Le cose sono unite da legami invisibili, non si può cogliere un fiore senza turbare una stella - Albert Einstein

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BIONoNBIO
Per un biologico davvero naturale
BIONoNBIO
IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
IL MANIFESTO
DEL CONTADINO IMPAZZITO

<b>IL MANIFESTO<br> DEL CONTADINO IMPAZZITO </b>








libero adattamento
del Manifesto di Wendell Berry


Se amate il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate.
Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
se avete paura di morire….
allora nemmeno il vostro futuro
sarà più un mistero per il potere,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassettino.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno,
quando vi vorranno far morire per il profitto
Continua...
ANIMA DEL BIOLOGICO
OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

ANIMA DEL BIOLOGICO <br>OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico),  ha superato  in Italia i 50 anni, l’età di un giovane adulto. Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico. Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 50 anni bisognerebbe occuparsene.  Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1 A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo
  
Questo libro raccoglie una serie di straordinari articoli, raccolti in due volumi, della prestigiosa rivista internazionale Resurgence che celebra la pubblicazione del 200° numero. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo. Una visione in cui natura, società, spiritualità sono parti integranti l’uno dell’altra. Nel corso della vita possiamo imparare a riconoscere i problemi del mondo e possiamo imparare ad affrontare anche i quesiti più profondi della nostra esistenza, ma dovremmo anche imparare a riconoscere il legame imprescindibile tra noi e il mondo.
Continua...
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2 di A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo

E' il secondo volume della selezione di articoli pubblicati nel corso degli anni dalla prestigiosa rivista inglese "Resurgence", diretta da Satish Kumar, che da oltre 40 anni coniuga insieme ecologia profonda, temi sociali e crescita interiore spirituale. Tratta di temi tutti attualissimi e scritti, come contributo volontario, da autori di fama internazionale quali Vandana Shiva, Noam Chomsky, Fritjof Capra, James Lovelock, Matthew Fox, Theodore Roszak, Lester Brown, Larry Dossey e tanti altri. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo.
Continua...
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro. Continua...
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?

di George Monbiot

Molti comprano prodotti biologici convinti di salvare l’ambiente. Invece di nuovi consumi serve un cambiamento politico. Non andare avanti così. I climatologi avevano detto che gli inverni sarebbero stati più umidi e le estati più secche. Quindi non possiamo dire che le inondazioni siano dovute ai cambiamenti del clima, ma neanche che siano compatibili con attuali modelli climatici.
A causa dell'innalzamento del livello dei mari e della maggiore quantità di pioggia caduta durante l'inverno, basterà che lo straripamento dei fiumi coincida con l'alta marea di primavera per creare i presupposti per una catastrofe. Il nostro principale obiettivo deve essere impedire che i ghiacci della Groenlandia e dell'Antartico occidentale si sciolgano. L'unica cosa che dobbiamo chiederci a proposito dei cambiamenti climatici e' come evitare che ciò succeda. Sono uscite decine di libri e sembrano dare tutti una risposta: possiamo salvare il mondo scegliendo uno stile di vita più saggio e più verde. A luglio il Guardian ha pubblicato un estratto del nuovo libro di Sheherazade Goldsmith, che ci spiega "come vivere entro i limiti della natura".
È facile: basta farsi da soli il pane, il burro, il formaggio, la marmellata e i sottaceti, tenere una mucca da latte, avere un po' di maiali, capre, oche, galline, anatre, alveari, giardini e frutteti. Be', che state aspettando? Continua...
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
Pesticidi.
Antiparassitari e diserbanti chimici sono impiegati nelle coltivazioni di frutta e ortaggi e contaminano tutto il ciclo alimentare. Sono state trovate tracce persino nel latte materno. Questi trattamenti sono ancor più intensivi per i prodotti fuori stagione che è bene evitare. I prodotti biologici sono, naturalmente, esenti dalla presenza di residui chimici.

