidattica organizza già corsi serali e studi sulla nutrizione. Fondamentale è la lettura del testo “Zen Macrobiotica” di George Oshawa

Per Pianesi, che già era occupato nella divulgazione di diete vegetariane e di autoproduzione di semi e recupero di specie vegetali autoctone, il testo è un’illuminazione. Pianesi approfondisce e rielabora gli insegnamenti di Oshawa, avendoli però prima sperimentati su di sé in maniera del tutto autonoma, ancor prima di conoscerli ma riconoscendoli validi proprio per questo. Ci vorranno ancora alcuni anni prima di creare il movimento Un Punto Macrobiotico, anni però che lo vedono, fondatore della prima fattoria biologica in Italia. Vi sembra poco? Continuate a leggere. 

Lanciato UPM nel 1980, iniziano subito le conferenze che resteranno sempre il cardine della sua attività scientifica e divulgativa a partire dalla storica “1^ Conferenza UPM”, con gli alunni di George Ohsawa. Le iniziative si susseguono e prendono vita le attività solidaristiche internazionali che nel corso degli anni lo vedranno operare come “Benefattore dell’Umanità”.

L’associazione UPM, è ora ben organizzata in una rete di piccoli circoli culturali con ristoranti e negozi, cooperative di agricoltori, forni, piccole imprese agricole, presenti in tutta Italia ma maggiormente diffuse nelle Marche. Inizia a prendere forma, senza visibilità mediatica per una scelta ben ponderata, la storia di un movimento autonomo capace di costruire senza aiuti dallo Stato e pubblicità alcuna, una sorta di economia parallela, perché costituita da un completo ciclo produttivo controllato (veramente) e protetto e da un mercato autoregolato che sebbene in un regime agevolato, paga tutte le imposte dovute ricevendo attestazioni e collaborazioni dal meglio della comunità scientifica internazionale. 

Siamo all’inizio del nuovo millennio quando si stringono le collaborazioni scientifiche nazionali e internazionali come con ilConsiglio Nazionale delle Ricerche, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’Università La Sapienza, l’UNESCO, l’INEA, la sezione Scienza e Tecnologia dell’Ambasciata della Repubblica popolare Cinese in Italia e molte altre. Il tema è semplice ma ambiziosissimo: “Da antiche teorie cinesi allo sviluppo sostenibile pianesiano“.

E’ fuori da ogni dubbio che il dinamico scienziato marchigiano sia preso sul serio da tutti, se lo stesso tema è riproposto ogni anno dal 2002 ad oggi, e se nel 2005 Pianesi è nominato membro del Comitato Scientifico UNESCO per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile e nel 2006 riceve un premio per la “Migliore opera nella dieta terapeutica” dalla Cina. È da sottolineare come Pianesi sia andato a parlare di “Riso:alimento fondamentale per la salute umana” proprio ai cinesi. Mario Pianesi raggiunge l’apice della sua attività potendo parlare per conto della FAO di “Ambiente, Agricoltura, Alimentazione, Salute ed Economia” sotto l’egida di numerose istituzioni internazionali. Ma qual è in sintesi il lavoro di Pianesi che gli procurano numerosissimi riconoscimenti internazionali? Innanzi tutto l’agricoltura proposta da lui e dal suo movimento conosciuta come Policoltura Ma-Pi.

Un’agricoltura che, come vedremo, non solo è rispettosa dell’ambiente e anche, oggi diremmo, equa e solidale, ma anche in grado di prevenire e risolvere problemi fondamentali, quali l’impoverimento dei suoli o peggio la desertificazione, il consumo di acqua, la salute alimentare, la deforestazione e la riduzione di biodiversità in agricoltura. A proposito di biodiversità, l’aspetto meno evidente per importanza, per la FAO “il patrimonio genetico è la base della sicurezza alimentare”. Gli esperti sono preoccupati di questa rapida diminuzione delle riserve genetiche perché solo disponendo di biodiversità originali è possibile creare nuove specie e varietà che si possono adattare alle mutate condizioni di vita sul pianeta.

