Quante Rosselle O'Hara ci sono in Toscana? Per cominciare, almeno 20. E' questo infatti il numero di socie di Terre di Tara, associazione sorta in provincia di Firenze che raggruppa donne imprenditrici che, come l'eroina di "Via con vento", hanno la passione per la terra.
A seguito di un corso organizzato dalla CCIA e promosso dalla CIA, un certo numero di donne agricoltrici comincia ad incontrarsi con regolarità per scambiarsi esperienze di vita, per confrontarsi, per aiutarsi.
Sorge inevitabilmente una certa complicità, un forte senso di solidarietà e la voglia di continuare a mantenere i contatti. Il passo alla fondazione di un'associazione è breve. L'associazione Terre di Tara, nata in una sera di mezzo inverno, oltre a soddisfare il bisogno di avere un luogo dove ritrovarsi, sempre molto vivo nel mondo femminile, ha fra gli altri scopi, come si legge nello Statuto, quelli di:
1. Valorizzare la qualità dei prodotti e della vita
2. Migliorare l'organizzazione del lavoro agricolo, socializzando i momenti più impegnativi, per aumentare l'efficienza e diminuire la fatica. Creare una Banca del Tempo interna per lo scambio del tempo-lavoro.
3. Organizzare manifestazioni culturali e giornate divertenti come: Rassegne Cinematografiche sotto il cielo, Mostre fotografiche, Feste sull'aia, visite guidate nelle aziende, trekking diurni e notturni, il tutto condito da saporite merende.
Queste imprenditrici sono arrivate all'agricoltura da percorsi di vita e di lavoro molto differenti tra loro, coltivano i prodotti con metodi biologici o secondo le norme della lotta integrata.
Producono piante aromatiche e alberi tipici, olio, vino, miele, marmellate, sciroppi di rose, pasta di olive e quant'altro la creatività femminile, unita alla fecondità della terra, riesce ad inventare.
Alcune aziende offrono anche strutture per l'agriturismo.
Quello che mi colpisce, leggendo le simpatiche biografie delle socie è
la quasi costante provenienza dalla città. E' una scelta di vita che le ha condotte ad occuparsi di agricoltura e delle attività ad essa connesse. E' quindi forte in loro il desiderio di aprire le loro aziende ai cittadini intrappolati ancora in città ed offrire loro una pausa di ristoro, di benessere, di prodotti genuini e semplici.
La passione, l'entusiasmo, la spinta al ritorno alla terra deve essere fatta con consapevolezza per evitare delusioni, difficoltà, disagi. Non basta il desiderio e la voglia di andare a vivere in campagna, è necessaria una buona preparazione di base per non andare allo sbaraglio. Prepararsi per tempo e conoscere le nozioni fondamentali su cosa veramente vuol dire fare l'agricoltore oggi nel contesto italiano, quali sono oggettivamente le difficoltà, gli intoppi burocratici effettivi, la complessità dei meccanismi, le competenze necessarie, le cose utili da sapere non legati strettamente ai problemi agronomici.
E' proprio su queste basi che le associazioni possono dare veramente un valido, insostituibile contributo e supporto impagabile. Infatti i vecchi contadini, almeno dalle nostre parti, sono poco propensi a insegnare e trasmettere conoscenze, sono riservati ed entrare in comunicazione con loro non è facile, danno per scontato tante cose e non si mettono nei panni di chi è digiuno di tutto.
“Il mondo rurale è sempre stato caratterizzato dalla presenza massiccia di donne. Quello che è cambiato è il ruolo, l'atteggiamento che le donne oggi hanno nei confronti dell'agricoltura. Un tempo la figura femminile era una co-presenza in ombra, affiancando l'uomo nel lavoro dei campi, dlel'allevamento, della trasformazione dei prodotti. “ E' questo che ci racconta
Anna Maria Dini, una delle ideatrici e fondatrici di Terre di Tara, responsabile coordinamento donne della CIA di Firenze, che ho voluto incontrare per comprendere meglio gli obiettivi, lo spirito che anima questa associazione.
La figura dell'imprenditrice agricola in questi ultimi anni è veramente cambiato, non è più una figura secondaria, ha assunto un ruolo primario, di conduzione in prima persona portando quindi il contributo della propria specificità anche in questo campo.
Proprio perché le donne sono anche madri (e si occupano dell'alimentazione, della salute, ...) da sempre sono attente ai bisogni della terra, sono naturalmente portate a proteggere l'ambiente, a non inquinare, a produrre cibi puliti e salutari.
le nostre socie, prosegue Anna Maria,
fanno tutte agricoltura biologica,la maggior parte anche certificate. chi non lo è, è perché non ha bisogno di commercializzare e di usare tale marchio o per le dimensioni dell'azienda o per la ridotta commercializzazione dei prodotti. Tutte, indistintamente fanno agricoltura biologica non per moda o per un vantaggio economico ma perché ci credono profondamente. “Si occupano non soltanto di coltivare naturalmente, prosegue
Rita Alessi, responsabile della promozione, ma, sensibili anche alle altre problematiche dell'ambiente, fanno la raccolta differenziata, la regimazione delle acque, un corretto uso dell'energia, ecc.
Sono innamorate della loro attività, della loro terra e desiderano farne partecipi anche gli altri cittadini del loro "piccolo paradiso" e quindi la cultura dell'accoglienza è molto praticata. Quando un agriturismo è gestito da una donna la differenza si sente e si vede, nei particolari, nei dettagli, nell'atmosfera che riesce a creare. Sono le piccole attenzioni che fanno la differenza. Privilegiando il rapporto umano, sono orgogliose di mostrare e condividere il loro spazio amorevolmente recuperato e faticosamente mantenuto.
Per entrare a far parte di Terre di Tara bisogna rispondere ad un questionario al quale segue una visita in azienda. Il costo di adesione è di L. 80.000 annue. Per ora l'associazione opera nella sola provincia di Firenze, ma ci sono contatti già avviati con la provincia di Prato. L'intenzione è di operare su base regionale e magari esportare il modello associativo e culturale anche in altre regioni italiane.
Per informazioni: Associazione Terre di Tara, presso C.I.A. provinciale, viale Spartaco Lavagnini 4, 50100 Firenze, tel. 055 4622611.
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