Metalli pesanti.
I metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e il cromo, contaminano prevalentemente il pesce. Sono a rischio anche le coltivazioni e gli allevamenti vicini a discariche che non garantiscono la completa impermeabilità del suolo.

Mangimi.
In Europa ed in Italia polli e vitelli vengono
Continua...
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QUALE RAPPORTO TRA UOMO E ANIMALI?


Anni fa, quando incontravo classi di alunni delle scuole elementari per parlare di animali domestici ero solita incominciare “classificando” gli animali domestici in animali da reddito ed animali da affezione e sul diverso “uso” che si fa, noi umani, di queste due categorie di animali, dato che sempre di “uso” si tratta.

Nei loro riguardi si può facilmente notare il diverso atteggiamento dell’uomo di oggi: gli animali d'affezione o pets spesso sono considerati e trattati come veri e propri membri della famiglia, quando non sono sostituti di figli, amici o compagni non avuti o forse non abbastanza amati. Vivono all'interno delle nostre case, sono oggetto di cure, premure ed attenzioni come forse a volte non ce l'hanno nemmeno i nostri anziani, rispettati ed amati nelle culture arcaiche e spesso oggi dimenticati. A seguito di questa nuova “sensibilità” collettiva sono state emanate disposizioni che tutelano il loro benessere ed, in un clima di “animalismo” dirompente, aumentano le segnalazioni di “maltrattamento”.

Al contrario, gli animali da reddito, vengono comunemente considerati e trattati dai loro proprietari come delle macchine, che per produrre hanno bisogno di un carburante, l’alimento, di strutture, l’allevamento e che devono fornire un reddito adeguato, da cui la diffusione dell’allevamento intensivo. .Il consumatore, spesso e volentieri, è completamente indifferente a questo stato di cose, anche per una scarsa conoscenza dei sistemi di vita di questi animali. Parlo per la realtà in cui vivo ed opero, una zona ad ancora elevata produzione di alimenti di origine animale.

Durante i miei studi universitari di veterinaria, parecchio tempo fa, si cominciavano ad insegnare in zootecnia le tecniche dell’allevamento intensivo, le strutture, le attrezzature, le condizioni, i tempi, le diverse tipologie, a seconda della specie e dell’attitudine degli animali allevati, come se l’unico sistema o almeno il migliore, fosse questo: ho superato esami di zootecnia e di tecnica mangimistica in cui l’allevamento rurale non era neanche contemplato (ed in effetti, per questo sistema non c'è bisogno di particolare preparazione e studio).

Gli animali negli allevamenti intensivi sono tenuti costantemente confinati se non addirittura al chiuso per tutta la loro vita. Per molti di essi (suini, pollame) l’unico momento in cui vedono la luce del sole è l’uscita dall’allevamento per il macello.

Ma dall’altra parte, c’è ancora una moltitudine di operatori, che di questo lavoro vivono, anche se con profitti molto più modesti degli anni ’70-’80, quando ci fu il boom della fettina ogni giorno. Il consumo di prodotti di origine animale ed in particolare della carne, diventò una specie di status symbol prima e poi un’abitudine inveterata, con conseguente maggiore richiesta e necessità di aumentare le produzioni e la competitività tra le aziende. La globalizzazione dei mercati poi ha coinvolto anche questo settore produttivo ed il commercio degli animali vivi e dei prodotti di origine animale si è allargato a paesi europei ed extra europei, sia in entrata che in uscita e così quello di tutte le merci che ci ruotano attorno, principalmente mangimi.

I prezzi dei prodotti non sono aumentati come quelli di altri beni di consumo e quindi per mantenere le aziende in attivo si è dovuto ricorrere ad un aumento dello sfruttamento degli animali. Sappiamo ormai tutti che gran parte delle terre coltivate mondiali sono occupate da coltivazioni di cereali e soia per l'alimentazione del bestiame a scapito di colture che potrebbero alimentare direttamente gli esseri umani , con la distruzione di foreste che potrebbero contribuire a risanare l'atmosfera del globo.