Sintetizzando all’estremo, possiamo dire che l’agricoltura vista da Pianesi si basa su: l’esclusione assoluta di prodotti chimici di sintesi, la consociazione di colture, ovvero, cereali, verdure, legumi, alberi da frutto sullo stesso terreno, recupero di antiche varietà di semi e loro auto-riproduzione spontanea e infine piantumazione di alberi da frutto ogni 5 metri. Secondo la Fao, in questo modo, essendo la superficie agricola utilizzata nel mondo di circa 45 milioni di chilometri quadrati, ci troveremmo di colpo con 4 miliardi di alberi in più.  Che quelle di Pianesi e dell’UPM non siano fiabe, ve lo dimostreremo nella seconda parte dell’articolo. 

Nel 2013 a Elsen Tasarhai è ricomparso un grande lago, quello stesso lago scomparso nel Bulgan inMongolia diversi anni fa. Almeno quattro volte l’anno, spaventose tempeste di sabbia gialla devastano territori sempre più estesi fino a raggiungere la Cina e la Corea. L’espansione dei deserti è, da quelle parti, un problema molto serio. Nel 2007 il professor Baataryn Chadraa (allora presidente dell’Accademia delle Scienze di Mongolia), decide di testare il metodo della Policoltura MA-PI e la piantumazione di alberi ogni 5 metri si rivela straordinario. Ogni albero attira e trattiene umidità, veicola le diverse correnti acquatiche (sotterranee e aeree), facendo così abbassare, negli anni, la temperatura dell’aria e del terreno attorno a sé.

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Nel 2008, seguendo le indicazioni di Mario Pianesi, l’Accademia delle Scienze di Mongolia individua tre differenti aree semi-desertiche vicino a colline e montagne ancora parzialmente alberate: la seconda di queste, nel centro della Mongolia, è nella provincia di Bulgan. In queste tre superfici protette, sono state re-introdotte piante con caratteristiche simili a quelle degli alberi secolari già presenti o che comunque popolavano quelle stessa aree in passato.

Gli scienziati hanno raccolto i semi degli alberi e degli arbusti delle aeree circostanti e in soli cinque anni hanno piantato più di 60.000 esemplari in 65 ettari di terreno. In ogni zona prescelta sono stati poi creati dei filari di alberi, già con un anno di età, disposti da due a cinque metri di distanza l’uno dall’altro.

Riforestazione rapida, può sembrare incredibile, ma con queste semplici operazioni, in soli cinque anni, il deserto si è fermato. La scelta di iniziare a seminare in zone aride non lontane da aree montagnose alberate, così come l’utilizzo di semi di piante già presenti nelle aree circostanti, ha permesso un processo di riforestazione efficace e rapido. Nonostante condizioni climatiche particolarmente avverse (+45°C, -30°C), le piante sono cresciute e si sono moltiplicate.

Le recinzioni, che hanno impedito il passaggio agli animali da pascolo, e la limitazione allo stretto indispensabile di ogni attività umana, hanno permesso il ritorno di piante e specie animali che erano scomparse da decenni e che ora si stanno sviluppando spontaneamente in simbiosi, restituendo vita a tutta la zon

Ad Elsen Tasarhai il miglioramento è stato così deciso da permettere il ritorno in superficie dell’acqua che, in primavera, ha interamente ricoperto un campo, formando una palude. Il distretto di Rashaantdove si trova questo lago resuscitato ha conferito a Mario Pianesi, la cittadinanza onoraria, l’Accademia delle Scienze mongola gli ha conferito la laurea ad honorem come scienziato e dottore, e l’Associazione per la ricerca e la sperimentazione nella lotta alla desertificazione (Reacd) lo ha nominato, nel 2011, membro onorario.

Straordinaria la Policoltura MA-PI ma non tutti i marchigiani lo sanno.

Nelle Marche, dove Mario Pianesi e l’UPM hanno mosso i primi passi e dove la rete dei punti UPM è più presente, sono anni che più del 10 per cento del territorio è ormai coltivato seguendo questo metodo. I contadini diventano autonomi economicamente grazie alla pratica dell’auto-riproduzione delle sementi e alla vendita diretta dei prodotti nella rete UPM, vedendosi riconoscere un prezzo congruo e una continuità nel rapporto commerciale.

