Per mia curiosità quando sono all’estero mi infilo nei supermercati, guardo le loro riviste per vedere cosa mangia la gente del posto, che cosa legge. Il più delle volte mi sembra di non essermi allontanata dall’Italia. Ormai trovo le stesse cose dappertutto. Le multinazionali hanno davvero uniformato il panorama alimentare mondiale. Ma non è soltanto
l’uniformità del cibo che mi disturba, ma anche l’abbigliamento, lo stile di vita, i programmi televisivi, tutti improntati
all’americanizzazione. La parola giusta invece che globalizzazione è appunto americanizzazione.
In tutto il mondo le stesse cose:le barrette che sostituiscono un pasto, le sofisticazioni alimentari, i supermercati che hanno soppiantato il negozio di fiducia sotto casa, le etichette spesso più complicata dei foglietti dei medicinali. E’ il mondo del pasto fuori casa, spesso in piedi, in fretta, in un bar.
Le
contraddizioni di questo mondo sono tante: aumenta il numero dei vegetariani ma anche dei ragazzi in soprappeso, si esalta la dieta mediterranea ma si moltiplica il diffondersi dei fast food, metà del mondo muore per cause dipendenti dall’eccesso di cibo scadente e l’altra parte del mondo muore per fame.
Involuzione culturale
Negli ultimi 50 anni si è assistita ad una vera e propria
involuzione culturale. L’alimentazione, così come l’uso delle erbe medicinali, è frutto della conoscenza dei popoli e veniva tramandata da generazione in generazione. Nel dopoguerra cominciò il cosiddetto periodo di benessere e la maggiore disponibilità economica indusse a consumare cibi sino ad allora inaccessibili alla maggior parte della gente, che, per compensazione psicologica, esagerò nel consumo con conseguenti danni all’organismo.
Così si abbandonò la cultura alimentare tradizionale tramandata da secoli. Se è vero che sono scomparse malattie dovute a carenze alimentari, sono presenti sempre più numerose le “malattie del benessere” che prima era rarissime o quasi inesistenti e che sono diventate tra le principali cause di morte. Parlo dell’arteriosclerosi, il diabete, i tumori, l’obesità.
La popolazione di oggi, in generale, preferisce ricorrere ai farmaci, subire le controindicazioni, convivere e spesso soccombere alla malattia, piuttosto che modificare le proprie abitudini alimentari e di vita.
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