Sembra che la riconversione di queste attività verso modelli più sostenibili dal punto di vista ecologico e del benessere animale, sia improponibile economicamente o forse solo culturalmente e si può anche capire che persone che hanno investito tutte le loro risorse, competenze, e aspettative per un futuro economicamente tranquillo per loro e magari anche per i loro figli, non siano favorevoli a buttare tutto al macero e ricominciare riavvicinandosi ai vecchi sistemi, con una nuova consapevolezza.

Questa consapevolezza tarda a diffondersi in certi settori e strati culturali . Inoltre ci sono tradizioni gastronomiche e culinarie che sono il simbolo di certe regioni e che una gran parte della popolazione tiene a mantenere ed anzi a consolidare e, nell'ambito commerciale, ad esportare, se possibile. E quindi, se in Italia in generale diminuisce il consumo degli alimenti di origine animale , si cercano nuovi mercati e si cerca di “sfondare” in paesi come la Russia, gli Stati Uniti e tanti altri. Con le difficoltà burocratiche e le incertezze dei mercati che la cosa comporta.

A mio modesto avviso, fisiologicamente non abbiamo necessità di un consumo di tante proteine di origine animale, eventualmente solo di un'integrazione, anche a seconda dell'età e del tipo di attività fisica lavorativa che si svolge.

Sono convinta che l’agricoltura ha solo da avvantaggiarsi del concime animale, e della presenza fisica dell'animale sui terreni, magari a rotazione, ma non della quantità di letame e liquami che attualmente vengono prodotti, inquinando sempre più le falde acquifere e l’atmosfera o, in alternativa, comportando un costo esorbitante per lo smaltimento, con depuratori che raramente funzionano secondo le ottimistiche previsioni con cui furono costruiti.

Da parte di alcune frange di consumatori, si sta creando attorno all’allevamento intensivo un movimento di opinione, che punta il dito sulla sofferenza che questo ingenera in esseri viventi che condividono con noi questo passaggio sulla nostra bella e martoriata Madre Terra e sui danni di natura ecologica da esso causati.

Si stanno infatti diffondendo un vegetarismo e un veganesimo per motivi etici, per evitare in assoluto la sofferenza che deriva dal cosiddetto “sfruttamento” che sarebbe insito nell'appropriarsi di qualsiasi prodotto animale.

Io sono invece per un riequilibrio (ovvio che questo concetto è soggettivo), sono per un ritorno ai consumi che c'erano fino agli anni '50 del secolo scorso, prima dell’avvento dell’allevamento industriale, in una simbiosi mutualistica fra uomo e animale: l'uomo può offrire protezione e qualche piccola quantità di alimento supplementare all'animale, prendendo in cambio una piccola quota di prodotto e questo tipo di rapporto potrebbe valere anche per gli animali da compagnia, che dovrebbero essere lasciati liberi di vivere in maniera più naturale, ed, in questo sistema, potrebbero anche loro svolgere ancora compiti di una qualche utilità e non solo stare seduti sui nostri salotti come oggi avviene in massima parte.

Il tutto poi va visto in un'ottica di riduzione dei consumi e di abolizione degli sprechi, imparando ad accontentarci di quel che ci è necessario senza rincorrere beni superflui, riscoprendo la solidarietà verso tutti gli esseri viventi, umani e non, e riappropriandoci delle nostre innate ma dimenticate capacità di sopravvivenza, pensando al futuro nostro e del pianeta.

Caterina Regazzi
Referente Rapporto Uomo Animali della Rete Bioregionale Italiana



scritto da: giuseppe porrati il 29/07/2013 alle 10:14
sono d'accordo,dovremmo rivalutare il consumo diretto degli alimenti che ci fornisce la terra , incremantare la biodiversita', dare piu' informazione ma questo non piace alle multinazionali che decidono di che cosa dobbiamo nutrirci.

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