I terreni coltivati con il loro habitat naturale, hanno ritrovato l’equilibrio ripopolandosi anche di animali selvatici, ridottissimo l’uso dell’acqua per irrigazione, eccezionale la qualità organolettica dei prodotti coltivati.

Abbiamo visto come la Policoltura Ma-Pi può contrastare efficacemente la desertificazione, la deforestazione, ridurre il consumo idrico nelle produzioni agricole, contrastare la riduzione di biodiversità in agricoltura, che se venisse applicata nel medesimo sistema marchigiano offrirebbe persino un modello di produzione reticolare sostenibile e contrapporsi in definitiva anche alla fame nel mondo.

Ora dobbiamo affrontare un’altro aspetto della rivoluzione silenziosa operata da Mario Pianesi e dal suo movimento. Sapevate che i prodotti naturali ottenuti con le tecniche agricole della Policoltura Ma-Pidiventano la base di diete curative efficaci? Una di queste diete che prenderemo in esame si chiama dieta macrobiotica Ma-Pi 2 ideata più di 40 anni fa dal professor Mario Pianesi e promossa sin dal 1980 attraverso l’Associazione internazionale UPM (Un Punto Macrobiotico) da lui fondata.

Una dieta con il 15-18 per cento di grassi e il 10-12 per cento di proteine a base di cereali integrali 70-75 per cento (riso, miglio, orzo), verdure 35-40 per cento (cipolla, carota, verza, cavolo cappuccio, broccolo, cavolfiore, cicoria, rapa, prezzemolo, cime di rapa) e legumi 6-8 per cento (ceci, azuki, lenticchie, fagioli borlotti, fagioli neri).

Sono moltissime le sperimentazioni in corso soprattutto in Asia, in Africa e in Sudamerica e stanno iniziando anche in Italia. Recentemente il Centro Internazionale Studi sul Diabete ha condotto aRoma uno studio pilota sperimentando per la prima volta in Italia e in Europa un possibile effetto terapeutico delle diete Ma-Pi nella cura del diabete mellito di tipo 2.

A 24 pazienti malati di diabete, è stata somministrata la dieta Ma-Pi2 per 21 giorni. Il primo e l’ultimo giorno sono stati valutati alcuni parametri metabolici quali glicemia, resistenza insulinica, profilo lipidico e parametri antropometrici.

I risultati sono stati sorprendenti, e stupefacente il fatto che abbiano riguardato tutti i pazienti, senza eccezioni. Si è verificato un netto miglioramento della glicemia, raggiungendo in quasi tutti i casi i valori target a digiuno e dopo il pasto; si sono ridotti molto i valori di insulinemia e l’indice di resistenza insulinica, si sono abbassati i valori dei trigliceridi, sono diminuiti i livelli della pressione arteriosa e migliorata la funzione renale. Nei pazienti diabetici trattati con farmaci si sono dovuti dimezzare i dosaggi degli antidiabetici orali e nei due casi di soggetti trattati con insulina è stato necessario interrompere la terapia per evitare disturbi ipoglicemici.

Un altro studio più recente condotto dall’Unità operativa di Endocrinologia e Diabetologia dell’Università Campus Bio-medico di Roma, ha dimostrato come la dieta macrobiotica Ma-Pi 2 sia efficace nel migliorare i parametri metabolici: glicemia, emoglobina glicata, colesterolo totale, colesteroloLdl, ma anche i valori antropometrici come il peso corporeo.

Se l’altro era uno studio pilota, questo è stato il primo studio clinico controllato sulla dieta Ma-Pi2. 54 diabetici tipo 2, per 21 giorni, divisi in due gruppi, alloggiati in due alberghi con identiche condizioni, ma con una diversa dieta somministrata. Una era la Ma-Pi2, l’altra la dieta raccomandata dalla Società italiana di diabetologia e dell’Associazione medici diabetologi (dieta di controllo).

Questo studio è stato più attendibile rispetto al precedente per la presenza di un gruppo di controllo che ha permesso, attraverso il confronto dei risultati conseguiti dalle due diete, di poter attribuire con certezza un determinato effetto alla dieta Ma-Pi2. In questo studio sono state rilevate oltre 5 glicemie giornaliere su ogni soggetto coinvolto ed eseguiti vari esami diagnostici prima, durante e dopo la sperimentazione.

Entrambe le diete hanno prodotto un miglioramento importante in tutte le variabili studiate, ma la dietaMa-Pi2 ha ottenuto riduzioni significativamente maggiori. Il dato più eclatante è che le glicemie a digiuno e postprandiali nel gruppo che ha seguito la dieta MA-Pi2 sono tornate entro i limiti della normalità, attestandosi a valori di pre-diabete nella totalità dei casi, mentre questo risultato è stato osservato solo in parte (circa il 50 per cento) tra i pazienti che hanno seguito la dieta di controllo.

La maggior parte dei soggetti nel gruppo Ma-Pi2 ha potuto sospendere i farmaci, mentre questo è avvenuto in un solo caso del gruppo di controllo. Colesterolo totale e Ldl si sono abbassati più significativamente tra i pazienti con dieta Ma-Pi2. Chi ha seguito la dieta Ma-Pi2 ha registrato una riduzione di peso pari al doppio, 5 chilogrammi, rispetto ai 2,5 degli altri. La pressione arteriosa si è ridotta nel gruppo Ma-Pi2 e non nell’altro. L’emoglobina glicata ha fatto registrare un miglioramento superiore nel gruppo Ma-Pi2.

Anche in un periodo limitato, i risultati sono rilevanti e depongono a favore dell’efficacia della dieta Ma-Pi2 sui pazienti diabetici di “tipo 2”, un’efficacia superiore rispetto alla dieta tradizionale. Tali dati sono stati infatti presentati al Congresso mondiale dell’International diabetes federation, che si è svolto agli inizi di dicembre a Melbourne.

Per la cura clinica del diabete in Italia si spendono ogni anno più di nove miliardi di euro. Queste diete sono davvero molto economiche e gli ingredienti rappresentano produzioni agricole alimentari di qualità. Se venissero testate ed adottate in modo diffuso anche in Italia, il nostro Stato potrebbe risparmiare una quota consistente di investimenti e stimolare il settore agricolo in termini economici e qualitativi.

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Torniamo al titolo dell’articolo, “rivoluzione silenziosa”. Mario Pianesi e UPM non intendono accelerare i tempi, coscienti di rappresentare un “approccio differente” che male si sposano con le mentalità del “profitto ad ogni costo”.

Anche qui noi di lifemarche.net Magazine preferiamo portarvi esempi che parlino da soli.

Pensiamo al caso dell’”etichetta trasparente Pianesiana”, l’etichettatura dei prodotti proposta da UPMe già utilizzata sui prodotti della rete.

Le informazioni offerte ai consumatori riguardano dettagli in tutta la catena produttiva. La trasparenza dell’etichetta ci informa sul tipo di seme usato, sulla concimazione, sul controllo delle erbe infestanti, sui trattamenti, sull’irrigazione, sulla raccolta, sulla conservazione, sulla trasformazione e sulla distribuzione.

Nel 2009 Pianesi ha proposto al Parlamento Europeo di adottare “l’etichetta trasparente Pianesiana” nella certificazione alimentare; 301 deputati hanno poi presentato un progetto di legge…

I puntini di sospensione sono per loro conto molto eloquenti. Qui si trattava di adottare la più semplice delle proposte pianesiane… eppure.



Per informazioni: Upm Un punto macrobiotico, via San Nicola, 9 –  Tolentino. Telefono 0733/96.14.32 

Mariano Pallottini
fonte: The Life Magazine


Negli ultimi mesi si è abbattuta su Mario Pianesi e UN Punto Macrobiotico una campagna mediatica diffamatoria basata su una indagine di polizia in corso. Il comportamento degli organi di stampa è stato non professionale,  sensazionalistico e scandalistico, in una parola indegno e tipico della ignoranza ed arroganza che contraddistingue la casata politico culturale italiana. In attesa del completamento delle indagini FioriGialli Dossier si impegna a fornire informazioni corrette sulla storia di Mario Pianesi e di Un Punto Macrobiotico. Per approfondire segnaliamo questo LINK in cui potete trovare gli articoli già pubblicati su Mario Pianesi e Un Punto Macrobiotico (Redazione FioriGialli Dossier)
 



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